Aureliano e Spadino alla resa dei conti: chi sederà sul trono della Capitale, ma soprattutto, chi si spartirà i lauti guadagni dell'affare del secolo, il Giubileo? Per scoprirlo bisognerà aspettare il 30 ottobre 2020, quando approderà su Netflix la terza e ultima stagione di Suburra, il primo esperimento in campo seriale made in Italy della piattaforma di streaming.
Alessandro Borghi (Aureliano) e Giacomo Ferrara (Spadino) saranno ancora una volta al centro dei complessi intrighi tra mondo di sopra e mondo di sotto; Stato, Chiesa e criminalità con le mani sopra la Città Eterna. Negli equilibri interni del duo giocheranno un ruolo cruciale Angelica (Carlotta Antonelli) e Nadia (Federica Sabatini), le compagne e amanti che influenzeranno il rapporto tra i protagonisti in maniera determinante. Per un finale che si preannuncia esplosivo, Suburra - la serie prevede una lunga serie di ritorni e conferme: Filippo Nigro, Francesco Acquaroli, Adamo Dionisi e Claudia Gerini faranno un'apparizione con i loro personaggi prima dell'addio.
In attesa di andare a scoprire come si concluderà l'epopea criminale di Aureliano e Spadino, ecco cosa sappiamo della terza stagione di Suburra 3, così come anticipato da cast e produzione.
Un storia d'amore in famiglia
Durante la presentazione alla stampa, l'attore Alessandro Borghi (Il primo re, Sulla mia pelle) ha spiegato quanto è cresciuto sul set negli ultimi quattro anni. Quando ho cominciato a interpretare Aureliano - spiega - anche io come il personaggio ero alla ricerca di conferme importanti, che oggi ho avuto a livello professionale.
Lui e Giacomo confermano che l'intesa, dentro e fuori il set, è cresciuta enormemente nell'ultimo quadriennio. Secondo l'interprete di Spadino, nella terza stagione di Suburra - la serie tra il capo degli zingari e il novello boss di Ostia il rapporto di interdipendenza si fa ancora più profondo. Borghi spiega divertito che gli amici gli hanno chiesto se alla fine Aureliano e Spadino si sarebbero fidanzati. Alla fine è una sorta di storia d'amore tra loro due, commenta.
L'affetto tra membri del cast e tecnici ha reso l'atmosfera molto triste durante le riprese del gran finale, che in molti si aspettano drammatico. Gli interpreti non anticipano nulla, ma sottolineano come Suburra racconti l'avvento ma anche la fine di un'epopea criminale, con un gruppo di personaggi che si ritrovano soli con sé stessi e le proprie scelte.
Suburra 3, tra flashback e mancanza di redenzione
Secondo Gina Gardini, produttrice di Cattleya e responsabile della serie, la terza stagione sarà una lunga discesa luciferina nel mondo del crimine, dopo aver esplorato quelli della politica e del clero. Il finale concluderà un racconto che sin dall'inizio era previsto si snodasse su tre stagioni e che non ha nessuna connessione narrativa con il film di partenza, quindi l'effetto sorpresa è assicurato. Il cast e il regista hanno ovviamente mantenuto il silenzio stampa sull'attesissima conclusione della serie, ma hanno dato qualche gustosa anticipazione sull'atmosfera di questi nuovi episodi. Il regista della terza stagione Arnaldo Catinari ha così commentato:
I personaggi fanno parte di un racconto orchestrato e un po’ pop nel quale relazioni e scelte non hanno la possibilità di essere ripensate, di tornare indietro. Non c’è redenzione.
Ci aspetta dunque un finale tragico? Le prime informazioni ufficiali fanno temere che non ci sarà un lieto fine per nessuno dei protagonisti. Secondo i realizzatori della serie, giunti alle battute finali ogni personaggio è costretto a prendere coscienza delle ricadute tragiche che il potere ha su chi riesce ad ottenerlo. Secondo Gardini in questo senso avranno un ruolo centrale i personaggi femminili: alcune donne di Suburra ambiranno ad ottenere lo stesso potere degli uomini, altre capiranno che la salvezza loro e dei loro figli richiede l'allontanamento dai compagni, diventati potenti e pericolosi.
In compenso però scopriremo qualcosa in più del passato dei protagonisti. È stata confermata la presenza di flashback dedicati all'infanzia e alla giovinezza di alcune figure centrali nel racconto criminale della serie: scopriremo cosa è successo ai giovani Spadino e Samurai, ad Amedeo Cinaglia da ragazzo e a Manfredi ventenne.
I numeri di Suburra
Imponente la lavorazione della terza e ultima serie, anche se per un numero ridotto di episodi. Borghi, Ferrara, Nigro e compagni sono stati impegnati sul set per poco meno di tre mesi, spostandosi in una sessantina di location capitoline e dei dintorni; dal centro della Capitale al litorale ostiense, fino alle periferie della capitale. Per le scene di folla si è arrivati ad utilizzare un totale di quasi duemila comparse, dispiegando un parco mezzi di quattrocento veicoli, spostando una troupe composta da oltre un centinaio di professionisti. Le scene più spettacolari con l'utilizzo di cascatori sono più di duecento.
Piotta e la colonna sonora
Il 30 ottobre 2020, in contemporanea con l'uscita della serie, arriverà il nuovo album di Piotta Suburra - Final Season. Le dieci tracce dell'album faranno da colonna sonora alla terza serie. Gli spettatori ricorderanno che la collaborazione tra il cantautore e Suburra è iniziata già con la prima stagione, con l'inclusione del brano 7 vizi Capitale e il coinvolgimento dell'etichetta discografica di Piotta La Grande Onda nella seconda stagione.
Stavolta l'impegno del rapper come compositore è sostanziale: Piotta ha creato un brano originale per ogni puntata, descrivendo con parole e musica Aureliano, Spadino, Cinaglia, Samurai, Angelica, Nadia e Manfredi. Il rap rimane la colonna portate a livello musicale, ma arriveranno anche ballad e sonorità latine, fino a ambiziosi tappeti di archi e arpeggi di pianoforte e chitarre.
Suburra e il Covid-19
Durante la conferenza stampa regista e cast non hanno nascosto come anche la lavorazione di questa terza e ultima stagione sia stata investita dalla pandemia globale in corso, così come le loro carriere e il loro futuro professionale. A farsi portavoce del sentimento generale è stato Alessandro Borghi, che ha spiegato come sia difficile far convivere un quadro di sofferenza economica con le difficoltà specifiche del settore dell'intrattenimento. I cinema e i teatri chiusi fanno male e speriamo possano riaprire quanto prima, ha commentato l'attore, d'altronde non mi va sempre e solo di lottare per il nostro comparto, bisogna pensare al bene di tutti.
L'attore ha anche raccontato come lavorare sul set sia diventata un'esperienza ricca d'incertezza e d'angoscia: è come un castello di sabbia costruito in attesa dell'alta mare, spiega l'interprete, stai sul set e giri scene che non sai se e quando riusciranno ad approdare in sala o in televisione.
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