I personaggi raccontati nel cinema di Susanna Nicchiarelli sono donne incredibili e sconosciute. Dove scovi queste figure, esemplari e modernissime, solo lei lo sa. Dopo aver riscoperto in chiave artistica la vita di cantautrice e madre della modella e performer Christa Päffgen (in arte Nico), Nicchiarelli ha scovato una biografia quasi sconosciuta e altrettanto incredibile.
Quella di Eleanor Marx, una delle figlie del celebre economista e padre teorico del comunismo. L'aspetto più interessante è che c'è una montagna di materiale a riguardo, che attendeva solo qualcuno che lo scoprisse. Quel qualcuno è stata ancora una volta Susanna:
Ho potuto persino leggere i suoi quaderni di bambina. Il disegno che si vede nel film è stato rielaborato da un suo lavoretto. Quello che vedrete in Miss Marx è quasi tutto vero, anche i dialoghi della sceneggiatura sono basati sulle sue lettere che Eleanor scrisse alle amiche. L’Ottocento ci sembra molto lontano nel tempo, mentre in realtà come sensibilità è molto vicino a noi, per questo il film ha un sensibilità contemporanea.
Tutta colpa di Freud
Nel film Eleanor è interpretata dall'attrice Romola Garai (Espiazione, Suffragette), attrice inglese di lunga e comprovata esperienza. La sfida di questo ruolo è quella di riassumere la natura contrastante della più coraggiosa tra le figlie di Karl. Infatti Eleanor spese tutta la sua vita a lottare in favore dei diritti degli operai e delle donne, si batté fino alla fine contro il lavoro minorile, portando avanti l'eredità del padre nel Partito e nelle fabbriche. Sul versante privato però visse una relazione molto infelice con l'amore della sua vita, il medico Edward Aveling, interpretato da Patrick Kennedy.
L'attrice si è trovata a pensare che forse, con l'aiuto di Freud, le cose sarebbero potute andare diversamente:
Eleanor ed Edward si amano molto, ma l’amore non è abbastanza. Leggendo le sue lettere ho pensato che fosse una donna che nelle proprie relazioni cercava una figura paternalistica a cui sottomettersi. Purtroppo Freud in quegli anni era ancora all’inizio del suo lavoro sulla psicoanalisi. Se fosse nata 10 anni dopo forse avrebbe potuto scoprire la psichiatria e gestire la sua infelicità in modo diverso.
Come nelle precedenti opere della regista, Miss Marx è molto più del ritratto biografico di una persona. Attraverso la vita di Eleanor Nicchiarelli restituisce con molta chiarezza il vissuto di tante persone intorno a lei, dalle leggende come Marx ed Engels - di cui mette in luce l'umana l'ambiguità - allo stesso "quasi marito" di Eleanor.
In altri film sarebbe semplicemente il cattivo della situazione, ma Nicchiarelli ha dato modo al personaggio e al suo interprete di raccontarne e in qualche modo difendere il vissuto, come ha spiegato lo stesso Kennedy:
Penso che il mio personaggio fosse attratto da una sorta di glamour che esercitava una realtà di atei che non si conformavano alle regole del sentire comune come casa Marx. Il mio personaggio è duplice: ha una grande etica quando si parla di socialismo, ma quando si tratta di soldi e di donne Aveling era incurante, casualmente crudele, sostanzialmente amorale.
Molto più che femminista
Non poteva mancare la rituale domanda sull'essere regista e donna in una Mostra ricca di tanti film diretti da donne. A Susanna Nicchiarelli però l'etichetta del cinema femminile non basta più, così come la sua eroina non è una "semplice" femminista:
Io sono diversa dalle altre registe, vorrei venissimo giudicate come delle individualità, esattamente come avviene ai nostri colleghi. Eleanor è molto più di una femminista: è una donna che lottava per tutti gli sfruttati, a cui interessava il benessere degli operai e e dei bambini. È un personaggio molto più grande del “semplice” femminismo e spero che anche il film che cerca di esserlo.
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Nel segno di Truffault
La figura di riferimento per Nicchiarelli in questo caso è stato un collega: François Truffault. È pensando ad Adele H. che ha ideato le tante scene in cui la protagonista guarda direttamente al pubblico e racconta le sue lettere, i suoi patimenti, le sue battaglie, rompendo la quarta parete. Da una parte c'era l'esigenza di far filtrare l'importanza della parola scritta in un momento storico in cui la corrispondenza era essenziale. Dall'altra c'era l'esempio del regista francese sempre vivo in mente:
Scrivendo il film abbiamo parlato tanto di Truffault, è stato un punto di riferimento nella creazione di Miss Marx. L’Ottocento è stato un secolo di parole e trovavo fosse necessario farle sentire al pubblico così come le aveva scritte la mia protagonista, grazie ad espedienti cinematografici che già Truffault usava.
La regista ha rivelato una curiosità: il gioco che si svolge nella scena finale del film si chiama Confessioni ed è stato davvero giocato a lungo in casa Marx. Consiste in un semplice foglio si cui vengono scritte delle domande, a cui tutti devono rispondere con sincerità. Le risposte di Marx, Engels e Eleanor sono quelle che diedero davvero in quelle ore casalinghe liete, ricopiate dai fogli su cui vennero trascritte e inserite in sceneggiatura:
Trovo che quelle risposte raccontino moltissimo dei rispettivi personaggi. È stato affascinante leggerle: mai avrei pensato di scoprire il piatto o la canzone preferita di Karl Marx, o trovare ulteriore conferma della natura ilare di Engels.
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