Vi piace il filone del cinema di spionaggio, quello in cui si mescolano intrighi e doppigiochi, identità segrete e agenti senza scrupoli, menzogne e sferzate di adrenalina? Vi piace la Storia e le sue macchinazioni più oscure, dalla Seconda guerra mondiale e l'immediato dopoguerra alle turbolenze politico-sociali dei giorni nostri? Avete voglia di film da vedere su Netflix in questi giorni in cui siamo tutti chiusi in casa?
Se la risposta alle tre domande è la stessa, allora vi consigliamo questa classifica dei 10 spy movie più significativi che trovate in catalogo sulla piattaforma di streaming. Pronti per una maratona elettrizzante e un tuffo in un giro di spie e omicidi?
- Il prescelto
- La hora final
- Beirut
- Madras Café
- Vantage Point - Prospettive di un delitto
- Autobiografia di un finto assassino
- L'angelo
- La spia che cadde sulla terra
- L'uomo dai mille volti
- The Bourne Identity
Il prescelto
Spagna, 1937. Ramón Mercader (Alfonso Herrera), un giovane comunista, viene reclutato dallo spionaggio sovietico per partecipare ad una missione segreta ordinata da Stalin in persona: assassinare Lev Trotsky (Henry Goodman). Assunta l'identità di Jacques Mornard, Ramón incontra la compagna Sylvia (Hannah Murray), segretaria personale di Trotsky, e i due si mettono in viaggio verso il Messico: lo storico Rubén Gallo ha definito Mercader "un Edipo stalinista".
Il catalano catalano Antonio Chavarrías segue il ritmo narrativo del giallo e ricostruisce con i toni del thriller storico la vera storia dell'uomo (fratello di María Mercader e zio di Christian De Sica) che uccise Trotsky fracassandogli la testa. Classico, mai sopra le righe e a tratti polveroso, è un film che si sforza soprattutto di essere rigoroso nella costruzione della vicenda, figlia di un serio e approfondito lavoro di ricerca.
La hora final
Pietro Sibille e Nidia Bermejo sono Carlos Zambrano e Gabriela Coronado, due detective incaricati di un compito delicato e complesso: operare in incognito per localizzare e catturare Abimael Guzmán (Miguel Vargas), l'imprendibile capo di Sendero Luminoso, il movimento rivoluzionario maoista che mira all'instaurazione del socialismo in Perù. Ma la loro intensa e complicata relazione li fa finire nel mirino della CIA e della stessa intelligence peruviana.
Ispirato alla vera "operación Victoria" del 1992, meglio nota come "la captura del siglo", il thriller di Eduardo Mendoza (il regista di El evangelio de la carne) si gioca le carte migliori nella detection del GEIN (il Grupo Especial de Inteligencia Nacional) e fornisce uno sguardo dai molteplici risvolti (e non privo di ambiguità e semplificazioni) su uno dei capitoli più spinosi della vita politica e sociale del Paese sudamericano. Non mancano inseguimenti, sparatorie ed esplosioni.
#Beirut
Libano, 1972. Poco prima che scoppi la guerra civile, la moglie di Mason Skiles (Jon Hamm), un brillante diplomatico statunitense, viene ammazzata in un attentato dinamitardo. Dieci anni dopo, con una vita ormai a pezzi e una dipendenza cronica dalla bottiglia, Mason torna suo malgrado nel Paese dei cedri: un gruppo di terroristi ha rapito un suo amico della CIA e i sequestratori vogliono negoziare soltanto con lui.
Ostico e intricato, questo romanzo spy à la John le Carré trova la sua forza soprattutto nel cast (oltre a un convincente Hamm spicca l'agente Crowder interpretata da Rosamund Pike) e nella sceneggiatura di Tony Gilroy, uno che conosce i meccanismi del genere come pochi: ha scritto la saga di Jason Bourne e diretto #Michael Clayton. Meno ispirata la regia di Brad Anderson, ma l'intrattenimento è garantito.
Madras Café
Fine degli anni '80. L'agente dei servizi segreti Vikram Singh (John Abraham) viene mandato in missione sull'isola di Madras: un luogo colpito dalla guerriglia dei terroristi e dal conflitto etnico tra tamil e singalesi. Sulla sua strada, Vikram incontra Jaya (Nargis Fakhri), una giornalista che sta cercando di scoprire che cosa vogliono le Tigri Tamil. I due si mettono alla ricerca della verità e scoprono un intrigo molto più pericoloso e stratificato.
Lo spy movie in salsa indiana: poche concessioni bollywoodiane, però, perché il regista Shoojit Sircar gira un thriller politico, teso ed esplosivo su un evento doloroso come la guerra civile in Sri Lanka e l'assassinio del premier Rajiv Gandhi. Un action robusto e appassionante, che in India ha sollevato numerose proteste nel Tamil Nadu: diversi gruppi politici, rivela la BBC, ne hanno chiesto il boicottaggio all'epoca della sua uscita nelle sale.
Vantage Point - #Prospettive di un delitto
Salamanca, ai nostri giorni. Il Presidente degli Stati Uniti, Ashton (William Hurt), è arrivato per partecipare al summit sulla guerra globale al terrorismo e sta tenendo un discorso pubblico in un'affollata Plaza Mayor. All'improvviso, parte uno sparo: Ashton è stato colpito. Otto testimoni hanno visto o ripreso tutto: agli agenti dell'intelligence Barnes (Dennis Quaid) e Tylor (Matthew Fox) spetta il compito di scovare il colpevole.
Se si soprassiede all'eccesso di patriottismo nello script di Barry L. Levy, il thriller di Pete Travis vale la visione: merito di una narrazione a incastri avvincente (la moltiplicazione dei punti di vista e delle stesse visuali offre un rompicapo alla #Rashomon, il capolavoro di Akira Kurosawa) e di un cast di specialisti, nel quale si fanno valere Forest Whitaker, Sigourney Weaver, Zoë Saldana, Bruce McGill e Edgar Ramírez.
#Autobiografia di un finto assassino
Sam Larson (Kevin James) è un travet al quale piace scrivere romanzi di spionaggio. Il suo libro, però, viene rifiutato da tutte le editrici. Almeno fino a quando una editor, Kylie Applebaum (Kelen Coleman), decide di pubblicarlo, ma ad una condizione: dovrà essere una autobiografia. Sam si trasforma così da mite impiegato a spietato Mason Carver, un killer su commissione ricercato dalla CIA e dai narcotrafficanti. Sarà l'inizio dei suoi guai.
Jeff Wadlow è il regista di Fantasy Island, #Obbligo o verità, #Kick-Ass 2 e #Never Back Down - Mai arrendersi: uno a cui piace destrutturare i generi e scherzarci su. In questo caso, usa il corpo comico di James per prendere per i fondelli il genere action spy: le battute non sono mai volgari o grossolane, ci si diverte e si ride, e persine azione e suspense sono ad alti livelli. Insomma, puro intrattenimento made in Usa.
#L'angelo
La storia vera di Ashraf Marwan (Marwan Kenzari), il genero del presidente egiziano Nasser (Waleed Zuaiter) – il principale ispiratore del "non allineamento" con il maresciallo Tito e l'indiano Nehru – e consulente speciale del suo successore, Anwar Sadat (Sasson Gabai). Ma dietro il volto pulito di Marwan, si nasconde in realtà la spia più preziosa e preparata del Mossad, l'intelligence israeliana.
Ariel Vromen è il regista israeliano (ed ex Unit 669) di Criminal e The Iceman: due film che fanno capire subito dinanzi a cosa ci troviamo. Un serrato thriller d'azione basato sull'incredibile vicenda di Marwan (strepitosa l'interpretazione di Kenzari), l'agente che per quasi trent'anni (è morto misteriosamente nel 2007) ha spifferato piani e segreti del suo governo. Per chi volesse approfondire, Einaudi ha pubblicato il libro La spia che cadde sulla terra di Ahron Bregman.
La spia che cadde sulla terra
Il documentarista britannico Tom Meadmore "conclude" il lavoro iniziato da Ariel Vromen: partendo dalla morte di Ashraf Marwan, caduto dalla finestra del suo appartamento nel centro di Londra il 27 giugno 2007, ripercorre attraverso una serie di interviste e testimonianze la storia della più influente spia del Novecento, l'uomo che con le sue azioni ha distrutto il Medio Oriente.
Meadmore usa come materiale di partenza il libro di Bregman citato in precedenza e affonda in profondità nel doppio gioco di una vita intera: i pezzi grossi del Mossad, Shabtai Shavit e Zvi Zamir, dicono che Marwan non era la super spia che si crede; Abdallah Hamouda, un ex agente dell'intelligence egiziana, rivela che Ashraf rispondeva direttamente a Sadat. Dov'è la verità? Quando la realtà è degna di un giallo di John Le Carré.
L'uomo dai mille volti
Spagna, anni '90. Francisco Paesa (Eduard Fernández) è un ex agente dei servizi segreti. Costretto a lasciare il Paese perché coinvolto in un caso di estorsione, rientra tempo dopo e riceve la proposta di Luis Roldán (Carlos Santos), un ufficiale corrotto: salvare un miliardo e mezzo di pesetas sottratte ai fondi pubblici in cambio di un milione di dollari. Aiutato da Jesús Camoes (Jose Coronado), Paesa si mette in azione: ma qual è davvero il suo obiettivo?
"Un thriller su truffatori e truffati": così Alberto Rodríguez descrive il suo film, frutto di fatti realmente accaduti e ricostruiti dal fidato sceneggiatore Rafael Cobos (i due formano la coppia dei polizieschi Unit 7 e La isla mínima) a partire dal libro d'inchiesta Paesa: El espia de las mil caras di Manuel Cerdán. Il risultato è un intrigo internazionale dall'intreccio implacabile e dal ritmo che non dà mai tregua.
The Bourne Identity
Un uomo viene recuperato in alto mare da un peschereccio italiano. Ha perso la memoria e deve subito ingaggiare una lotta contro il tempo alla ricerca del suo passato perché è diventato l'oggetto di una serrata caccia all'uomo. Scoprirà di essere un addestratissimo killer della CIA durante il viaggio, in compagnia di Maria (interpretata da Franka Potente), che lo porterà dall'Italia alla Grecia passando per Zurigo e Parigi.
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Dal best seller Un nome senza volto di Rober Ludlum, la prima apparizione di Jason Bourne sul grande schermo con il volto di Matt Damon. Dirige Doug Liman su sceneggiatura di Tony Gilroy e W. Blake Herron: è l'inizio di un franchise di successo che rilancia il genere spionistico negli anni Duemila. Da vedere insieme agli altri quattro capitoli che compongono la saga e sono disponibili nel catalogo di Netflix Italia.
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