Notturno di Gianfranco Rosi, le informazioni sul documentario in concorso a Venezia 77

Il documentario, in concorso a Venezia 77 e poi al Toronto Film Festival, è avvolto dal mistero: ecco le prime indiscrezioni sulle storie che il regista di Fuocoammare e Sacro GRA ha raccolto nel corso degli ultimi tre anni in Medio Oriente.

Autore: Alessandro Zoppo ,

"Un film alla ricerca di un linguaggio cinematografico puro ed essenziale": così il direttore Alberto Barbera ha presentato Notturno di Gianfranco Rosi, uno dei quattro titoli italiani in Concorso a Venezia 77 insieme a #Le sorelle Macaluso di Emma Dante, #Miss Marx di Susanna Nicchiarelli e #Padrenostro di Claudio Noce.

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Il documentario del regista di #Fuocoammare (trionfatore alla Berlinale 2016 con l'Orso d'oro), Sacro GRA (vincitore del Leone d'oro a Venezia 70), El sicario - Room 164 e Below Sea Level passerà in Laguna prima di approdare al Toronto Film Festival 2020 (unico italiano in selezione, nella sezione Masters) e nelle nostre sale dal 9 settembre con 01 Distribution.

Il video che potete vedere in apertura di questo articolo, il poster ufficiale e le prime immagini promettono davvero bene: la profondità e l'accuratezza del racconto consentiranno al pubblico di conoscere le storie che Rosi ha raccolto nel corso di tre anni trascorsi in Medio Oriente, sui confini fra Siria, Iraq, Kurdistan e Libano.

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#Notturno, prodotto da Donatella Palermo e Rosi per 21Uno Film e Stemal Entertainment con Rai Cinema, Les Films d'Ici, Arte France Cinéma e No Nation Films, rivela "la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all'apocalisse omicida dell'ISIS".

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Il controllo del territorio e la sicurezza delle frontiere nazionali, la disperazione post-bellica e l'immigrazione verso occidente sono alcuni dei temi al centro del doc, con il quale Rosi vuole fare luce "sul buio delle guerre" e dare voce "ad un dramma umano che trascende le divisioni geografiche e il tempo dei calendari".

Durante tre anni di viaggio in Medio Oriente, ho incontrato le persone che vivono nelle zone di guerra. Ho voluto raccontare le storie, i personaggi, oltre il conflitto. Sono rimasto lontano dalla linea del fronte, ma sono andato laddove le persone tentano di ricucire le loro esistenze. Nei luoghi in cui ho filmato giunge l'eco della guerra, se ne sente la presenza opprimente, quel peso tanto gravoso da impedire di proiettarsi nel futuro. Ho cercato di raccontare la quotidianità di chi vive lungo il confine che separa la vita dall'inferno.

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Il film è stato avvolto dal mistero per un lungo periodo di tempo. Ora sappiamo che Rosi ha affrontato la complessa questione dei conflitti da un differente punto di vista.

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La guerra in Medio Oriente "è più forte del coronavirus", ha scritto Giordano Stabile su La Stampa in una ricostruzione sugli attuali scenari al tempo della pandemia. La ricognizione vede Beirut colpita dalle esplosioni nel porto e sotto attacco economico-finanziario, la Siria ancora travolta dalla guerriglia, l'Iraq e l'Afghanistan devastati prima dai fondamentalismi e poi dalle politiche degli Stati Uniti.

Rosi ha scelto un approccio diverso: la guerra è sullo sfondo, Notturno la raccoglie attraverso i balbettii dei bambini feriti nei conflitti a fuoco, i canti luttuosi delle madri, le preghiere dei cantori di strada, le testimonianze dei pazienti di un istituto psichiatrico.

Il regista pedina un bracconiere fra i canneti e i pozzi di petrolio, i terroristi dello Stato islamico catturati e finiti in carcere, le guerrigliere peshmerga che combattono sulle montagne tra Iraq e Iran per l'indipendenza del Kurdistan, una nazione che formalmente non esiste.

01 Distribution
L'adolescente Alì in una scena del documentario Notturno di Gianfranco Rosi
Un primo piano di Alì, come il Samuele di Fuocoammare

Queste testimonianze si intrecciano a quelle tremendamente drammatiche di una madre yazida, la minoranza massacrata in Iraq da al-Bagdadi, angosciata per le sorti della figlia tenuta prigioniera e di un adolescente, Alì, che fatica per portare il pane ai suoi fratelli.

Scavando nei "materiali oscuri della storia", il regista fotografa i destini di quelle persone che sopravvivono in uno scenario di violenza e distruzione e lavorano sodo per garantire un futuro alle proprie famiglie. In primo piano, insomma, c'è "l'umanità che si ridesta ogni giorno da un notturno che pare infinito".

Come di consueto, Rosi cura la fotografia e il suono oltre alla regia. Il montaggio è di Jacopo Quadri, con la collaborazione di Fabrizio Federico.

01Distribution
Notturno arriva al cinema il 9 settembre 2020

Il film ha già un distributore francese, Météore Films, e un venditore per il territorio americano, Submarine Entertainment, oltre al sales agent internazionale, The Match Factory.

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Insieme a Guerra e pace di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, presentato sempre a Venezia nella sezione Orizzonti, Notturno è uno dei titoli più attesi della stagione nell'area non fiction e un protagonista assoluto nella riapertura delle sale nel nostro Paese.

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