Con le ultime proiezioni di oggi 6 settembre 2019 (La mafia non è più quella di una volta e Waiting for the Barbarians) si chiude ufficialmente la corsa al Leone d'Oro alla Mostra d'arte cinematografica di Venezia. In attesa di conoscere il verdetto dei giurati capitanati da Lucrecia Martel (che si riuniranno stasera alle 20 per decidere chi vincerà il Leone e le Coppe Volpi) è arrivato il momento di fare qualche bilancio.
Come ogni anno bisogna chiedersi quali saranno i film che ricorderemo di questa edizione, magari tentare di indovinare se dal Lido partirà la corsa di qualche lungometraggio per la notte degli Oscar. Chi ha deluso e chi ha sorpreso a Venezia 76?
Anche quest'anno ho visto e vi ho raccontato tutti e 21 i film in corsa per il Leone d'Oro, testando anche qualche titolo meritevole fuori concorso e nelle sezioni collaterali. Ecco quali sono - a mio sindacabilissimo giudizio - i film tenere da non perdere all'arrivo nelle sale e quali invece evitare.
Venezia 76: i film migliori del concorso
Stavolta Venezia 76 ha fatto i compiti a casa: la qualità del concorso veleggia quasi sempre su livelli medio alti e raramente è capitato di vedere in sala brutti film. Spicca l'assenza di scult e autentiche ciofeche, ma purtroppo manca un film incontestabilmente sublime che raccolga il plebiscito della stampa.
In Italia questo ruolo lo sta giocando J'Accuse di Roman Polanski, ma all'estero la pensano diversamente. Personalmente ho amato il nuovo Polanski, ma il film che mi ha più emozionato dell'edizione è stato Marriage Story di Noam Baumbach, che ritroveremo facilmente agli Oscar. Discorso simile si può fare per Joker, che è arrivato come vincitore annunciato e non ha deluso le aspettative: chi scrive l'ha trovato un po' troppo furbo, ma tecnicamente è incontestabile, così come nella sua performance attoriale principale.
Un titolo divisivo ma comunque suggestivo è Ema di Pablo Larraín, tutt'altro che perfetto ma tutt'altro che trascurabile nel suo essere potente e sperimentale. Sul fronte italiano invece il migliore titolo visto in Mostra è Martin Eden di Pietro Marcello, importante e ben fatto, anche se sbavato sul finale.
Segnalo infine tra i titoli fuori concorso l'intenso e adrenalinico Mosul, una pellicola di guerra assolutamente imperdibile per i fan del genere.
Venezia 76: i film peggiori del concorso
Tragedie, psicodrammi e scult quest'anno in Laguna non se ne sono visti, ma inevitabilmente qualche grande nome ha finito per deludere. Per esempio personalmente non ho amato Ad Astra: pur mettendo insieme quattro o cinque scene potenti e tecnicamente impressionanti, narrativamente sembra la scopiazzatura di tante altre pellicole ambientate nello spazio.
Che dire poi dell'incolore Wasp Network? Da Olivier Assayas ci si aspettava un nuovo Carlos, invece è arrivato solo un film dalla storia interessante ma privo di mordente. Tra i titoli fuori concorso c'è forse la pellicola più scarsa vista dalla sottoscritta al Lido. Seberg è un compitino che non rende giustizia all'icona di Jean Seberg e non aiuta Kristen Stewart a dare una buona interpretazione.
Anche tra gli italiani c'è chi delude. Personalmente non ho amato Il sindaco del rione Sanità per la sua commistione del classico Eduardo De Filippo alla pacchianeria contemporanea dei boss, ma c'è chi lo ha lodato proprio per questo; punti di vista. In pochi però hanno difeso A Herdade, imponente film portoghese che brilla nella prima metà ma si trascina morente nella seconda parte, diventando un supplizio.
Questi sono i miei verdetti dal Lido, in attesa di conoscere il giudizio della giuria.
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