Come è nato Parasite, il film coreano capace di vincere la statuetta di miglior film agli Oscar 2020, segnando una vittoria storica per il cinema "straniero" e asiatico? La risposta è contenuta in un elegante volume dalla copertina argentata appena pubblicato dalla casa editrice La Nave di Teseo. S'intitola Parasite ed è molto di più di un semplice omaggio al film, con contenuti extra ed illustrazioni dedicate. Per spiegare esattamente cosa troverete in questo volume bisogna però approfondire un po' il modus operandi del regista coreano di Memorie di un assassino e Okja.
Se infatti quasi tutti i film vengono girati a partire da un copione, ovvero dalla versione scritta dei dialoghi dei film divisi per scene, contenente anche la descrizione degli ambienti e talvolta qualche notazione di regia, non è così comune imbattersi in un regista metodico e pianificatore come Bong Joon-ho. Il suo modo di scrivere e pianificare un film ricorda molto quello del collega inglese Alfred Hitchcock, che soleva dire: "la parte più noiosa di un film è girarlo". Hitchcock infatti (omaggiato con un piccolo easter egg proprio in Parasite) era solito pianificare ogni singola scena con una tale livello di dettaglio - scegliendo già dove posizionare la cinepresa e come muoverla - da rendere il set una mera messa in pratica del piano iniziale.
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A differenza di tanti colleghi che lasciano ampio margine di manovra all'improvvisazione degli attori e a modifiche dell'ultimo minuto, Bong Joon-ho ama pianificare scrupolosamente i suoi film. Per farlo, oltre alla sceneggiatura vera e propria si affida a degli storyboard.
Gli storyboard di Parasite in libreria
Il termine, di uso comunque nel campo del fumetto, denota una sorta di bozzetto, una versione disegnata ma grezza della tavola finale. Lo storyboard viene abbozzato dal disegnatore in modo da pianificare sommariamente gli spazi per le vignette, l'organizzazione delle pagine e la disposizione delle scene. Bong Joon-ho procede allo stesso modo, realizzando un bozzetto "a fumetti" di ogni singola scena del suo film e annotandosi non solo i dialoghi ma anche la composizione delle inquadrature, fino ai singoli movimenti di camera della scena.
Quello pubblicato da La Nave di Teseo non è un volume che faccia luce davvero sull'ispirazione iniziale dell'opera e sulle ricerche preliminari di Bong Joon-ho in merito, ma di sicuro getta una luce importante sulla fase immediatamente precedente al lavoro sul set di Parasite. Il copione infatti contiene anche le scene che poi non sono state girate o sono state eliminate dal montaggio finale, permettendo di capire come il progetto si sia evoluto, scartando passaggi poco efficaci e limando certe asperità narrative che lo avrebbero reso ancora più tagliente. Sfogliandolo per esempio scoprirete come la coppia di genitori della famiglia indigente venga raccontata in una dinamica molto più intima, con scene inedite che raccontano come la situazione economica precaria e in seguito la continua necessità d'ingannare i datori di lavoro coronino in momenti d'inaspettata tensione.
Leggendo Parasite, s'intuisce la capacità chirurgica di Bong Joon-ho di ammorbidire le parti più taglienti della sua critica sociale e di eliminare le scene poco riuscite, intuendo nel tutto organico dello storyboard quali componenti togliere per renderlo ancora più potente. Non solo: è impressionante notare come alcuni dei movimenti di macchina più distintivi e memorabili della pellicola fossero già stati immaginati al momento di abbozzare i disegni affiancati alla sceneggiatura. Bong Joon-ho ha letteralmente già "girato" nella sua mente ogni passaggio del film, mettendo poi in pratica sul set le sue intuizioni iniziali.
A questo proposito una piccola nota negativa, l'unica riguardante l'edizione italiana presentata a grandi dimensioni e con la stampa a colori, con la traduzione di Filippo Bernardini. Si è deciso di non tradurre sempre i termini inglesi riguardanti i movimenti della cinepresa e le tipologie di inquadratura, anche laddove esista un corrispettivo italiano più comprensibile a livello linguistico e più utilizzato a livello cinematografico. Considerando che è un volume comunque diretto al pubblico generalista, sarebbe stato ideale includere un breve glossario che spiegasse al lettore a cosa si riferiscano tecnicismi come rack focus, cam spin e tilt up.
Alla fine del volume sono presenti una serie di bozzetti preparatori dedicati ad alcune delle scene cult del film e al lavoro di pianificazione dei movimenti dei personaggi all'interno dell'elegante villa protagonista del film, così da evitare un establishing shoot iniziale e procedere per strati e livelli a rendere lo spettatore familiare con la sua planimetria. Impreziosisce il volume un'intervista finale al regista Bong Joon-ho, che parla anche del futuro del mondo di Parasite e del lavoro sulla serie TV tratta dal film.
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