#La Casa di Carta è l'ormai celebre serie televisiva spagnola ideata da Álex Pina e disponibile da tempo sul catalogo streaming di Netflix.
Arrivata alla quarta stagione, lo serie prende il via narrando gli sviluppi di una rapina decisamente ardita e unica nel suo genere, ossia irrompere nella Fábrica Nacional de Moneda y Timbre di Madrid, far stampare migliaia di milioni di banconote e scappare con il lauto bottino.
A reclutare i vari membri della banda ci pensa un personaggio noto come Il Professore (Álvaro Morte), il quale decide di selezionare con estrema cura un gruppo di individui "senza nulla da perdere". Ciascuno di loro è chiamato a prendere parte alla rapina del secolo vestendosi di rosso e con indossi una maschera raffigurante il pittore spagnolo Salvador Dalí.
Ma non solo: a ciascuno è affibbiato un nome di città, prevalentemente capitali del mondo. Sono in molti a essersi chiesti il perché di questa originale scelta da parte degli sceneggiatori.
Ora, nel corso di un'intervista con Lifestyle Magazine, lo showrunner Pina ha spiegato le motivazioni che hanno spinto sia lui che il restante team di sceneggiatori a optare per i nomi delle città.
Abbiamo preso in considerazione diverse idee, inclusi i nomi dei vari pianeti della galassia. Un bel giorno, però, qualcuno si è presentato con indosso una maglietta con la parola Tokyo! È così che tutto è iniziato. Provate a pensare se avessimo optato davvero per i nomi dei pianeti e i protagonisti dello show si fossero chiamati Urano, Mercurio e Giove!
Nella storia principale, i nomi delle città potrebbero essere stati scelti dal Professore per depistare le indagini della polizia, visto che i membri della banda arrivano sì da diverse località del mondo ma nessuno dei loro nomi corrisponde alle vere città di provenienza.
Ad esempio Oslo e Helsinki (interpretati rispettivamente da Roberto García Ruiz e Darko Peric) provengono dalla Serbia, ma i loro nomi in codice sono rispettivamente le capitali della Norvegia e della Finlandia.
Un'eccezione sembra però essere Monica, a cui è stato dato il soprannome "Stoccolma" a causa del fatto che con molta probabilità è una persona afflitta dalla Sindrome di Stoccolma (ossia la patologia psicologica che crea un sentimento di affetto nei confronti del proprio aggressore o rapitore).
Forse, molto più verosimilmente, ogni componente della gang de La Casa di Carta ha un nome di città semplicemente perché è "figo". Se si pensa a un lungometraggio come Le Iene - lo storico film del 1992 scritto e diretto da Quentin Tarantino - e i suoi protagonisti identificati a vari colori specifici (come ad esempio "Mr. Pink" o "Mr. Blu") va da sé che l'uso di pseudonimi ne La Casa di Carta potrebbe essere una scelta dettata solo ed esclusivamente da un fattore identificativo pensato per il grande pubblico.
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Ricordiamo in ogni caso che la quinta e ultima stagione de La Casa di Carta, diretta da Jesús Colmenar, Koldo Serra e Álex Rodrigo, è ancora priva di una data di uscita ufficiale, visto che l'emergenza sanitaria ha purtroppo rallentato inevitabilmente i lavori sullo show.
Un probabile rilascio sul catalogo Netflix non avverrà infatti prima della metà del 2021.
Via: ScreenRant
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