L'intensità della violenza, la claustrofobia del microcosmo rionale, la ricchezza di sentimenti contrastanti in ogni personaggio: le pagine di Elena Ferrante rivivono con grande intensità nell'adattamento di Saverio Costanzo, che riesce nell'invidiabile impresa di non sbiadire nel confronto. I primi due episodi de L'amica geniale - presentati in anteprima da RAI e HBO alla Mostra d'arte cinematografica di Venezia - promettono di scrivere un capitolo epocale della serialità italiana. A giudicare dai due capitoli mostrati alla stampa, la serie TV ha tutte le carte in regola per tracciare un prima e un dopo in un processo d'internazionalizzazione delle produzioni che la televisione pubblica ha intrapreso da qualche tempo.
La sfida era enorme: la quadrilogia di Elena Ferrante è ormai da anni l'opera italiana più letta al mondo, la sua misteriosa scrittrice l'intellettuale tricolore più apprezzata a livello globale, con tanto di colonna fissa su The Guardian. Forse il risultato finale dipende dalla genialità della sua artefice molto più di quanto si possa pensare. Non solo è l'autrice della storia che la serie ricalca con tanta fedeltà: è stata proprio lei a fare il nome di Saverio Costanzo per la regia, guidando e consigliando gli sceneggiatori con uno scambio epistolare durato oltre un anno.
La svolta epocale della fiction italiana
Chi invoca la mano di HBO come unica artefice del risultato finale da applausi sembra ignorare non solo i tanti fallimenti dell'emittente via cavo statunitense, ma soprattutto dimostra di avere la memoria corta in ambito italiano. È dai tempi de La Piovra, passando per Il Commissario Montalbano (solida hit anche su BBC) e Don Matteo (di recente trasmesso in Giappone) che RAI è in grado di esportare le storie italiane all'estero.
L'amica geniale però parte da un presupposto davvero unico: quello di un'opera che è molto più conosciuta e osannata all'estero, dove l'attenzione per la sua autrice e - di riflesso - per l'adattamento della sua opera è spasmodica. Bisogna essere quindi in malafede per non riscontrare come l'intervento italiano nella sua realizzazione sia tutt'altro che accessorio. A partire dal suo regista Saverio Costanzo, dichiarato lettore della quadrilogia in tempi non sospetti, ardito abbastanza da dire sì alla chiamata dell'editore e dell'autrice.
Costanzo ripaga la fiducia ricevuta con un approccio che ricorda il migliore Joe Wright: per i lettori più esigenti L'amica geniale sarà più che rassicurante, perché l'intenso lavoro produttivo fa rivivere il rione di Lenù e Lila sin nei più piccoli dettagli. Dalla grana grossa e palesemente artigianale dei vestiti (chiari indicatori dei diversi gradi di povertà tra le famiglie che popolano i palazzi) allo scantinato buio di Don Achille, siamo di fronte al dettaglio di una miniatura in scala 1:1.
Non si tratta di un mero lavoro di copiatura: pur senza guizzi geniali, la regia è in grado di far vivere quei fulminei sprazzi puramente cinematografici che già la scrittura di Elena Ferrante possiede. Gli oggetti che volano giù dal balcone, i corpicini che volano fuori dalle finestre e su tutto la violenza che serpeggia come un morbo tra le case del rione. Il grande merito de Le Bambole e I soldi (i primi due episodi della serie TV che adatta il primo dei quattro romanzi) sta proprio nel rendere ancor più palpabile la violenza intessuta nel mondo delle piccole protagoniste, che si sublima e consuma in forme diverse tra uomini, donne e bambini. Un'ulteriore sottolineatura di pregio arriva dalle musiche di Max Richter, che infila anche un tema principale che diventerà un classico.
Grande, su tutti i livelli
La sfida più difficile per la serie TV era quella di trovare le facce giuste per la misteriosa, ammaliante Lila e l'osservatrice Lenù, voce narrante della storia (qui fuori campo a raccontare è Alba Rohrwacher, un indizio importante per il casting delle puntate successive). Dato che la quadrilogia racconta la loro amicizia in tutte le fasi della vita, almeno quattro coppie di Lila e Lenù andavano cercate e trovate: le bimbe, le adolescenti, le adulte e le anziane.
Nei primi due episodi vediamo in azione le attrici che le interpretano da bambine, Ludovica Nasti ed Elisa Del Genio. L'intensità dei loro volti e l'adesione alle descrizioni talvolta impietose della Ferrante è perfetta. Sono tutte le facce del rione però ad essere immediatamente riconoscibili al lettore, raramente abbellite o ringiovanite (procedimento quasi scontato negli adattamenti), capaci di restituire con i soli tratti del volto e le imperfezioni del corpo tutta la brutalità con cui la maldicenza e la cattiveria del contesto sociale scavi nella pelle degli abitanti.
Non era neppure scontato che l'adattamento puntasse a portare su schermo tutto il bagaglio letterario della Ferrante. Si poteva puntare a una lettura puramente narrativa, scevra dal messaggio politico e sociale che la disperata corsa ad ostacoli per l'istruzione delle due bimbe palesa nei primi due episodi. Ancora una volta non è così e anzi: puntando a portare Elena Ferrante in tutta la sua complessità su piccolo schermo, Saverio Costanzo e il suo team tengono insieme il pubblico della fiction RAI meno esigente e quella classe intellettuale che ha sempre tentato di demolire il valore letterario della quadrilogia.
L'amica geniale parla a quanti la leggono senza preconcetti con grande forza di istruzione, femminismo, politica nella società italiana; lo farà anche a quanti ne scopriranno la storia in TV. In questo senso L'amica Geniale parla a ogni tipo di spettatore e potrà forse stimolare quella rivalutazione tardiva che il successo di pubblico di Chiamami col tuo nome ha operato per un altro non profeta in patria italiana: Luca Guadagnino.
A Saverio Costanzo - che ha insistito più volte sul valore per lui fondamentale che ha la maestra e l'educazione negata alle donne in questa prima parte della serie - non si può rimproverare nulla, nemmeno quella smaccata citazione di Roma Città Aperta. Denota il coraggio di confrontarsi con il racconto storico che ha reso l'arte italiana grande e la sensibilità di capire quanto Roma e Napoli, i rioni e i quartieri poveri vivano in un'eterna dimensione di dolore e ingiustizia.
L'amica geniale si preannuncia già come una grande serie TV italiana. L'opera di Costanzo sembra capace di internazionalizzare il suo pubblico puntando all'alta qualità e al taglio classico della produzione, vera eredità dei grandi sceneggiati in bianco e nero che ne hanno fatto la storia.
Nexo Digital distribuirà i primi due episodi della serie TV al cinema per un'anteprima speciale, nei giorni 1, 2 e 3 ottobre 2018.
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