Anche stavolta, J-POP Manga non si risparmia, consegnandoci una lettura forte e bugiarda: sì, bugiarda perché Shimazaki nella terra della pace è un manga dalla duplice entità, un titolo che fonde in modo magistrale l'azione brutale, profonde riflessioni sulla vita, alternandoli a sprazzi di serena quotidianità.
Scritta da Hamada Goten e illustrato da Takeshi Seshimo, la storia è ambientata in un Giappone apparentemente pacifico, malgrado minacciato da oscure trame criminali a noi familiari: nonostante a primo acchito possa sembrare un classico slice of life impastato con elementi drammatici, questo manga rivela presto una profondità cruda e complessa, difficile da trovare nel panorama contemporaneo.
- Qual è il prezzo da pagare per ottenere la pace?
- Una storia non per tutti: un'opera bugiarda e dalla duplice anima
- Un'opera in grado di farci riflettere e ragionare
- Una micidiale danza tra passato e presente
- Un tratto modulabile
Qual è il prezzo da pagare per ottenere la pace?
Trent'anni fa, l'organizzazione terroristica conosciuta col nome di LEL (Ligo de Ekonomia Liberigo), in lotta contro le diseguaglianze economiche del paese, dirottò il un volo di linea che partiva da Haneda, in direzione Parigi: l'intero equipaggio fu catturato, torturato e trucidato, eccezion fatta per un elemento.
Il solo sopravvissuto, un bambino con grandi occhiali da vista, fu addestrato e spinto a compiere atroci delitti. Da un anno, tuttavia, non si hanno più sue notizie: c'è chi lo da per morto.
Shingo Shimazaki è un uomo adulto che vive in Giappone assieme ai suoi compagnie amici: ama disegnare, non conosce i kanji, ma sa parlare giapponese, malgrado sia un tipo di poche parole.
Spinto dal proprio direttore, si iscrive ad un corso di disegno ed entra subito in sintonia con Ogata e la sua assistente Kaori, due illustratori dall'animo gentile che si accorgono subito del talento nascosto di Shimazaki, chiedendogli consiglio sulla resa dell'arma migliore da inserire in un manga cui stanno lavorando per terzi e invitandolo a fargli nuovamente visita il giorno seguente.
Shimazaki è entusiasta, mai avrebbe creduto di integrarsi così facilmente, tant'è che comincia addirittura a pensare di essere pronto per un vero lavoro. Giunto nuovamente allo studio di Obata, però, si accorge immediatamente che qualcosa non va: l'atmosfera è tesa, i due illustratori sono stanchi, demoralizzati.
Qualcuno ha rubato le tavole a Obata, e devono necessariamente ri-disegnare tutto.
Shimazaki, tuttavia, ha fiuto per queste faccende losche, e decide di andare fino in fondo alla faccenda chiedendo ai suoi contatti di fornirgli l'elenco delle posizioni dello smartphone del mangaka per cui i due stanno lavorando: in poche ore, Shinzo Shimazaki s'intrufola in casa dell'autore, riduce in fin di vita lui e i suoi ladruncoli da quattro soldi assoldati da tempo, recuperando i fogli perduti.
Shimazaki, ci hai salvati! Grazie!
Cos'è Shinzo se non un eroe?
La sua vita scorre serena in una terra di pace apparente, circondato da persone normali che conducono una vita ordinaria: trova lavoro in una caffetteria e socializza - a fatica - con i colleghi che, pian piano, diventano amici, entrando in contatto con individui tutti diversi tra loro. Uomini e donne che nascondono segreti dietro sorrisi gentili e parole di burro.
Proprio come Shimazaki, il cui dolce sguardo cela un segreto inenarrabile: egli è l'unico sopravvissuto del volo 0457, dirottato 30 anni prima dalla LEL. L'organizzazione criminale lo ha catturato, torturato, poi addestrato, e il giovane ha partecipato a centinaia di azioni militari ai danni di decine di Paesi.
Da un anno, tuttavia, non si hanno più sue notizie: si dice che indossi un grembiule e lavori in una caffetteria oppure che vesta i panni dell'assistente di un mangaka.
Una storia non per tutti: un'opera bugiarda e dalla duplice anima
La trama sviluppata da Gouten Hamada non è per tutti: sebbene Shimazaki nella terra della pace appaia ad un primo sguardo un manga adatto ad ogni età, risulta in realtà molto crudo e spietato. Ambientato in un Giappone sotto scacco di un'associazione criminale, la storia del manga ci risucchia in un vortice emotivo, miscelando perfettamente un clima di terrore con elementi di vita ordinaria: temi complessi, contemporanei e molto lontani dall'immaginario nipponico, pertanto difficilmente affrontati nei manga.
Terrorismo, trauma infantile, ricerca della redenzione: tra le pagine dell'opera avvertiamo una sottile linea che separa il bene dal male, così sottile da farci riflettere persino sulle nostre azioni.
Shimazaki, come molti personaggi che popolano questa storia, simboleggia la duplice natura dell'animo umano: da una parte eroe dal dolce sorriso, dall’altra inquietante strumento di distruzione. Questa ambivalenza si riflette in ogni relazione che sviluppa, dal legame apparentemente innocente con Ogata e Kaori, fino alla sinistra scoperta del passato di Oka, leader del Villaggio delle Viole: così come nella realtà odierna, nulla in quest'opera è come sembra.
I personaggi che colorano le pagine di Shimazaki nella terra della pace celano tutti un segreto, piccolo o grande che esso sia, a cominciare proprio dall'anziana Oka, il cui sapore dei biscotti pare accendere una lampadina nella mente di Shinzo: burro, zucchero, farina e...olio per armi e polvere da sparo!
Anche in questo caso, Shimazaki indagherà per scoprire la verità che si cela dietro la determinazione della donna e quell'ingrediente che gli fa venire i brividi.
Un'opera in grado di farci riflettere e ragionare
Eppure, la forza dell'opera di Hamada sta proprio in questo, nella capacità di scavare a fondo nel nostro subconscio, poiché la palese duplice natura dell'essere umano spinge il lettore a porsi migliaia di interrogativi, a riflettere su cose, situazioni e persone: esiste davvero qualcosa di inequivocabilmente giusto o sbagliato?
Se Oka, donna gentile e di buon animo, è in realtà una brutale assassina e leader di una setta in cerca di vendetta, la sua natura oscura sopprime davvero tutto il bene che ha fatto alla sua comunità?
O ancora, può davvero considerarsi Pace quella raggiunta da Shimazaki in Giappone? Probabilmente, se rapportato ai suoi standard, sì, e non è l'unico a gioire di questa condizione.
Difatti, sarà chiaro sin da subito al lettore di non star assistendo ad una monografia: Shimazaki è circondato da individui che, come lui, sono stati spezzati dalla guerra e dalle barbarie. Giovani e giovanissimi abituati sin da bambini a combattere e uccidere, proprio come accade ai baby killer assoldati dalle associazioni terroristiche, costretti ad imbracciare un fucile dopo essere stati strappati al seno della propria madre.
Persone, ad oggi, libere di condurre una vita ordinaria, ma a conti fatti ancora intrappolate in una prigione mentale composta da battaglie, sangue e terrore, ognuno pronto a reagire e ad agire in diverse modalità (spesso inadatte ad una società civile): proprio come la giovane Ogata, inaridita da una vita di stenti, soprusi e violenza.
Una micidiale danza tra passato e presente
La narrazione di Shimazaki nella Terra della Pace alterna fluidamente flashback e tempo presente, rendendo ogni pagina un'esperienza emotiva intensa, senza che la storia risulti caotica o confusionaria: il passato cupo è visivamente distinto da un tratto più denso, pesante e oscuro, mentre il presente appare più leggero e sereno, luminoso quasi. La transizione tra i due tempi è impeccabile, ed è in grado di mantenere il lettore sempre in bilico tra speranza e angoscia: difficilmente siamo riusciti a staccare gli occhi dall'opera.
Anche voi lettori assisterete in trepidante attesa al ritorno in azione di Shimazaki.
Un tratto modulabile
Il tratto del disegnatore è sottile e sferzante, ma malleabile: Takeshi Seshimo riesce a modulare il suo stile per adattarsi ai personaggi e alle situazioni. Ad esempio, Shimazaki ha lineamenti duri e spigolosi, riflesso della sua natura spezzata e di un'infanzia perduta, mentre Kaori e Ogata sono rappresentati con tratti più morbidi, suggerendo una gentilezza che nasconde comunque cicatrici emotive.
Altro dettaglio da non trascurare è la duplice natura degli alimenti, e l'inevitabile contrasto che viene a crearsi tra il comfort del cibo, sempre diverso e testimone delle mille esperienze di Shimazaki in giro per il mondo, e la minaccia latente, la voglia intrinseca di lasciarsi alle spalle un passato di dolore: Shimazaki vorrebbe intraprendere una nuova vita, ma non è in grado di dimenticare.
Commento
Voto di Cpop
80Pro
- Storia bugiarda: miscela un'atmosfera da slice of life con tematiche dure, profonde, violente.
- Tratta alla perfezione il tema del trauma bellico.
- Affronta con brutalità il terrorismo e la ricerca di redenzione di individui borderline.
Contro
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