The Umbrella Academy 2: il culto di Klaus (nato da un'idea di Robert Sheehan)

Autore: Silvia Artana ,

C'era molta attesa per #The Umbrella Academy 2 e la nuova stagione non ha deluso le aspettative. Anche se è diversa dalla prima. Ma probabilmente, la capacità di rinnovarsi senza tradire la natura del fumetto creato da Gerard Way e Gabriel Bá è una delle ragioni per cui i 10 episodi in streaming dal 31 luglio su Netflix funzionano. La serie ha continuato a costruire la propria identità indipendentemente dalla storia originale degli Hargreeves e tra gli elementi introdotti ex novo più azzeccati e divertenti c'è senza dubbio il culto di Klaus.

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Come i suoi fratelli, anche Numero Quattro si è trovato catapultato negli anni '60. Ma diversamente da loro, non da solo, bensì con Ben. E grazie al fantasma di Numero Sei, al proprio fascino (o faccia tosta) disarmante e a una inesauribile capacità di sopravvivenza ha trovato il modo di trasformare una situazione disperata in una vittoria. Almeno, fino a che la responsabilità non è diventata troppa e la sua fragilità ha avuto il sopravvento sul suo narcisismo.

Ma da dove arriva l'idea dei Destiny's Children e qual è la dottrina della bizzarra setta?

Com'è nato il culto di Klaus

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Il culto di Klaus non esiste nel fumetto di The Umbrella Academy (come molte altre cose della serie TV), ma ha preso forma da un'idea di Robert Sheehan e dello showrunner, Steve Blackman. L'attore irlandese che interpreta (in maniera eccezionale) Numero Quattro ha raccontato com'è nato in un'intervista a Comic Book:

In realtà, è saltato fuori da me e da Steve. Questa è la verità. La sacrosanta verità. Stavamo discutendo del fatto che saremmo tornati indietro negli anni '60. E io ho detto: 'Sai cosa rende interessante Klaus? Quando si ritrova catapultato a essere qualcuno di diverso. Si trasforma e cambia di continuo'. Ho suggerito che sarebbe stato bello vederlo nel ruolo di leader di una setta. C'erano un sacco di idee e di chiacchiere. Ma alla fine, sono stati Steve e la sua squadra di bravissimi autori a creare il culto di Klaus, i Destiny's Children.

Così, dopo avere combattuto in Vietnam nella prima stagione, nella seconda Klaus si ritrova sul fronte opposto, diventando il leader di una (bizzarra) setta ispirata ai valori dell'amore universale. Ma come ha spiegato ancora Robert, i Destiny's Children non sono solo una folle e divertente variante rispetto al materiale originale e una nuova avventura per il camaleontico Numero Quattro. Bensì rappresentano anche (e in maniera efficace) la natura più vera e profonda di Klaus: 

[Steve e gli sceneggiatori, n.d.r.] hanno fatto del culto anche una sorta di altra metafora, un sintomo di cosa tormenta e spaventa nel profondo Klaus, quando è sobrio. 

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Netflix
The Umbrella Academy 2: Klaus e i Destiny's Children
Klaus e i suoi fedeli, i Destiny's Children

La parabola dei Destiny's Children rispecchia il narcisismo e la fragilità di Numero Quattro, costantemente in cerca di attenzione e approvazione (e in ultima istanza, di amore), ma non in grado di gestire qualsiasi genere di responsabilità. La fuga di Klaus dal culto che lui stesso ha fondato ripete quella dalla Umbrella Academy e dal proprio potere di interagire con i morti attraverso la dipendenza.

Nella serie, Numero Quattro viene mostrato per lo più incapace di affrontare e sopportare il dolore (suo e altrui) e il peso delle proprie azioni. Ma alla fine della stagione 2, quando decide di aiutare Vanya, sembra abbracciare finalmente le responsabilità dalle quali è sempre fuggito.

Klaus è davvero cambiato? Chissà...

La dottrina dei Destiny's Children

Disperazione e... un paio di Chanel. L'incredibile avventura come leader di un gruppo spirituale di Klaus inizia quando Numero Quattro tocca il fondo (ancora una volta) e va a sbattere (letteralmente) su delle scarpe firmate. Da quel momento, con un bel po' di aiuto da parte del riluttante ma sempre presente Ben, Klaus intraprende un impensabile viaggio che lo porta a diventare il "Profeta" di un culto con migliaia di seguaci, i Destiny's Children.

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E se il nome suona familiare, è perché l'ispirazione di Numero Quattro è (decisamente) più pop e disco music che mistica e spirituale. Klaus prende spunto a piene mani dalla musica degli anni '70 e '90 e sceglie di chiamare i suoi discepoli come il quasi omonimo e celebre gruppo formato da Beyoncé, Kelly Rowland e Michelle Williams, ovvero le Destiny's Child. Ma non solo. Le massime e gli insegnamenti pieni di saggezza del quarto dei fratelli Hargrevees sono citazioni di brani famosissimi, ma ancora sconosciuti negli anni '60 (e chissà se nella finzione il culto di Klaus finirà per "ispirare" i loro autori, in qualche paradosso temporale).

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Nell'episodio 2x02, Il video dei Frankel, Numero Quattro si libera dell'entusiasta e insistente Keechie placando il suo desiderio di conoscenza con una strofa di Waterfalls delle TLC, "Don't go chasing waterfalls. Please stick to the rivers and the lakes that you're used to", che tradotta suona all'incirca: "Non andare a caccia di cascate. Ti prego, rimani sui fiumi e i laghi che conosci". E nell'episodio 2x06, Una cena leggera, Keechie dimostra di conoscere in maniera approfondita le "scritture" di Klaus, ripetendo al Profeta delle parole che lo hanno profondamente colpito: "As long as I know how to love, I know I'll stay alive" (in italiano, "Fino a che saprò come amare, so che resterò vivo"). Ovvero, un estratto di I Will Survive di Gloria Gaynor

L'ultima citazione è contenuta nell'episodio 2x07, Öga For Öga, quando sempre Keechie, ancora lui, chiede a Numero Quattro di lasciare ai Destiny's Children un ultimo insegnamento, prima di andarsene per sempre. Klaus non ha esitazioni e attinge alla discografia dei Backstreet Boys, per la precisione a Everybody (Backstreet's Back): "Oh, my God, we're back again. Brothers, sisters, everybody sing! We're gonna bring you the flavour. We're gonna show you how", che si può tradurre: "Oh, mio Dio, siamo tornati di nuovo. Fratelli, sorelle, cantate tutti! Vi porteremo l'entusiasmo, vi mostreremo come".

E se la dottrina dei Destiny's Children è basata per lo più sulle passioni musicali del suo fondatore, per il resto il culto di Klaus mescola elementi in un certo senso "classici", come la fine del mondo (fissata, ovviamente, nel 2019), la pace universale, il legame con la terra e l'amore libero. Quest'ultimo è testimoniato con una battuta fulminante in Öga For Öga, quando Ben nel corpo di Klaus confessa a Gil di essere vergine e la ragazza gli ricorda, un po' interdetta:

E la settimana scorsa? Io, te e Keechie, l'altalena sessuale. Abbiamo praticato l'unione sospesa delle quattro parti.

Il dialogo si conclude con Numero Sei che rimprovera in modo rassegnato il fratello di essere un pervertito. Ma a guardare bene, la scena ha un significato più profondo e si inserisce in un contesto più ampio. Perché nel suo aspetto colorato, bizzarro e troppo eccessivo per essere vero, il culto di Klaus finisce con l'offrire una riflessione tutt'altro che banale su un argomento scottante come le sette, attraverso il filtro di una critica leggera nella forma, ma brillante e tagliente nel contenuto.

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Ma che fine fanno i Destiny's Children? Come non di rado accade, anche la dottrina di Numero Quattro finisce con il sopravvivere al suo Profeta. A rivelarlo è l'episodio 2X10, La fine di qualcosa, in cui Keechie accoglie l'ultimo Assassino Svedese sul colorato camper del culto.

La setta fondata da Klaus avrà ripercussioni sul futuro e lo cambierà in qualche modo? Il finale di The Umbrella Academy 2 lascia aperta la porta alla possibilità di rivedere i fratelli Hargreeves. E chissà, in una eventuale stagione 3, forse si scoprirà cosa hanno combinato i seguaci del leader spirituale più pop della storia...

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