In occasione del debutto tutto italiano di Awarè, la nuova produzione originale Edizioni Star Comics sotto l'etichetta Astra, abbiamo avuto l'onore di intervistare i talentuosi autori esordienti: i due sceneggiatori Alessandro Atzei, Manuele Morlacco e la disegnatrice Lidia Bolognini.
La trama di Awarè ruota tutta attorno alla potenza dei legami e alla consapevolezza che, malgrado le parole abbiano il potere di ferire nel profondo, sono necessarie al fine di ricucire i rapporti: tematiche profonde per un tratto delicato, morbido, che strizza l'occhio ai migliori film anime.
Non perdete l'occasione di sfogliare quest'opera ricca di empatia, profondità e meravigliose illustrazioni di un'espressività disarmante, tale da riuscire a far comunicare tra loro anche personaggi privi di una voce: scopriamo assieme come gli autori di Awarè siano riusciti nell'intento!
Smettere di parlare non risolve nessun problema.
Salve ragazzi, benvenuti su CPOP e complimenti vivissimi per Awaré: voi non lo sapete, ma io personalmente seguo il vostro lavoro da tempo e ho visto nascere e crescere un progetto che non vedevo l'ora di avere tra le mani e veder esposto nelle fumetterie!
Quali autori vi hanno ispirato maggiormente?
Bando alle ciance, parto subito con una domanda in merito allo stile dell'opera: tutti e tre avete lavorato sodo per dare vita ad una trama ed un disegno che fossero in stile manga, ma che al contempo trasmettessero qualcosa di nuovo, di vostro e solo vostro, ed il risultato è spettacolare!
Un tratto dolce, morbido, ma al contempo deciso, una miscela perfetta di elementi: diteci, vi siete lasciati ispirare da qualche autore o stile in particolare? Se sì, chi o quale?
Un autore che ci ha ispirati a livello di costruzione del layout di pagina e di regia delle inquadrature è sicuramente Inio Asano. Per quanto riguarda la trama, probabilmente non si direbbe, ma almeno inizialmente la nostra influenza principale è stato l’Urasawa di “20th Century Boys”.
Gli sceneggiatori hanno poi aggiunto:
In realtà, la versione definitiva di “Awarè” è molto diversa dall’idea iniziale che avevamo, lasciando più spazio alla componente umana. In fondo siamo grandi fan dei sentimenti.
Amo il disegno e la possibilità che questo mi regala di creare mondi e personaggi, così ho cominciato a plasmare negli anni il mio stile avvicinandolo a quello dei disegnatori che più apprezzo, ottenendo quello che è un’unione e rielaborazione personale dei loro stili.
La disegnatrice ha poi aggiunto:
Tra i disegnatori che più apprezzo e a cui mi ispiro attualmente posso citare Kohei Horikoshi, Posuka Demizu, Kamome Shirahama, Keigo Shinzo, Hiro (La divisa scolastica di Akebi), ma anche autori non nipponici tra cui Juanjo Guarnido, Dao Zao e Samuel Spano.
Tra le mie fonti ci sono oltre ai fumettisti moltissimi illustratori da paura che seguo sui social, di cui mi innamoro e passo molto tempo ad osservarne i lavori.
Siete mai stati in Asia?
C'è molto (tantissimo) della cultura asiatica nel vostro Awaré: riferimenti artistici, come l'onda di Hokusai, o la specie cui appartiene uno dei protagonisti, il panda rosso, e ancora udon, ramen, colori e tramonti: ciò ci fa credere siate dei fan del Sol Levante, siete mai stati in Asia? Quale città o paese vi ha fatti innamorare? Cosa vi ha colpito di più?
Come avrete capito sono una grandissima fan del Sol Levante, ed ho avuto occasione di visitare Tokyo nel 2019. Inutile dire che mi sono persa per ore a visitare i suoi i quartieri più pop e nerd.
Lì mi sono sentita completamente immersa nelle fantasie della me di 12 anni, circondata dal mondo manga in ogni angolo. Ricordo di essere tornata con molta voglia di voler realizzare il mio sogno di disegnare manga firmati da me!
Questa domanda fa malissimo! Non siamo mai stati né in Asia, né in Giappone, ma rimane sicuramente il nostro sogno! Che il 2025 sia l’anno buono per realizzarlo? Per ora non diciamolo troppo forte...
Qual è il vostro personaggio preferito?
Uno degli elementi che ci ha maggiormente colpito di Awarè - oltre alla tematiche trattate - è il character design dei personaggi: gli abitanti di MokMok, oltre a non avere la bocca (che è a forma di fiorellino), hanno tutti caratteristiche zoomorfe: tuttavia, tra Moroi, KomoRebi ed Awaré chi è il vostro preferito? E perché?
È sempre complicato scegliere un personaggio in particolare, ma da chitarrista mi sento in qualche modo legato a Rebi!
Non posso che scegliere Moroi, mi sono rispecchiata molto in lei nella storia e ammetto che è stata la mia preferita da disegnare! (Forse perchè è troppo carina?).
Come tutti i genitori che dicono di non avere preferenze, in realtà le ho. Per mille motivi Moroi rimane il personaggio che più ho nel cuore (e confermo quello che ha detto Lidia, è troppo carina!).
Quale messaggio vorreste veicolare attraverso l'opera?
Tutta la trama di Awaré ruota attorno ad una faccenda oltremodo spiacevole che mette in moto una catena di eventi: nonostante la storia tratti temi differenti e profondi, ciò che ci ha colpito maggiormente è l'idea che gli abitanti di MokMok abbiano raggiunto l'amara consapevolezza che la parola ferisca più della spada.
L'idea che (quasi) tutti abbiano rinunciato volontariamente alla facoltà di parlare in quanto la voce è uno strumento del passato ed è servita a diffondere l'odio, un sottotesto critico significativo. Per i nostri lettori, vi andrebbe di raccontarci quale messaggio vi preme maggiormente veicolare attraverso l'opera?
Il fatto che gli abitanti di MokMok abbiano deciso di privarsi della parola ritenendola al pari di un’arma è sicuramente una scelta forte. Come speriamo si capisca nel corso del libro, tuttavia, smettere di parlare non risolve nessun problema.
Anzi, la parola stessa può essere il mezzo per ricucire ciò che si credeva ormai infranto. I temi centrali che ci piacerebbe emergessero sono la ricerca della serenità, l’importanza di volere e di volersi bene. Il bisogno di parlarsi, di esternare ciò che si prova senza averne paura, senza perdere di vista i sentimenti della persona con cui parliamo.
Vi siete imbattuti in qualche difficoltà durante il processo creativo?
In ultima battuta, vi chiederò qualcosa in più sul processo di realizzazione: vi siete imbattuti in qualche difficoltà o dilemma che vi è parso inizialmente insormontabile? Se sì, come lo avete risolto?
Sicuramente non scriveremo mai più storie in cui i personaggi non parlano (ridono, ndr).
A parte gli scherzi, dato che i personaggi di “Awarè” sono quasi tutti muti, la nostra sfida più grossa (ma che ci ha dato anche molte soddisfazioni!) è stata quella scrivere una sceneggiatura nella quale i gesti, gli sguardi e le reazioni dei personaggi comunicassero quale fosse il loro stato d’animo o ciò che provassero. Ed in questo i disegni di Lidia sono stati fondamentali!
La sfida più grande, ma allo stesso tempo stimolante, è stata appunto rappresentare le emozioni dei personaggi che circondano Awarè. L'assenza della bocca, centrale nella comunicazione non verbale, va qui ad aggiungersi alla mancanza della comunicazione verbale.
I personaggi del libro comunicano attraverso messaggi e Ale e Manu sono stati bravissimi a descrivermi i momenti di silenzio tra la scrittura e la lettura. Così ho potuto concentrarmi su sguardi e gesti e siamo riusciti a trovare la giusta sinergia per esprimere al meglio i sentimenti dei personaggi.
In seguito, hanno aggiunto tutti e tre in coro:
O almeno, speriamo...
Ci vedremo al Lucca Comics & Games 2024?
Siamo - tristemente - giunti alla fine di questa chiacchierata, pertanto grazie per aver prestato la vostra voce a questa intervista: come ben sappiamo, è fondamentale al giorno d'oggi.
Ci vedremo a Lucca Comics & Games 2024?
Certo! Anzi, non vediamo l’ora! :)
Grazie mille per l’intervista, speriamo tanto che Awarè vi piacerà!
Awarè, la trama
Il protagonista della vicenda è Awarè, giovane appassionato di musica - dalle sembianze di un panda rosso - ed uno dei pochissimi abitanti di MokMok a possedere ancora la capacità di parlare: un qualcosa di atipico, considerando che anni prima, a causa di un terribile evento, l'intera popolazione dell'isola decise arbitrariamente di rinunciare alla propria voce.
La bizzarra storia di Awarè s'intreccia con quella della fiorista Rebi e della figlia del sindaco di MokMok, Moroi, un tempo entrambe molto unite, ma ad oggi separate da un muro che pare invalicabile: starà al giovane musicista aiutarle, permettendogli di ricongiungersi e comunicare i propri sentimenti.
Awarè sarà disponibile in fumetteria e online a partire dal 1 ottobre 2024: disponibile anche il pre-order, non lasciatevelo scappare!
immagine in evidenza gentilmente concessa da Edizioni Star Comics, Press
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