Venezia 76, Brad Pitt e James Gray si perdono nello spazio: la recensione di Ad Astra

Autore: Elisa Giudici ,

Il lato oscuro della Luna e quello degli eroi dello spazio sono la materia su cui Ad Astra - Missione classificata si prefigge di gettare luce. La storia è fittizia ma a cinquanta anni esatti dallo sbarco sulla Luna e a una sola edizione di distanza Il primo uomo di Damien Chazelle non si può non pensare a Neil Armstrong vedendo Brad Pitt viaggiare per le stelle. Il primo uomo a mettere piede sulla Luna aveva un carattere schivo, ombroso, pieno di silenziose asperità. Anche il protagonista di questo film, il maggiore Roy McBride, ha un carattere tutt'altro che espansivo, anzi: tra le stelle cerca una solitudine estrema, che lo faccia fuggire dal contatto umano. 

Ha perso molte cose e persone nel corso della sua vita, dice la voce di Brad Pitt fuori campo mentre sul suo casco sfilano via via la Luna, Marte e Nettuno. Eppure il film fatica a mettere in scena persino il suo matrimonio naufragato con Liv Tyler, che per il suo ritorno sulle scene si deve accontentare di un ruolo ancor più ancillare di quello che ricopriva in Armaggedon, per rimanere in tema spaziale.

20th Century Fox
Ruth Negga e Brad Pitt su Marte
Brad Pitti fatica a tenere il passo dei colleghi più talentuosi

Un uomo solo al centro della scena

Sotto questo punto di vista Ad Astra - Missione classificata è un film che guarda decisamente al passato, mettendo al centro un uomo di cui indaga l'interiorità e tralasciando tutto il resto del cast e delle loro storie. Questo oggetto d'indagine è Brad Pitt, che purtroppo non ha la sottigliezza necessaria per raccontare un animo tanto trattenuto con le sue micro-espressioni facciali. La sua recitazione monocorde è un fardello non da poco per il film, perché mettendolo sempre al centro della scena interpreti in vena e più incisivi come Ruth Negga ma soprattutto Tommy Lee Jones (che di Pitt interpreta il padre disperso) possono risollevare solo in parte la pellicola. 

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Non che Ad Astra - Missione classificata sia un brutto film: sarebbe difficile sostenerlo di fronte a una sceneggiatura tanto ambiziosa e a una produzione in grado di rendere plausibile il futuro che racconta. In questa realtà la Luna è un approdo commerciale per ricchi e un luogo conteso tra super potenze con atti di pirateria, mentre Marte ospita una base sotterranea permanente di proprietà statunitense. È qui che è diretto McBride, incaricato dalla società Spacecom di tentare di mettersi in contatto con il padre disperso su Nettuno, perché potrebbe avere delle informazioni vitali per salvare la Terra da un grave pericolo. 

Ad Astra - Missione classificata racconta tutte le avversità che McBride dovrà affrontare per tentare di compiere la missione. Il film è punteggiato da scene dalla tecnica impressionante, con un forte impatto visivo. Si comincia con Brad Pitt che cade per centinaia di metri da un'imponente antenna che arriva oltre l'atmosfera, si continua con uno strana richiesta di soccorso da parte di una navicella e un attacco pirata sulla Luna (che ricorda molto certi passaggi del bellissimo Luna di Ian McDonald). Queste scene sono il pinnacolo del film, in cui James Gray dimostra la sua bravura di regista. 

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Come sceneggiatore però alterna alcuni passaggi mirabili a parti meno solide, che fanno scadere il film nell'improbabile e che soprattutto sembrano scopiazzate da altri titoli fantascientifici. Il punto della storia dovrebbe essere la risoluzione del difficilissimo rapporto che il protagonista ha con il padre. Astronauta ed eroe scomparso durante la sua ultima missione, il grande assente ha influenzato per tutta la vita le scelte di Roy, professionali e  personali.

20th Century Fox
Un primo piano di Brad Pitt
Brad Pitt è il protagonista di un film che prende molto in prestito da opere recenti come Gravity e Inception

Più la verità viene a galla più Roy capisce che il suo bisogno patologico di solitudine, la sua adesione totale e senza riserve alla missione (con un trasporto e un rigore che hanno del religioso e un distacco emotivo pressoché assoluto) sono tratti ereditati dal padre, eredità di cui sarebbe auspicabile disfarsi. Paradossalmente (ma anche banalmente) più si allontana dalla civiltà umana e pià Roy riscoprirà l'importanza del contatto con l'altro, la centralità dell'amore come emozione. 

È sconcertante assistere al cambiamento progressivo che porta Ad Astra - Missione classificata in prima battuta a definire l'umanità "mangiatrice di mondi", postulare la nostra assoluta solitudine nelle galassie e poi fare marcia indietro e servirci il solito compitino sull'amore. Lo è ancor di più constatare che l'introversione patologica di cui soffre Roy, la sua ossessione verso la figura paterna, pescano a piene mani dal passato filmico più che personale. 

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C'è un combattimento che non può che ricordare Inception, è impossibile non pensare a Solaris e talvolta 2001: Odissea nello spazio. Il film verso cui ha il debito più enorme è però Gravity, di cui sembra la versione declinata al maschile. Ad Astra - Missione classificata è insomma composto di tanti elementi, alcuni pregevoli, altri no, mal amalgamati tra loro. Soprattutto sul finale il film incappa in una serie di soluzioni davvero poco credibili e banali. 

Non è semplice dare una valutazione a questa pellicola perché alterna picchi e abissi qualitativi ed è difficile stabilire un livello medio. Rimangono poche certezze: una di queste è che Brad Pitt è bocciato su tutta la linea. Con un altro attore forse le cose sarebbero andate diversamente. Forse però quel che più manca a questo film (e all'intera filmografia di James Gray) è una direzione precisa verso cui muoversi, un'impronta stilistica o una bussola morale che rendano ogni sua singola opera parte di un tutto più organico, un percorso coerente. 

Così come il suo protagonista James Gray sembra un uomo competente in missione sì, ma senza che i contorni o contenuti della stessa gli siano totalmente chiari o gli suscitino un trasporto emotivo. Ad Astra - Missione classificata uscirà nei cinema italiani il 26 settembre 2019.

Commento

cpop.it

65

James Gray confeziona un film tecnicamente ambizioso ma che sa già troppo di visto e senz'anima: Ad Astra sembra venire da un'epoca ormai conclusa e che cinematograficamente ha poco da dare.

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