Disponibile in store online e nelle fumetterie dal 1 ottobre 2024, Awarè è il nuovo titolo nato in casa Star Comics per l'etichetta Astra: scritto da Alessandro Atzei e Manuele Morlacco, disegnato da Lidia Bolognini, la storia si presenta come un racconto corale, nonostante vi sia un protagonista vero e proprio.
Il nostro eroe moderno è un giovane dalle caratteristiche zoomorfe, il risoluto Awaré, accompagnato nella sua avventura da due amiche e sue salvatrici, Moroi e Rebi: assieme porteranno avanti una battaglia, sia personale che universale, atta a ricucire rapporti ed abbattere le difficoltà comunicative tra individui.
Pronti a restare catturati dalla magnificenza di Awarè?
- Nessun adulto parla, a parte me...
- Ispirazioni e tramonti: analisi dello stile
- Un tratto morbido, per una storia profonda e scottante
- Dettagli sul volume
Nessun adulto parla, a parte me...
Una bicicletta, un paio d'orecchie color arancio, il tramonto che avvolge la città silente con il suo calore dorato: ha così inizio il nostro viaggio nella vita di Awarè.
Awarè è un ventenne che lavora part time per un locale specializzato nella preparazione di udon, il bisabing, ama strimpellare la sua chitarra, malgrado non vi sia nessuno ad ascoltarlo: abbandonato dai suoi genitori in tenera età, il giovane musicista ha trascorso la sua vita immerso in una coltre di solitudine, una sorta di segregazione non dovuta solo alla propria condizione di orfano.
Difatti, Awarè si sente solo a causa di una sua peculiarità: fra tutti gli abitanti dell'isola, il giovane chitarrista risulta uno dei pochi a possedere ancora una bocca.
Mangia, canta, fa smorfie, comunica usando come strumento le corde vocali, da' forma alle sue idee sfruttando la voce e sarà proprio quest'ultima a permettergli di fare del bene, laddove la voce è stata lo strumento più veloce per diffondere l'odio: poiché a Mok Mok, in seguito ad un incidente avvenuto anni prima, gli abitanti hanno spontaneamente rinunciato alla facoltà di parlare.
E così è stato, sino ad ora.
C'è silenzio sull'isola di Mok Mok: un silenzio avvolgente che lascia spazio solo al tap-tap delle dita che smanettano sugli smartphone, dispositivi che permettono agli abitanti di comunicare tra loro: immerso in quest'atmosfera onirica, Awarè è intento a portare a termine le consegne, quando s'imbatte nella bella e dolce fiorista Komorebi (per gli amici Rebi).
Ed è un colpo di fulmine d'amicizia: da quel momento in poi, i due trascorreranno giornate all'insegna di affetto e musica, finché Rebi non rivelerà ad Awarè un segreto.
Lei vuole riprendersi la bocca, vuole poter cantare le canzoni della madre, vuole poter comunicare come si sente attraverso la voce.
Malgrado inizialmente appaia impossibile, il nostro giovane eroe non si arrende: risoluto e coraggioso, prende a fare ricerche, analizzare i fatti inerenti a quella fatidica notte di 20 anni fa, approfondendo l'oscuro passato reso ancor più fumoso dalla scarsità di notizie a riguardo.
Giunto alla conclusione che accontentare Rebi potrebbe rivelarsi davvero impossibile, persino Awarè sta per gettare la spugna, finché il suo cammino s'intreccia con quello di Moroi, il deus ex machina dell'intera vicenda.
Occhi cerulei e capelli del color del cielo, la fanciulla rivela quasi sin da subito di conoscere Rebi, ma non volerla incontrare: le due, a causa di infelici trascorsi, hanno eretto un muro di silenzio e non si parlano da tempo. Eppure, malgrado le circostanze siano dolorose per tutti, Awarè le promette di non intromettersi.
Figlia scontenta del sindaco, la bella e introversa Moroi apporterà non pochi cambiamenti nella vita di Awarè, sia sul piano sentimentale, sia inerenti al desiderio della stessa Komorebi, aiutando il giovane a scandagliare le verità nascoste che si celano dietro i proclami dell'epoca.
Potrà Komorebi riappropriarsi della propria voce? Riuscirà Awarè a far luce sulla vicenda? Quale verità si cela dietro le azioni del sindaco?
Ispirazioni e tramonti: analisi dello stile
Awarè è una carezza al cuore: un volume unico cromaticamente perfetto che, a dispetto della giovane età dei suoi creatori, racchiude un significato profondo.
La trama ruota tutta attorno alla forza dei legami e alla consapevolezza che, malgrado le parole abbiano il potere di ferire nel profondo, è necessario comunicare al fine di ricucire i rapporti, veicolare amore, esternare sentimenti: tematiche profonde per un tratto delicato, morbido, a cavallo tra due mondi diversi, quello occidentale di Guarnido e quello orientale di Kohei Horikoshi.
Con la sua empatia e voglia di fare del bene, senza mai risultare esagerato o patetico, Awarè si fa ambasciatore di un messaggio unico nel suo genere: l'impatto che le parole hanno sulla vita di uno o più individui, sia nel bene, che nel male.
Nel corso della lettura, rapiti dalla meraviglia delle illustrazioni a colori, il lettore viene invitato a mettere da parte preconcetti e pregiudizi, poiché l'incipit della storia è già di per sé duro da digerire:
A causa di una forma di odio razziale nei confronti di alcuni abitanti considerati impuri, un gruppo di fanatici del sangue diede fuoco ad un ospedale, uccidendo decine di persone, tra cui 19 bambini: sicché, il sindaco di Mok Mok convinse la popolazione a rinunciare alla parola per fare ammenda.
E se inizialmente la trama ci pone dinanzi ad un uso scorretto e malvagio del linguaggio, portatore di morte e distruzione, a metà del nostro tragitto è chiaro l'intento degli autori, come specificato anche durante la nostra intervista:
Come speriamo si capisca nel corso del libro, tuttavia, smettere di parlare non risolve nessun problema. Anzi, la parola stessa può essere il mezzo per ricucire ciò che si credeva ormai infranto.
Awarè, uno dei pochi a possedere ancora la bocca e la facoltà di linguaggio, si dimostra risoluto nel voler trovare un modo per aiutare le sue due amiche, ancore di salvezza che, nel momento peggiore, sono state in grado di salvarlo dalla solitudine: due vecchie conoscenze che, a causa di dissapori passati ed episodi di bullismo, hanno finito con l'erigere un muro-di-non-detto che fatica a crollare.
Il giovane dapprima tenta di assisterle e sostenerle singolarmente nelle loro aspirazioni ed obiettivi, finché non si rende conto di poter fare di più: adoperarsi per farle incontrare, così da appianare divergenze e vecchi timori.
Ed ecco che la parola assume tutto un altro significato, aprendo gli occhi a entrambe ed illuminandone il cammino: la fitta nebbia di silenzio che pareva averle inghiottite svanisce, il nodo in gola si scioglie in un caldo abbraccio tra le due.
Quanto è fondamentale parlarsi, sebbene si sia impossibilitati nel proferir parola?
Il bisogno di parlarsi, di esternare ciò che si prova senza averne paura, senza perdere di vista i sentimenti della persona con cui parliamo.
Awarè è un grido a non restare in silenzio, a battersi per la propria libertà di parola ed espressione, a porgere l'altra guancia e non fermarsi alla prima impressione: in una società in cui, talvolta, ci viene imposto di star zitti, in cui la messaggistica istantanea sta prendendo il sopravvento, talvolta modificando anche le abitudini più radicate, scegliere di usare la propria voce e comunicare, anziché alzare una parete di silenzio, può certamente fare la differenza.
Un tratto morbido, per una storia profonda e scottante
La bellezza di Awarè non è da ricercare esclusivamente nelle emozioni che una storia così profonda è in grado di donarci, bensì anche e soprattutto nell'analisi e ricerca che c'è dietro un prodotto così ben equilibrato: in tal caso, ci teniamo ad esprimere gratitudine nei confronti dei 3 autori che, grazie ad un ottimo gioco di squadra, sono stati in grado di dar vita ad una trama originale, arricchita da illustrazioni di rara bellezza.
Manuele Morlacco e Alessandro Atzei, sceneggiatori di Awarè, si sono lasciati ispirare dal maestro Inio Asano nella costruzione del layout di pagina, ed il piglio registico che ne deriva è prova di un lavoro egregiamente svolto: altra ispirazione, secondo quanto dichiarato, è stato 20th Century Boys (Urasawa), malgrado
la versione definitiva di Awarè sia molto diversa dall'idea iniziale che avevamo: lascia più spazio alla componente umana.
Con uno squisito gioco di luci, ombre e colori, Lidia Bolognini è stata in grado di portare in vita i personaggi: il focus sull'espressività è evidente, nonché fondamentale considerando che, nella maggior parte dei casi, sono atteggiamenti ed espressioni dei protagonisti a comunicare, piuttosto che le parole.
Un tratto morbido e ben calibrato, quello della Bolognino, che accoglie in sé non solo la malleabilità di Horikoshi, ma anche la delicatezza di Keigo Shinzo e Hiro, nonché la palese (e apprezzatissima) ispirazione alle opere di Juanjo Guarnido e Samuel Spano.
Amo il disegno e la possibilità che questo mi regala di creare mondi e personaggi, così ho cominciato a plasmare negli anni il mio stile avvicinandolo a quello dei disegnatori che più apprezzo.
L'artista, grazie all'attenzione destinata agli sguardi e ai gesti dei personaggi, arricchisce l'opera di ulteriore profondità, riuscendo a far comunicare tra loro anche personaggi privi di voce: operazione non da poco e assolutamente da premiare.
Dettagli sul volume
Awarè: da mono no aware, che in italiano potrebbe essere tradotto con un sentimento di profonda nostalgia e partecipazione emotiva nei confronti della bellezza della Natura, forza in grado di mutare all'infinito.
Nonostante il volume brossurato appaia al lettore molto simile ad un manga, il formato è leggermente più grande, a metà tra un manga ed un volume d'altro genere: oltretutto, malgrado rientri perfettamente nella categoria JapStyle, il verso di lettura è tutto occidentale.
In conclusione, malgrado gli autori ci abbiano tenuto a specificare che non scriveranno più storie in cui i personaggi non parlano, ci auguriamo di rivederli assieme, in futuro, per regalarci nuove emozioni e storie ricche di spessore, adatte sia ad un pubblico adulto, sia ai più piccini: storie vere, che fanno leva sull'emotività del lettore, in grado di spingerci a riflettere, domandandoci a più riprese:
E se fossimo, un giorno, deprivati della facoltà di esprimerci e comunicare, faremmo di tutto per riottenerla?
Commento
Voto di Cpop
80Pro
- Illustrazioni meravigliose.
- Ottimo scelta di colori.
- Trama intrigante, originale.
- Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi: espressivi, anche se senza voce.
Contro
- Peccato sia un volume unico: il finale è un po' frettoloso.
- Non osa abbastanza, quando potrebbe benissimo farlo.
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