Star Wars: Il Risveglio della Forza, la recensione

Autore: Antonio David Alberto ,

A dieci anni dalla fine della trilogia prequel firmata George Lucas, Star Wars torna al cinema. Dietro uno dei franchise più importanti di tutti i tempi, però, non c'è più il regista di Modesto, California, che ha deciso di vendere tutta la sua proprietà intellettuale, ma Disney, che ha affidato a Lucasfilm il compito di riportare il brand nelle sale di tutto il mondo. 

A raccogliere il testimone come presidente di Lucasfilm c'è Kathleen Kennedy, produttrice di successo che già aveva lavorato con lo stesso Lucas. Ma come sarà stato questo ritorno al cinema?

Un nuovo Luke in Star Wars 7

Disney/Lucasfilm
Immagine di rey
Rey è la nuova protagonista di questa trilogia

La storia si apre su Jakku, pianeta dell'orlo esterno della galassia. Sono passati decenni da Il ritorno dello Jedi e Poe Dameron è alla ricerca della mappa che porta a Luke Skywalker, maestro Jedi scomparso e apparentemente ultima risorsa della Resistenza. Nel mentre, il Primo Ordine, guidato da Kylo Ren, cattura lo stesso Dameron che consegna la parte della mappa al suo droide BB-8 prima che sia troppo tardi.

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Dall'altra parte del deserto, una giovane di nome Rey si guadagna da vivere saccheggiando l'enorme cimitero di astronavi sul pianeta. A salvare Poe Dameron, invece, è uno stormtrooper, poi ribattezzato Finn, che decide di disertare a causa degli orrori perpetrati dal Primo Ordine. Il destino dei tre si legherà indissolubilmente grazie anche all'apporto fondamentale dei personaggi principali della trilogia classica di George Lucas.

Una nuova speranza 2.0 e l'universo Legends

Disney/Lucasfilm
Immagine di Rey e Kylo ren
Rey contro Kylo Rey nello scontro finale del film

Partiamo da un semplice presupposto. Il Risveglio della Forza è, necessariamente, un capitolo apripista. Il ritorno al cinema di un franchise così amato ha filtrato l'analisi della pellicola, amplificandone i pregi e nascondendone i difetti, a mio avviso. Così, a distanza di quasi quattro anni, adesso se ne può parlare decisamente a mente fredda.

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Appare palese, fin da subito, come il film diretto da J.J. Abrams voglia strizzare l'occhio ai fan di vecchia data. "Ehi, c'è il droide di addestramento che usava Luke in Episodio IV!", "Ehi, c'è la scacchiera olografica del Millennium Falcon!", "Ehi, guarda, mettono Phasma nello scarico dei rifiuti!". Sì, va bene, Lucasfilm cita sé stessa e tutti sono felici. Eppure, la situazione e l'impressione è che, in alcuni punti, si riveda un po' Episodio IV stesso. La nuova Morte Nera, in questo caso chiamata Base Starkiller, è uno degli esempi più lampanti. Per non parlare poi della giovane orfana su un pianeta deserto e del cattivo in maschera. Senza dimenticare, oltretutto, la contrapposizione Resistenza e Primo Ordine che ricalca chiaramente quella tra Ribelli e Impero della trilogia di Lucas.

Ma Star Wars: Episodio VII è comunque un film con un'anima. Nonostante l'inizio sia un po' lento, la vicenda si dipana abbastanza fluidamente per poi giungere a un ottimo climax, tra i migliori dei sette film. Lo scontro finale tra Kylo Ren e Rey, per quanto viziato dalle critiche un po' troppo accese dei fan riguardante la padronanza della Forza della ragazza, è forse uno dei più emozionanti dell'intero franchise di Star Wars. Abbandonate le coreografie accese della trilogia prequel, Rey e Kylo Ren si affrontano più nello stile di Luke e Vader che in quello di Anakin e Obi-Wan in Episodio III. Per di più, Abrams osa dove Lucas stesso si era fermamente opposto, nonostante la volontà di Lawrence Kasdan e Harrison Ford. Immagino abbiate capito di cosa parlo. Mossa audace che però ha pagato in carico emotivo per l'intero film e ha potuto giustificare alcune vicende sia di questo capitolo che di quello successivo.

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Si vede che il film vuole rivolgersi ai vecchi fan ma, allo stesso tempo, crearsene di nuovi. E da qui c'è anche la scelta di una protagonista femminile che vuole sicuramente andare a piazzarsi nel solco delle grandi eroine protagonista di film action e sci-fi come Ellen Ripley, la Sposa in Kill Bill o la più recente Katniss Everdeen di Hunger Games. Forse, nell'ultimo capitolo della trilogia, Rey riuscirà a compiere quel balzo in avanti, ma per ora, tra Episodio VII e VIII, il vero protagonista della storia risulta essere un altro: Kylo Ren.

Nonostante il volto e il vero nome di Ren vengano svelati piuttosto in fretta nella pellicola, il villain è il vero protagonista di questa nuova trilogia. Il suo amore per Vader è palpabile fin dai primi istanti ma, allo stesso tempo, il personaggio si distingue per la sua profonda connessione alla Forza e, soprattutto, al lato chiaro che lo attrae costantemente a sé. Anche in questo caso, è palese che Lucasfilm e Abrams abbiano pescato a piene mani da quell'Expanded Universe che è stato ribrandizzato Legends, andando a prendere alcune caratteristiche dei figli "a fumetti" di Han Solo e di Leia. 

Il ritorno della trilogia originale e la crossmedialità

Disney/Lucasfilm
Immagine di Luke Skywalker
Luke Skywalker in esilio.

Una delle cose migliori di Star Wars Episodio VII, come già accennato, è proprio la voglia di creare nuovi protagonisti. Questa, però, rimane un'operazione lasciata a metà. Perché i personaggi della vecchia trilogia riescono a oscurare, nonostante un minutaggio non altissimo, sia la recitazione che il ruolo dei nuovi protagonisti. Han Solo risulta essere, per larghi tratti, il cardine attraverso cui ruota la vicenda. Leia, nonostante lo scarso utilizzo sullo schermo, riesce a catalizzare l'attenzione dello spettatore e quell'unica scena finale con Luke è, probabilmente, il momento che più rimane impresso ne Il Risveglio della Forza. Tutto questo perché, comunque, i personaggi creati da George Lucas sono, probabilmente, il trio cinematografico più iconico dell'immaginario pop moderno.

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Per quanto riguarda i nuovi, invece, Poe Dameron non ha grande spazio, Rey è un po' "imbambolata", Finn non risulta incisivo e alcuni personaggi che, almeno visto il merchandising iniziale, avrebbero dovuto avere più peso sono quasi indifferenti per la trama. Un esempio? Phasma.

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Un altro dei punti di forza, a mio avviso, dell'intero film, è la voglia di raccontare un nuovo inizio, senza contestualizzare come sono accadute le vicende precedenti, ovvero come si è arrivati a una nuova Repubblica, alla Resistenza e al Primo Ordine. Così come in Episodio IV, la vicenda verrà spiegata nel corso della trilogia, oppure, contestualmente, cosa non rara per l'universo di Star Wars, con gli altri prodotti collegati al franchise, come libri, videogame, fumetti e serie TV. Sì, perché, per scoprire come sia crollato l'Impero e come mai ci sia un cimitero di astronavi su Jakku, è necessario leggere la trilogia di Aftermath, per farsi un'idea del post-Endor ci vuole la lettura de L'impero a pezzi, e così via. L'idea è sempre quella: creare un progetto unico, coeso e coerente, che possa abbracciare un'intera galassia.

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Al netto dei numerosi difetti, però, Il Risveglio della Forza rimane un buon inizio per questa nuova trilogia che, pare, chiuderà le vicende della famiglia Skywalker. Ma non disperiamo, infatti, Lucasfilm ha molti altri progetti in ballo per Star Wars, a partire dalle prossime serie TV, prequel di Rogue One e #The Mandalorian, che ci riporteranno nella galassia lontana lontana creata da George Lucas. 

Commento

cpop.it

70

Il Risveglio della Forza è l'apripista di questa nuova trilogia. Nonostante il nuovo corso di Lucasfilm la pellicola restituisce quell'autentica sensazione tipica dell'esalogia di Lucas stesso.

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