Tre stagioni dopo il suo straordinario esordio, La fantastica signora Maisel rimane una delle serie di punta di Amazon Prime Video, un autentico gioiello di comicità, recitazione, regia e produzione che ha saputo conquistare il pubblico globale. Una valanga di Emmy e cappellini abbinati più tardi, la serie non sembra pronta a rallentare, anzi: è ufficialmente in corso la lavorazione della quarta stagione.
Tutto cambia, dentro e fuori il microcosmo comico e televisivo di Miriam Maisel. Dopo le incertezze iniziali (la serie ha un costo di produzione notevole e una lavorazione particolarmente complessa) e la valanga di Emmy fruttata ai suoi creatori ed ad Amazon Prime, le avventure di Maisel sono diventate un appuntamento fisso del panorama seriale. La ricchezza dei dialoghi e della narrazione è tale che spesso tanti dettagli curiosi della storia (e della sua realizzazione) passano in secondo piano.
In attesa di tornare a vedere Miriam al lavoro nella quarta stagione, scopriamo insieme 10 curiosità davvero fantastiche sulla Fantastica signora Maisel.
1- Rachel Brosnahan non aveva paura del cabaret (e dei guanti)
Il ruolo di Midge è di quelli che ti cambiano la vita. Ne sa qualcosa Rachel Brosnahan che, prima di partecipare al casting della serie, era convinta di non avere talento per la comicità: io la pensavo così e molti direttori di produzione erano d'accordo con me, ha spiegato l'attrice. A credere in lei è stata Amy Sherman-Palladino, la creatrice dello show e celebre mamma di Una mamma per amica.
La showrunner ha spiegato che la ricerca di un'attrice per il ruolo Midge non è stata semplice: tutte le candidate avevano paura del cabaret e avevano ragione. Stare sul palco può essere un'esperienza terrificante, ha commentato la sceneggiatrice. Rachel Brosnahan non solo si è presentata calma e sicura di sé, ma ha anche dimostrato sin dalle prime prove in costume un notevole talento: quello di sfilare guanti e cappelli in men che non si dica. Tenere il ritmo delle battute e dei cambi d'abito era una legittima preoccupazione di produttori e writing room, dato che la vena comica della serie si regge anche sul suo ritmo incalzante e sul suo dinamismo visivo. Quando si sono accorti che l'attrice riusciva a parlare alla velocità desiderata sfilando guanti, aggiustanto cappelli e infilandosi cappottini color pastello, hanno capito di aver trovato la loro Midge.
Un altro talento molto apprezzato all'audizione di Rachel Brosnahan è stato quello della precisione e scioltezza con cui l'attrice ha maneggiato un microfono d'epoca, di quelli che si vedono nella serie durante i suoi numeri. Sin da subito l'attrice ha dimostrato di sapersi muovere senza inciampare sul filo, tenendo il microfono alla giusta distanza e con grande naturalezza.
2 - Non esiste una vera Maisel, ma...
Nonostante i set, i costumi e gli oggetti di scena ricostruiscano la New York dal 1958 fino ad arrivare agli anni '60 siano curati sin nel minimo dettaglio, la storia di Midge è del tutto fittizia: non è mai esistita una signora Maisel...almeno non con questo nome.
L'attrice protagonista della serie Rachel Brosnahan ha infatti rivelato di essersi ispirata per il personaggio a parecchie cabarettiste (alcune di famiglia ebraica) che animavano la scena di New York all'epoca: Joan Rivers è la più citata, ma ci sono anche nomi meno noti come Phyllis Diller e Jean Carroll. Con il suo stile caustico e irriverente, Phyllis Diller ha ispirato anche un altro personaggio della serie TV: Sophie Lennox! Jean Carroll invece fu molto celebre negli anni in cui è ambientata la serie, diventando una pioniera della comicità televisiva al femminile.
Come Carroll, anche Joan Rivers divenne una presenza fissa nei programmi comici stile Late Night dell'epoca, tanto da diventare la prima donna a condurne uno tutto suo. Spentasi nel 2014, Rivers è considerata una delle più grandi comiche televisive della storia statunitense. Insomma, se pensavate che l'ascesa nel mondo dello spettacolo di Midge fosse anacronistica, beh, vi sbagliavate.
Potete constatare la somiglianza (e la velocità) della parlata di Midge con quella di Rivers in uno sketch televisivo dell'epoca grazie a questo video.
3 - Lenny Bruce è esistito veramente (ed era un bad boy)
Se Midge è un frullato spumeggiante di riferimenti comici storici con un spruzzata del papà di Amy Sherman-Palladino (come rivelato dalla showrunner durante un discorso di ringraziamento agli Emmy), uno dei suoi colleghi (e possibile love interest) è basato su un personaggio storico reale. Il personaggio interpretato da Luke Kirby di nome Lenny Bruce è basato sull'omonimo comico, autore teatrale e cabarettista, prematuramente scomparso per un overdose di morfina nel 1966.
Il ritratto che ne dà la serie è abbastanza veritiero: irriverente ed eterno sarcastico, Lenny finì spesso nei guai con la legge per il suo atteggiamento ribelle e le sue battute all'epoca ritenute davvero scandalose. Le sue stoccate irriverenti durante una tournée nel Regno Unito gli valsero un bando oltreoceano come persona non gradita. Dopo essere stato arrestato più volte (ed essere finito sui giornali), arrivò anche una condanna per oscenità. Il processo divenne un caso nazionale ed esemplare per la tutela del diritto artistico di espressione.
Molti comici del decennio successivo, in pieno periodo di controcultura, l'hanno citato come modello e apripista.
Persino l'amicizia professionale tra Lenny e Midge nella serie ha un fondamento di verità: Joan Rivers e il vero Lenny Bruce furono legati da una sincera amicizia e si sostennero professionalmente a vicenda quando oggetto di attacchi per la loro irriverenza.
4 - Perché Midge ama il rosa
La costumista della serie Donna Zakowska ha raccontato che il primo costume che abbia realizzato per Miriam Maisel è l'iconico cappottino rosa shocking che le vediamo indossare nel pilota della serie. Il capospalla ne passa di cotte e di crude. Prima perfetto complemento bon ton della vita senza macchia di Midge, diventa protagonista della notte in cui la donna, ubriaca e distrutta dal tradimento del marito, si esibisce per la prima volta sul palco, vestita solo di quello e di una sottoveste.
Ispiratasi alla moda degli anni '50 così come ritratta su riviste patinate come Vogue e a icone chic dell'epoca come Audrey Hepburn e Grace Kelly, la costumista ha spiegato che quella tonalità di rosa è diventata una sorta di colore totem per il personaggio. È come se indossasse il colore delle lenti degli occhiali rosa attraverso cui vede il mondo all'inizio: un posto perfetto e sicuro, in cui lei può essere coccolata e spendacciona senza conseguenze.
I costumi della serie richiedono decine di ore di lavorazione e hanno un costo non indifferente sulla produzione. Non solo ogni cambio ha dietro di sé un'accurata ricerca storica, ma spesso la costumista è impegnata per settimane per tingere, cucire, reperire particolari stoffe che siano credibili per l'epoca ma diano quel tocco glamour e unico alle protagoniste...alle volte solo per un pugno di scene. Donna Zakowska ha spiegato che i costumi di Midge e della madre Rose sono pensati per essere completamenti nei colori e nelle forme, come se le due formassero un duo, quasi sottolineando la complicità tra le due donne di famiglia.
L'outfit preferito dell'attrice protagonista? Il completo a quadrettoni neri e bianchi abbinato a vertiginosi tacchi e foulard rosa confetto che Midge indossa quando Benjamin la riaccompagna in macchina a New York nella seconda stagione.
5 - Il doppiaggio italiano di La fantastica signora Maisel
Spesso i fan di Maisel lamentano il ritardo con cui il doppiaggio italiano arriva sulla piattaforma di streaming di Amazon. Seppur non esistano risposte ufficiali al perché la traccia audio italiana arrivi con un certo ritardo rispetto alla pubblicazione di nuovi episodi sulla piattaforma, la risposta è immaginabile: la fantastica signora Maisel è una serie particolarmente difficile da doppiare e richiede più tempo di un titolo tipo.
Ancor prima di arrivare nella sala del doppiaggio, c'è un imponente lavoro di traduzione e adattamento da fare. A rendere particolarmente complesso il doppiaggio sono i litigi tra i protagonisti e i numeri comici di Midge: come in ogni serie di Sherman-Palladino, i dialoghi sono fittissimi e si susseguono a velocità impressionante, rendendo più complesso comprendere ogni singola parola già in originale. Inoltre questa è una serie d'epoca e calata nella cultura ebraica in salsa newyorkese anni '60: i riferimenti culturali di Midge non sono sempre semplici da comprendere e tradurre.
L'eroica doppiatrice di Myriam Maisel è Valentina Favazza, 32enne dalla consistente carriera alle spalle: è lei a prestare la voce ad attrici quali Felicity Jones, Alicia Vikander e Shailene Woodley. Nel 2016 ha vinto il premio Leggio d'oro come voce femminile dell'anno. Chi doppia la signora Maisel in italiano?
Una volta ottenuto il testo grezzo (simile a quello che poi leggiamo nei sottotitoli) bisogna arrivare in sala di doppiaggio e qui la faccenda, se possibile, è ancora più complicata. Nel passaggio tra una lingua e l'altra le battute vanno spesso accorciate e modificate per adattarsi al labiale, mantenendo però il senso (comico e spesso intraducibile) dei giochi di parole fulminanti della serie. Un lavoro imponente, che causa qualche ritardo sulla tabella di marcia.
I commenti e le domande su quando sarebbe arrivato il doppiaggio in italiano della terza stagione di La fantastica signora Maisel sono stati così tanti (e ricorrenti) che Amazon ha fatto realizzare alla doppiatrice italiana della protagonista una breve ridoppiaggio ironico a riguardo:
6 - I due Emmy di Alex Borstein (e quella vittoria all'ultimo minuto)
Forse non tutti sanno che Alex Borstein, l'attrice che interpreta la manager di Midge Susie Myerson, negli Stati Uniti era già una discreta star prima dell'esordio della serie. È lei infatti a doppiare Lois Griffin nella versione originale della serie animata I Griffin, ruolo che le ha regalato una prima vittoria agli Emmy.
La sua seconda statuetta è arrivata proprio per il ruolo di Susie, anche se l'attrice ha rischiato di non riuscire a stringerla tra le mani. La sera della premiazione lei e altri membri del cast della serie sono arrivati molto in ritardo all'evento, tanto che il personale all'ingresso non voleva farli entrare.
Quando sono riusciti a convincerli, Alex e gli altri sono corsi a sedersi ai loro posti, arrivando proprio nel momento in cui venivano letti i nomi delle candidate come Miglior attrice non protagonista in una serie comica o musical. La vittoria è arrivata pochi minuti dopo, lasciando Borstein senza nemmeno il tempo di realizzare quanto stesse succedendo.
7 - Le frasi (velocissime) di Midge & co
Come nascono i numeri comici di Miriam, un meta-serie comica nella brillante commedia di Amazon? La creatrice dello show Amy Sherman-Palladino ha spiegato che il ritmo unico degli show che scrive deriva dai suoi gusti: se i dialoghi fossero più lenti, lei stessa cambierebbe canale annoiata.
La scrittura di numeri iconici come quelli di Midge al Gaslight procede spedita già in fase di sceneggiatura e crea copioni molto diversi dallo standard televisivo. Si dice che uno script televisivo medio abbia una pagina per ogni minuto di girato, foglio più foglio meno. Nonostante duri circa una cinquantina di minuti a episodio, ogni copione di La fantastica signora Maisel è formato dalle 70 alle 80 pagine.
Gli Sherman-Palladino "vessano" il cast affinché le battute siano recitate alla velocità desiderata, che è ai limiti delle umane possibilità. Quando qualcuno, come ha raccontato Alex Borstein, propone di rallentare qualche passaggio, gli sceneggiatori si oppongono con vigore. Se venisse recitato a ritmo "normale", un episodio di La fantastica signora Maisel durerebbe quattro ore, sono soliti dire. Questo ritmo forsennato rende la lavorazione particolarmente complessa: ai tempi di Una mamma per amica, Amy Sherman-Palladino era nota per inchiodare troupe e cast sul set fino a tarda notte, finché i veloci, complicatissimi scambi di battute tra Lorelai e Rory raggiungevano la velocità desiderata.
8 - La generosità di Barbra Streisand
Un altro aspetto importante della serie è la sua colonna sonora: come per la dimensione visiva, anche quella musicale si rivela attentissima a ricostruire il mood dell'epoca attraverso canzoni (talvolta vere e proprie hit) che le Susie e le Miriam dell'epoca avrebbero ascoltato alla radio. Da Peggy Lee a Duke Ellington, i coniugi Sherman-Palladino non si sono accontentati delle scelte più ovvie rispetto a quell'epoca di grandi interpreti e ballate, scavando a fondo per creare una palette musicale talvolta inaspettata...sorprendendo persino una cultrice come Barbra Streisand.
La leggendaria cantante è nota per concedere di rado i diritti delle sue canzoni affinché vengano utilizzati in film e serie televisive. Per questo motivo i coniugi Sherman-Palladino le hanno scritto personalmente una lettera, spiegandole come sarebbe stata la serie e quali canzoni avrebbero voluto includere. Positivamente impressionata dalla scelta di canzoni meno note e vere proprie chicche del suo catalogo, Streisand ha dato l'autorizzazione per il loro utilizzo ai creatori della serie.
9 - Il font del titolo della serie ha un nome bizzarro
Il font con cui è scritto il titolo della serie ha una storia molto curiosa e un nome bizzarro. Fontdinerdotcom è il nome ufficiale del carattere tipografico con cui è scritto il titolo di La fantastica signora Maisel ed è nato nel 1998.
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Prende il nome dal dominio web del sup creatore Stuart Sandler, che lo ha creato omaggiando i caratteri tipografici sbarazzini degli anni '50, quando ancora tutto veniva disegnato a mano.
10 - Amazon ha scritturato una Maisel tutta italiana
In occasione del lancio della terza stagione sulla piattaforma Amazon Prime, il servizio di streaming a pagamento ha realizzato una mini serie tutta italiana dedicata a Maisel. La cabarettista Michela Giraud - volto noto di Colorado e di La TV delle ragazze - è stata chiamata da Amazon per girare cinque mini episodi di La Fantastica signora Giraud, disponibili gratuitamente su Youtube. Si tratta di una vera e propria serie da stand up comedian, girata in un set che rievoca il Gaslight di Miriam Maisel.
A partire dalle vicende di Maisel, in ogni puntata Michela Giraud traccia un parallelo tra la realtà statunitense del cabaret (ricca di ingaggi e di spazi televisivi) e quella italiana, povera di denaro e opportunità. Giraud racconta le sue tragicomiche avventure quotdiane, tra amiche psicofregne e una madre prototipo della donna alfa di Roma Nord.
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