Torniamo indietro nel tempo, al gennaio del 2023, quando in esclusiva su Sky e in streaming su NOW veniva trasmessa per la prima volta la serie TV The Last of Us. Fuori fa freddo e coloro che hanno amato, vissuto e finito la prima parte dell’omonimo videogioco di Naughty Dog su cui si basa lo spettacolo televisivo, hanno un inevitabile groppo in gola. Una sacrosanta reazione dovuta a un motivo molto semplice.
Un media così diverso dal contenuto originale, è davvero in grado di equiparare un titolo che ha firmato un capitolo importante per la storia del gaming? Una domanda legittima, soprattutto se si considera che finora le trasposizioni del genere degne di nota, si contano sulla punta delle dita o quasi. Poiché la maggior parte dei precedenti adattamenti su schermo non hanno purtroppo saputo rendere giustizia alle opere videoludiche da cui sono stati tratti.
Eppure, la serie TV The Last of Us ci è riuscita. Non soltanto regalando ai videogiocatori storici un fedele spettacolo in live-action, ma anche appassionando i profani del genere con un'emozionante storia raccontata all'interno di uno spaventoso scenario post-apocalittico. Una situazione che abbiamo vissuto sulla nostra pelle durante la pandemia globale, provando la paura di perdere le persone care, limitando i contatti umani al minimo e abituandoci a controlli da parte delle autorità durante i nostri spostamenti imposti da un coprifuoco.
Il viaggio di Ellie e Joel in The Last of Us non racconta soltanto la loro storia, ma la storia di tutti noi. Un mondo alla deriva in cui l'unica cosa importante, è riuscire a sopravvivere per proteggere ciò che amiamo. Una battaglia quotidiana, affrontata durante le sfide che la vita ci mette davanti, dove, al posto degli spaventosi Clicker, dobbiamo difenderci dal mostro più terribile di tutti: l'essere umano, disposto a qualsiasi cosa pur di prevalere sugli altri. Ellie e Joel sono la luce in mezzo a quell'oscurità, la speranza che ci insegna a non gettare mai la spugna, anche quando tutto sembra veramente perduto. Perché là fuori, da qualche parte, potrebbe esserci un'inaspettata fonte di salvezza ad attendere "gli ultimi di noi" che hanno resistito.
- The Last of Us: The Last of Success
- Di cosa parla The Last of Us
- The Last of Us, tra videogioco e serie TV
- Il significato dietro The Last of Us
The Last of Us: The Last of Success
Il successo della serie televisiva The Last of Us era in qualche modo prevedibile, seppur non del tutto scontato, poiché dietro alla sua realizzazione spiccano due nomi che rappresentano in un certo senso una garanzia. Da un lato Neil Druckmann, il direttore creativo del videogioco The Last of Us su cui si basa la serie TV e prodotto dall'azienda Naughty Dog, di cui lo stesso Druckmann è anche co-presidente. Un pluripremiato titolo del 2013 che si è aggiudicato oltre duecento riconoscimenti ed è ritenuto tra i migliori videogiochi di tutti i tempi, mentre Druckmann ha ricevuto diversi tributi per il suo lavoro dietro al videogame, tra cui due BAFTA Awards e una candidatura ai Primetime Emmy.
Da un altro lato è presente invece Craig Mazin, regista, produttore e sceneggiatore celebre per contenuti come la miniserie TV Chernobyl, un altro programma di successo targato HBO che ha ricevuto il plauso generale della critica. Proprio come The Last of Us, anche Chernobyl si concentra su un'epica catastrofe mostrando come Mazin abbia già saputo affrontare magistralmente tematiche di grande impatto e portata globale. Ma prima di tutto, Craig Mazin è anche un appassionato fan del videogioco di The Last of Us fin dal principio. Di conseguenza, una trasposizione televisiva ideata, diretta, sceneggiata e prodotta da chi ha creato e giocato la storia originale, partiva senza dubbio con un vantaggioso background alle sue spalle.
Nella serie TV The Last of Us trama, ambientazioni, musiche e perfino parti di dialoghi, rispecchiano gran parte dell’iconico action-adventure del 2013 pubblicato da Sony. Tanto nello spettacolo televisivo quanto nel videogame, la storia percorre le vicende del superstite Joel, pronto a scortare un’orfana dal nome Ellie lungo gli infettati Stati Uniti d'America, attraverso un lungo e insidioso viaggio verso l'ignoto. Chi ha giocato con l'avventura virtuale di The Last of Us di Naughty Dog, nei nove episodi della prima stagione della serie TV ritroverà di certo situazioni ben note.
Il senso di smarrimento, unito a confusione, tristezza e altre emozioni contrastanti prenderanno il sopravvento, con la magra consolazione che questa volta non sarà il pubblico in prima persona a spingere quei tasti divenuti improvvisamente rigidi nelle proprie mani. Se invece ci si affaccia per la prima volta al mondo di Joel ed Ellie tramite la serie TV di The Last of Us, l'ingrato compito di decidere le sorti dei protagonisti viene a mancare esonerando lo spettatore da ogni responsabilità. Ma non di meno si avrà modo di vivere a distanza una storia di valore che ben si distingue nel panorama del genere, così come è stato in precedenza per la serie di The Walking Dead.
Di cosa parla The Last of Us
La storia originale del videogioco The Last of Us, adattata anche nell'omonima serie televisiva, racconta di una pandemia causata dall'infezione del fungo Cordyceps. Un'epidemia per via della quale le persone contagiate perdono la loro razionalità, diventando una sorta di zombie manovrati dallo stesso fungo, che ramifica all'interno del corpo umano prendendone il controllo. Una situazione che porta a drammatiche conseguenze, sia per chi contrae l'infezione e si trasforma, sia per i soggetti ancora sani in quanto diventano "cibo" per gli infetti predisposti a moltiplicarsi all'infinito.
In questo scenario post-apocalittico ci sono al centro della scena i due protagonisti Joel Miller ed Ellie Williams, un uomo che ha perso la figlia e una giovane orfana di quattordici anni, interpretati nella serie TV The Last of Us da Pedro Pascal e Bella Ramsey. L'incontro tra i due personaggi avviene quasi per caso quando Joel, mentre è impegnato in una missione personale, si ritrova a dover fare da guardia del corpo a Ellie che deve raggiungere in sicurezza un determinato luogo. Nel mondo di The Last of Us, dopo diversi anni in cui possibili cure e vaccini per il Cordyceps si sono dimostrati inefficaci, Ellie si rivela essere la prima persona potenzialmente immune all'infezione. A differenza di tutti gli altri contagiati, infatti, Ellie non ha sviluppato i sintomi della malattia dopo essere stata morsa da un infetto. Questo la rende di fatto una risorsa preziosa, in quanto il suo caso potrebbe finalmente apportare una svolta sull'infezione arrivando perfino a salvare l'intera umanità.
La presenza di Joel al fianco di Ellie si conferma pertanto essere fondamentale per proteggerla fino alla destinazione prefissata, anche se in principio il rapporto tra i due non inizia proprio con il piede giusto. Da quando ha perso tragicamente sua figlia, Joel è diventato un uomo duro e insensibile (almeno in apparenza) quindi limita i rapporti umani allo stretto indispensabile trattando tutti con freddezza senza tanti scrupoli. Dal suo canto, Ellie, che prima di tale viaggio non era mai uscita dalla Zona di Quarantena, è tutto l'opposto di Joel poiché, vedendo il mondo in esterna per la prima volta, è sempre curiosa e piena di entusiasmo. A furia di passare del tempo insieme a stretto contatto e condividendo esperienze di ogni genere, il rapporto di circostanza tra Ellie e Joel finisce inevitabilmente per consolidarsi in qualcosa di più importante, dove l'uno compensa le mancanze dell'altra.
Il fulcro della trama di The Last of Us è proprio questo. Non è la sopravvivenza come tale, la missione per scortare Ellie fino a destinazione, il trovare una cura all'infezione o salvare il mondo. La vera storia che conta davvero è il legame nato tra Ellie e Joel. Due persone completamente diverse che probabilmente senza lo scoppio di una pandemia non si sarebbero mai incontrate, mentre quando finiscono per avvicinarsi è come se si fossero conosciute da sempre. Joel in passato non ha potuto impedire la morte di sua figlia e quando ormai la vita gli aveva presentato soltanto il peggio, l'arrivo di Ellie nel suo cammino gli dona un nuovo scopo e un senso di riscatto nel proteggerla a ogni costo. Ellie invece, che non ha mai conosciuto i suoi genitori e viene cresciuta da estranei in una scuola militare, trova in Joel il punto di riferimento principale e una figura paterna su cui fare pieno affidamento, tanto nei momenti buoni quanto in quelli cattivi. Così, nell'oscurità di un mondo spezzato, il rapporto tra Joel ed Ellie simboleggia la speranza e la redenzione, mentre i due protagonisti imparano a scoprire che la vera forza, risiede nel loro affetto reciproco.
The Last of Us, tra videogioco e serie TV
La serie TV di The Last of Us, per fare centro sul piccolo schermo, poteva limitarsi a essere una semplice trasposizione fedele del videogioco omonimo, ma gli autori hanno voluto osare di più. Le modifiche apportate non hanno compromesso la resa finale, ma l'hanno invece perfezionata mantenendo inalterato lo spirito dell'opera originale. Nonostante alcune inevitabili differenze tra i due contenuti, nel complesso è stato fatto un valido lavoro di adattamento televisivo sul videogame di The Last of Us, tenendo anche conto del tipo di tematica non semplice da rappresentare in versione live-action rispetto alla realizzazione di un software digitale.
Nello specifico, la serie TV di The Last of Us si può considerare una versione complementare del videogioco di Naughty Dog, in grado di sorprendere tanto i fan che hanno apprezzato l’esperienza digitale del titolo, quanto convincere il nuovo pubblico di spettatori. Molti elementi che nel gioco erano fondamentali per motivi di gameplay, nella serie vengono necessariamente sostituiti. Un esempio tra tutti, è il caso del meccanismo con cui si diffonde l'infezione del fungo Cordyceps, che, a livello di resa narrativa nonché di grafica, risulta credibile e ugualmente efficace, seppur estremamente diverso dal gioco.
Attraverso i nove episodi che compongono la prima stagione della serie TV The Last of Us i nuovi contenuti, rispetto al videogame, risultano essere degli arricchimenti della storia complessiva. La spettacolo televisivo inserisce dettagli significativi che meritavano di essere raccontati, aggiungendo una dimensione tale da competere con l'opera originale. L'efficacia dietro la prima stagione è evidente, poiché funge da supplemento al videogioco, con il quale si integra perfettamente senza sostituire la lore, ma piuttosto, includendo ulteriori dettagli che espandono l'universo narrativo. Elementi come i personaggi non giocanti (PNG), presenti nel videogame di The Last of Us come comuni bersagli da eliminare lungo la strada, nella serie TV diventano nemici in carne e ossa noti come i Cacciatori, amplificando ancora di più l'azione e la tensione di determinate sequenze.
Altre storyline che nel videogioco non hanno potuto avere il giusto spazio, essenzialmente per questioni pratiche e di tempistiche, trovano la loro perfetta collocazione nella serie TV The Last of Us, come la storia di Bill e Frank. Due uomini che si conoscono dopo l'inizio dell'epidemia e trasformano la loro reciproca solitudine in un solido legame, coltivato giorno dopo giorno e proseguito fino alla loro morte. Un altro valore aggiunto per la serie TV di The Last of Us che, a differenza di quanto spesso accade con altri contenuti, non inserisce lo stereotipo di una figura LGBTQ+ soltanto per dare una fittizia parvenza di inclusione. La relazione tra Bill e Frank regala invece al pubblico una grande storia d'amore, dimostrando come, anche durante la fine del mondo, ci sia ancora una parte della propria esistenza che valga la pena essere vissuta fino in fondo, nel bene e nel male, quando al proprio fianco è presente la persona giusta.
Il significato dietro The Last of Us
La serie TV The Last of Us non è un racconto rivolto solamente agli appassionati del videogioco di Naughty Dog, poiché sin dal primo istante si percepisce di essere davanti a uno spettacolo minuziosamente curato. La presenza del creatore del videogame, Neil Druckmann, come sceneggiatore, ha di certo aiutato a preservare quanto di meglio ci fosse nel videogioco. Nonostante ciò, agli occhi di chi è neofita al mondo di Joel ed Ellie, ogni singolo passaggio, ogni scorcio di devastazione urbana o la nascita stessa dell’epidemia dovuta al Cordyceps appare reale e possibile. Come spettatori, ci si sente parte di quel contesto, se ne vivono le sofferenze, ci si commuove ed emoziona con Ellie e Joel mentre li accompagniamo con lo sguardo nel loro lungo viaggio dopo la fine del mondo.
Per tutti questi motivi, è lecito ammettere che The Last of Us si può amare, anche senza avere la minima conoscenza del gioco omonimo. La serie TV lascia la vivida sensazione che difficilmente rivedremo sul piccolo schermo una storia capace di appassionare, coinvolgere e straziare l’anima in modo così intenso. Grazie a un ottimo equilibrio tra scrittura e impostazione registica, è impossibile rimanere insensibili ai dialoghi tra Ellie e Joel. Le vicissitudini di queste due anime perdute ritrovano, nella loro odissea, una nuova linfa vitale con cui andare avanti dopo aver passato sofferenze indicibili, mossi prima da uno scopo e, in un secondo momento, semplicemente dalla mera appartenenza l’uno all’altra.
The Last of Us non è una serie di fantascienza, non è un horror o una semplice trasposizione di un famoso videogioco. È una storia universale che arriva al cuore, rappresentando una natura selvaggia alle soglie dell'inferno, preservando al contempo una scintilla di compassione, caratterizzata da piccoli gesti e lacrime condivise. Una crescita emotiva costante, spietata e inesorabile, fatta di momenti di profonda empatia intrecciati a sprazzi di spaventosa oscurità interiore. Un equilibrio narrativo perfetto, ritratto con una sensibilità impagabile, portando su schermo un mondo apocalittico distrutto, ma ancora autentico e vivo.
La serie di The Last of Us è invero molto cruda e realistica. Un aspetto non da intendersi come possibile difetto, ma piuttosto una scelta voluta che rende lo spettacolo televisivo un'ambientazione affascinante per tutti gli spettatori. La trama dipinge un paesaggio post-pandemico dove la disperazione può inghiottire ogni senso di umanità. Tuttavia, mette anche in luce le poche anime pure rimaste, trasformandole in simboli di resilienza. The Last of Us è un’esperienza emotiva genuina e unica. Non serve necessariamente conoscere il videogioco per godersi la serie, poiché basta lasciarsi trasportare dalla storia di Ellie e Joel nel loro viaggio alla ricerca di speranza, scoprendo di come la salvezza, spesso, è soltanto una questione di scelte.

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Immagini di copertina e di questo articolo tratte dalla serie TV e dal videogioco di The Last of Us. Crediti: Sony Pictures Television, PlayStation Productions, Naughty Dog, The Mighty Mint, Word Games
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