Nel cuore vibrante del Comicon di Napoli 2025, tra cosplay variopinti, lunghe file agli stand e l’eco instancabile dell’entusiasmo dei fan, uno degli eventi più sentiti dalla stampa è stato l’incontro con il maestro Boichi. Il celebre artista sudcoreano, noto al pubblico per titoli di culto come Sun-Ken Rock, Origin e Dr. Stone, è stato accolto con calore da lettori di tutte le età, pronti a celebrare un’autentica icona del manga contemporaneo.
Boichi, con il suo sorriso aperto e un'umiltà disarmante, è arrivato a Napoli con un obiettivo preciso: presentare il suo nuovo progetto Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse, pubblicato in Italia da Edizioni Star Comics. Una serie che unisce storia e fantascienza, realtà e immaginazione, riflettendo un po' la sua visione di un fumetto senza confini.
Disegnare per altri, con rispetto e passione

Durante l’incontro organizzato da Star Comics, Boichi ha raccontato con energia contagiosa la sua esperienza come disegnatore al servizio di sceneggiatori diversi. Ha definito questa dinamica come una grande opportunità creativa e un onore, sottolineando quanto il confronto con altre voci narrative possa arricchire anche chi, come lui, è perfettamente in grado di scrivere e disegnare da solo.
In particolare, ha ricordato con emozione l’esperienza vissuta collaborando con Eiichirō Oda per One Piece: Episode A:
Disegnare per un Sensei di quel livello è stato un momento di grande felicità nella mia vita.
È un esempio emblematico della versatilità professionale di Boichi: capace di esprimersi come autore completo, sa anche mettersi al servizio della visione di altri senza oscurarla, contribuendo a farla brillare con la propria maestria.
Questa flessibilità emerge con chiarezza anche in Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse, dove Boichi ha raccontato di essersi confrontato con una sfida editoriale complessa: realizzare due versioni dello stesso manga, una orizzontale per la pubblicazione cartacea e una verticale per il formato webtoon.
Ho dovuto ripensare completamente la costruzione delle tavole. La progettazione visiva non è solo una questione di stile, ma un elemento fondamentale della narrazione stessa.
Marco Polo, wok alla mano: la forza del design narrativo

Nel raccontare la genesi di Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse, Boichi ha svelato i retroscena della costruzione del suo protagonista: un giovane Marco Polo, orfano di una Venezia sospesa tra le epoche, che parte alla scoperta di mondi armato di un wok e un coltello da cucina cinese. Scelte grafiche che, seppur eccentriche, in realtà portano con sé una profonda coerenza narrativa.
Ogni dettaglio visivo deve raccontare qualcosa del personaggio. Il wok non è solo un’arma: è un simbolo culturale, un legame con l’Oriente e con le origini del viaggio.
Anche il design del padre di Marco, Niccolò Polo, è stato curato con attenzione filologica, partendo da fonti storiche per restituire un’ambientazione credibile, pur nel contesto fantastico dell’opera. In questo, Boichi conferma il suo approccio meticoloso al character design: ogni elemento ha un significato, ogni accessorio serve a costruire i personaggi e il mondo che li circonda. Un metodo che, unito alla sua abilità tecnica, rende i suoi manga immediatamente riconoscibili e immersivi.
Manga Issho: un ponte culturale tra Europa e Giappone

Uno dei momenti più toccanti dell’incontro napoletano è stato quando Boichi ha parlato del progetto Manga Issho, la prima rivista di manga interamente europea. Sfogliando con orgoglio una copia ricevuta, ha dichiarato che:
Per me, lavorare in Giappone è un sogno realizzato. Ma il mio sogno più grande è vedere autori europei pubblicati in Giappone. Vorrei che l’industria manga fosse veramente globale, aperta, capace di accogliere voci da ogni parte del mondo.
Boichi ha parlato con affetto e curiosità delle opere contenute in Manga Issho, lodando il potenziale e la qualità artistica della nuova generazione europea. La sua visione è quella di una scena fumettistica internazionale, in cui la provenienza geografica non sia più una barriera, ma una ricchezza da condividere.
Dal cinema alla musica: le contaminazioni

Una delle chiavi del successo di Boichi è la sua capacità di assorbire ispirazione da campi molto diversi tra loro. Durante il press café con i giornalisti, ha spiegato come la musica, in particolare le colonne sonore, giochi un ruolo fondamentale nel suo processo creativo. Quando lavora a un’opera dal tono western, ad esempio, si immerge nell’ascolto di Ennio Morricone, lasciando che la musica influenzi le atmosfere visive della storia.
È un modo per entrare nello spirito del racconto, per sentire l’ambientazione anche prima di disegnarla.
Il cinema è un’altra fonte di ispirazione costante. Nel progettare le creature mostruose dei suoi manga, Boichi parte dall’anatomia umana, che poi trasforma attraverso l’aggiunta di elementi ispirati a film come Alien, Predator o The Abyss. Ma ha anche citato le creature abissali della natura come modelli per rendere i suoi mostri più credibili, più inquietanti e — al tempo stesso — più affascinanti.
Anime e manga: due linguaggi, un’unica anima

Il maestro Boichi ha anche condiviso il suo punto di vista sull’adattamento animato delle sue opere, in particolare Dr. Stone. Ha riconosciuto che l’anime ha portato nuova linfa alla storia, spingendolo a riflettere su nuovi approcci al ritmo e alla regia visiva.
Anche quando un’opera nasce dal mio tratto, vederla reinterpretata mi arricchisce.
E riguardo al successo degli anime in Italia, ha aggiunto:
È un fenomeno naturale. Il manga è ricco di generi e contenuti, parla all’umanità. È intrattenimento, certo, ma anche riflessione. Ecco perché conquista pubblici diversi, anche molto lontani tra loro.
Una visione del fumetto senza frontiere

Il punto centrale del pensiero di Boichi, emerso chiaramente in ogni momento dell’incontro, è la volontà di contribuire alla costruzione di un fumetto globale. Un linguaggio universale che possa unire storie, culture e sensibilità artistiche diverse, superando confini geografici e stilistici.
Fin dai suoi esordi in Corea del Sud, passando per il difficile ingresso nel competitivo mercato giapponese attraverso Shōnen Jump, Boichi ha sperimentato sulla propria pelle cosa significhi essere un autore straniero in un settore fortemente identitario. E proprio per questo, oggi più che mai, sente la responsabilità di aprire la strada alle nuove generazioni di artisti europei, asiatici, americani.
Tra le tante qualità che i fan e i colleghi riconoscono a Boichi, spicca la sua disponibilità umana. Sempre sorridente, empatico, generoso nel condividere consigli e aneddoti, si è dimostrato ancora una volta un artista che non coltiva distanze ma connessioni. Il nostro incontro al Comicon di Napoli non è stato una semplice presentazione editoriale, ma un momento raro di dialogo, un ponte aperto tra pubblico e autore, tra presente e futuro del fumetto.
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