L'amica geniale: il finale della saga di Elena Ferrante (e la sua spiegazione)

Autore: Cristina Migliaccio ,

L’Amica Geniale di Elena Ferrante ha incantato tantissimi lettori e telespettatori, sia con la saga cartacea che televisiva. La storia di Elena e Lila attraversa l’Italia in sessant’anni di evoluzioni, dolori e disfatte, un viaggio in prima fila per assistere al modo in cui un’amicizia tra due donne sopravvive nel tempo.

Lila e Lenù sono due lati della stessa medaglia, due donne sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato, due esseri umani che vagano alla ricerca del proprio posto nel mondo.

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Lila ed Elena sono entrambe l’incarnazione dell’Amica geniale, nessuna delle due è perfetta ma nessuna delle due è ordinaria. Partiamo da quello che succede nella parte finale dell’ultimo romanzo.

Elena ormai è tornata in pianta stabile a Napoli e sta cercando di disintossicarsi da Nino, che l’ha sempre tradita con altre donne e non ha mai lasciato per davvero la moglie. Lila, nel frattempo, subisce una grave perdita: sua figlia, la piccola Tina, frutto dell’amore tra lei ed Enzo, è scomparsa. Così, all’improvviso, durante una giornata di festa trascorsa tra le bancarelle del rione.

Tina è scomparsa e nessuno sa se è stata uccisa, rapita o che altro. Quello che sappiamo è che Tina non tornerà più. Lo sappiamo noi e lo sa anche Lila, che però non si dà pace. La scomparsa di quella bambina, così brillante, è stato il colpo di grazia e Lila ha deciso di non incassare più.

E/O edizioni
La copertina dell'Amica geniale
L'Amica Geniale, il primo volume

È stato un lento e non così silenzioso declino, il suo. Elena non l’ha voluto vedere, ma si era già intuita la piega degli eventi ed era soltanto questione di tempo prima che Lila decidesse di annientarsi, cancellarsi come una sbavatura di troppo e immergersi nell’oblio come sua figlia, Tina.

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La Ferrante ha introdotto due personaggi che, nonostante le lampanti diversità, hanno sempre tessuto la stessa ragnatela. Lila, la più sfacciata e irriverente, non ha mai dimostrato amore per qualcosa o qualcuno eccetto Elena. O meglio, eccetto per la sua famiglia. Ma non il padre, la madre, il fratello, neanche il figlio Gennaro. La vera famiglia, quella formata da Elena in prima linea, e poi Enzo e la piccola Tina.

Al tempo stesso, per quante volte l’abbia allontanata, Elena non ha mai potuto fare a meno di quell’amica dalla lingua tagliente. L’anima oscura di Lila è sempre stato il suo punto di partenza, non ci sarebbe stata nessuna Elena (non quella che abbiamo conosciuto) senza l’impatto di Lila.

Rai/HBO
Elena e Lila abbracciate nel rione da piccole
Elena e Lila da bambine

E il finale della saga ne è la prova evidente. Ricordate come si è chiuso il ciclo di Lila ed Elena? Elena Ferrante ha scelto di raccontare una storia d’amicizia, di scelte e di rivoluzione nell’arco di sessant’anni e l’ha fatto con un potente flashback. Il romanzo ci riporta al tempo presente, quel tempo che forse nel corso dei quattro romanzi avevamo dimenticato esistesse, poiché troppo assorti nel racconto di Elena, la Elena adulta degli anni 2000, il nuovo millennio.

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Erano gli anni ’50 quando la storia di Elena e Lila è partita e invece bisogna ricordarselo, che il tempo presente è nel 2000. Bisogna ricordarselo perché è qui che poi si concluderà. Sessant’anni d’amicizia non sono pochi, soprattutto se parliamo di Elena e Lila. Così diverse eppure così complementari, ognuna con il proprio bagaglio d’imperfezioni, le protagoniste de L’Amica Geniale hanno spesso dimostrato di vivere alla metà del proprio potenziale, quando separate l’una dall’altra.

Quando il ciclo si conclude, Elena si è lasciata alle spalle la vita con Lila, perché lei è scomparsa. Svanita nel nulla, senza lasciare traccia, un po’ come si è sentita lei quando le è stata portata via sua figlia. Uccisa, rapita, scomparsa: nessuno sa che fine abbia fatto quella bambina e adesso la stessa sorte è toccata a Lila, con la differenza che la Cerullo l’ha fatto per scelta.

Ed è grazie a Lila che Elena muove un altro ingranaggio del proprio cervello. Tutto quello che Elena ha sempre prodotto nella sua vita (partire per l’università, pubblicare le sue storie) l’ha fatto perché Lila ha premuto il grilletto, con un gesto, una parola e persino il silenzio. Anche questa volta, ci è riuscita: la sua scomparsa ha dato a Elena lo spunto adatto per scrivere il romanzo della sua vita che altro non è che la loro storia.

RAI/HBO
Elena e Lila adolescenti
Lila e Lenù

Il finale dell’Amica Geniale per molti è proprio questo: una storia di finzione, dove non esiste alcuna Lila e alcuna Elena. Entrambe sono la stessa persona e l’autrice, narrando in prima persona, ha sdoppiato in una sorta di Dottor Jekyll e Mr Hyde la sua protagonista esorcizzando così i propri demoni.

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Tralasciando l’interpretazione creativa, direi che il finale de L’Amica Geniale è un punto ponderato e doveroso. Non sapremo mai che fine abbia fatto Lila, ma ci piace pensare che abbia finalmente trovato il suo posto nel mondo, un po’ come Elena che ha finalmente avuto il coraggio di raccontare una storia che valesse la pena di essere raccontata.

Storia della bambina perduta, l’ultimo romanzo della saga, si conclude con una consegna speciale: Elena trova fuori la porta di casa una cesta con all’interno due bambole. Sono quelle stesse bambole che, nel primo romanzo, Lila gettò nello scantinato di Don Achille e che persero per sempre.

Le bambole altro non sono che loro, Lila ed Elena, anime dimenticate, lasciate da parte per una vita migliore eppure con ancora un messaggio da trasmettere. La loro è una di quelle amicizie che cammina sotto pelle e non può essere dimenticata.

RAI/HBO
Lila ed Elena con le bambole
Le bambole

Anche se Lila è scomparsa agli occhi del mondo, non lo sarà mai per Elena perché lei è ovunque. I loro destini, così intrecciati, hanno orchestrato una trama robusta – a tratti contorta – che ha reso giustizia alla forza di due donne in un mondo difficile. Le bambole celano il messaggio implicito di Lila, un “sto bene, non preoccuparti per me”, unito a un “ti voglio bene” che le due amiche non hanno mai avuto il coraggio di confessarsi a vicenda.

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Lila ha sempre combattuto per i propri principi, ha sfidato il dolore a testa alta, si è piegata tante volte ma non si è mai spezzata (eccetto quando ha perso l’unica gioia della sua vita). Scegliere di scomparire, cancellare lo scarabocchio (come si è definita una volta) è servito a renderla libera da quella prigione dalla quale era scappata per tutta la vita.

Mentre Lila fugge, Elena la imprigiona sulla carta. Perché le loro vite non potranno mai camminare distintamente, procederanno sempre di pari passo. Restituire le bambole a Elena non è stato l’ennesimo tuffo nel passato, ma un messaggio di speranza: “Niente è perduto”. Quello che va via, a volte può tornare.

Elena Ferrante ha preferito non dirlo, quindi non sapremo mai se Lila tornerà.

Ma, se dovesse farlo, probabilmente non sarebbe più la Lila che abbiamo conosciuto noi.

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