La stella di Robin Williams (scomparso nel 2014) brillerà per sempre nel firmamento di Hollywood (e non solo) grazie a interpretazioni brillanti in pellicole amatissime dai fan come L'attimo fuggente, Patch Adams, Jumanji, Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre, solo per citarne alcune.
Un film che però, forse più degli altri, ha segnato la sua straordinaria carriera è stato Will Hunting - Genio ribelle (titolo originale Good Will Hunting, 1997), grazie al quale Williams, interpretando il sensibile professor Sean Maguire, si è aggiudicato il premio Oscar come miglior attore protagonista.
Diretto da Gus Van Sant, Will Hunting - Genio ribelle vede come protagonista Matt Damon nei panni di Will, un ragazzo orfano e prodigio che vive nella periferia di Boston e che lavora come addetto alle pulizie del famoso MIT (Massachusetts Institute of Technology). Ai suoi problemi relazionali (che gli consentono di avere pochi ma fedeli amici) e ai suoi piccoli guai con la giustizia, fanno da contraccolpo grandissime capacità nella matematica e in ogni campo dello scibile.
Le sue grandi doti vengono notate da un professore universatario che decide di tenerlo lontano dai guai, garantendogli la libertà a patto che frequenti periodicamente uno psichiatra capace di aiutarlo a risolvere i suoi problemi irrisolti (abusi durante l'infanzia, etc.) e a tenerlo lontano dalla strada. Questo professore è Sean Maguire (Robin Williams), che dopo un'iniziale reticenza da parte di Will, riuscirà a instaurare con lui un rapporto sincero e profondo, capace di aprirgli finalmente la strada verso un futuro degno di essere vissuto e senza paura di vivere l'amore con la ragazza di cui si è profondamente innamorato.
Uno dei più grandi momenti della pellicola è rappresentato sicuramente dal monologo del dottore Maguire che, nel corso di una seduta all'aperto con Will, lo accusa di argomentare solo grazie a tutto quanto appreso dai libri, ma di essere incapace di emozionarsi, di emozionare e di provare sensazioni reali e non derivanti dalla mera lettura di polverose pagine. Un monologo passato alla storia del cinema, capace di emozionare e, soprattutto, di indurre alla riflessione gli spettatori più attenti e sensibili.
- Il monologo di Will Hunting - Genio ribelle: come nasce il bellissimo discorso di Sean Maguire/Robin Williams
- Il monologo di Will Hunting - Genio Ribelle: il testo integrale in italiano
- Il significato del discorso di Sean Maguire: il cambiamento di Will
Il monologo di Will Hunting - Genio ribelle: come nasce il bellissimo discorso di Sean Maguire/Robin Williams
Il celebre monologo di Will Hunting - Genio ribelle si innesta all'incirca a metà del film, nel corso di una delle sedute che un coraggioso professor Maguire intraprende con Will, portandolo all'aperto e non nel suo piccolo e claustrofico studio. Su una panchina dello splendido Boston Public Garden, assistiamo così a un'autentica lezione di cinema. E di vita. Dopo aver visto un suo dipinto, Will ha profondamente colpito Maguire che si sente ferito da come il giovane con poche parole abbia fatto a pezzi la sua vita, segnata dal profondo dolore causatogli dalla morte della moglie, scomparsa per via del cancro.
Un'attenta riflessione, però, induce il nostro professore a rendersi conto di come ogni parola, ogni giudizio, ogni pensiero di Will sia profondamente influenzato da tutto ciò che il giovane ha letto nei libri, e che quindi non sono frutto di esperienze, di viaggi, di sensazioni personali.
Maguire vorrebbe che il giovane si aprisse con lui per sconfiggere definitamente i fantasmi di un passato che hanno in comune (ad esempio, gli abusi subìti in tenera età) e per aiutarlo a utilizzare le sue grandi doti nella matematica per costruire un futuro in cui sia ben lontana la paura di soffrire a causa delle altre persone.
Il monologo di Will Hunting - Genio Ribelle: il testo integrale in italiano
In apertura dell'articolo potete gustarvi il monologo/monito di Sean Maguire in lingua originale, mentre di seguito potete ammirarlo in lingua italiana con Robin Williams doppiato da uno straordinario Carlo Valli, che con la sua voce ha contribuito a donare grande emozione all'interpretazione del compianto attore statunitense.
Ecco, dunque, la versione italiana accompagnata dalla trascrizione nella nostra lingua:
Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti... Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il Papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto... Mai visto. Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta... ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Sei uno tosto.
E se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh? "Ancora una volta sulla breccia, cari amici!"... ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l'ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto. Se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile... non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell'Inferno.
Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d'ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine "orario delle visite" non si applica a te. Non sai cos'è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso: dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo, e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé, vedo un bulletto che si caga sotto dalla paura. Ma sei un genio, Will, chi lo nega questo. Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo.
Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo. Sei orfano giusto? Credi che io riesca a inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei, perché ho letto Oliver Twist? Basta questo ad incasellarti? Personalmente, me ne strafrego di tutto questo, perché, sai una cosa, non c'è niente che possa imparare da te che non legga in qualche libro del cazzo. A meno che tu non voglia parlare di te. Di chi sei. Allora la cosa mi affascina. Ci sto. Ma tu non vuoi farlo... vero, campione? Sei terrorizzato da quello che diresti... A te la mossa, capo.
Il significato del discorso di Sean Maguire: il cambiamento di Will
La verità fa sempre male, ma è necessaria per poter affrontare il passato, gettarsi a capofitto nel presente e tentare di costruire un futuro.
Il cambiamento del volto di Matt Damon/Will Hunting, che da sicuro di sé diviene man mano sempre più cupo, riflessivo e preoccupato, è sicuramente testimone di ciò. La lezione di vita offerta dalle parole di Sean Maguire offre a Will la possibilità di un cambiamento, che da ragazzo sbruffone e apparentemente troppo sicuro di sé riesce infine ad ammettere la propria insicurezza, la propria debolezza. Non solo. Will, grazie al discorso di Sean, riesce finalmente a rendersi conto di come tutto quello che può leggere nei libri sia pari a nulla se non supportato dall'esperienze che solo vivere una vita reale può offrire.
Will comprende che solo facendo delle esperienze è possibile davvero conoscere l'arte, le donne e soprattutto l'amore. Il resto è una mera lettura di parole proferite da altri e che, pur arricchendo la nostra mente, forse non sono in grado di arricchire il nostro cuore.
Palesemente perfetta è la costruzione del discorso di Sean, non solo grazie all'aiuto di esempi perfetti e molto vicini alla vita vissuta del giovane Will, ma anche di pause e silenzi che rendono perfettamente il travaglio interiore che attraversa il nostro protagonista, alquanto sorpreso e messo alle strette dalle parole calzanti del suo psichiatra. La scena si conclude con Sean che lascia Will da solo per fargli prendere una decisione molto importante, non prima di ricordargli che c'è di più nella vita oltre alla matematica e ai numeri. E che, soprattutto, se ha la possibilità di stare con la donna che ama (ricordiamo che Sean ha tragicamente perso sua moglie), non dovrebbe gettare al vento questa grandiosa opportunità.
Senza svelare il finale di Will Hunting - Genio ribelle (per i pochi che non hanno ancora visto questa apprezzatissima pellicola), vi invitiamo a gustarvi non solo il famoso monologo di Maguire/Williams, ma anche il resto del film capace di catturare il cuore del pubblico senza far leva su momenti eclatanti quanto sulla semplicità dei dialoghi e sulla brillante interpretazione dei suoi attori.
Una su tutte quella di un'eterna stella: Robin Williams.
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