Red Notice: la storia del film e delle uova di Cleopatra si basa su fatti realmente accaduti?

Quanto c'è di vero nella storia narrata in Red Notice? Scopriamolo insieme.

Autore: Giuseppe Benincasa ,

Netflix ha reso disponibile uno dei suoi prodotti più attesi dell'anno ovvero #Red Notice, il film con Gal Gadot, Dwayne Johnson e Ryan Reynolds che racconta dell'avventura intorno al mondo di tre personaggi alla ricerca di altrettante preziose uova d'oro.

La pellicola è più che godibile per una serata all'insegna del divertimento: le scene d'azione sono ben girate e le battute ben scritte (quella su Jurassic Park è fantastica). Oltre a ciò c'è un elemento che rende il film ancora più interessante - così come nel recente Army of Thieves - e si tratta dell'eventuale reale collegamento tra la finzione e la realtà. Ecco quindi gli aspetti del film che possono essere collegati ad aspetti storici.

Attenzione: il seguente articolo contiene spoiler sul film!

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La storia delle tre uova d'oro di Cleopatra: tra realtà e fantasia

All'inizio di Red Notice c'è una introduzione di tipo storico che riguarda il tesoro delle 3 uova di Cleopatra. Il narratore dice agli spettatori che il giorno delle nozze tra la regina egiziana Cleopatra e Marco Antonio di Roma, quest'ultimo regalò alla sua sposa tre uova ricoperte di pietre preziose. Dopo la morte dei due amanti, si persero le tracce di questi preziosi oggetti fino al 1907, quando un agricoltore del Cairo ne ritrovò due. Il terzo non fu mai trovato fino ai fatti di Red Notice.
Il racconto posto all'inizio del film nasconde una verità e una falsità: l'aspetto reale è legato alla storia tra Cleopatra e Marco Antonio mentre quello falso è legato all'effettiva esistenza delle uova.

Cleopatra e Marco Antonio

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Gal Gadot
L'Alfiere fa la sua mossa

Cleopatra è stata una regina d'Egitto dal 52 a.C. fino alla sua morte avvenuta nel 30 a.C. mentre Marco Antonio è stato un militare e politico romano che prese sostanzialmente il posto di Giulio Cesare dopo la morte di quest'ultimo. Durante i suoi viaggi in Egitto Marco Antonio si innamorò di Cleopatra, che ricambiava il sentimento (si dice che inizialmente la regina d'Egitto aveva interessi politici nell'unirsi a un politico romano). La loro storia è intrecciata con le guerre politiche e militari dei tempi e quando Marco Antonio fu sconfitto nella battaglia di Azio i due amanti trovarono rifugio nella città egiziana Alessandria. Qui però furono perseguitati dall'esercito romano guidato dall'ambizioso politico Cesare Ottaviano. Quando i due si sentirono "con le spalle al muro" preferirono morire: Cleopatra si ritirò nella sua tomba e si suicidò bevendo del veleno, mentre Marco Antonio scelse di trafiggersi con la spada.

Le storie sulla morte di Cleopatra e di Marco Antonio sono diverse e sono rappresentate al cinema e in teatro in tanti modi più o meno romantici.

Le tre uova di Cleopatra

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Tre uova d'oro
Le tre uova di Cleopatra

In fase di promozione del film, il produttore Hiram Garcia ha rilasciato una intervista nella quale ha dichiarato che la storia delle tre uova di Cleopatra è stata totalmente inventata dallo sceneggiatore del film, nonché regista, Rawson Marshall Thurber. Garcia ha detto che quando andavano in giro per presentare Red Notice alle varie case di distribuzione, tutti o quasi si soffermavano sul dire "non avevo completamente idea di tutta la storia di Cleopatra". A questo punto il regista, con grande tempismo comico, diceva all'interlocutore di turno che aveva inventato tutto lui.

Una possibile ispirazione: le uova di Peter Carl Fabergé

Il regista si è inventato la storia delle uova di Cleopatra ma potrebbe essere stato influenzato dalla storia delle preziosissime uova realizzate dall'orafo Peter Carl Fabergé. Quest'ultimo è stato un abilissimo orafo russo vissuto tra il 1846 e il 1920. Le uova progettate da Fabergé hanno una struttura simile a quella delle matrioske russe, infatti l'uovo conteneva al suo interno 3 oggetti preziosi come un tuorlo d'oro, una gallina ornata di rubini e infine una piccola corona imperiale con un rubino.

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The Rock e Ryan Reynolds
Nolan Booth e John Hartley

Dall'inizio della produzione - dal 1885 - sono state fabbricate più di 50 uova. La fama di Fabergé attirò altri sovrani, aristocratici e facoltosi che gli commissionarono altre uova pregiate (non tutte dello stesso tipo). Al giorno d'oggi molte uova sono conservate nei musei, altre in collezioni private e altre ancora sono disperse o non se ne conosce l'ubicazione.

Per saperne di più è possibile ascoltare il podcast realizzato da BBC.

La storia di Rudolph Zeich

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Hitler e Zeich
Una foto di Hitler e Zeich

Prima dell'inizio del terzo atto di Red Notice, il personaggio interpretato da Ryan Reynolds svela il luogo in cui si trova il terzo uovo di Cleopatra. Il racconto di Nolan Booth inizia nell'aprile 1945 ovvero quando i tedeschi sono ormai alle strette e stanno perdendo la Seconda Guerra Mondiale. In questo contesto il mercante d'arte personale di Hitler, tale Rudolph Zeich, riuscì a fuggire dalla guerra imbarcandosi su una nave diretta in Argentina, dove portò con sé ben 16 container pieni di reliquie, auto d'epoca e opere d'arte tra cui anche il terzo uovo di Cleopatra.

Ciò che c'è di vero in tutto ciò è che Hitler aveva davvero un mercante d'arte personale ma questo si chiamava Hildebrand Gurlitt. L'esistenza delle opere d'arte da lui rubate fu scoperta nel 2010 quando il quasi 80enne figlio Cornelius fu fermato per un controllo su un treno. Alcuni particolari (come l'avere 9000 euro in contanti) e un accertamento fiscale del 2012 portarono i sospetti degli agenti a perquisire l'appartamento di Gurlitt. Qui e in un magazzino da lui tenuto furono trovate con sorpresa più di 1.500 opere di artisti come Picasso, Matisse, Monet e altri per un totale orientativo di un miliardo di euro.
La storia del marcante d'arte di Hitler è narrata in un libro scritto da Meike Hoffman e Nicola Kuhn.

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I nazisti e l'Argentina

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Dwayne Johnson
John Hartley

Del racconto di Nolan in Red Notice c'è da confermare il fatto che molti nazisti scapparono dalla Germania per rifugiarsi in Argentina. Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale un'organizzazione degli ex-membri delle SS (la polizia para-militare nazista) organizzò la fuga di alcuni importanti figure naziste in Argentina, dove era presente una forte comunità tedesca. Ancora oggi, per esempio, alcuni credono che Adolf Hitler non si sia suicidato ma sia scappato in Argentina.

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