L'ampio e variegato catalogo di Netflix si è recentemente arricchito con una serie televisiva destinata a lasciare il segno.
Ci riferiamo a Freud, crime thriller austriaco co-prodotto dal colosso di video in streaming e ORF. E che va sì a concentrarsi sul padre della psicoanalisi Sigmund Freud, ma tratteggia il suo personaggio - qui in giovane età - come un uomo ribelle e misterioso, nel ruolo inedito di detective dai metodi discutibili alle prese con una scia di omicidi perpetrati da un pericoloso serial killer.
Lo show, disponibile dal 23 marzo 2020 con una prima stagione da otto episodi, ha riscosso un discreto successo di critica e pubblico, nonostante si proponga come un'esperienza mistica e a tratti "allucinatoria" di certo non adatta a tutti, in cui il biopic lascia spazio ad una versione crime e liberamente ispirata alle origini del noto luminare.
Ecco allora 5 curiosità su Freud e sulle sue indagini non proprio ortodosse a disposizione di tutti gli abbonati Netflix.
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Freud tra realtà e finzione
Come avrete già capito, la produzione della "grande N" non si ispira ad una storia vera.
Nonostante, come è noto, Sigmund Freud sia l'inventore della piscoanalisi - si usa infatti datare la nascita della psicoanalisi con la prima interpretazione esaustiva di un sogno scritta da Freud - e studioso realmente esistito nella Vienna di fine '800, la serie TV ne cambia quasi completamente psicologia e profilo, impegnando la sua mente brillante nella risoluzione di crimini. Dalla sua biografia, sappiamo che l'uomo passò gran parte della sua esistenza nella capitale austriaca, dove si laureò in medicina nel 1881 per poi lavorare in ospedale e iniziare a dare vita alle sue teorie, che cambiarono per sempre i dogmi della psicoterapia.
In questo caso il protagonista è un giovane neurologo acerbo nella Vienna del XIX secolo o, come si definisce lui stesso, un emarginato, in pratica un alienista del tempo che non gode dei favori della comunità scientifica. Secondo quanto si legge sulle pagine del The Guardian, pare tuttavia che in realtà Freud fosse un grande appassionato di romanzi gialli, ed in particolare di quelli incentrati sulle indagini di Sherlock Holmes.
Riprese lontane "da casa"
La serie Netflix prende vita su piccolo schermo nella Vienna del 1886. Pare però curioso che le riprese non siano state girate nella capitale austriaca, con il set costruito invece in Repubblica Ceca, nei dintorni di Praga.
Una scelta ben precisa, spiegata su Variety dal creatore dello show Marvin Kren:
L'architettura delle due città è molto simile, ma la cosa bella di Praga è che, a differenza di Vienna che ha subito rinnovamenti nel corso degli anni, ha conservato ancora un fascino storico e una patina antica.
L'autore, cresciuto proprio a Vienna, si è comunque lasciato ispirare dalle atmosfere che è possibile respirare nella sua città natale, e da quel "qualcosa di sinistro e oscuro" che caratterizza le notti del centro austriaco, capace di regalare inquietudine e mistero.
Il protagonista si è sottoposto a ipnosi
Robert Finster, attore protagonista della serie, ha recentemente dichiarato ai microfoni del portale austriaco OÖNachrichten di essersi informato sulle più importanti teorie di #Freud, ed in particolare su quelle partorite in età giovanile:
Freud è un pozzo senza fondo. Avrei potuto fare ricerche per anni. Naturalmente non c'era molto tempo, quindi ho dovuto limitarmi.
Addirittura, Finster ha deciso di prepararsi sottoponendosi ad alcune sedute di ipnosi, così da calarsi al meglio nella parte del celebre psicoanalista.
Fleur Salomé era una vera amica di Freud
Dipendente dalla cocaina, il protagonista intreccia le sue vicende tormentate con le indagini di polizia dell'agente Alfred Kiss (Georg Friedrich) e il mistero attorno alla medium Fleur Salomè (Ella Rumpf). E quest'ultima, come fa notare il sito The New York Review of Books, potrebbe rifarsi ad una donna realmente esistita.
Il riferimento sarebbe a Lou Andreas-Salomé, che in quegli anni fu davvero studentessa, amica e confidente dello stesso Sigmund. Nonostante non fosse di fatto una sensitiva, in una lettera a lei indirizzata e scritta da Freud, veniva messa in luce la sua abilità di entrare in sintonia con le persone e di capirle nel profondo, con assieme lucidità e empatia.
Freud è già stato un investigatore
Non è comunque la prima volta che Sigmund Freud viene immaginato nelle vesti del detective. Nel 2006, nel suo romanzo L'interpretazione della morte, Jed Rubenfeld descrive l'arrivo del famoso psicoanalista negli Stati Uniti, dove andrà a risolvere un caso di omicidio.
Più avanti, nel 2014, Frank Spotnitz (#X-Files, #I Medici) si mise al lavoro su una serie TV, poi cancellata, dal titolo Freud: The Secret Casebook, e focalizzata sui casi risolti da Freud grazie alle sue teorie.
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