C'era una volta... a Hollywood: che fine hanno fatto Tim Roth e gli altri?

Mentre è in concorso a Cannes 2019 con C'era una volta... a Hollywood, Quentin Tarantino racconta la sua passione per Manson e medita una versione più estesa del film. In quella attuale mancherebbero infatti alcuni interpreti precedentemente annunciati.

Autore: Claudio Rugiero ,

C'era una volta... a Hollywood potrebbe essere distribuito in sala in una versione più estesa rispetto a quella attualmente in concorso a Cannes 2019.

Il film di Quentin Tarantino, che ci ha fatto sognare fin dalle primissime indiscrezioni sulla trama, vanta un cast stellare, ma sembrerebbe che alcuni interpreti siano stati poi tagliati dal montaggio finale (un po' come è successo per La mia vita con John F. Donovan, l'inedito lungometraggio di Xavier Dolan, dove sembrerebbe che il regista abbia eliminato le scene con Jessica Chastain).

Dopo l'anteprima cannense, qualcuno ha infatti notato come molti degli attori precedentemente annunciati non siano stati poi avvistati nel film. Secondo quanto riportato da IndieWire, all'appello mancherebbero Danny Strong, James Marsden, James Remar e Tim Roth.

Che fine avranno fatto quindi? Il regista avrà ritenuto più opportuno rinunciare ad alcune star a favore di una trama più lineare e facile da seguire? Forse.

Naturalmente esiste anche una seconda possibilità: Tarantino e il montatore Fred Raskin hanno lavorato sodo per terminare il film in tempo per la sua anteprima mondiale al Festival di Cannes, con cui il regista di Knoxville vanta un legame di lunga durata (nel 1992 la prima selezione fuori concorso con Le Iene e nel 1994 la Palma d'oro vinta con Pulp Fiction). Questo probabilmente avrà costretto Tarantino ad alcune rinunce per velocizzare la post-produzione. Non bisogna infatti dimenticare che al momento dell'annuncio del programma, contrariamente ad ogni aspettativa, C'era una volta... a Hollywood non risultava tra i titoli citati dal delegato generale Thierry Frémaux. Il film di Tarantino sarebbe stato rivelato soltanto in un secondo momento insieme a Mektoub, My Love: Intermezzo di Abdellatif Kechiche.

Forse non tutti saranno entusiasti all'idea che i tempi stretti abbiano infine costretto il regista a questo improvviso cambio di rotta, ma - niente paura, non è il caso di lanciare petizioni! - non ancora è detta l'ultima parola. Lo stesso IndieWire ci informa infatti che secondo Tarantino ci sono buone possibilità che C'era una volta... a Hollywood possa venire distribuito in una versione più estesa spazzando via qualsiasi "cercasi attori disperatamente". Anzi, testuali parole dello stesso regista: "Penso che potrei allungarlo".

La versione presentata a Cannes dura 2 ore e 41 minuti, che non è neanche il tempo originariamente prefissato per il festival. Tarantino ha infatti ammesso che inizialmente lui e Raskin pensavano arrivare attorno alle 2 ore e 45 minuti. Per cui quando gli viene chiesto se potrebbe rivedere il "final cut", il regista non esita a rispondere:

Non chiederei di meglio. Probabilmente lo approfondirei aggiungendoci qualcosa di nuovo. C'era poco tempo, qualora sarei voluto andare a Cannes. Se sbaglio, sbaglio per colpa del poco tempo.

In effetti l'unico personaggio che in C'era una volta... a Hollywood ha un ruolo appositamente minimale è quello di Sharon Tate, la bellissima e giovane moglie di Roman Polanski (interpretata da Margot Robbie). Una scelta, questa, che è già stata contestata a Tarantino nel corso della conferenza stampa tenutasi lo scorso mercoledì 22 maggio.

Come riporta People, una giornalista di The New York Times ha ad un certo punto interrotto il regista per chiedergli perché la Robbie non avesse molto spazio nel film. La secca risposta di Tarantino non si è fatta attendere:

Respingo la sua affermazione. Lei [la Robbie, n.d.r.] c'è già un po' di più, e tutti hanno perso le loro sequenze. Non è la sua storia, è la storia di Rick. Non è nemmeno quella di Cliff.

Heyday Films, Sony Pictures Entertainment (SPE), Visiona Romantica
Margot Robbie nei panni di Sharon Tate in una scena del film
Margot Robbie (Sharon Tate)

C'era una volta a Hollywood racconta infatti l'ascesa di Rick Dalton, un ex attore della TV ormai dimenticato interpretato da Leonardo DiCaprio, a cui fa da spalla Brad Pitt nel ruolo di Cliff Booth, il suo stuntman. I due condividono insieme lo stesso obiettivo: introdursi nella nuova industria cinematografica nella Hollywood del 1969.

La centralità del personaggio di Rick però non sminuisce affatto, secondo Tarantino, il ruolo della Robbie, alla quale dice di aver dato una connotazione più immaginifica:

Lei è una presenza angelica per tutto il film, è un angelo sulla terra, e in una certa misura non è neppure nel film, è nei nostri cuori.

Anche la Robbie si è sentita chiamata in causa e ha deciso di rispondere alla giornalista che sottolineava come all'attrice australiana fossero state affidate poche battute:

Penso che i minuti in cui sono stata sullo schermo siano comunque riusciti a rendere omaggio a Sharon. A mio parere la sua tragedia è la perdita dell'innocenza. Si possono mostrare i lati meravigliosi di lei anche senza parlare. Mi sentivo come se avessi un sacco di tempo per esplorare il personaggio senza dialoghi, ed è una cosa interessante. Come persona, raramente ho l'opportunità di trascorrere così tanto tempo con me stessa.

Quindi, pure con una versione più estesa, il tempo in cui la Robbie comparirà sul grande schermo non cambierà. Per il resto, non perdiamoci d'animo: a tutto c'è rimedio! 

Tarantino e il fascino di Charles Manson

Non è certo uno spoiler che C'era una volta... a Hollywood contenga riferimenti alla Manson Family, a Sharon Tate e alla strage di Cielo Drive compiuta il 9 agosto 1969. Si tratta anzi di dettagli emersi già dalle prime notizie sul progetto, quando il titolo ufficiale neppure era stato rivelato. Sono aspetti inerenti alla trama e che quindi nascono col film.

In C'era una volta... a Hollywood il ruolo di Charles Manson è interpretato da Damon Herriman, attore australiano (sì, proprio come la Robbie!) che vestirà questi panni anche nella serie Mindhunter.

Heyday Films, Sony Pictures Entertainment (SPE), Visiona Romantica
Damon Herriman è Charles Manson in una scena del film C'era una volta... a Hollywood
Damon Herriman (Charles Manson)

Universalmente conosciuto come uno dei più torvi serial killer della storia criminale e mandante di alcuni efferati omicidi compiuti verso la fine degli anni '60, Manson ha sicuramente attirato l'attenzione di Quentin Tarantino, che nelle sue dichiarazioni rilasciate a LRM ha confessato di essere stato attratto dalla personalità oscura di questo controverso individuo:

Penso che ne siamo affascinati perché alla fine sembra [un personaggio, n.d.r.] indecifrabile.

Sicuramente il carisma di Manson finì per sedurre un gruppo di circa 100 giovani adepti, uomini ma soprattutto donne, che si riunirono intorno a lui in una comune nel deserto della California. Tra questi c'erano anche diversi esponenti della classe media americana e i membri del gruppo, dediti ad uno stile di vita anticonformista e di forte ispirazione hippy, amavano definirsi una famiglia. Proprio il modo in cui Manson ha saputo imporsi come leader di una setta è uno degli aspetti che ha più interessato Tarantino:

Ho fatto molte ricerche al riguardo. Il modo in cui [Manson, n.d.r.] riuscì a convincere queste ragazze e giovani ragazzi a seguirlo lo fa sembrare imperscrutabile. Più cose impari su di lui, più informazioni ottieni, meno [la sua figura, n.d.r.] risulta chiara. Anzi, diventa ancora più oscura, man mano che la conosci. E penso che questa inconsapevolezza, l'impossibilità di poterla veramente comprendere sia ciò che causa il suo fascino.

California Department of Corrections and Rehabilitation
Un primo piano del vero Charles Manson
Charles Manson

Chiaramente Tarantino non è l'unico a cogliere la particolarità di Manson, la cui figura è stata più volte ripresa nel panorama culturale americano. Ancora oggi, a due anni dalla sua morte (avvenuta il 19 novembre 2017), su di lui si realizzano documentari, film e serie TV.

Perfino la regista canadese Mary Harron si è recentemente confrontata con questo personaggio nel suo Charlie Says (con Matt Smith nel ruolo di Manson), dove Manson viene raccontato dal punto di vista delle sue più fedeli adepte.

Voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con Tarantino?

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