Marvel...What if? 3, recensione: le infinite dimensioni del MCU

Infinite dimensioni in infinite combinazioni nel multiverso del MCU: Marvel What if...? arriva alla sua scoppiettante conclusione

Autore: Manuel Enrico ,

E se….? Questa domanda è quanto di meglio abbia offerto a oggi il multiverso del Marvel Cinematic Universe, non offrendo risposte sul grande schermo, bensì trovando spazio nello streaming di Disney Plus con Marvel What if…?. Dopo averci mostrate le infinite possibilità del multiverso, la serie animata del MCU torna con un’ultima stagione, otto episodi che dal 22 dicembre ci terranno compagnia durante le feste natalizie.

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Un ultimo arco narrativo, per la serie animata Marvel, che si è imposta come una delle produzioni più interessanti del franchise dopo l’apice emotivo di Avengers: Endgame. Mentre il grande schermo faticava e una manciata di serie ripagavano lo speranzoso affetto dei fan, Marvel What if…? ha fatto propria la lezione degli omonimi fumettistici per sfruttare pienamente il potenziale di quel multiverso di cui, ancora oggi, sappiamo spaventosamente poco.

Infinite dimensioni in infinite combinazioni

Se da un lato il multiverso può essere considerato una miniera di intriganti possibilità, dall’altro può rivelarsi un minacciosamente salvifico deus ex machina per rimediare alle pessime scelte dei Marvel Studios, arrivando a essere la fonte di un potenziale nuovo starting point per l’intero franchise, come ci si attende dal futuro Secret Wars. In tutto questo, gli universi di Marvel What if…? si sono rivelati una boccata di ossigeno.

Che si tratti di presentare momenti del Marvel Cinematic Universe da una diversa prospettiva o di dare vita a situazioni totalmente originali, Marvel Animation ha saputo come trovare un linguaggio specifico per mantenere una specifica identità. La presenza di Uatu come voce narrante è un punto a favore di questa organicità, ma la sua scelta di violare il proprio giuramento di non interferenza è la chiave di volta di questo intrigante banco di prova animato.

Seguendo lo sguardo di Uatu l’Osservatore, abbiamo assistito sia a strade non battute da alcuni eroi marveliani che a racconti che hanno strizzato l’occhio ad altre suggestioni, provenienti tanto dai fumetti, come nel caso di Marvel Zombies, quanto da folli idee e ispirazioni provenienti dalla pop culture. Una scelta che specialmente per la terza stagione della serie ha spinto la writing room a confrontarsi con il western o il tokusatsu, coinvolgendo personaggi impensabili in avventure appassionanti, ben sviluppate all’interno del minutaggio di ogni singolo capitolo.

Per questo gran finale, la scelta sembra ricaduta sui personaggi che a partire dalla Fase Quattro hanno portato sulle spalle il peso di questo multiverso, che si uniscono a volti già presenti nei precedenti episodi. Vedere Agatha Harkness cimentarsi con il cinema anni ’20 o Shang-Chi diventare un emulo di Jackie Chan appassiona e diverte, esplora le infinite possibilità del multiverso con un piglio narrativo dinamico, enfatizzando le caratteristiche dei singoli protagonisti, sviluppando

Giocando con queste figure, Marvel Animation ha inizialmente creato un’antologia animata di possibili universi alternativi, salvo poi trovare una chiave narrativa con cui creare una continuity che consente a questa serie animata di legare alcuni episodi tra loro. La presenza di Captain Carter, le scelte di Uatu e la formazione delle Exiles sono i pilastri su cui viene impostata una blanda continuity, bene inserita all’interno del più ampio contesto

Il vero Multiverso dell'MCU

Giunti alla conclusione di questa sperimentazione animata, Marvel Animation ha scelto di dare una chiusura alla sua avventura nel multiverso, con una coppia di episodi che lascia agli spettatori la sensazione di aver trovato una risposta ad alcune delle domande poste durante le precedenti stagioni, portando a una domanda: come cambia il franchise dopo Marvel What if…?

Dopo anni di Multiverso a malapena scalfito, il più delle volte utilizzato con pessimi risultati, la sensazione era di trovarsi davanti a una grande occasione persa. In mezzo a questi passi falsi del franchise, Marvel What if…? è stata la vera interpretazione di quel concetto narrativo mai pienamente espresso, un banco di prova che dimostra come il MCU non sia solo cinema e serie live action, ma abbia delle possibilità più ampie, a patto di trovare la giusta cifra narrativa.

Lezione che si spera i Marvel Studios abbiano appreso, soprattutto in precisione di un’attesa e quanto mai necessaria  rinascita su grande schermo, che condanna le prossime uscita, a partire da Captain America: Brave New World sino all’atteso esordio della Fantastic Family, a non sprecare più occasioni.

Quella che dovrebbe essere l’ultima stagione di Marvel What if…?diventa quindi la riconferma che non tutto del Marvel Cinematic Universe sia perduto, ma si prende la libertà di intavolare anche discorsi metanarrativi. Citazioni che ricordano i momenti più amati del franchise, riferimenti fumettistici e dialoghi rispettano le essenze dei personaggi sono la manifestazione di una vitalità appassionante del Marvel Cinematic Universe.

Lottare fino alla fine

Senza dubbio, la terza stagione di What If...? è la più cupa finora. Mentre le stagioni precedenti avevano dei riferimenti ai film di Natale, alludendo al genere heist o confronti cartoonistici con i villain dell'episodio, momenti come questo sono rari nella terza stagione. Scelta che segue, in un certo senso l’approccio post-Endgame del franchise,  che sembra essersi mosso in una direzione più cupa da tempo, specchio, se vogliamo, di una mondo reale che, soprattutto negli States, ha una dimensione più greve.

Gli argomenti che la terza stagione di What If...? affronta non sono affatto nuovi per l'MCU, o anche per il più ampio genere dei supereroi; avidità, potere, violenza, pregiudizio e sottomissione rimangono al centro di ciò che motiva i diversi villain. L'episodio ambientato nel West del 1872 è particolarmente audace nel mettere in evidenza le ingiustizie contro cui i suoi eroi stanno lottando e suggerisce in modo poco sottile problemi simili che si verificano ancora oggi.

A sorprendere, tuttavia, è la mancanza di una vera speranza, con finali spesso strazianti per i protagonisti, e la mancanza di una positività concreta che ha caratterizzato in passato il franchise.

Come da tradizione del MCU, ogni episodio ha il classico momento in cui gli eroi sono in ambasce, quella paura di esser davanti all’ineluttabile. Ma la massa, colossale e multiversale, della serie amplifica davvero quell’impotenza, con gli scenari scelti dall’Osservatore che sembrano più catastrofici del solito. Mancano in questa stagione l'atmosfera leggere degli episodi delle precedenti stagioni, dalle atmosfere natalizie alle narrazioni più divertenti e scanzonate. La terza stagione ha comunque episodi relativamente più leggeri, ma anche questi sono intaccati dalla scala cosmica più ampia di tutto ciò che accade attorno a loro.

Eppure, questo differente approccio gioca a favore della serie. Anche se è in alcuni passaggi risulta un po' forzato, come quando il primo episodio finisce con una morale esplicita eco dell’animazione per ragazzi dei primi anni ‘90, questa piccola scintilla di positività permane nel resto della stagione, offrendo un filo conduttore che non ha nulla a che fare con il multiverso e collega tecnicamente ogni storia.

A prescindere dai superpoteri, sono l'amore, l'amicizia e, soprattutto, la speranza e l'audacia di continuare a lottare quando tutto sembra contrastarci, per portare a casa il risultato. Ed è questa la vera voce di questa ultima stagione di What If...?

L'eredità di Marvel What if...?

Forte di questa sua natura, la terza stagione di  What If...?, nella maggior parte degli episodi mostra una maggior solidità nel racconto verticale, gli episodi che coprono l'arco complessivo sono limitati solo alle loro storie, piuttosto che estendersi per tutta la stagione.

Anche negli episodi in cui ci si concentra su archi narrativi più complessi, specie nella parte finale, la continuity viene utilizzata con intelligenza, senza forzarla, scegliendo come ancore narrative Captain Carter e Uatu, rendendoli il perno di questo racconto multiversale.

La bellezza di questa serie non è solamente nell’esplorare le infinite dimensioni in infinite combinazioni. Sul piano tecnico, Marvel What if…? è una gioia per gli occhi, con una cura dei dettagli e delle animazioni di altissimo profilo, capace di dare vita a scene di combattimento spettacolari o momenti incredibilmente emotivi, complice una colonna sonora toccante e composta da brani che, pur ricordando alcuni dei caposaldi del franchise, si spingono verso rielaborazioni sonore di grande impatto.

Giunti alla conclusione di questa avventura animata, in attesa dei prossimi progetti di questa natura, Marvel What if… ? si conferma come uno delle più interessanti interazioni di un franchise dato per morto troppe volte. Un caleidoscopio di avventure, di possibili universi che riesce a ricordare ai fan la bellezza del Marvel Universe, lasciandoci sperare che il futuro del franchise sappia ancora spingere i Veri Credenti a concedersi un sentito Excelsior.

Commento

Voto di Cpop

85
Giunti alla conclusione di questa avventura animata, in attesa dei prossimi progetti di questa natura, Marvel What if… ? si conferma come uno delle più interessanti interazioni di un franchise dato per morto troppe volte. Un caleidoscopio di avventure, di possibili universi che riesce a ricordare ai fan la bellezza del Marvel Universe, lasciandoci sperare che il futuro del franchise sappia ancora spingere i Veri Credenti a concedersi un sentito Excelsior.

Pro

  • Storie ben orchestrate
  • Non i soliti eroi come protagonisti
  • Colonna sonora spettacolare
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