Don't Look Up, recensione: neanche il sexy astronomo Leonardo DiCaprio può salvarci dalla nostra stupidità

Autore: Elisa Giudici ,

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire: un vecchio adagio che si adatta bene ai nostri tempi, ma anche al cinema di Adam McKay. Il regista degli sferzanti La grande scommessa e Vice torna su grande e piccolo schermo con il suo film apparentemente più ambizioso. Impressionante il colpo d'occhio che fornisce un cast iper-stellare, che solo Steven Soderbergh o Wes Anderson sarebbero stati capaci di assembrare. Capitanato da un Leonardo DiCaprio in grande spolvero (che ha accettato la parte a fronte di un cachet record di 8 milioni di dollari), il film vede al suo fianco Jennifer Lawrence nel ruolo del suo ritorno alle scene dopo due anni di ritiro sabbatico. Ruolo che Adam McKay ha espressamente scritto per lei, con la non troppo celata ambizione di lanciarle una corsa alla statuetta. 

Un cast tale che persino Meryl Streep e Mark Rylance rischiano di diventare personaggi di contorno, assieme ai cammei pop di Ariana Grande e Chris Evans, senza dimenticare Jonah Hill, l'attore feticcio del regista. Giusto per non farsi mancare niente, c'è anche una particina per un certo Timothée Chalamet, che conferma di essere un ottimo attore, oltre che una grande star. Nato in casa Paramount ma finito insieme ad altre produzioni della major sul catalogo Netflix, Don't Look Up non è certo un film che punta a passare inosservato, sia di fronte al pubblico sia nell'incombente stagione di Oscar e premi del cinema. Se il suo cast attrarrà sicuramente tanta curiosità, è la sua trama a essere potenzialmente esplosiva. 

Don't Look Up Don't Look Up La dottoressa Kate Dibiasky, tirocinante presso un osservatorio astronomico, scopre che un bolide spaziale è diretto contro la Terra e la colpirà in sei mesi. Insieme al dottor Randall Mindy ... Apri scheda

Don't Look Up non è un vero disaster movie

Definito da molti come un disaster movie, Don't Look Up prende a pretesto una situazione alla Armageddon per consentire allo sceneggiatore e regista Adam McKay di fare ciò che preferisce: sferzare i costumi dei suoi contemporanei, portando il pubblico a interrogarsi su quanto possa essere pericolosa la malevolenza e l'idiozia di chi è al potere. Il punto di partenza è la scoperta della cometa Dibiasky da parte della giovane dottoranda Kate (Jennifer Lawrence). Una scoperta sensazionale che si trasforma in un conto alla rovescia quando lei e il professor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) capiscono che l'enorme corpo celeste (grande quanto l'Everest) si schianterà sulla Terra nel giro di 60 giorni. 

Advertisement

Due mesi per salvare il mondo, se solo Kate e Randall riuscissero a farsi prendere sul serio. I loro calcoli parlano di un'assoluta certezza: 99,78% di possibilità che la cometa colpisca la Terra, al largo dell'Oceano Pacifico. Certezza che si scontra con le elezioni di mid term per la presidentessa degli Stati Uniti interpretata da Meryl Streep e - a onor del vero - saggiamente non riconducibile a nessuna parte politica precisa.

Netflix
Randall ricontrolla i calcoli della traiettoria della cometa
Leonardo DiCaprio è il tentativo disperato (e sexy) di McKay di metterci in guardia da noi stessi

Infrangere il segreto di stato e andare in TV a svelare la verità e il successivo passo per i due scienziati, che si scontrano con l'incapacità di recepire una semplice, drammatica informazione (moriremo tutti nel giro di 60 giorni se non proviamo a far qualcosa) senza trasformarla in un meme, in un hashtag, in bizzarre teorie complottiste o peggio ancora in un'occasione per rendere ricchi coloro che sono ancora più ricchi. Come salvi l'umanità dalla sua stessa idiozia? 

Don't Look Up è deluso quanto i suoi protagonisti

Come sempre accade nel recente cinema di McKay, non ci sono soluzioni di alcun tipo in Don't Look Up, un'autentica discesa nell'incubo di un manipolo di personaggi razionali immersi in una società inetta e credulona o malevola ed egocentrica, totalmente incapace di pensare al bene comune o anche solo di aiutare chi ancora riesce a farlo per salvare tutti gli altri. 

Advertisement

Il film di Adam McKay punta il dito alla nostra società il cui modello mediatico trasforma tutto - anche ciò che è scientifico e inappellabile - in un'estensione della cultura delle celebrità, della popolarità via sondaggio e della relatività intellettuale. Dato che i social danno a tutti uno spazio di opinione e manovra, non esistono corsie preferenziali per ciò che è d'urgenza vitale, che viene invariabilmente spezzettato, macinato e digerito a grande velocità, fino a perdere di senso. 

Netflix
Meryl Streep è la presidentessa degli Stati Uniti
Il personaggio di Meryl Streep guarda sia ai Repubblicani sia ai Democratici

Ancor più del precedente Vice, Don't Look Up polarizza gli aspetti più estremi del cinema di Adam McKay, un autore che o si ama o si odia, senza vie di mezzo. Sfortunatamente stavolta ha deciso di lasciare per strada la cura in fase di montaggio e regia che aveva caratterizzato La grande scommessa, un film di svolta della sua carriera, che rimane di gran lunga più amaro e brutale di questo Don't Look Up. È come se anche Adam McKay si fosse convertito ai facili slogan consolatori che tanti gli rinfacciano d'utilizzare da anni. È vero che Don't Look Up spesso devia in una facile satira consolatoria che fa sentire il suo pubblico intelligente a scapito degli altri, sopprimendo l'empatia, senza porsi domande in prima persona.

Advertisement

È una versione semplice e semplicistica del cinema di McKay, un regista che ha capito prima di altri colleghi che non è un'epoca adatta alle sfumature. O forse anche McKay con i suoi ritmi registici altissimi e le sue sceneggiatore verbosissime, ha perso un po' la speranza di farci ragionare con i fatti e ha deciso che era molto più efficace un AILF (actor/astronomer I'd like to fuck) come il Randall di DiCaprio. Forse il personaggio più vicino a McKay è Kate, che tira avanti a canne e domande ossessive, depressa dall'aver visto la vera natura di chi ha in mano le sorti del mondo. 

Netflix
Timothée Chalamet
Yule è una delle poche persone autentiche ed empatiche a popolare l'America di Don't Look Up

La frase più ficcante di Don't Look Up la dice lei a un gruppo di skater con fascinazioni complottiste. Riferendosi ai politici, sostiene: voi sbagliate, date per scontato che siano così intelligenti da tramare questi piani. 

Advertisement

Don't Look Up è nelle sale italiane dal 8 dicembre 2021. Arriverà su Netflix il 24 dicembre 2021

Commento

cpop.it

70

Adam McKay si affida a un cast stellare e a un film così diretto da risultare semplicistico per metterci in guardi dalla nostra stessa stupidità: speriamo non sia troppo ottimista.

Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!

Sto cercando articoli simili...