Ad oltre un anno dall’uscita di Justice League arriva Aquaman, unico film del 2018 dedicato all’universo cinematografico DC. Come ben sappiamo anche DC Comics, altra grande corazzata del fumetto americano, in collaborazione con Warner Bros. ha dato vita a un suo universo di supereroi al cinema, puntando sulle avventure di Batman, Superman, Wonder Woman e tutti gli altri eroi della storica casa editrice americana.
Il primo film corale, ossia Justice League, non ha fatto impazzire gli spettatori, nonostante netti miglioramenti rispetto al molto criticato Batman V Superman: Dawn of Justice, ma ha introdotto diversi personaggi mai visti prima sul grande schermo, come Cyborg e l’imponente Aquaman interpretato da Jason Momoa.

L’ultimo periodo ha portato diversi rumor di abbandoni e altri screzi all’interno dell’universo cinematografico DC, anche se per il momento non si è mai andati oltre le voci di corridoio. Aquaman è il sesto film di quest’universo ed è anche un po’ una prova del nove, infatti deve dimostrare di potersi reggere sulle proprie gambe come avventura dedicata al singolo eroe senza ripetere i cliché delle ormai blasonate “storie delle origini” e, allo stesso tempo, deve comunque far sentire al pubblico quella sensazione di trovarsi in un mondo condiviso con gli altri supereroi visti nei film precedenti, proprio come Marvel è riuscita a fare egregiamente negli ultimi 10 anni di cinecomics.
Aquaman non è mai stato un personaggio molto popolare agli occhi di un pubblico neofita della saga fumettistica: spesso viene preso in giro per il suo super potere di poter “parlare con i pesci”, battuta vista innumerevoli volte in diversi contesti. Per rilanciare il personaggio al cinema perciò si è deciso di puntare sulla potenza pura e chi meglio di Jason Momoa, muscolosissimo attore dalle origini hawaiiane, poteva portare questo pesante fardello?
Sicuramente non vi verrà voglia di prenderlo in giro perché parla con i pesci.
Il regno sommerso
Aquaman è una storia sulle origini del personaggio, ma allo stesso tempo è un “viaggio dell’eroe” comprendente di tutte le tappe più classiche di questo tipo di racconti: troviamo infatti un percorso di accettazione di sé, la ricerca di un oggetto mistico, grandi battaglie e inaspettati colpi di scena.
Arthur Curry è il figlio di un umano e di un atlantidea, un amore all’apparenza impossibile nato per volere del destino. La pace però per il piccolo Arthur non dura molto, perché il regno degli abissi reclama la madre, dato che lei è Atlanna, la legittima regina di Atlantide. Arthur cresce senza la madre, ricevendo un addestramento nell’utilizzo delle sue abilità naturali, in quanto mezzo atlantideo, da Vulko, consigliere del re che in segreto lo allena per volere della regina. Anni dopo, passata la battaglia con Steppenwolf vista in Justice League, il destino di Aquaman viene a reclamarlo.
Orm, fratellastro di Arthur e ora sovrano di Atlantide, vuole muovere guerra al mondo in superficie, accusato di inquinare i mari e danneggiare l’ambiente dove i regni sommersi esistono. Per avere il consenso deve però riuscire a convincere almeno quattro dei sette regni dei mari, di cui due ormai non più esistenti. Orm non si fa scrupoli pur di ottenere quello che vuole, tanto da assoldare alle sue dipendenze un temibile pirata dei mari, David Kane alias Black Manta, uno degli umani tanto disprezzati dal sovrano.
Arthur verrà convinto da Mera, principessa del regno acquatico di Xebel e promessa sposa di Orm, a fermare il piano del fratellastro che minaccia di mettere in pericolo tutte le persone a cui l’eroe vuole bene. Questo porterà la coppia a un viaggio nella mitologia dei regni subacquei che hanno sempre convissuto con il mondo di superficie.
Tra miti e fumetti
Le storie delle origini dei vari supereroi sono un’arma a doppio taglio. Da un lato sono necessarie per far conoscere meglio personaggi relegati principalmente al mondo fumettistico a una fetta più ampia di pubblico, dall’altro offrono spunti narrativi inferiori rispetto a un film corale di più supereroi insieme come ormai va di moda.
Aquaman si ispira principalmente alle storie del rilancio del supereroe atlantideo nate dalla mente di Geoff Johns nel 2011. Quello che il film fa però, non è concentrarsi soltanto sulla figura di Aquaman come uomo ed eroe alla ricerca delle sue radici, ma crea una cosmogonia sottomarina di razze, popoli e regni nascosti all’umanità con una propria cultura e un modo di vivere unico, alieno rispetto alla superficie. Aquaman è sì una storia sulle origini, però non solo di Arthur, ma anche di tutto il mondo sottomarino che molto probabilmente avrà un ruolo importante negli eventi futuri dell’universo cinematografico DC.
Questa storia, raccontata in modo ottimo dal regista James Wan, riesce a intrattenere per le quasi due ore e mezza di durata, fra una scena divertente e dei combattimenti altamente coreografici e spettacolari, senza grossi problemi di sceneggiatura. Certo siamo lontani dalla perfezione, e alcuni cliché da classica storia delle origini si sentono. Ad esempio si notano delle sequenze parecchio forzate nella trama, inserite allo scopo di far combaciare alcuni eventi, ma nel complesso Aquaman è un film che sa intrattenere il suo pubblico.

Nota di merito per alcune scene davvero ben riuscite dal punto di vista della regia e della fotografia. Il regno di Atlantide è vivo e pulsante di colori, mentre le coreografie dei combattimenti riescono a rendere bene l’idea di scontri fra personaggi dai poteri sovraumani. Jason Momoa è perfetto nel suo ruolo e di sicuro è quello che regge tutto il film sulle sue possenti spalle grazie alla sua interpretazione divertente, ma allo stesso tempo carismatica del supereroe DC. Alcune sue battute ci hanno fatto ridere di gusto. Il resto del cast se la cava tra alti e bassi, con una bellissima Amber Heard nel ruolo di Mera, principessa dal temperamento agguerrito reso in maniera efficace dall’attrice.
I due cattivi principali, Orm e Black Manta, sono un po’ sottotono, con il re di Atlantide interpretato da Patrick Wilson non sempre ispirato nel suo ruolo e il temibile Black Manta, impersonato da Yahya Abdul-Mateen, poco incisivo nella storia, forse anche per via dello scarso minutaggio dedicatogli.
Aquaman è un’onda di speranza per l’universo cinematografico DC che finora ha sempre avuto diversi problemi, sia interni che esterni, nella resa delle sue storie sul grande schermo. Con questa pellicola speriamo di vedere in futuro un crescendo di belle storie legate ai personaggi provenienti dal mondo fumettistico creato da DC Comics.
Aquaman uscirà l’1 gennaio 2019 in tutte le sale, ovviamente vi consigliamo caldamente di restare fino a dopo i titoli di coda, come ormai prassi per ogni film dedicato ai supereroi.
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