Ho creato una principessima, recensione: la guida definitiva al guilty pleasure

Ho creato una principessima è la novità manga di saldaPress: un racconto fantasy accattivante che capovolge lo stereotipo delle fiabe.

Autore: Livia Soreca ,

Cos'è che fa sentire ognuno di noi una persona veramente libera? La risposta è facile per una giovane donna come Charlotte, a cui da sempre è stato negato qualsiasi piccolo piacere della vita... O almeno fino all'arrivo del Re Demone!

Ho creato una principessima è il manga di Ichiho Katsura portato in Italia da saldaPress, disponibile in fumetteria dal 21 giugno 2024. Questo simpatico e insolito shōnen fantasy è tratto dal light novel I'm Giving the Disgraced Noble Lady I Rescued a Crash Course in Naughtiness di Sametarou Fukuda, a sua volta adattato in una serie anime di 12 episodi disponibile in streaming su Crunchyroll.

Abbiamo avuto l'occasione di leggere in anteprima i volumi 1 e 2 di Ho creato una principessima inclusi nello Starter Pack di saldaPress, provvisto di uno speciale poster dedicato all'opera: un assaggio, dunque, molto consistente per farsi un'idea più completa di quello che il manga di Katsura ha da offrirci.

Di cosa parla Ho creato una principessima?

Allen è un mago misantropo, temuto da coloro che lo circondano, e che vive nel profondo della foresta. Un giorno, il mago trova una giovane distesa a terra nella foresta. La ragazza, di nome Charlotte, sebbene innocente, è stata accusata di aver commesso azioni malvagie e di conseguenza le è stato annullato il fidanzamento ed è stata costretta a lasciare il suo paese.

Sentendo il racconto della fuggitiva, Allen ricorda un'esperienza analoga, quando venne tradito dai suoi compagni. Il ragazzo decide di far vivere la giovane con lui, con l'intento di insegnarle vizi e "dissolutezze" che la sua vita fino a quel momento non aveva certo previsto.

Se Charlotte sta alla Bella come Allen sta alla Bestia, siamo di fronte a un bizzarro capovolgimento della fiaba disneyana, poiché qui, pur lontano dalla civiltà e chiuso nel suo castello, è il misantropo e temibile Re Demone a insegnare alla giovane errante i piccoli piaceri della vita, da una semplice fetta di torta allo sfogare lo stress con un po' di sana boxe.

Le cose proibite sono divertenti... Tanto da diventare un vizio!

Allen, difatti, funge da strumento per mettere in discussione la figura femminile all'interno della fiaba e capovolgere il classico immaginario della principessa, che Charlotte - almeno nei primi due volumi - incarna ancora alla perfezione, mostrando quanto la sua gabbia sia stata finora limitante e opprimente.

Si riflette, difatti, su quanto il concetto di guilty pleasure sia in realtà relativo al contesto, alle proprie abitudini e alla propria educazione. Per questo motivo, ciò che al lettore sembra un'azione normalissima non lo è per una donna soffocata, costantemente piegata al volere degli altri, a cui basta veramente "poco" per conoscere il sapore della libertà.

Ho creato una principessima è uno slice of life dal sapore un po' romantico, inserito in dinamiche tanto divertenti quanto dolci e quasi intime. Al lettore può risultare insolita la precipitosità dell'evento scatenante, pensiero che la stessa Charlotte esprime, sottolineandone l'incredibilità.

Si tratta dunque di una scelta narrativa consapevolmente repentina, come un colpo di fulmine o un imprinting, che va volutamente ad incrementare lo straniamento della giovane protagonista al cospetto dell'enigmatico mago Allen, il quale per la prima volta si ritrova dinnanzi ai propri sentimenti per un altro essere umano.

Come due facce della stessa medaglia, i due improbabili nuovi coinquilini, investiti da una complicità materiale e pian piano spirituale, si interfacciano per la prima volta con le proprie emozioni, ma mentre Charlotte deve imparare ad esprimerle, Allen ancora non sa come incanalarle senza farle straripare.

La scelta di focalizzarsi solo su quattro personalità nei primi due volumi di Ho creato una principessima permette al lettore di affezionarsi a loro in maniera più profonda, senza lasciarsi distrarre da eventuali sottotrame e senza dover "schedare" una molteplicità di personaggi che, come spesso accade, non vengono poi presentati o caratterizzati a dovere.

Ho creato una principessima: lo stile e i tankōbon

Con un tratto pulito e preciso, sul character design di Sakura Miwabe, quello di Ichiho Katsura è un lavoro di prezioso arricchimento rispetto all'opera originale. Queste le parole di Fukada Sametarou in occasione dell'uscita del primo volume:

Certo che l'Allen disegnato dalla maestra è così irruento, mentre la sua Charlotte è così carina... è davvero tutto magnifico! [...] Sono davvero felice, perché la maestra ha aggiunto dei dettagli minuziosi anche in punti dove l'opera originale non ne pretendeva.

Una delle particolarità dello stile della maestra è la perenne e minuziosa attenzione per l'espressività dei personaggi nonostante il frequente e repentino cambio di registro. In particolare, nel secondo volume di Ho creato una principessima il tenore cambia improvvisamente in una specifica occasione: qui il voltare pagina gioca un ruolo essenziale e la tavola si presta alla resa del primo grande colpo di scena del racconto di forte impatto, durante il quale cambiano gli umori e le emozioni, visibili al solo soffermarsi sugli sguardi.

Nonostante Ho creato una principessima possa vantare un concept interessante, una scrittura accattivante e uno stile convincente, l'edizione italiana desta qualche perplessità, a cominciare dallo stesso titolo che, malgrado il buon gioco di parole in sé per sé, rischia di banalizzare il senso dell'opera.

Il gusto personale poi, misto all'individuale senso dell'umorismo, saprà dire se la parola "principessima" sia una trovata geniale o, di contro, un qualcosa che fa stridere i denti se pronunciato ad alta voce. Il design del titolo in sovraccoperta lascia a desiderare, così come il diverso posizionamento da un volume all'altro, i cui artwork invece non riescono a diversificarsi molto.

Entrambi i tankōbon presentano alcuni contenuti extra fissi: episodi bonus, racconti brevi inediti (peccato per il carattere minuscolo e difficile da leggere), le parole di Fukada in occasione delle due uscite e le rispettive postfazioni della maestra Katsura. Solo il volume 2, in aggiunta, presenta una scheda dei personaggi.

Per finire, questi riservano a lettore un'appendice piuttosto insolita, vale a dire le anticipazioni, ma mentre quelle del secondo volume si limitano a stuzzicare la curiosità, Ho creato una principessima 1 spoilera l'identità di un personaggio che, invece, sarebbe stato interessante scoprire al momento della lettura.

Commento

Voto di Cpop

78
Un racconto fantasy che capovolge lo stereotipo della principessa e del mago cattivo, una riflessione su cosa siano i piaceri della vita per sentirsi liberi: Ho creato una principessima è tutto questo e comunica al lettore con una spiritosità che lo contraddistingue. Nonostante l'edizione presenti elementi poco accattivanti, quello di Ichiho Katsura è un manga che vale la pena leggere.

Pro

  • Concept interessante
  • Il racconto intrattiene e stuzzica la curiosità
  • Buona commistione di registri
  • Character design convincente

Contro

  • Design del titolo stridente
  • Alcuni testi poco leggibili
  • Un'anticipazione fa spoiler
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