Il Gladiatore 2, recensione: Ridley Scott a Roma tra maestosità e spettacolarizzazione eccessiva

Il Gladiatore 2 è un sequel in tutto e per tutto; nel suo tentativo di ripetere e cambiare c'è sicuramente qualche spunto interessante, ma basteranno?

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Autore: Nicholas Massa ,

Tutta la grandezza de Il Gladiatore risiedeva proprio nell’epica irraggiungibile di un protagonista che pareva uscito da qualche leggenda antica, da una di quelle “canzoni” narrate dai cantori che tutti conoscono e studiano a scuola, da approfondire e comprendere fra le pieghe metaforiche delle figure utilizzate per descriverle, che lì si facevano immagini e narrazione in movimento, con tanto di frasi cult. Ne Il Gladiatore 2 questa cosa un po’ si perde, si consuma sotto il peso di un’eredità, spirituale e cinematografica, rielaborata in un lavoro che tenta di ripetere, ma anche di distanziarsi, con qualche difficoltà palese ed esagerazione.

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Ridley Scott torna a lavorare, dopo 24 anni, su una di quelle storie che già all’epoca divise esperti di storia e appassionati, confermandosi comunque come immaginario solido pure oltre il grande schermo, grazie all’altisonanza di alcuni suoi momenti narrativi che hanno fatto la storia del cinema in costume più commerciale e del blockbuster moderno e contemporaneo. È inutile girarci troppo attorno: Il Gladiatore vive e respira anche oltre se stesso, essendo riuscito a diventare qualcosa di iconico da citare e ricordare proprio per lo spirito cinematograficamente epico, e immortale in qualche modo, accennato sopra.

Proseguire partendo da un lavoro del genere, ovviamente, non sarà mai cosa facile, come anche la scelta di prendere in mano un immaginario narrativo con tantissimi anni di distanza per farne qualcosa sia di simile che di diverso.

L’uscita de Il Gladiatore 2, quindi, come anche i suoi primissimi annunci, è stata accompagnata da una serie di dubbi e perplessità generali che il grande pubblico potrà fugare o confermare alla sua uscita nei cinema, prevista per il 14 novembre 2024. Un tentativo del genere verrà ricordato a lungo sia dagli appassionati di cinema sia dai curiosi dell’ultima ora, non tanto per l’effetto nostalgia, quanto per l’audacia nell’andare a toccare un lungometraggio mai del tutto dimenticato e con un peso sulla cultura pop mondiale indiscutibile.

Repetitio adjuvat

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Ne Il Gladiatore 2 seguiremo il viaggio e le gesta del suo giovane protagonista, Annone (Paul Mescal), che, a seguito della conquista da parte dei romani di Numidia, la città in cui viveva con il proprio amore, viene fatto prigioniero. È impossibile non notare, già nella sequenza di apertura de Il Gladiatore 2, un intento speculare all’apertura della pellicola precedente.

Ci sono sempre due battaglie, pur se in questo caso Annone si ritrova dalla parte opposta dell’Impero Romano. Non ne glorifica quindi la grandezza, ma cerca di resistere alla sua sete di conquista e potere verso il mondo intero. Nell’atto di resistere, però, fallisce. Non c’è gloria per il protagonista de Il Gladiatore 2, ma soltanto perdita e sofferenza (non distanti, in questo, dal primo film), ma anche rabbia fuor da ogni limite. Da ciò si origina il percorso che lo porterà ben presto a diventare uomo alla mercé dei mercanti di esseri umani e, in seguito, gladiatore.

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Quella che anima i passi di Annone si rivela essere, almeno nella prima parte del racconto, una semplice storia di vendetta nei confronti di colui che ha conquistato il posto in cui viveva, il generale Marco Acacio (Pedro Pascal), portando alla morte della donna amata e alla perdita di ogni cosa. Col proseguire degli eventi, però, Il Gladiatore 2 mostra sempre di più i suoi obiettivi da sequel, mettendo in chiaro qual è il destino del giovane e ponendogli davanti alcune scelte e rivelazioni abbastanza prevedibili, ma comunque coerenti con il progetto in generale.

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Non solamente un seguito

Il Gladiatore 2, quindi, offre ai fan e agli appassionati un racconto dagli echi narrativi facilmente riconoscibili fin dal principio. In un lavoro che cita continuamente se stesso, cercando di ripetersi in qualche modo, s’intrecciano anche una serie di evoluzioni strettamente connesse con il mondo del potere romano, nel periodo in cui la pellicola si ambienta. Non soltanto scontri e “storie di predestinazione”, quindi, ma anche il tentativo, abbastanza generico, di mettere in scena un contesto romano altro, esterno al mondo della violenza mortale dei “giochi”, attraverso cui dare uno sguardo anche alle dinamiche di controllo che, nell’ombra, muovono i fili più importanti.

In questo senso risulta centrale il personaggio di Macrino, portato sul grande schermo da un Denzel Washington piuttosto affascinante e sfuggente, ma comunque spietato. Ecco che Il Gladiatore 2 mostra un altro lato del racconto, sicuramente più succulento e meno “ripetitivo e prevedibile”, mettendo a fuoco i tentativi di un uomo che si muove fra le pieghe del potere di una città complessa e sfaccettata, in cui tutti sembrano pensare al proprio tornaconto, lui in primis.

Nell’incontro fra Annone e Macrino si risolvono immediatamente tutte le ragioni, dirette e segrete, di un lungometraggio che guarda tantissimo al passato, cercando continuamente di trovare una quadra, e soprattutto una coerenza, con l’iconicità nostalgica del suo predecessore. Nel fare ciò, però, Il Gladiatore 2 sembra non trovare mai un vero e proprio equilibrio personale o anche un cammino chiaro, ritornando continuamente alle citazioni, dirette e indirette, e a una scrittura che vorrebbe includere tantissime cose, senza riuscirci del tutto al cento per cento.

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Il risultato si rispecchia in un percorso generalmente disordinato, in cui si notano alcuni spunti interessanti che però non restano impressi, soffocati da alcune esagerazioni generali e da una scrittura che riporta quasi sempre al passato senza aggiungere, in alcuni casi, nulla di nuovo. In questo connubio fra nostalgia e tentativi di sperimentare, Il Gladiatore 2 non trova una voce personale che sia chiara, muovendosi fra i volti di un racconto sicuramente variegato e interessante da questo punto di vista, ma mai veramente chiaro.

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Tanti sono i volti di una coralità che tenta di distinguere il racconto in corso da quello che conosciamo, spingendo Il Gladiatore 2 verso alcune risoluzioni sicuramente interessanti e importanti, ma senza troppo mordente.

Maestosità ed esagerazione

Andando oltre le trame del film, Il Gladiatore 2 resta comunque uno spettacolo in tutto e per tutto, facendo dell’intrattenimento da grande schermo uno dei suoi punti di forza indiscussi. Quando si scende nell’arena al fianco di Annone, tutto cambia: tutto si vota alla spettacolarizzazione più maestosa e allo stesso tempo elementare che si possa immaginare, tutto si cancella in funzione di quei momenti inquadrati da un regista che conosce molto bene ciò che vuole trasmettere.

Siamo ancora una volta in uno dei “teatri antichi” più famosi di sempre, ancora a contatto con la morte e con l’acclamazione di un pubblico che dona la gloria ai più coraggiosi e sinceri. E in questo il film funziona molto bene, se non ci si lascia troppo distrarre da alcune esagerazioni di matrice puramente americana.

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I disperati, o intrepidi, scontri all’arma bianca più classici, infatti, saranno accompagnati da alcuni momenti che potrebbero, purtroppo, minare l’immersione del film con l’ausilio di animali feroci e abbastanza fuori luogo, anche in termini di effetti speciali.

La spettacolarizzazione portata agli eccessi è uno degli elementi che stona di più in un quadro piuttosto sfaccettato, ma anche altalenante in questo senso, ponendo Il Gladiatore 2 lungo una china in cui le attenzioni nella scrittura e la voglia di divertire si scontrano continuamente, muovendosi di pari passo con alcune disattenzioni generali che inficiano inevitabilmente sulla possibile veridicità di una pellicola sia attenta in termini estetici sia, al contempo, scostante.

Commento

Voto di Cpop

65
Il Gladiatore 2 è un sequel ambizioso che cerca di riportare sul grande schermo l’epica e la maestosità visiva del suo iconico predecessore, ma il risultato è un’esperienza in bilico tra omaggio e spettacolarizzazione eccessiva. Il protagonista Annone, interpretato da Paul Mescal, intraprende un percorso di vendetta contro il generale Marco Acacio, responsabile della distruzione del suo mondo, un viaggio che richiama alla memoria le gesta del primo gladiatore ma con toni meno cupi e privi di gloria. La pellicola riesce a catturare l’essenza di una Roma violenta e spietata, con scene d’arena visivamente imponenti che rendono omaggio all’immaginario classico e coinvolgono lo spettatore. Tuttavia, Il Gladiatore 2 inciampa spesso in scelte narrative ed estetiche eccessive, che tendono a distrarre e compromettere l’immersione, come l’uso di animali feroci e di effetti speciali poco convincenti. Il film offre una buona dose di intrattenimento e si distingue per un cast di supporto solido, in particolare Denzel Washington nel ruolo di Macrino, una figura complessa e intrigante. Eppure, la continua ricerca di equilibrio tra la nostalgia per il passato e il desiderio di offrire qualcosa di nuovo rende la narrazione incostante e talvolta frammentaria, sacrificando una coerenza emotiva e stilistica.

Pro

  • La regia di Ridley Scott.
  • Il lavoro in termini di estetica e scenografie.
  • Il lavoro del cast.

Contro

  • Gli effetti speciali e le esagerazioni di alcuni momenti (specialmente quelli che coinvolgono gli animali).
  • La ripetizione di alcune dinamiche dal film precedente, forse forzate.
  • Un disordine generale, specialmente verso la fine.
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