Violet Evergarden: la recensione dell'ultima avventura della Bambola di Scrittura Automatica

Autore: Giulia Greco ,

Reinventarsi, separarsi da meccanismi interiorizzati nel corso di un sanguinoso conflitto, riscoprire la propria umanità, comprendere di essere qualcosa di più che un mero strumento nelle mani di qualcun altro, superare i traumi del passato e imparare a “funzionare” da sola. Violet Evergarden ha attraversato tutto questo.

Rimasta orfana, viene addestrata allo scopo di diventare un'arma umana, uno strumento di distruzione sul campo di battaglia, un essere senza sentimenti né aspirazioni. Circondata da distruzione e dolore, scopre un pizzico di tenerezza nelle attenzioni che il Maggiore Gilbert Bougainvillea le rivolge. Il suo superiore, l'unico uomo a desiderare per lei una vita diversa da quella vissuta sul campo di battaglia, risulta disperso alla fine della guerra che ha dilaniato il continente del Telesis e Violet si ritrova improvvisamente di nuovo sola.

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Emotivamente distrutta alla fine del conflitto tra lo stato del Leidenschaftlich e l'Impero Gardarik durante il quale ha perso entrambe le braccia – ora sostituite da arti meccanici –, Violet viene catapultata in una vita che non ha scelto e per la quale non è pronta. Come può un semplice strumento bellico anche solo immaginare di mescolarsi tra la gente comune che nutre sentimenti e sensazioni a lei estranee?

Per comprendere tutto questo e il significato delle ultime parole che Gilbert le ha confidato, Violet sceglie di lavorare per la società postale CH, diventando una Bambola di Scrittura Automatica.

Nell'universo di Violet Evergarden, creato da Kana Akatsuki, la Bambola di Scrittura Automatica è una donna incaricata di scrivere lettere per terzi, trasferendovi emozioni e sentimenti.

Fin dal primo episodio dell'anime, attraverso le storie dei suoi clienti, Violet impara a decifrare sentimenti e trasformarli in parole. Così riesce a darsi una risposta alle domande che si pone, comprende cosa voglia dire provare dolore, sofferenza, gioia, rammarico e amore.

Violet Evergarden - Il film Violet Evergarden - Il film Mentre il mondo si risolleva dalla guerra e i progressi tecnologici cambiano la sua vita, Violet spera ancora di rivedere il suo ufficiale superiore da tempo scomparso. Apri scheda

All'insegna del cambiamento

Sequel della serie animata, Violet Evergarden – Il film ripercorre la triste storia di Violet che ora è però consapevole dei sentimenti che ha nutrito e continua a nutrire per il Maggiore. Accettata la scomparsa dell'uomo che ama, Violet continua a ricordarlo, è la persona che le ha dato un nuovo scopo, che le ha permesso di riscrivere il proprio destino. Le parole del Maggiore rappresentano per Violet un faro di speranza, un nuovo inizio, la promessa di un futuro che non aveva mai immaginato per sé stessa.

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In questo senso, il film di Taichi Ishidate si colloca da una parte come naturale prosieguo delle vicende della Bambola, dall'altro segna un momento di rottura col passato. Non a caso Violet Evergarden – Il film ha inizio con un flashforward ambientato alcuni decenni dopo rispetto alla storia della protagonista. La giovane Daisy ritrova le lettere che Violet aveva scritto per Ann, protagonista del decimo episodio dell'anime e attraverso di esse ripercorre gli eventi che non solo concludono la vicenda personale della protagonista, ma segnano anche la fine di un'era.

L'architettura e i costumi romantici di stampo vittoriano lasciano il posto a immagini d'epoca moderna, il telefono ha sostituito le lettere e le Bambole di Scrittura Automatica sono ormai un lontano ricordo. Ma Daisy vuole conoscere quel passato e così ci riporta indietro nel tempo (in un non-luogo che mescola location immaginarie ad altre europee e giapponesi), nel bel mezzo della seconda rivoluzione industriale, in un periodo in cui la costruzione della Torre Eiffel è ancora in corso e le Bambole della società CH realizzano che presto non ci sarà più bisogno di loro.

L'eredità di Violet

Violet Evergarden – Il film si distacca però solo in parte dalle atmosfere della serie animata. La pellicola di Kyoto Animation compie la stessa operazione presente nell'anime creando continui parallelismi tra la storia personale della protagonista e quella dei clienti che richiedono il suo aiuto.

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L'incontro tra Violet e il piccolo Yuris ne è l'esempio perfetto, in quanto fa da completamento al percorso della protagonista che riesce per la prima volta a guardare alla scomparsa di Gilbert attraverso una prospettiva diversa, quella di Dietfried Bougainvillea.

Allo stesso modo, il percorso di Daisy, con la breve lettera che sceglie di scrivere ai suoi genitori nella quale riversa sentimenti mai espressi, si sovrappone a quello di Violet.

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Nel finale del film, nonostante abbia capito il significato della frase “Ti amo”, Violet è paralizzata, travolta dalla potenza di quelle stesse parole, tanto da non riuscire a ripeterle ad alta voce.

Il “Vi amo” che leggiamo nella lettera di Daisy non funge solo da parallelismo alla vicenda di Violet, ma ci permette anche di esplorare uno dei temi fondanti del film. Nonostante il trascorrere degli anni, Violet continua a far da musa a chi, dopo di lei, desidera connettersi con altri ed esprimere sentimenti troppo a lungo sopiti.

Daisy vive in un'epoca moderna, nella quale le tecnologie permettono a chiunque di tenersi costantemente in contatto, ma alla fine è in una semplice lettera, ispirata da Violet, che la ragazza sceglie di riversare tutta sé stessa.

Le Bambole di Scrittura Automatica potranno non esistere più, Violet potrà essere scomparsa, ma la sua eredità continua a sopravvivere e il suo esempio a echeggiare per l'eternità.

Violet e Gilbert

Gran parte del film è dedicata alla sofferta relazione tra Violet Evergarden e Gilbert. L'impatto che il Maggiore ha avuto sulla vita della ragazza fa da filo conduttore a tutta la serie. Violet ha avuto modo di crescere e scoprirsi indipendente grazie alla lezione di Gilbert. L'affetto e la dedizione che lui le ha dimostrato si sono trasformati in amore verso sé stessa, in autonomia, in ambizione.

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Violet è cambiata grazie a Gilbert e a ciò che lui le ha insegnato, Violet è gradualmente mutata in una donna che sceglie di restare accanto a Gilbert per amore e non più per senso del dovere.

Se da un lato il finale del franchise ha perfettamente senso, perché Gilbert è stato il primo ad accettare e amare Violet, dall'altro sembra quasi ricondurre Violet al punto di partenza. Potremmo domandarci: la ragazza è forse tornata a essere un'anima perduta che si aggrappa alla prima persona che le ha dimostrato affetto?

Da una certa angolazione, la risposta non può che essere affermativa. Nel corso dell'anime e per buona parte del film, il Maggiore ha rappresentato la vecchia vita di Violet, il suo duro passato. Di conseguenza, in seguito al profondo processo di maturazione interiore cui la protagonista è andata incontro, sarebbe inevitabile aspettarsi un finale differente, uno in cui Violet sceglie di lasciarsi quel passato alle spalle e guardare al futuro. Ma Violet prende una decisione differente, sceglie la strada del cuore, che solo all'apparenza vanifica il suo percorso.

Stavolta il bagaglio di esperienze di Violet è decisamente più ricco. Non ci troviamo più di fronte a una ragazza quasi priva di qualsiasi sentimento, una sorta di robot programmato solo per eseguire ordini tra i ranghi di un esercito. Ora Violet è una donna compassionevole, consapevole di ciò che desidera e persino Gilbert, inizialmente restio a rivederla per non venire meno alla promessa autoimposta, se ne rende finalmente conto.

Con Violet Evergarden – Il film, Kyoto Animation scrive una lettera d'amore a chi è rimasto con Violet fino alla fine. Col suo commovente finale, la pellicola conclude il modo eccellente la storia della Bambola di Scrittura Automatica celebrando non solo il potere dell'empatia, ma anche, e soprattutto, quello immortale delle parole.

Commento

cpop.it

100

L'intenso film di Taichi Ishidate è la perfetta conclusione di una gemma dell'animazione giapponese. Seppur in poco tempo, la storia di Violet Evergarden è già diventata un grande classico.

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