Roaming, recensione: perdersi e ritrovarsi a New York

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Autore: Manuel Enrico ,

La fascinazione cosmopolita di New York nasconde un segreto: in quella cacofonia di suoni e luci, è straordinariamente facile ritrovare sé stessi. O forse, addirittura venire a patti con quello che vivi nel nostro animo, ignoto anche a noi stessi. Una maieutica di cemento e acciaio che ha ispirato anche Jillian e Mariko Tamaki, che con il loro Roaming sono riuscite a portare su carta questa natura ignota della Grande Mela.

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Se volessimo tributare ai premi un metro di giudizio della qualità di una storia, il successo riscontrato da Roaming agli Eisner 2024 lo consacra come un graphic novel di alto profilo. Andando oltre alla meritata sfilza di premi vinta dalle cugine Tamaki, tra cui miglior graphic novel inedito, il valore di questa storia risiede nella delicata cura con cui vengono messe in mostra le difficili tensioni emotivo del passaggio da adolescenza a vita adulta.

Spring break a New York

Nel 2009, dopo averlo sognato per anni, Dani e Zoe, legate da una lunga amicizia, riescono finalmente a organizzare il viaggio a lungo sognato: New York. Le due giovani canadesi non si vedono dalla fine del liceo, separate da scelte di studio diverse ma sempre vogliose di mantenere questo rapporto.

Un viaggio idealizzato, minuziosamente preparato da Dani e Zoe, che trova un improvviso elemento dirompente: Fiona. Esuberante e smaliziata compagna di studi di Dani, la new entry del gruppetto si rivela un potenziale elemento di rottura tra le due amiche, che scoprono, loro malgrado, come crescere e confrontarsi con ambienti diversi possa portare a cambiamenti inattesi.

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L’idea del viaggio a New York diventa un’allegoria del percorso di crescita, vissuto attraverso incontri in bar e visite a musei, scorribande notturne e confronti esplosivi che mettono a nudo i veri sentimenti delle protagoniste. Perdersi per ritrovarsi, sullo sfondo di una delle città più vivaci e tentatrici del mondo, in una sequenza di prove di maturità che nascono da incomprensioni e piccole gelosie, in cui il senso di amicizia viene messo realmente alla prova.

Roaming, la difficoltà di comunicare

Roaming nasconde nel suo stesso titolo una doppia chiave di lettura. L’idea di vagabondare (to roam) per la Grande Mela, quasi in un’imposizione di Fiona, è il senso del perdersi tra gli svettanti edifici di New York, cercando un senso e spesso perdendosi, separandosi quando certe situazioni diventano complesse o insostenibili.

Al limite della rottura dei rapporti, della mancanza di comunicazione, possibile solo attraverso i cellulari, ma a che costo? Il roaming telefonico diventa quindi il costo che si è disposti a sostenere pur di mantenere un contatto, una rinuncia, anche materiale, in nome della preservazione di un rapporto.

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La storia delle cugine Tamaki si fonda su percezioni e perdite di convinzioni, con una particolare attenzione alla catarsi emotiva dei rapporti. Zoe e Dani sembrano attraversare un climax emotivo nella loro amicizia, l’accettazione di essere divenute adulte, seguendo diversi percorsi, arrivando a maturare personalità che non sono più, probabilmente, così affini, come realizza Zoe dopo un confronto con Dani:

Volevo venire qui per stare con la mia migliore amica, ma tu…sei…tu non sei più tu

Una consapevolezza che prende sempre più forma nei dialoghi tra le protagoniste, in cui la spontanea e tratti ingenua Zoe si contrappone alla più decisa ed arrogante Fiona, lasciando alla misurata Dani il compito di mediare.

Ruolo difficile, per Dani, divisa tra l’affetto per la cara amica e il crescente interesse per Fiona. Le Tamaki colgono le giuste sfumature di questo trittico giovanile, ricorrono a vissuti personali per dare forma ai pensieri delle protagoniste, fatti di confidenze, sfide e sfoghi nati da paura di perdere sicurezze e il dover accettare un cambiamento.

Il tutto incorniciato da una New York affascinante, straordinaria. Jillian Tamaki coglie aspetti essenzialei della Grande Mela e li rende protagonisti della fascinazione delle protagoniste, specialmente per Dani e Zoe, che hanno idealizzato la città per anni.

Per chi legge, questo prende la forma di pagine doppie che trasmettono la bellezza abbagliante di Time Square o l’avvolgente confusione della Grand Central, ma anche scorci quotidiani, di code sui tram o strade affollate, ricordando, come cantava Alicia Keys in Empire State of Mind, che:

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Concrete jungle where dreams are made of
There's nothin' you can't do
Now you're in New York
These streets will make you feel brand-new
Big lights will inspire you

Non è solo la New York del soft power di serie Tv e film, ma una perfetta sintesi tra la città idealizzata da mezzo mondo e la realtà delle sue strade meno note. Non a caso, al momento dell’accettazione delle due amiche di come sia cambiato il loro equilibrio, cambia anche la loro percezione della ‘loro’ New York, di cui cominciano a emergere limiti e difetti.

Perché leggere Roaming

Un cambio di passo nella crescita autoriale delle Tamaki, che possono concedersi una vis narrativa più libera, memori anche delle critiche censorie ricevute con il loro precedente lavoro, E la chiamano estate. Complice l’aver trovato un nuovo modus operandi, meno anarchico rispetto ai lavori precedenti, che vede Jillian sia interprete grafica che autrice del soggetto, mentre Mariko si è dedicata interamente alla sceneggiatura.

Una crescita non solo tecnica, ma anche grafica, che consente a Jillian di evolvere il suo stile, abbandonando uno stile classico modellato sul Thompson di Blankets, per trovare una maggior identità.

Le espressività dei personaggi passano dalla misurata compostezza alla più esplosiva espressività, liberi di muoversi in una gabbia non vincolata, ma che consente di lanciarsi in splash pages e sperimentazioni libere, perfette per trasmettere la sensazione di spazio in cui si muovono le tre giovani. Una dinamicità che si sposa alla perfezione con una valorizzazione della comunicazione non verbale, fatta di espressioni e di pose che evidenziano le tensioni emotive delle giovani protagoniste, rese ancora più vivide da una cromia particolare.

Indaco, rosa e nero sono l’identità cromatica di Roaming, miscelati al meglio per offrire scorci magnifici di New York e per dare risalto alle tre protagoniste. Un equilibrio visivo impegnativo ma che viene preservato in ogni tavola, con una felice intuizione di mostrare anche a livello di gabbia diversi momenti della giornata con una diversa cromia.

Roaming, portato in Italia da BAO Publishing, è una lettura piacevole, onesta nel suo voler ritrarre questo delicato momento della vita delle protagoniste, affidandosi all’idea di ricordo non come elemento puramente nostalgico, ma come esperienza condivisa, universale, facendo emergere memorie di viaggi sognati, di amicizie perdute e cartoline mai spedite.

Commento

Voto di Cpop

85
Roaming, portato in Italia da BAO Publishing, è una lettura piacevole, onesta nel suo voler ritrarre questo delicato momento della vita delle protagoniste, affidandosi all’idea di ricordo non come elemento puramente nostalgico, ma come esperienza condivisa, universale, facendo emergere memorie di viaggi sognati, di amicizie perdute e cartoline mai spedite

Pro

  • Ritratto di New York emozionante
  • Trio di protagoniste ben delineato
  • Trama dal giusto ritmo

Contro

  • Lettura impegnativa
  • -
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