Parasite, tra sogno e realtà: la spiegazione dell'ambigua scena finale
Inizia come una commedia nera, si trasforma in un thriller tesissimo e culmina con una scena finale dalle sfumature ambigue: ecco il messaggio che il regista Bong Joon-ho ha inserito nel finale di Parasite.
Commedia nera, thriller incalzante e film di forte critica sociale: Parasite ha saputo racchiudere nella sua trama queste tre angolazioni ed è stato probabilmente questo il motivo che l'ha portato a diventare un successo internazionale. La pellicola di Bong Joon-ho ha regalato alla Corea del Sud (nazione dalla cinematografia entusiasmante da almeno un paio di decenni) sia la Palma d'oro al Festival di Cannes sia il premio Oscar come miglior film. Quello di Parasite è stato un assoluto trionfo, dalle cui cause e conseguenze è dedicato un approfondimento.
Già ai tempi della Palma però il regista si è detto scettico circa la possibilità che il film suo film venisse capito davvero e al 100% al di fuori dei confini nazionali. Bong Joon-ho non è nuovo a finali che lasciano il pubblico in sospeso, senza dare risposte certe. Secondo il suo creatore infatti quella di Parasite è una storia intrinsecamente sudcoreana dall'inizio alla fine, che culmina con una chiusura che nel pubblico occidentale ha lasciato qualche perplessità. Per fortuna lo stesso regista ha risposto a più domande in merito, facendo chiarezza sul senso della scena finale di Parasite. Ecco dunque il racconto delle ultime sequenze di Parasite e il messaggio che Bong Joon-ho ha tentato di trasmettere con le sue scelte di trama e regia.
Quella di Parasite è una storia vera?
No, si tratta di un racconto fittizio ideato dal regista Bong Joon-ho.
Il film si basa però sulla vera realtà sociale in Corea del Sud, dove per esempio sono molto diffuse le soluzioni abitative che affacciano al livello del manto stradale, esattamente come per la casa seminterrata della famiglia Kim.
Il finale di Parasite
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Il finale di Parasite è diretta conseguenza della drammatica scena della festa nella villa dei Park. Quando il marito dell'ex governante Moon-gwang riesce a fuggire dallo scantinato, ferendo Ki-woo con la pietra ornamentale, irrompe in giardino e pugnala a morte la figlia della famiglia Kim Kim Ki-jung. Il padre Kim Ki-taek assiste sconvolto al lento dissanguamento della figlia, mentre il datore di lavoro e padre della famiglia Park lo esorta a recuperare le chiavi della sua macchina. Il figlioletto infatti è svenuto e i Park, incuranti della ragazza morente, vogliono portarlo all'ospedale. Quando il signor Park si tura il naso disgustato dall'odore dell'assalitore, l'autista viene colto dalla rabbia per il suo atteggiamento, raccoglie un coltello e lo pugnala. La madre della famiglia Park sviene, il panico è generale. Da-hye muore, la madre viene arrestata, il fratello ricoverato in gravi condizioni e il padre, con le mani sporche di sangue, svanisce.
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Il finale di Parasite è raccontato in larga parte dal punto di vista del figlio sopravvissuto dei Kim, Ki-woo. Al risveglio in ospedale trova la polizia pronta a interrogarlo sulla fuga del padre e su quanto successo alla villa. Il ragazzo affronta la degenza e il successivo processo con un sorriso ironico e uno sguardo disperato sul volto, quasi un tic nervoso di fronte alla situazione drammatica e paradossale in cui si trova. Dopo il processo lui e la madre tornano a vivere nel seminterrato da cui ha avuto inizio la vicenda. Li vediamo andare a portare dei fiori alla tomba della figlia, scoprendo così che non è sopravvissuta.
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Ki-woo segue ai notiziari i servizi dedicati alla villa e riprende i suoi lavoretti di sussistenza, come ll volantinaggio per la pizzeria per cui lavorava con la sua famiglia. Lui e la madre non sanno che fine abbia fatto il padre, scomparso nel nulla e ricercato dalla polizia. Spinto dalla curiosità, il figlio va a spiare i nuovi abitanti della villa. È arrivato l'inverno, il giardino è innevato e, con un piccolo binocolo, Ki-woo vede la famiglia europea che popola le stanze della villa e sembra vivere felice dove si è consumata la sua tragedia. Sul fare della sera nota però che la lampadina che dà sulle scale si accende e spegne ad intermittenza. Capisce allora che il padre, per sfuggire alla cattura, si è rifugiato nel sotterraneo della villa, che è rimasto ancora una volta segreto alle autorità e agli abitanti.
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La prospettiva si sposta sul capofamiglia dei Kim che, con le mani ancora insanguinate, entra nel garage della villa e si chiude volontariamente nel sotterraneo. Approfittando del periodo in cui la casa rimane sfitta, il signor Kim seppellisce il corpo senza vita dell'ex governante di casa. La donna, da sempre custode e protettrice della casa, ottiene così una sepoltura segreta che ne riconosce simbolicamente il legame con l'edificio. Il padre di Ki-woo esce di tanto in tanto dalla scantinato, giusto il tempo di rubare l'essenziale dal rifornitissimo frigo dei nuovi abitanti. Smagrito e provato dalla reclusione volontaria, l'uomo trova le istruzioni per creare messaggi in morse dal predecessore e scrive una lettera al figlio, che computa tutte le sere attraverso l'interruttore sotterraneo della luce sulle scale, nella speranza che lui riceva il messaggio.
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Come va a finire Parasite?
Per sfuggire alla polizia, il padre della famiglia Kim rimane bloccato nel sotterraneo della villa dei Park, che nel frattempo ha cambiato proprietari.
La figlia Ki-jung è morta dissanguata alla festa. Il figlio Ki-woo e la madre affrontano il processo e tornano a vivere nel seminterrato. Ki-woo riesce a decifrare il messaggio in morse che il padre computa ogni sera attraverso la luce sovrastante le scale della villa. Non ha però modo di comunicare con lui.
Ki-woo sogna di poter diventare ricco e comprare la villa, in modo da liberare il padre e riabbracciarlo. Il film però fa capire chiaramente che non riuscirà mai ad affrancarsi dalla sua povertà.
Il piano di Ki-woo
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Ki-woo ha ricevuto il messaggio, ma non ha nemmeno modo di farlo sapere al padre. Dopo aver decifrato e trascritto la lettera del padre, elabora un piano che consiste sostanzialmente nel diventare ciò che avrebbe sempre voluto essere: un bravo studente e un uomo di successo. Il film ci mostra il ricongiungimento tra padre e figlio, molti anni dopo.
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Ormai divenuto ricco e potente, Ki-woo entra in possesso legalmente della casa, facendola sgombrare da tutti gli averi dei predecessori. Lascia poi aperta la porta dello scantinato, così che il padre possa uscire e finalmente riabbracciare la sua famiglia. La riunione avviene sotto un sole primaverile, in giardino.
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La scena finale di Parasite però ci rivela un'altra realtà. In un movimento di cinepresa speculare all'apertura, dalla finestra che dà sulla strada innevata l'obiettivo si sofferma su un primo piano di Ki-woo in lacrime: è consapevole che questo è un sogno impossibile. Non avrà mai i mezzi economici e le possibilità didattiche per affrancarsi dalla sua situazione, figuriamoci per comprare la lussuosa villa.
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A riguardo il regista Bong Joon-ho ha spiegato di aver effettuato un calcolo approssimativo: con quello che guadagna una persona nella situazione di Ki-woo, vi vorrebbe più di un secolo per risparmiare il denaro necessario a comprare la lussuosa villa che fu dei Park.