È successo un guaio, recensione: la Storia siamo noi, noi siamo la Storia

Una famiglia di investigatori insolita, fantasmi del passato nazionale e scelte che cambiano il presente: E' successo un guaio

Autore: Manuel Enrico ,

La memoria è corta, quando si tratta di ricordare capitoli bui del nostro passato recente. Molto più facile dimenticare, lasciare che la polvere nasconda e andare avanti come se niente fosse. Vale tanto per i grandi eventi quanto per le nostre più piccole vicissitudini personali, con ferite coperte da illusioni di normalità o pensieri che graffiano ai limiti dell’anima, faticosamente tenuti a bade sino a quando non arriva una rivelazione inevitabile: È successo un guaio. Una sberla in faccia che ti impedisce di distogliere lo sguardo, scagliata con la stessa forza con cui Lorenzo Palloni ci catapulta nella vita della famiglia Malocchi.

Quale modo migliore di raccontare la Storia, dell'intrecciare le sue ripercussioni sul presente, e affidarla alla voce di personaggi atipici ma straordinariamente concreti? E’ questa la vera forza di E’ successo un guaio, una perfetta sintesi tra reale e fiction, tra ombre del passato sociale e quotidiano personale che si intersecano per dare vita a una lezione di educazione civica sui generis.

Guai e verità per la famiglia Malocchi

La famiglia Malocchi gestisce, in una città portuale italiana non meglio definita, un’agenzia di investigazioni. Dopo la morte del padre, la responsabilità di mandare avanti la baracca è ricaduta sulla madre, che coordina le attività delle due figlie, Jo e Dami, mentre il fratello Kris, nonostante sia la mente investigativa più raffinata della famiglia, si è discostata dall’attività, preferendo lavorare come custode per la villa di una ricca famiglia della città.

Non una missione semplice, quella dei Malocchi, che dietro la facciata di squadra investigativa deve affrontare anche profonde ferite personali. Kris, deturpato da una cicatrice infertagli da forze dell’ordine violente, si è come allontanato dal mondo vedendo nella sicurezza della sua mansione da custode un comodo isolamento, interrotto solamente dagli incontri con il suo terapista.

Jo, apparentemente la più granitica della famiglia, si divide tra il suo ruolo di investigatrice e le incombenze di madre, in un delicato equilibrio che sembra impedirle di trovare uno spazio in cui possa esser veramente libera. Tanto che nemmeno il suo unico attimo di rivendicazione personale, concedersi un privatissimo ballo in bagno prima di una doccia ristoratrice, pare le sia concesso, interrotto da richieste dei figli, cui l’energica e affranta donna risponde con un furioso:

Nemmeno più questo mi lasciano. Nemmeno ballare al cesso

Non che vada meglio a Dami, che pare incapace di gestire la propria vita intima. Una relazione che viene minata dal suo atteggiamento sfrontato, reazione all’esigenza di non essere invisibile, ma di venire percepita come donna e sentirsi apprezzata, desiderata. Una necessità che la spinge a flirtare con altre donne, a mostrarsi spavalda e ironica, maschera dietro cui nascondere le proprie fragilità, nate da un travagliato passato familiare, che la ha allontanata dalla divisa di poliziotto e alla presa di coscienza della propria sessualità.

Questi tre personaggi, con le loro ferite, si trovano coinvolti, loro malgrado, in un’indagine che affonda il proprio mistero in uno dei capitoli più dolorosi del recente passato nazionale. Quando una serie di esplosioni che coinvolgono ridere extracomunitari spezza la tranquillità della città, l’agenzia Malocchi viene ingaggiata dalla famiglia di una di queste inconsapevoli micce, uno di questi strumenti disumani, in cerca di una giustizia che apparentemente le forze di polizia non intendono perseguire.

Tra esplosioni, inganni e ferite del passato che tornano a tormentare il presente della famiglia Malocchi, Lorenzo Palloni intreccia una storia che unisce il personale alla memoria storica, mettendo i protagonisti davanti scelte che cambieranno non solo la loro vita ma quella dell’intera città.

Il fumetto come ritratto della società

È successo un guaio è la riconferma del talento di narratore di Lorenzo Palloni, una maestria che si basa sulla sincerità e trasparenza con cui avvicina il lettore. Che si tratti di analizzare momenti storici particolarmente intensi o di raccontare le avventure di pirati, Palloni non sforza la storia per spingerla dove vuole, ma ne protegge l’essenza, la arricchisce di sfacettature e ne sporca la facciata con brutture quotidiane che la rendono ancora più concreta, più vicina al lettore. Perché come ci ha ricordato lui stesso in una recente intervista:

Possiamo raccontare il presente anche con fiction a fumetti, ma in questo sono le sbavatura a essere interessanti

Sbavature che possono essere ritrarre imperfezioni dei personaggi, rendendole l’incudine su cui forgiare affascinanti personalità, perfetti strumenti per analizzare il nostro presente. E’ successo un guaio non si limita ad essere un’indagine, una crime story che strizza l’occhio ai maestri del genere , ma vuole ritrarre un mondo attuale, puntando lo sguardo su notizie che passano in sordina e facilmente dimenticate, che nelle mani di Palloni diventano un impietoso ritratto della nostra Italia.

Sporca, ingiusta e pavida, in cui un hobbesiano homo homini lupus sembra essere la legge imperante. Una nazione figlia di una memoria labile, che dimentica consentendo all’ignoranza emotiva di dominare, facendo riemergere oscurità della coscienza nazionale che si speravano dimenticate, ma che attendono solo oscuri momenti per trovare terreno fertile per rinascere. Palloni non si volta dall’altra parte, dipinge con spietata chiarezza queste serpeggianti tensioni, ne fa la usa lingua e le sbatte in faccia alla famiglia Malocchi, che non viene intimorita, ma anzi, reagisce, cura le proprie ferite e le proprie incomprensioni ripartendo dall’ambiente più complesso, difficile e sicuro: la famiglia.

Nella visione di Palloni, la famiglia è al contempo banco di prova e rifugio, sa colpirti con spietata lucidità per poi fare cerchio e proteggerti dal mondo. In E’ successo un guaio, è proprio questa la forza dei protagonisti, prendersi cura gli uni degli altri anche tramite battute e derisioni, sostenersi dopo avere demolito le difese di fratelli e sorelle per costringerli brutalmente a prendere coscienza della propria fragilità.

Ritratto di famiglia

La ricchezza narrativa di È successo un guaio è resa magnificamente dalle tavole di Palloni, un bianco e nero ruvido e sporco come la storia che incarna al meglio questo caleidoscopio umano. Le espressioni dei protagonisti sono specchio delle loro emozioni, trasmettono le intense pulsioni dei loro caratteri e sembrano esplodere fuori dalla pagina, coinvolgendo lo spettatore. Una vitalità che diventa travolgente nelle sequenze più dinamiche, che grazie al tratto veloce e incisivo di Palloni sembrano fare proprio la lezione del poliziottesco in termini adrenalinici, dando vita a tavole esplosive.

È successo un guaio è inserito da saldaPress all’interno della collana Maèstro, che in passato ha già ospitato lavori di Palloni. Contrariamente al tradizionale formata della serie, E’ successo un guaio viene presentato come volume cartonato con alette, con una grafica accattivante che ben si sposa col tenore della storia. Un primo passo incoraggiante per quella che promette di essere una serie di più ampio respiro, ideale per mettere in mostra il talento di uno dei migliori autori del nostro panorama fumettistico.

Commento

Voto di Cpop

90
Quale modo migliore di raccontare la Storia, dell'intrecciare le sue ripercussioni sul presente, e affidarla alla voce di personaggi atipici ma straordinariamente concreti? E’ questa la vera forza di E’ successo un guaio, una perfetta sintesi tra reale e fiction, tra ombre del passato sociale e quotidiano personale che si intersecano per dare vita a una lezione di educazione civica sui generis.

Pro

  • Trama avvincente
  • Personaggi ben ideati
  • Ritmo narrativo coinvolgente
  • Tratto curato

Contro

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