Good Omens, il cult novel del 1990 scritto da Neil Gaiman e Terry Pratchett, è stato ampiamente acclamato per la sua rilettura dell'Armageddon biblico con uno stile degno dei Monty Python. L'adattamento televisivo Prime Video, il servizio streaming di Amazon, ha introdotto dettagli intelligenti rispetto al romanzo originale.
La piacevole sorpresa è che anche la seconda stagione di Good Omens, consapevole di trovarsi in un territorio narrativo inesplorato per la moderna fanbase che ama intensamente i due protagonisti e il loro rapporto, continua a intrattenere mantenendo intatta la straordinaria vena comica.
Good Omens 2 è tra le più attese uscite di luglio di Prime Video e affronta questo nuovo capitolo con una trama del tutto originale, dando una risposta a: come si prosegue una storia dopo aver evitato l'Armageddon? O ancora: quale posta in gioco più grande potrebbe esserci della letterale fine del mondo?
Di cosa parla Good Omens 2?
Sapete come vanno le apocalissi: non si fa in tempo a evitarne una, che subito un'altra incombe. La scomparsa di un arcangelo, di per sé, basterebbe a generare scompiglio in Paradiso e all'Inferno catapultati nel caos. Se poi, sulla Terra, lo stesso arcangelo Gabriele (un brillante Jon Hamm molto naif) si presenta - nudo e affetto da amnesia - alla porta della libreria dell'angelo Aziraphale, c'è abbastanza materiale per supporre che anche la seconda stagione di Good Omens sarà amata come la precedente.
Gabriele, infatti, ha perso del tutto la memoria (viene temporaneamente ribattezzato Jim), ma avverte Aziraphale e Crowley di un imminente catastrofica minaccia. La coppia dunque cerca di nascondere la presenza dell'arcangelo ai rispettivi superiori di Paradiso e Inferno, il demone Shax (interpretato da Miranda Richardson) e l'Arcangelo Michele (Doon Mackichan).
Ed è nell'attuare questo piano che il rapporto tra i due si sviluppa e si approfondisce. Il tono è sfacciatamente romantico, tanto da essere quasi stucchevole, ma con così tanto talento attoriale coinvolto, è impossibile non divertirsi: ogni volta che Michael Sheen e David Tennant sono insieme sullo schermo, ogni cosa passa in secondo piano.
La chimica tra Sheen e Tennant è strepitosa e viene trasmessa senza sbavature ai due rispettivi personaggi. Nonostante Aziraphale e Crowley mantengano il loro carattere leggermente timoroso da un lato e scontroso dall'altro, si percepisce facilmente dai dettagli (come l'aumento delle volte in cui Crowley chiama Aziraphale "angelo" e l'attenzione posta sui processi di innamoramento umani) che gli sceneggiatori in questa stagione hanno voluto strizzare gli occhi agli appassionati della coppia nel senso stretto del termine.
Il rapporto platonico, giocoso e leggermente flirtante tra Aziraphale e Crowley è sempre stato un elemento affascinante di Good Omens, sia nel libro che nella serie. La nuova stagione enfatizza l'idea che, più di qualsiasi soddisfazione nel compiere i loro compiti in cielo e all'inferno, è la reciproca affezione che dà loro forza nel corso dei millenni. In fondo, entrambi hanno rinunciato alle rispettive fazioni, saranno soltanto loro due fino alla fine dei tempi. Cos'altro dovrebbe essere questo, se non amore nel più puro dei suoi significati? In altre parole, ineffabile.
La gestione della trama
La seconda stagione di Good Omens è chiaramente una character-driven story. La rivelazione del mistero riguardante Gabriele avviene in modo non lineare, con piccoli dettagli svelati nei sei episodi e poi, infine, il quadro completo appare tutto in una sola volta.
Gli eventi che vengono mostrati in pochi minuti sullo schermo avrebbero potuto essere distribuiti lungo l'intera stagione, ma gli autori hanno saggiamente evitato di spostare l'attenzione dai due protagonisti ineffabili.
Inizialmente, la trama potrebbe sembrare un po' scarna, infatti ha bisogno di essere ampliata da altri due elementi narrativi: oltre alla storia di Gabriele/Jim, vengono rivissute alcune avventure di Aziraphale e Crowley attraverso i secoli, grazie a dei flashback definiti "minisodes" da Gaiman stesso.
Il primo minisode, che costituisce anche la scena d'apertura della serie, racconta di quando Crowley era ancora un angelo, sfumando in grigio le rappresentazioni nette di Dio e del Paradiso e ponendo le basi per le spinose tesi teologiche che Good Omens non esita a prendere in considerazione.
Un altro minisode che vale la pena citare è A Companion To Owls, una rilettura della storia di Giobbe scritta dal co-showrunner John Finnemore, con interpreti il suocero di Tennant (e collega veterano di Doctor Who), Peter Davison, nel ruolo di Giobbe e suo figlio, Ty Tennant, come figlio di Giobbe.
La seconda sotto trama, pur avendo un ruolo squisitamente funzionale, risulta meno avvincente. In essa, Aziraphale e Crowley cercano di far sbocciare l'amore tra Maggie, la solare proprietaria di un negozio di dischi, e Nina, la scontrosa titolare della caffetteria. Le due donne sono interpretate rispettivamente da Maggie Service e Nina Sosanya, entrambe presenti anche nella prima stagione, ma che adesso tornano con nuovi personaggi.
In Good Omens 2 torna anche Miranda Richardson, che interpretava Madame Tracy, ora nel ruolo del demone chiamato Shax. Manca invece la narratrice onnisciente della prima stagione Frances McDormand. Un merito speciale va anche a Quelin Sepulveda nei panni del dolcemente innocente angelo Muriel.
Good omens. Le belle e accurate profezie di Agnes Nutter, strega.
Il mondo finirà sabato prossimo, subito prima di cena. Le armate del Bene e del Male si stanno ammassando e tutto sembra andare secondo il Piano Divino. Non fosse che un angelo un tantino pignolo e un demone che apprezza la bella vita non sono proprio entusiasti davanti alla prospettiva dell'Apocalisse.Vale la pena guardare Good Omens 2?
Assolutamente sì. E i presagi sono talmente buoni, da far sperare in una terza stagione. Certo, è debole e si vede, ma Good Omens 2 conserva gran parte di ciò che ha reso la prima stagione celebre. Inoltre, in un momento storico in cui i diritti LGBTQ+ sono sempre più messi in discussione, è potente avere uno spettacolo che abbraccia la stranezza e l'amore in ogni sua forma.
Good Omens 2 mantiene un buon equilibrio tra momenti comici, romantici e riflessioni su alcuni dei più controversi passi biblici. Malgrado questa stagione sia meno frenetica rispetto alla prima in termini di trama, gli episodi sono scorrevoli e quella perla rara che è la chimica tra Sheen e Tennant rimane intatta.
A livello visivo invece, il negozio di libri e la strada esterna hanno un'atmosfera artificiale che sa troppo di set cinematografico. La seconda stagione perde la portata epica e adatta la narrazione al raggio di un isolato che circonda la libreria di Aziraphale a Soho. Ma la produzione è avvenuta durante il Covid-19, con Gaiman che è stato schietto riguardo i tagli al budget. In compenso, si fa perdonare con il "magico" viaggio di Aziraphale in Bentley verso la Scozia.
Sembrava un compito davvero arduo superare la prima stagione e, in effetti, questa stagione procede con meno sicurezza. Inoltre, in questa seconda serie di eventi, è difficile percepire che Aziraphale e Crowley siano mai veramente in pericolo.
Viene data una visione più profonda della disfunzionale coppia di esseri sovrannaturali: l'affetto che li fa ritrovare l'un l'altro attraverso eoni di tempo, è ciò che ricorda a entrambi cosa sia davvero importante. In fondo, è un'ottima lezione anche per noi mortali esseri umani.
Commento
Voto di Cpop
80Pro
- Personaggi straordinari interpretati in modo magistrale
- I minisodes sono così belli che meriterebbero uno spin-off
Contro
- Praticamente nessuna tensione
- Visivamente c'è poca "epicità"
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