Nonostante la crisi sanitaria, il 2020 dell'industria videoludica si è rivelato a dir poco sorprendente, in senso positivo e non. A giugno è arrivato The Last of Us - Parte II, premiato meritatamente agli ultimi The Game Awards come videogioco dell'anno, a novembre invece hanno fatto capolino le console di nuova generazione, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, oggi tra le mani di "pochi" fortunati, vista le scorte limitate. Dicembre, invece, è il mese di Cyberpunk 2077. Un mese da incubo per CD Projekt RED.
Ciò che sta succedendo negli ultimi giorni ha dell'incredibile, in particolare per i tantissimi giocatori in possesso di una console ora appartenente alla categoria "old-gen", quindi PlayStation 4 e Xbox One. Per capire però come il team di sviluppatori polacco abbia profondamente deluso buona parte dei suoi fan è doveroso fare un tuffo nel passato.
Gli otto anni di Cyberpunk 2077
Cyberpunk 2077 - un adattamento di Cyberpunk 2020 del 1990 - è stato annunciato a maggio del 2012. Il primo teaser è datato invece 2013, e si è aggiudicato anche diversi riconoscimenti. Passano cinque anni per il trailer ufficiale, diffuso il 18 giugno 2018 all'E3. Debuttano quindi ufficialmente il protagonista V, un mercenario, e la metropoli Night City. Perché così tanto tempo tra un aggiornamento e l'altro? È "colpa" di The Witcher 3: Wild Hunt, il titolo pubblicato nel 2015 che ha regalato gioie a giocatori e sviluppatori.
The Witcher III - Game Of The Year - PlayStation 4
Ancora nel 2018, ma ad agosto, CD Projekt RED mostra un video gameplay commentato di 48 minuti. All'E3 del 2019, durante la conferenza Microsoft, la svolta. Il nuovo trailer si chiude con l'introduzione di un nuovo personaggio, Johnny Silverhand, interpretato dalla star più amata di Hollywood, Keanu Reeves. Quest'ultimo, mandando letteralmente in delirio i presenti e coloro che seguivano l'evento in diretta streaming, si è poi presentato sul palco per annunciare la data di lancio del gioco: 16 aprile 2020.
You are breathtaking.
Ad inizio 2020, il 16 gennaio per la precisione, gli sviluppatori tornano su Twitter per annunciare lo slittamento dal 16 aprile al 17 settembre 2020. A giugno il titolo viene posticipato per la seconda volta, al 19 novembre 2020. Il 27 ottobre, infine, l'ultimo annuncio: la data definitiva è il 10 dicembre 2020.
I continui slittamenti, giustificati con la necessità di ottimizzare il titolo per tutte le piattaforme e risolvere alcuni bug riscontrati durante la fase di test, hanno fatto storcere il naso a qualcuno, ma i più hanno ben pensato di mantenere la calma riponendo la massima fiducia in CD Projekt RED. Dunque, (quasi) tutti disposti ad attendere, ma con la promessa di un videogioco pronto al grande giorno del debutto.
Qualcosa però, anche a causa della pandemia di COVID-19, è andato storto.
Il giorno del lancio e l'ondata di critiche
Arriviamo quindi al 10 dicembre 2020: le recensioni reperibili in rete promuovono quasi a pieni voti l'ultima fatica di CD Projekt Red. A distanza di poche ore però si scatena l'inferno, principalmente sui social network. La stampa viene accusata di aver mentito, di aver imbrogliato i lettori omettendo molti, moltissimi, dettagli. Perché tutte queste critiche?
La verità ha impiegato ben poco ad emergere. La stampa, per le recensioni, ha utilizzato unicamente la versione per PC di Cyberpunk 2077, un titolo che si è effettivamente rivelato formidabile su macchine potenti e realizzate appositamente per il gaming. Non è stato invece possibile mettere le mani sulle versioni per PlayStation 4 e Xbox One prima del lancio, proprio quelle incriminate. Da qui la prima sentenza di una buona fetta di player: CD Projekt RED, conscia dei problematici limiti su console old-gen, ha "consegnato" solo il gioco in versione PC e non si è preoccupata di informare gli acquirenti delle criticità poi emerse fin dai primi minuti di gioco.
E la rabbia di coloro che hanno speso 70 euro (ma anche di più per altre edizioni) è più che giustificata. Cyberpunk 2077 su PlayStation 4 e Xbox One (escluse PS4 Pro e One X), in sintesi, gira male. Bug, glitch e compromessi grafici per nulla accettabili sono visibili in ogni dove. Addirittura, dalla dettagliata analisi tecnica di Digital Foundry, emerge che in alcune sequenze su PlayStation 4 il gioco scende a 15 fps e che quasi nella sua totalità gira a 720p. Il verdetto finale lascia pochi dubbi: "dopo i primi quarantacinque minuti di gioco, diventa ingiocabile".
Su PC, Google Stadia, PlayStation 5 e Xbox Series X|S (per le due console si parla ad oggi solo di retrocompatibilità, ndr), invece, Cyberpunk 2077 - nonostante qualche bug qua e là assolutamente perdonabile - è gratificante e rivela la sua vera natura. L'open world di Night City regala un colpo d'occhio impressionante, la profondità narrativa è lodevole, il gameplay pure.
Che Cyberpunk 2077 dia il meglio di sé su PC e su console next-gen è scontato sottolinearlo, non è altrettanto scontato invece il dramma che si sta consumando su PlayStation 4 e Xbox One, piattaforme di gioco arrivate sul mercato nel 2013, quindi a distanza di un anno dall'annuncio del videogioco in questione. Possibile che dopo otto anni di sviluppo questo sia il prodotto consegnato a milioni di giocatori? Possibile che CD Projekt RED abbia giocato d'astuzia tralasciando intenzionalmente informazioni così importanti? C'entra la quotazione in borsa dell'azienda o semplicemente è stato fatto un passo più lungo della gamba? Queste le domande di tante persone che non avrebbero voluto acquistare o, addirittura, pre-ordinare una copia di Cyberpunk 2077.
Le scuse di CD Projekt RED tra patch e rimborsi non concessi
Colpita da una violenta tempesta di critiche che non accenna a placarsi, l'azienda polacca - cercando un mea culpa che pare poco spontaneo perché arrivato solo dopo le polemiche - ha tentato di portare un po' di calma tra i più infuocati della community con un comunicato datato 14 dicembre 2020. Spontaneo o meno, non si può che apprezzare il passo di CD Projekt RED verso gli acquirenti.
Oltre alle scuse e alla promessa di patch che dovrebbero migliorare l'esperienza di gioco su PlayStation 4 e Xbox One, ad attirare lo sguardo è il passaggio relativo alla possibilità del rimborso. Nel comunicato, infatti, si legge:
Vi saremmo grati se ci concedeste una possibilità, ma se non siete soddisfatti del gioco così com'è su console e non volete aspettare gli aggiornamenti, potete scegliere di rimborsare la vostra copia. Per le copie acquistate digitalmente, utilizza rispettivamente il sistema di rimborso di PSN o Xbox. Per le versioni fisiche, provate prima a ottenere un rimborso presso il negozio in cui avete acquistato il gioco. Se ciò non fosse possibile, contattateci all'indirizzo helpmerefund@cdprojektred.com e faremo del nostro meglio per aiutarvi.
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Ebbene, continua a piovere sul bagnato. Stando alle testimonianze di alcuni videogiocatori, Sony e Microsoft starebbero negando i rimborsi. Insomma, gli autori di The Witcher avrebbero rilasciato un comunicato senza però prima confrontarsi con i due giganti dell'industria videoludica.
Incredibile, ma vero.
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Dopo questo excursus risulterà più facile comprendere il perché di frasi come "su PlayStation 4 e Xbox One è un altro gioco", "è ingiocabile" e "non acquistatelo su console old-gen" ascoltate/lette in quasi tutte le (video)recensioni.
Pochi dubbi sul fatto che Cyberpunk 2077 migliorerà nel corso del tempo (di quanto poi?), ma dopo uno scivolone del genere - al Day One, dopo più slittamenti - per CD Projekt RED sarà difficile riconquistare la fiducia di alcuni utenti. Voi cosa ne pensate?
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