Inception e Shutter Island: i film di DiCaprio che mettono in dubbio la realtà

Autore: Maico Morellini ,

Lo stesso anno di uscita al cinema: 2010. Due registi: Christopher Nolan e Martin Scorsese. Due film: Inception e Shutter Island. Dieci minuti di differenza tra le due pellicole: il primo 148 e il secondo 138 minuti. Due cose in comune: Leonardo DiCaprio (protagonista di entrambi i film) e un viaggio simile attraverso costruzioni mentali alternative che finiscono con il minare l'essenza stessa della realtà.

Mike Medavoy, Arnold W. Messer, Bradley J. Fischer, Martin Scorsese
Edward Daniels è interpretato da Leonardo DiCaprio

Che sia stato DiCaprio a catalizzare la creatività di entrambi i registi o che sia stata la complessità di un presente sempre più difficile da decifrare poco importa: il risultato è che il 2010 ha regalato al cinema due pellicole capaci di confondere, intrecciare e scomporre la realtà fino a renderla tanto incerta quanto ingannevole. Un viaggio come questo, un percorso concettuale intrapreso da due grandi registi appartenenti a due generazioni diverse, può avere tappe in comune? Ci possono essere punti di contatto? Assolutamente sì. E non si tratta di plagio, non si tratta di citazioni. I due registi sono arrivati a destinazioni diverse facendo un pezzo di strada insieme, Nolan partendo da una sua idea originale, Scorsese adattando il romanzo L'Isola della paura di Dennis Lehane. Ma come?

Mike Medavoy, Arnold W. Messer, Bradley J. Fischer, Martin Scorsese
Castle Island, isola al largo di Boston, location principale di Shutter Island

Dolore, morte e acqua

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C'è un variegato sottobosco di credenze, culture e superstizioni che orbita intorno al dolore. Dolore e sofferenza catalizzano, spingono a un livello differente di percezione, aiutano a progredire o costringono chi ne è vittima all'interno di una prigione tutta mentale. I due protagonisti interpretati da DiCaprio - Edward "Teddy" Daniels per Shutter Island e Domnic "Dom" Cobb per Inception - sopravvivono allo stesso dolore: entrambi hanno perso la donna amata. Entrambi sono in qualche maniera responsabili di quella morte e per entrambi è il dolore di quella perdita a fare da anticamera verso i mondi iper-reali (o ipo-reali) che si trovano ad affrontare. Per entrambi è la moglie defunta a introdursi nei sogni, è l'ombra di un dolore passato a divenire consistente e minacciosa, tanto da intralciare il cammino di Teddy e Dom.

Emma Thomas, Christopher Nolan
DiCaprio cade nella vasca da bagno in Inception

In contrapposizione a questo c'è l'acqua. L'elemento vitale per antonomasia. È attraverso l'acqua che Teddy Daniels raggiunge Castle Island, l'isola che ospita il manicomio criminale di Ashecliff. È attraverso l'acqua (non quella di Tenet, evidentemente il liquido vitale ha una certa importanza nell'immaginario di Nolan) che Cobb rende più efficaci i suoi 'calci', i 'salti' che aiutano l'estrattore di sogni a uscire dai livelli onirici da lui stesso creati. Un gioco di chiaroscuri, di riflessi ma che spingono in un'unica direzione.

L'acqua conduce alla vera realtà. Così è per Cobb che la utilizza come tramite per uscire dai sogni. Così è per Teddy Daniels: è attraverso l'acqua, il viaggio sull'acqua, che l'ex agente federale raggiunge il luogo capace di rivelargli la "vera" verità su ciò che è e, soprattutto, su ciò che ha fatto.

Mike Medavoy, Arnold W. Messer, Bradley J. Fischer, Martin Scorsese
Leonardo DiCaptio e Mark Ruffalo interpretano Teddy Daniels e Chuck Aule

I livelli della realtà

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Altro punto in comune? La strutturazione dell'iper-realtà (quella onirica di Inception) o dell'ipo-realtà (quella innestata nel contesto reale di Shutter Island) per livelli che coincidono con luoghi. Se Nolan configurava una serie di scatole cinesi che corrispondevano a 'location oniriche' all'interno delle quali far sprofondare Cobb e i suoi (ne è un esempio lo sviluppo finale con i vari livelli del sogno), Scorsese sviluppa su una superficie piana i suoi strati di realtà. Castle Island raccoglie al suo interno diversi luoghi ciascuno dei quali può corrispondere ai livelli di realtà definiti da Nolan nel suo assalto finale alle memorie di Robert Fisher.

Emma Thomas, Christopher Nolan
Il mondo dei sogni di Inception

Se in Inception avevamo quattro livelli di sogno - Los Angeles, l'albergo, la fortezza di montagna e il limbo - in Shutter Island abbiamo quattro blocchi geografici: il primo è il porto, il secondo la clinica e i Padiglioni A e B, il terzo il Padiglione C e il quarto (l'equivalente del limbo) il faro. Anche qui l'approccio di Nolan e quello di Scorsese sono a loro modo speculari. Cobb scende attraverso i livelli del sogno per raggiungere la coscienza ultima di Robert Fisher - il terzo livello - e per innestare lì il pensiero che poi diventerà realtà. Poi si decide ad affrontare anche il limbo.

Teddy fa un percorso uguale e contrario. Affronta i livelli di Castle Island uno dopo l'altro per raggiungere la superficie della vera realtà che tanto ha cercato di cancellare. Così il Padiglione C, l'equivalente del terzo livello di Inception, è il luogo in cui cerca l'altro sé, Andrew Laeddis. È qui che George Noyce, un altro paziente, innesta dentro Teddy il dubbio che solo alla fine verrà rivelato: Laeddis e Teddy Daniels sono la stessa persona. Le parole di Noyce, di fatto, sono il 'pensiero remoto' che scardinerà la costruzione mentale di Teddy. E la geografia stessa del Padiglione C, con i suoi labirinti, con le sue scale impossibili, sembra mutuata direttamente dalle geometrie oniriche di Inception.

Mike Medavoy, Arnold W. Messer, Bradley J. Fischer, Martin Scorsese
Il faro di Castle Island

Poi ci sono il limbo e il faro. Luoghi remoti dove da una parte, nel mondo di Inception, la realtà perde consistenza. Dall'altra, a Castle Island, il faro è il luogo dove la realtà torna tale. Dove la sofisticata mistificazione improvvisata come cura estrema per smantellare il mondo fantasma di Teddy rivela tutto il suo potenziale: è al faro, e accade ogni volta, che Teddy sembra accettare ciò che ha fatto. Anche la struttura stessa del limbo e del faro hanno qualcosa in comune: l'acqua (di nuovo). L'acqua che sferza la città onirica di Inception tanto da eroderla un palazzo dopo l'altro, l'acqua che si infrange contro il faro, metaforica luce capace di guidare un uomo fuori dalle sue stesse illusioni.

Emma Thomas, Christopher Nolan
In Inception il limbo è il livello più profondo dei sogni

Totem e verità

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E si arriva agli altri due elementi cardine di entrambe le pellicole: un totem capace di collegare il mondo dei sogni con quello reale, e la non-necessità di raggiungere l'assoluta verità. In Inception il totem era la trottola di Cobb che con la sua rotazione era capace di identificare il mondo circostante come sogno o realtà. In Shutter Island il totem che collega il mondo passato reale con la finzione del presente è il giradischi. È attraverso il giradischi che Teddy, per la prima volta, inciampa nella sua stessa illusione ricordando Dachau e iniziando a produrre crepe nella proiezione che costruito intorno a sé. Di nuovo, speculari e contrari. Un totem aiuta a capire se si sta ancora vivendo il sogno, un altro fa riaffiorare la realtà.

Emma Thomas, Christopher Nolan
La trottola è protagonista della scena finale di Inception

Poi c'è la verità. Una verità che finisce con l'essere più importante per lo spettatore che per i protagonisti dei due film. Cobb, una volta tornato dal limbo, una volta arrivato a casa dai suoi figli fa girare la trottola ma non si cura del destino del totem. Forse non vuole nemmeno sapere davvero se la trottola smetterà mai di girare perché ha trovato in quella realtà la sua nuova verità. E lo spettatore con lui. E Teddy? Teddy ha scoperto ciò che ha fatto. Ricorda di aver ucciso la moglie ma ricorda anche che è stata la moglie (e non il feticcio emotivo Rachel Solando) ad annegare i figli. Lo ricorda, ma non importa. Perché "meglio vivere da mostri o morire da persone per bene?", perché per Teddy è meglio accettare una realtà monca, lobotomizzata ma nella quale la verità non sia più tale. Come Cobb, non gli importa sapere, gli basta una nuova verità seppure scolpita con martello e scalpello sulla sua mente da mani che non sono le sue. 

Mike Medavoy, Arnold W. Messer, Bradley J. Fischer, Martin Scorsese
Dachau ricordato da Teddy Daniels in Shutter Island

Ecco i viaggi di Inception e Shutter Island attraverso realtà 'altre'. Viaggi che iniziano da punti quasi opposti, che arrivano a destinazioni quasi opposte ma che proprio per questo condividono a loro modo buona parte del percorso. E voi? Quale viaggio avete preferito?

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