Emma di Jane Austen torna al cinema tra edonismo e acuta ironia dai toni pastello: la recensione

L'eroina più vanesia ed edonista di Jane Austen torna al cinema con un adattamento dalla produzione superba, che per scelte stilistiche finisce per somigliarle molto: la recensione di Emma. di Autumn de Wilde.

Autore: Elisa Giudici ,

Si rischia di venir spazzati via dalla volitiva Emma nelle prime scene del film che torna a raccontarla su grande schermo. Ogni ricciolo biondo di Anya Taylor-Joy, ogni orpello casalingo e ogni battuta si susseguono in un'incalzante marcia in cui ci si sente spaesati tanto quanto i personaggi del popolino che si affaccinano a Highbury, dove la giovane protagonista è la padrona assoluta di casa.

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L'esordio alla regia della fotografa e videomaker musicale Autumn de Wilde procede spedito per la sua strada senza badare troppo a quando e se il pubblico riuscirà a stargli dietro. Pur essendo stata raccontata innumerevoli volte su grande e piccolo schermo - destino comune a ogni eroina austeniana - questa Emma coglie di sorpresa per fluidità di pensiero e di movimento. Dopo un attimo di iniziale smarrimento, si comincia a prendere il ritmo di quello che di fatto è il grande ballo degli aristocratici e abbienti inglesi, in cui i personaggi dai natali o dalle fortune più umili tentano di tenere il passo.

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Emma: delizie ed edonismo color pastello

A rallentare la reazione dello spettatore c'è la sontuosità di questo adattamento, sempre ricolmo di preziosi dettagli e ripieno di delizie visive. Emma vola da una scena all'altra sfarfallando in abiti dai colori vibranti e dai dettagli intricatissimi, incorniciata da interni altrettanto curati e declinati nei colori pastello. È difficile star dietro a gli scambi tra lei, le sue amiche e i suoi pretendenti senza farsi distrarre dall'opulenza di un adattamento palesemente figlio di una regista che ha lavorato (con successo) nelle arti visive per decenni. Difficile non lasciarsi distrarre dalla messa in scena strepitosa del negozio di tessuti e nastri in cui si svolgono svariati battibecchi e rivelazioni, così come durante la canonica (e ovviamente rivelatoria) visita collettiva alla villa del ricchissimo spasimante di Emma, sinceramente affezionatole ma prodigo di ramanzine e lezioni morali per l'amica. I personaggi sono sempre disposti in scena con rapporti a un passo dal tableau. Agli attimi di stasi seguono momenti che la composizione dell'immagine con movimenti coreografati a mo' di danza, la cui regia è abbastanza sconcertante.

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Il repertorio comico è quello più collaudato e stereotipico della Austen: inglesi a diversi gradi di nobilità e ricchezza che s'incontrano e si fraintendono a serate di ballo, cene con il parroco del vicinato, pic nic e passeggiate nella natura. Nell'abbagliante fotografia di Christopher Blauvelt (che crea deliziose macchie di colore vivido e contrasti inaspettati senza rompere l'allure austeniana della ricostruzione) i personaggi finiscono per comprendere la loro natura più intima a furia di fraintendimenti e scontri.

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Un primo piano di Anya Taylor-Joy nei panni di una Emma vestita di colori pastello
Anya Taylor-Joy incarna una Emma sensibile e umana nella sua superficialità

Al centro di tutto c'è una Emma mai così fedele a sé stessa: una ragazza ricca e sin troppo consapevole di sé, la cui superficialità fonde giovane età, scarsa conoscenza della vita e una profonda passione per forzare le persone intorno a sé in uno schema sociale (e matrimoniale) che spesso funziona solo nelle sue fantasie. Imprestata dal mondo del horror in cui sembra ormai aver preso stabilmente residenza, Anya Taylor-Joy gestisce il film da splendida padrona di casa, dando profondità caratteriale a un personaggio così votato alle apparenze da apparire sciocco. La sua Emma non è mai stupida, così come il film non smette mai di prenderla sul serio: ondeggia tra una commedia sociale parecchio tagliente nascosta sotto la scorza zuccherina dei colori pastello di abiti e set e una ricostruzione storica impenitente, in cui l'eroina alza la gonna per scaldarsi le terga nude al fuoco del camino.

Emma è una persona a suo modo sensibile e profonda che si muove entro i limiti di un mondo privilegiato, in cui leziosità e lussi sono d'importanza capitale e questioni cruciali sono assoggettate ai capricci del momento e del nobile di turno. Il film che la racconta si muove allo stesso modo, fa suo il suo stesso credo: Emma. (con il punto dopo il nome) è un lungometraggio votato all'estetica e al virtuosismo visivo che non si scusa mai di essere tale, né finge di voler fare qualcosa di importante nel canone austeniano. Non vuole essere un adattamento fedele né dissacrante, non vuole dire qualcosa di specifico a livello cinematografico o morale. Si limita a respirare la stessa aria della protagonista, concentratissimo su minuzie produttive e incurante di lasciare un messaggio o una lezione dietro di sé.

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Il padre di Emma regge una tazza e piattino da tè con espressione sconcertata
La sontuosità dei set e degli abiti di Emma. spesso distrae lo spettatore dai dialoghi

Come esordio cinematografico la regista Autumn de Wilde non poteva scegliere soggetto migliore, che ne evidenzia la sensibilità visiva senza metterla in difficoltà su contenuti e messaggi. Limitandosi a "far vivere" l'approccio austeniano (impressa tutt'altro che semplice senza ricorrere a banalità o stavolgendone le basi), il film trae la sua forza proprio dalla scrittura della celebre autrice inglese. Un aspetto su cui si dimostra parimenti tradizionale e lungimirante è la scelta del cast, che assembra un gran numero di attori e attrici inglesi under 30 dal curriculum già rodato. Per i cinefili e gli amanti di period drama sono facce abbastanza conosciute, ma non ancora esplose.

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Un cast al bacio di giovani promesse

Al fianco di Anya Taylor-Joy - il cui volto cesellato e gli immensi occhi scuri sono un invito a nozze per qualsiasi film costruito sull'allure di un'eroina - troviamo volti altrettanto iconici nel loro essere belli ma non canonici. Mia Goth (per tipologia di bellezza e carriera nel horror interscambiabile con Taylor-Joy) finisce ancora una volta a fare la spalla di pregio nel ruolo della sfortunata e ingenua Harriet Smith. La vera sorpresa è però Tanya Reynolds nel ruolo di Mrs. Elton, perfettamente a suo agio e padrona di ogni sfumatura del ridicolo, a cui dà forza e profondità. Già in Sex Education si era rivelata un'ottima caratterista in ruoli bizzarri. Tutte e tre sono attrici dotate, ma lei ha una verve che la porterà lontano, non appena qualcuno la metterà al centro della scena. Idem dicasi per Josh O'Connor, che riesce a dare spessore allo stereotipico personaggio clericale odioso e di piccolissime vedute nato dalla penna di Austen. Persino tra gli interpreti dei valletti ci sono giovani attori inglesi già visti qua e là, pronti ad esplodere se mai arriverà l'occasione giusta.

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Mia Goth e Anya Taylor-Joy nei panni di Harriet e Emma si stringono le mani
Mia Goth e Anya Taylor-Joy sono due volti iconici nel cinema di genere: in costume e horror

Emma è visivamente delizioso, un tripudio d'estetica che non ha paura di rivelare la sua mancanza d'etica. È un film che porta su schermo la vibrante comicità della Austen, senza però illudersi mai che la nobilità e i suoi problemucci tra vizio e noia siamo più che piccole screziature in un mondo reso perfetto dal privilegio. Autumn de Wilde ha il pregio di saper far vedere da dentro questo paradiso utopico quanto questi problemi di forma e decoro sembrino soverchianti. Descrive con efficacia la sua eroina frutto di un contesto superficiale, senza mai volerla trasformare in qualcosa di più dell'icona di un mondo terribilmente superficiale che si prende terribilmente sul serio.

Emma. non è insomma privo di sostanza, ma è fatto della stessa materia del mondo che racconta: estremamente studiata e puramente edonista, senza turbamenti o morali di sorta. D'altronde nelle stesse parole di Jane Austen Emma la protagonista è così: bella, ricca e intelligente sì, ma entro le mura di Highbury, che abbandona assai raramente. 

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Josh O'Connor e Tanya Reynolds nei panni dei coniugi Elton bevono il té
Josh O'Connor e Tanya Reynolds si dimostrano due grandi caratteristi capaci di gestire il ridicolo con bravura in Emma.

Emma., inizialmente previsto nei cinema italiani dal 11 giugno 2020, non passerà nelle sale a causa dell'emergenza Covid-19.

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E

Emma. uscirà nelle sale?

No. Universal ha deciso di cancellare il passaggio in sala per alcuni film e di puntare al noleggio online. È possibile vedere Emma. in streaming on demand su Chili, al prezzo di 15,99 euro.

Commento

Voto di Cpop

75
Viziato, lussuoso e senza paura di esserlo: Emma. è una delizia per gli occhi che fa giustizia al personaggio austeniano in tutta la sua profonda superficialità.

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