Monarch: Legacy of Monsters, il MonsterVerse conquista Apple TV+

Autore: Manuel Enrico ,

Nati in Giappone, ma destinati ad appassionare il mondo intero, i film a base di kaiju sono inevitabilmente associati al re dei mostri per eccellenza, Godzilla. Si può dibattere se questo titolo spetti al lucertelone nipponico o a King Kong, il titanico primate altrettanto amato dai fan del genere, ma è indubbio che a riaccendere questa rivalità sia stato il nuovo MonsterVerse targato Legendary. Un universo che dopo le prime mosse viste in Kong: Skull Island si è progressivamente sviluppato per incorporare i due grandi rivali del genere, King Kong e Godzilla. Le imprese delle due titaniche cretaure, che hanno avuto anche modo di scontrarsi sul grande schermo, si sono ovviamente concentrate sul fascino esercitato da questi due mostri, dimenticando come il loro passaggio lascia un segno sull’umanità, incapace di far fronte al loro incedere inarrestabile.

A colmare questa lacuna arriva Monarch: Legacy of Monsters, serie disponibile su Apple TV+ che sposta in modo netto il punto di vista all’interno di questo mondo. Se il grande schermo è il dominio di Godzilla e King Kong, Monarch: Legacy of Monster porta persone comuni al centro della scena, mostrando le conseguenze della presenza dei MOTU nel mondo.

Monarch: Legacy of Monsters, l'inizio del MonsterVerse

Scelta tutt’altro che banale, che non si limita a creare una parentesi all’interno degli eventi visti sul grande schermo, ma mira a creare un tassello importante all’interno della saga, consolidandone la cronologia. Non limitandosi a legarla ai grandi eventi visti al cinema, ma cercando nelle vite comuni distrutte dalla presenza di questi essere titanici il vero fulcro esistenziale del MonsterVerse.

Dopo aver assistito all’attacco di Godzilla avvenuto nel 2013, Cate Randa (Anna Sawaii) è rimasta traumatizzata dall’esperienza, che le ha lasciato dei spaventosi sensi di colpa. Una tragedia che ancora la tormenta un anno dopo, quando, alla morte del padre, si reca in Giappone per recuperare gli oggetti del defunto. In questo viaggio, Cate scopre che il padre aveva un’altra famiglia a Tokyo, rivelazione che la porta a conoscere Kentaro (Ren Watanabe), suo fratellastro. Dopo un iniziale contrasto, frutto di questa scoperta sconvolgente, i due scoprono di ignorare molto della vita del padre, compreso quale fosse il suo vero lavoro.

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Indagando assieme, aiutati dalla misteriosa hacker May (Kiersey Clemmons), Cate e Kentaro scoprono i legami del padre con la Monarch, agenzia segreta che mostra di avere una particolare conoscenza dei misteri legati alla presenza dei MOTU. Quello che sembrava essere inizialmente un percorso familiare di scoperta di segreti a lungo taciuti, rapidamente si trasforma in un’indagine tra complotti, segreti di stato e pericolose rivelazioni sulla natura della Monarch.

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Muovendosi su tre diversi orizzonti temporali, Monarch: Legacy of Monsters si premura di creare una cronologia precisa all’interno del MonsterVerse. Partendo dalla rapida presenza di Randa, il personaggio interpretato da John Goodman in Kong: Skull Island, viene costruita una mitologia della saga, ponendo per una volta in secondo piano le gigantesche creature in favore di uno sguardo più umano.

L’esigenza di una cronologia serrata e solida viene preservata spostando il punto di vista, dando voce alle vittime spesso dimenticate all'interno della spettacolarità delle scene catastrofiche, aggiungendo profondità emotiva all'intera opera. Partendo dal dramma familiare di Cate, infatti, viene svelata la nascita di Monarch, entità incorporea al cinema, che passa dall’essere una sorta di fondazione scientifica in Kong: Skull Island al ‘cattivo’ della saga nei capitoli successivi. Tramite gli eventi di Monarch: Legacy of Monsters, si crea un meccanismo ben oliato in cui la componente intima dei personaggi si concilia al meglio con la cronologia della saga. 

Il merito è dei creatori della seria, Matt Fraction e Chris Black, che hanno trovato un modo eccellente per svelare le origini della Monarch, avvalendosi dei pochi dettagli sparsi nei film e legando i primi passi dell'agenzia segreta a un percorso narrativo che strizza l’occhio alla componente complottistica insita nella saga. Viene delineata una struttura complessa all'interno dell'organizzazione, con forze contrastanti, intenzioni superficialmente buone ma anche lati oscuri ben radicati. È evidente fin da subito che lo scopo della serie non è quello di distruggere Monarch, che, va notato, persiste nei film successivi, ma piuttosto di riformarla e di sganciarla dalle sue contraddizioni, riportandola alle nobili intenzioni con cui è stata originariamente fondata.

La dimensione umana del MonsterVerse

Questo approccio narrativo viene impreziosito dall’attenzione con cui Fraction e Black interpretano l’esigenza di mostrare l’identità visiva della saga, tanto che, in ogni episodio, ci sono spettacolari scenari naturali, che diventano il teatro perfetto in cui i personaggi si scambiano dialoghi sofisticati mentre cercano di svelare la verità sugli eventi in corso. Un dualismo che genera una serie con una forte identità, animata da diversi toni narrativi che trovano, nei diversi orizzonti temporali in cui si sviluppa, una non scontata coesione, animata da un gioco familiare, in cui la storia racconta le complesse dinamiche di una famiglia che ha la Monarch nel sangue, e uno dei protagonisti attraversi questo lungo arco temporale venendo interpretato prima da Wyatt Russell e poi dal padre di questi, Kurt Russell. Sublime, nel vedere come gli atteggiamenti dei due siano ravvisabili nella reciproca recitazione, non solo in termine di carattere ma anche in alcune piccoli vezzi, nella gestualità. 

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Da questi presupposti, nasce una serie che punta a portare sul piccolo schermo una storia di pura avventura, in cui trovano ugual spazio la dimensione interiore dei personaggi e il più corale viaggio alla scoperta delle origini umane del MonsterVerse. Obiettivo raggiunto grazie all’intelligenza della produzione di non rendere centrale la presenza dei mostri, che non mancano certo, ma che sono utilizzati come aspetti secondari, consentendo di mettere in primo piano l’elemento umano, fatto di avventura, ma anche di sentimenti e di paure, di traumi da elaborare e di speranze taciute. La progressione narrativa, spezzata nei due orizzonti storici principali, si fonda sulla presenza di un Godzilla che aleggia nella vita dei protagonisti come un fantasma, segnandone l'esistenza in modo differente, e comparendo a dominare la scena nei giusti momenti, dando ulteriore spessore alla trama senza risultare invadente. 

Consapevoli di come il richiamo al MonsterVerse sia l’appeal maggiore per gli spettatori, Legendary ha concepito Monarch: Legacy of Monsters come un racconto visivo che abbandona la grammatica del grande schermo e le potenzialità da esso offerte, valorizzando le potenzialità della serialità sul piccolo schermo. Una trama avvincente, un montaggio fluido e mai eccessivamente frenetico, e ambientazioni esotiche sfruttate al massimo creano un irresistibile senso di meraviglia e anticipazione, proprio come si faceva in passato. 

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Una caratterizzazione visiva che premia la centellinata presenza dei mostri, che ci appaiono nella loro natura di esseri straordinari, ancor prima di mostruosità. Che si tratti di creature minuscole o dei mostri più amati visti al cinema, la loro apparizione è accompagnata da un senso di feroce meraviglia che rende Monarch: Legacy of Monsters una serie appagante e di alto profilo, ennesima aggiunta al già impeccabile catalogo di Apple TV+.  Soprattutto, la serie risulta che il momento più altro del MonsterVerse, dando una struttura cronologica e mostrando le potenzialità di una costruzione crossmediale funzionale e concreta, dando lezioni anche a colossi dell'entertainment, che dopo anni di dominio assoluto, quasi monopolistico, sembrano patire la propria impostazione. Monarch: Legacy of Monsters è invece una dimostrazione di attenzione all'importanza del contesto e alla sua valorizzazione, non senza alcuni momenti forzati e poco lineari, ma comunque consapevole del proprio ruolo, della sua centralità all'interno di una saga. 

Il finale esplosivo ci catapulta direttamente nel futuro di MonsterVerse, che sembra tutt'altro che intenzionato ad abbandonare il grande schermo. Sarà interessante capire come i protagonisti di Monarch: Legacy of Monsters si troveranno a interagire con gli eventi principali del franchise. Creare una interconnessione tra piccolo e grande schermo potrebbe rivelarsi una perfetta sinergia narrativa, dando a Monarch il ruolo di sguardo dietro le quinte, creando una profondità che, vuoi per minutaggio e per target specifico, manca nelle produzioni cinematografiche. 

Commento

cpop.it

80

Monarch: Legacy of Monster mostra il lato umano del MonsterVerse in cui centellinata presenza dei mostri, accompagna la loro apparizione a unn senso di feroce meraviglia che rende Monarch: Legacy of Monster una serie appagante e di alto profilo, ennesima aggiunta al già impeccabile catalogo di Apple TV+.

Pro

  • Ben inserito nella continuity del MonsterVerse
  • Visivamente spettacolare
  • Elemento umano valorizzato al meglio

Contro

  • Rivolto agli appassionati della saga
  • Alcune transizioni temporali non ben calibrate
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