Una storia controversa per un film controverso. #Tutti i soldi del mondo racconta la vicenda del rapimento di John Paul Getty III e ha fatto molto parlare ancora prima di arrivare in sala per lo scandalo che ha travolto Kevin Spacey.
A ridosso del lancio della pellicola, l'interprete del patriarca Jean Paul Getty è stato accusato di molestie sessuali da parte di più uomini e la produzione ha deciso di rimuoverlo dal film. La scelta ha comportato l'ingaggio di un nuovo attore (Christopher Plummer) e 9 giorni di riprese aggiuntive, che hanno creato non pochi problemi in fase di montaggio e post produzione e hanno fatto lievitare il budget di 10 milioni di dollari. Ma non solo.
La disparità di trattamento economico riservata a Michelle Williams (la madre di Paul, Gail Harris Getty) e Mark Wahlberg (l'uomo di fiducia di Getty, Fletcher Chace) per i reshooting ha dato origine a una infuocata polemica. Per tornare sul set, l'attrice è stata pagata meno di 1.000 dollari, mentre il suo collega ha ricevuto 1,5 milioni di dollari. La differenza abissale ha fatto emergere i compensi ricevuti dai due per il film - rispettivamente di 625mila dollari e 5 milioni di dollari - e ha (ri)portato impietosamente alla luce il gap di trattamento economico (e non solo) tra uomini e donne a Hollywood. Alla fine, Wahlberg ha donato l'intera cifra ricevuta al movimento Time's Up, ma la vicenda ha toccato un nervo scoperto del mondo dello spettacolo.
Nonostante i molteplici problemi, Tutti i soldi del mondo è arrivato in sala con solo alcuni giorni di ritardo rispetto alla data prevista. Ma le recensioni sono state tiepide e l'incasso si è fermato a poco più di 55 milioni di dollari (a fronte di un budget di 40, ai quali si sono aggiunti i 10 per i reshoot).
La pellicola di Ridley Scott ha riportato a galla uno dei casi cronaca più eclatanti degli anni '70 e riacceso curiosità e polemiche sulla vicenda. Ma qual è la vera storia dietro al film?
- Il rapimento di John Paul Getty III e i dubbi
- Il drammatico messaggio dell'orecchio mozzato
- Il pagamento del riscatto e la liberazione
- La cattura dei rapitori e il processo
- La versione degli eredi dei rapitori
- La tragica fine di John Paul Getty III
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Il rapimento di John Paul Getty III e i dubbi
John Paul Getty III, rampollo della dinastia Getty e nipote del magnate Jean Paul Getty, fondatore della compagnia petrolifera Getty Oil, viene rapito il 10 luglio 1973 in Piazza Farnese a Roma. A sequestrare il ragazzo, che all'epoca ha 16 anni, è la cosca dei Mammoliti, Piromalli e Femia, affiliata alla 'ndrangheta calabrese.
Il giovane Paul viene portato in Calabria e il 13 luglio alla madre Gail arriva una telefonata con una richiesta di riscatto di 17 milioni di dollari. In seguito, la donna riceve anche un biglietto del figlio, che le chiede di fare quello che dicono i sequestratori:
Cara madre, sono caduto nelle mani dei rapitori. Non lasciarmi uccidere! Assicurati che la polizia non interferisca. Non devi assolutamente credere che sia uno scherzo. Non rendere pubblico il mio sequestro.
Ma la vicenda è già nota e la polizia è al corrente, anche se ci sono molti dubbi sul fatto che Paul sia stato davvero rapito. All'inizio, gli inquirenti e anche gli amici del ragazzo credono che il giovane abbia inscenato un finto sequestro per estorcere denaro al ricchissimo nonno. Secondo le cronache dell'epoca, Paul è alla continua ricerca di soldi. Il ragazzo vive con la madre, che dopo il divorzio dal padre (John Paul Getty Jr.) percepisce dalla famiglia un'indennità a malapena sufficiente a pagare le spese, e frequenta giri poco raccomandabili. Inoltre, in passato ha scherzato sulla possibilità di mettere in scena il proprio rapimento (e forse ha anche provato a farlo).
Alla fine, nuove telefonate da parte dei sequestratori, un altro messaggio di Paul e la minaccia dei rapitori di tagliare un dito al giovane convincono la polizia e la famiglia di avere davanti un vero sequestro. Ma Jean Paul Getty rifiuta di pagare il riscatto:
Ho 14 nipoti. Se tiro fuori anche un solo penny, avrò 14 nipoti rapiti.
L'anziano patriarca è irremovibile. Ma un terribile messaggio apre una breccia nella sua inscalfibile fermezza.
Il drammatico messaggio dell'orecchio mozzato
All'inizio di novembre, nella redazione de Il Messaggero di Roma (che segue da vicino la vicenda) arriva una lettera con una drammatico, macabro messaggio. All'interno della busta c'è una ciocca di capelli, un orecchio mozzato e un biglietto sgrammaticato che è un vero e proprio ultimatum:
Se da qui a 10 giorni la famiglia continuerà a credere che si tratta di uno scherzo organizzato da Paul, arriverà anche l'altro orecchio. In altre parole, il ragazzo arriverà a piccoli pezzi.
La missiva finisce con lo smuovere Jean Paul Getty, anche se l'uomo accetta di pagare il riscatto alle proprie condizioni.
Con il passare del tempo, i rapitori hanno abbassato la richiesta e Gail è riuscita a negoziare una somma finale di poco meno di 3 milioni di dollari. Il magnate si rende disponibile a versare 2,2 milioni, ovvero la cifra massima che può detrarre dalla tasse. E i circa 800mila restanti vengono pagati dal figlio, John Paul Jr. Ma in definitiva, anche questi soldi escono dalle casse di Getty Sr. e altro non sono che un prestito che l'anziano patriarca stabilisce che gli venga ripagato a un interesse del 4%.
Il pagamento del riscatto e la liberazione
Il 12 dicembre 1973, un uomo di fiducia di Jean Paul Getty, Fletcher Chase, porta la somma pattuita in un luogo indicato dai rapitori. E il 15 dicembre, Paul viene liberato sulla Salerno - Reggio Calabria, nei pressi del piccolo comune di Lagonegro (Potenza).
Il giovane viene trovato all'alba da un camionista, Antonio Tedesco. L'uomo vede una persona sbracciarsi al lato della strada, sotto la pioggia battente, si ferma e si trova davanti un ragazzo emaciato, in lacrime e bagnato fino alle ossa:
Sono stato rapito. Devo trovare un telefono per chiamare mia madre a Roma.
Poco dopo, Paul e il camionista vengono raggiunti dai carabinieri e il ragazzo si identifica come il nipote del magnate inglese:
Sono Paul Getty. Posso avere una sigaretta, per favore?
In seguito, il giovane racconta di essere stato liberato 5 ore prima di essere trovato e di avere vagato lungo la strada cercando di fermare gli automobilisti di passaggio. Paul dice che i suoi rapitori lo hanno sempre tenuto bendato e lo hanno spostato di continuo da un nascondiglio a un altro.
La cattura dei rapitori e il processo
La cattura dei rapitori avviene grazie alla collaborazione tra Fletcher Chase e gli inquirenti italiani. L'uomo si reca al luogo dell'appuntamento da solo, con alcune borse piene di banconote che sono state microfilmate dagli investigatori. Poco dopo Napoli, viene fermato da alcuni membri della banda per consegnare il denaro. Mentre è in corso lo scambio, al gruppetto si avvicina quella che sembra una coppia di turisti, all'apparenza per scattare delle foto al panorama. In realtà, i due sono ufficiali di polizia e osservano con attenzione gli uomini che stanno prendendo le borse da Fletcher.
Nell'arco di un mese, gli investigatori risalgono alla 'ndrina alla quale appartengono e arrestano 9 persone. E Paul, che dopo la liberazione è subito volato negli USA, torna volontariamente da una vacanza sulla neve dell'Austria con la madre per identificare i sequestratori. Ma alla fine, solo due vengono condannati. Gli altri, compreso un uomo che gli inquirenti ritengono un boss della 'ndrangheta e la mente del rapimento, vengono assolti per mancanza di prove.
La versione degli eredi dei rapitori
Benché un disclaimer avvisi che il film è ispirato alla vicenda del rapimento di John Paul Getty III e diversi fatti e personaggi sono romanzati, Tutti i soldi del mondo ha avuto una coda polemica. Poco dopo l'uscita della pellicola, Michael Mammoliti, attore a Los Angeles e nipote del sequestratore Saro Mammoliti, ha dichiarato che la ricostruzione proposta da Ridley Scott è "storicamente tutta sbagliata".
In modo particolare, l'uomo ha contestato la tesi dell'estraneità di Paul al rapimento:
Fu lui, invece, a progettare il rapimento. Tutto cominciò con le migliori intenzioni, un modo di guadagnare per entrambe le parti. Diventò un casino quando il nonno Getty decise di non pagare.
Mammoliti ha raccontato che Tutti i soldi del mondo ha fatto "infuriare" i suoi zii e ha aggiunto che è "la versione Wikipedia di un film. Tutto falso, una menzogna". Inoltre, tramite il suo avvocato, Barry Rothman, ha affermato che la scena in cui Paul riesce (brevemente) a fuggire appiccando un incendio, non solo è falsa, ma anche offensiva:
Non è mai avvenuto. Se accusate la famiglia dei nostri clienti di essere criminali, non dovreste mostrarli come 'gangster stupidi e falliti' che non riescono a tenere sotto controllo un sedicenne. Erano grandi criminali.
La tragica fine di John Paul Getty III
John Paul III non si è mai ripreso dai 5 mesi di prigionia e ha imboccato una parabola discendente che lo ha portato alla distruzione.
Nel 1974, appena 18enne, il giovane sposa la fotografa tedesca Gisela Zacher (anche nota come Martine Zacher) e viene diseredato. I due hanno un figlio (l'attore e musicista Paul Balthazar Getty, protagonista di Brothers & Sisters - Segreti di famiglia) e restano insieme per un paio di anni, durante i quali si trasferiscono a New York ed entrano a fare parte della crew di Andy Warhol.
In quegli anni, Paul diventa dipendente da droga e alcool e nel 1981, in seguito all'assunzione di un mix metadone, alcol e valium, entra in coma. Quando si risveglia, è quasi cieco, ha un grave disturbo della parola ed è paralizzato.
Dopo la morte del nonno (avvenuta il 6 giugno del 1976 e non subito dopo il suo rilascio), il giovane fa causa al padre per ottenere il pagamento delle costose cure mediche che gli sono necessarie. Alla fine, al suo fianco rimane solo la madre, Gail, che si prende cura di lui fino all'ultimo.
Paul muore il 5 febbraio 2011, ad appena 55 anni, nella tenuta di famiglia di Wormsley Park, nella contea di Buckinghamshire, in Inghilterra.
Fonti: Time, The New York Times, Ansa, Adnkronos, Archivio La Stampa
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