Cyberpunk: viaggio nella Matrice tra corporativi e street samurai

Il Cyberpunk: dalle sfavillanti strade dei bassifondi dello Sprawl alle lotte corporative, il futuro tecno-organico di Gibson e soci

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Autore: Manuel Enrico ,

Il cielo sopra di noi aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto

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La frase con cui William Gibson ci accoglie nel suo Neuromante è divenuta il manifesto della cultura cyberpunk. La forte attinenza alla commistione tra organico e tecnologico, l’influenza della tecnologia stessa all’interno della quotidianità sono passati dall’essere una fascinazione letteraria a una presenza concreta nel mondo attuale, arrivando a rendere Gibson, Sterling e affini più di semplici scrittori, ma quasi dei temibili profeti. 

Se è vero che il periodo d’oro del cyberpunk si è visto a cavallo tra anni ’80 e ’90, muovendosi in modo perfetto in diversi media, non si può negare come i punti saldi del genere siano divenuti talmente reali da avere trasformato il cyberpunk un sempreverde, dotato dell’inquietante potere di prevedere evoluzioni sociali contemporanee.

Viaggi nella matrice, potere corporativo e umanità disumanizzata: benvenuti nel cyberpunk

Complice l’evolversi stesso del cyberpunk, che con diverse sfumature della propria natura ha saputo intercettare diversi aspetti. Che si tratti di letteratura, cinema o videogiochi, il cybperunk ha saputo adeguarsi al passare del tempo, preservando il proprio spirito autentico ed evolvendolo all’interno di nuove possibilità narrative. 

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Una natura mutevole che scaturisce dalle radici stesse del cyberpunk. Tradizionalmente si vede in Neuromante e nella canonizzazione del genere effettuato da Sterling e Gibson la scintilla vitale di questa visione distopica, ma i tratti essenziali del cyberpunk possono rivedersi anche in opere ben più datate. 

La nascita del cyberpunk

Volendo essere pignoli, infatti, potremmo affermare che i due autori americani più che creare il cyberpunk, hanno ricondotto sotto questo nome una serie di elementi narrativi che, nei precedenti decenni, erano apparsi in modo disomogeneo all’interno di produzioni letterarie non sempre di natura precisa. 

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Considerati i tratti salienti del contesto cyberpunk, le ispirazioni si possono ritrovare anche in opere di autori insospettabili come Huxley o George Orwell, che avevano iniziato a vedere nei nuovi ritrovati tecnologici un pericoloso abuso per il controllo delle masse.

Tutte queste correnti letterarie continuarono a svilupparsi, anche sotto la guida di editori che diedero ai propri scrittori spazio di manovra, stimolandoli, dando vita nei primi anni ’60 al movimento della New Wave. 

Capisaldi di questa tendenza furono proprio la maggior rilevanza dello sviluppo tecnologico ed il suo ingresso massiccio nella quotidianità, toccando anche elementi di natura economica legati a una diffusione anche domestica delle nuove tecnologie, come la televisione, e l’impatto da esse esercitata tanto sulla società quanto sull’individuo.

 Un’analisi critica che si spinse verso la ritrattistica di una componente straniante per il singolo, declinandola nell’accezione di isolamento e mutamento della percezione della realtà, rapportata anche al nascente uso di droghe, utilizzati da alcuni scrittori, come gli esponenti della Beat Generation, quali mezzo per espandere le proprie sensazioni.

All’interno di questa evoluzione fu Philip Dick ad esser un vero pioniere. Nei suoi racconti brevi, in particolare, Dick cercò di presentare la società americana del periodo, intrecciandola ad una visione futura in cui emergono sempre più le forti pressioni di conglomerati industriali e la continua ingerenza della tecnologica, come la sempre più evoluta informatica, all’interno della vita quotidiana.

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Non è un caso siano tematiche come la coscienza del sé, il contrasto tra spirituale e tecnologica ad essere al centro di uno dei suoi romanzi più noti, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, che sarebbe poi divenuto l’ispirazione di uno dei simboli del cyberpunk al cinema: Blade Runner.

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Un momento centrale nella nascita del cyberpunk fu la narrativa di Ballard. La sua idea di fantascienza puntava a un più stringente intrecciarsi di umanità dei personaggi e fredda tecnologia, cercando un punto di equilibrio narrativo in cui fosse perfettamente sinergica la relazione tra componenti biologiche e le psicologie sintetiche. Il fine ultimo era la ricerca di una convergenza tra umano e sintetico, evolvendo l’interazione tra uomo ed intelligenza artificiale, spostando la relazione paritaria tra umani e robot avviata dalla narrativa di Asimov verso un’interazione più intima, votata ad un’integrazione organico-sintetico che andasse le semplici suggestioni fantastiche per indirizzarsi a una più concreta fattibilità.

Ad accumunare gli scrittori sinora citati era la componente critica della loro grammatica narrativa. Sotto la loro analisi, il mondo contemporaneo diventava il canovaccio su cui creare  un’ottica futura, introducendo nuovi spunti, come l’interazione uomo-macchina o una evoluta consapevolezza del’umanità, espandendone le sensazioni attraverso diversi stimoli, dalle droghe sintetiche al supporto tecnologico.

In questa fase embrionale del cyberpunk compaiono, seppure in forma abbozzata, quelle che saranno in seguito i puti cardine della cultura cyberpunk, come indicati anni dopo da Lawrence Peterson, storico editor della rivista di fantascienza Nova Express:

I personaggi tipici del cyberpunk sono dei reietti, emarginati alienati che sopravvivono al limitare della società, in futuro solitamente distopico in cui la vita giornaliera è stravolta da una rapido ed invasivo avanzamento tecnologico, una onnipresente rete telematica di interazione computerizzata e invasive modifiche tecnologiche del corpo umano

Bisogna però aspettare i primi anni ’80 per assistere alla nascita del nome cyberpunk.

Nel 1983 lo scrittore Bruce Bethke utilizza il termine cyberpunk per un proprio racconto. In seguito, cyberpunk divenne un termine diffuso grazie Gardner Dozois, che lo utilizzò per i suoi editoriali sulla rivista Isaac Asimov’s Science Fiction Magazine. Quando il termine divenne popolare, Bethke rivelò che la nascita della parola coniugando due liste di parole, una ispirata alla tecnologica (da cui deriva il cyber, l’elemento legato alle nascenti reti telemtiche) e una dalla sfera sociale (punk, seguendo quelle che erano le tendenze sociali del periodo).

In questa fase, il cyberpunk ha trovato un nome per cui farsi riconoscere dagli appassionati, ma è ancora privo di una struttura consolidata, un canone narrativo a cui devono attenersi scrittori e narratori.

Le prime suggestioni, come uno spazio digitale interconnesso o i giganteschi agglomerati urbani, di quello che diventò il cyberpunk, per come lo conosciamo oggi, comparvero inizialmente nei primi racconti di William Gibson, come Johnny Mnemonico o La notte che bruciammo Chrome. Il punto focale della costruzione di un’identità narrativa viene ricondotto ad un romanzo che inizia con una frase divenuta iconica. Un primo passo che trovò una prima, vera forma in Neuromante

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Trilogia dello Sprawl

Trilogia dello Sprawl

Trilogia dello Sprawl: Neuromante-Giù nel cyberspazio-Monna Lisa cyberpunk

Neuromante, romanzo uscito nel 1984, è il momento di esplosione del genere, l’attimo che ha reso il cybepunk un fenomeno di rilevanza mondiale. L’importanza del romanzo di Gibson risiede nell’esser il primo esempio di lettetatura cyberpunk in cui viene utilizzato il concetto di cyberspazio nell’accezione che poi diverrà il caposaldo di questa correte letteraria.

Gibson, in questo romanzo, elabora il concetto dei deck, dei ricordanti e dei cybercowboys, dando vita alle basi dell’immaginario cyberpunk che poi troverà incarnazione anche in fumetti, giochi di ruolo e cinema. A questo sforzo di Gibson, si aggiunse una raccolta di racconti di Sterling, Mirroshades, in cui viene espansa in particolare l’interazione tra uomo e macchina, andando a rendere canonica la presenza degli innesti cibernetici.

Zaibatsu, corporazioni e street samurai

Il mondo futuro al centro dell’immaginario cyberpunk è una società distopica, in cui la tecnologia è diventata una presenza centrale nella vita quotidiana. Dai potenziamenti cibernetici al cyberspazio, tutto ciò è che carne è compenetrato da componenti tecnologici, creando una sorta di sudditanza da parte delle fasce di popolazione più povera, che per mantenere questa simbiosi è disposta a tutto.

Il controllo della tecnologia è una delle forze motrici della società futura. Tramite di essa, le megacorporazioni o zaibatsu, trasformano la tecnologia in fonte di potere, dominando governi, corrompono forze di polizia o esercitano la propria visione di legge tramite milizie private.

Come facilmente intuibile, si tratta di un futuro graffiante e violento. I colori dominanti sono cupi, contrastanti dalla violenza dei neon multicolore che illuminano le immense città, come lo Sprawl, un intricato e esteso conglomerato urbano che in ingloba New York, Boston e Washington. In questi ambienti degradati e violenti, si muove una serie di figure che cercano di sopravvivere, in modo più o meno lecito, dai cybercowboys, pirati informatici che vivono navigando la Matrice, ai samurai di strada, muscoli a pagamento con un particolare codice d’onore.

All’interno della cultura cyberpunk è forte la componente giapponese. Una predominanza nata in quanto, nel periodo in cui veniva formalizzato il canone del cyberpunk nelle opere di Gibson e Sterling, la produzione tecnologica giapponese stava iniziando ad invadere il mercato americano, facendosi notare per la sua superiorità rispetto alla produzione statunitense. L’esplosione della tecnologia nipponica coincideva con un appiattimento della supremazia americana nel settore, che sembrava non poter competere con il dilagare del potere tecnologico nipponico. 

Gli autori, all’epoca, teorizzarono che questa influenza del Sol Levante sarebbe stata sempre più massiccia, arrivando quindi ad idealizzarla come la forza trainante dell’evoluzione tecnologica e sociale, motivo per cui i ‘cattivi’ delle storie cyberpunk spesso sono gruppo industriali giapponesi o membri della Yakuza, la letale mafia giapponese.

Parlare di cyberpunk senza entrare nel merito dell’interazione con intelligenze artificiali e interazione uomo-macchina è impossibile. Al centro della cultura cyberpunk, la presenza di esseri umani potenziati da innesti cibernetici è normale. Specialmente nel sottobosco criminale in cui sono ambientate gran parte delle storie cyberpunk, questi umani potenziati sono figure presenti, al pari dei temerari surfisti della rete, i cyber-cowboy. Aiutati da innesti cibernetici che consentono loro di interagire con la Matrice trasferendo la propria coscienza nel mondo digitale, questi hacker sono spesso al centro di furti di informazioni ed attacchi informatici con bersaglio le grandi corporazioni.

Preso nel suo insieme di dogmi e corollari, il cyberpunk oggi può sembrare una visione fortemente deviata rispetto alla realtà odierna. Non abbiamo ancora deck con cui proiettarci nella rete, ma questa visione profetica dei narratori cyberpunk era figlia di una cultura tecnica e scientifica ancora rudimentale in termini di reti telematiche. Una mancanza di formazione unita a una fantasia non idealistica bensì cinica e disincantata, tanto che quasi tutte le trame dei grandi cult del genere contengono figure allo sbando e punite per le loro vite al limite. 

Da Johnny Mnemonic a Cyberpunk: Edgerunners, il cyberpunk non manca di valorizzare un aspetto decadente dell’umanità. Difficilmente abbiamo contesti diurni, si preferisce una vita notturna in cui si viene affogati da abbaglianti neon, in cui la sfrenata verticalità urbana rimane un’utopica vetta inarrivabile, appannaggio delle megacorporazioni. Il cuore della narrativa cyberpunk batte nelle profondità degli abissi d’acciaio delle megalopoli, respira l’aria stantia dei bassifondi, ha la voce di una lingua ibridata da mille contaminazioni culturali. Tutto punto alla costruzione di una nuova umanità, sotto ogni aspetto, ma che non porta speranza, bensì rassegnazione. 

Analizzando al meglio la maggior parte delle storie cyberpunk, anche recenti produzioni come Altered Carbon di Richard K. Morgan, appare evidente come il genere sia divenuto la sublimazione di una natura umana di stampo hobbesiano. Difficilmente si vede solidarietà o comprensione, a dominare è sempre l’interesse personale e quei pochi che cercando di sovvertire questo ordine vengono severamente puniti. A dominare le arcologie e la vita del mondo cyberpunk è il profitto, legale o più facilmente illegale, sono le acide lotte che animano il sottobosco criminale e il potere garantito da una continua affermazione della legge del più forte. 

Una connotazione venefica e cupa, che è stata perfettamente racchiusa in Cyberpunk 2077 in una frase di gelida poesia detta da Johnny Silverhand, personaggio che incarna al meglio lo spirito del genere, non a caso interpretato da uno degli attori più iconici del cyberpunk, Keanu Reeves:

Siamo tutti connessi all’universo, con i nostri corpi, le nostre anime e i nostri sensi. Riconosciamo il mondo tanto quanto il mondo riconosce noi. Si può vedere tutto il mondo in un granello di sabbia, eppure molti di noi hanno scelto di chiudere gli occhi e di ignorare i propri sensi, interrompendo il legame spirituale con esso. Ci siamo allontanati dall’universo, come un uccellino appena nato che perde di vista il suo stormo. Ma tutto a questo mondo ha uno scopo, anche la nostra deviazione. Attraverso la separazione, siamo destinati a sviluppare legami più saldi in futuro. Un fragile virgulto spezzato dal vento fa in modo che cresca un ramo più robusto. La cenere dell’erba bruciata nutre un prato più sano la primavera successiva. È per questo che, anche intrappolati in giungle di cemento, desideriamo l’abbondanza della natura. È per questo che, anche se viviamo in un’epoca di costante connessione sociale, ci sentiamo sempre più soli.

Il cyberpunk a fumetti

Un’ambientazione come il cyberpunk non poteva certo lasciare indifferente un universo come quello fumettistico, particolarmente avido di nuove suggestioni con cui attrarre lettori. Che si tratti di serie ad ampio respiro o di archi narrativi contenuti, il cyberpunk ha data alla nona arte una struttura tematica e una visione ambientale impagabile e magnificamente integrata all’interno della cultura fumettistica. 

The Long Tomorrow

Quando Alejandro Jodorowsky decise di realizzare la più folle impresa della sua carriera, ossia realizzare un lunghissimo film ispirato a Dune, aveva messo insieme un team artistico impressionante. All’interno di questa squadra erano presenti Jean Giraud, il disegnatore francese meglio noto come Moebius, e lo sceneggiatore Dan O’Bannon.

Durante le eterne lavorazioni di quel progetto, O’ Bannon, già reduce dal successo di Darkstar, si era messo a scrivere un racconto di fantascienza. Quando Moebius lesse quelle pagine, ne rimase impressionato e chiese all’autore di trasformarle insieme in un fumetto.

Da questa comunione di intenti nacque The Long Tomorrow, fumetto di 15 pagine che non sono è un comic cyberpunk, ma ha addirittura segnato in modo profondo l’immaginario cyberpunk successivo. Ridley Scott, nella creazione della sua Los Angeles futura per Blade Runner, attinse molto alla visione di Moebius e persino William Gibson si ispirò a The Long Tomorrow per l’estetica del suo Neuromante. E incidentalmente, in The Long Tomorrow compaiono dei robot poliziotti noti come RobotCop, ricorda nulla? The Long Tomorrow è il Graal dei fumetti cyberpunk, essendo anche in parte la scintilla originaria.

Tokio Ghost

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Rick Remender e Sean Murphy ci portano nel 2089, in un’America in cui l’ambientazione cyberpunk viene ritratta alla perfezione. I due protagonisti, Debbie Decay e Led Dent, sono le due anime dell’immaginario cybeprunk: lei, attaccata ad un’umanità disperata, lui oramai simbolo di una società in cui è impossibile vivere senza l’influsso della tecnologia.

Influenzata dall’immaginario manga, l’ambiente urbano futuro è caotico, sfondo di una storia ipercinetica che trova un contrasto nella seconda parte, in cui l’umanità cerca un riscatto. Tutte le tematiche del genere sono presenti nella tragedia di Debbie Decay, rendendo Tokyo Ghost uno dei migliori fumetti cyberpunk.

 Hard Boiled

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Hard boiled

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Hard boiled - fumetto cybperunk di frank miller

Cosa succede quando si lascia a Frank Miller piena libertà? E se gli associa un talento visivo come quello di Geoff Darrow? Il risultato è Hard Boiled, storia iperviolenta e dinamica che vede un futuro distopico in pieno spirito cyberpunk prendere vita. Protagonista è l’esattore delle tasse Cari Seltz, incaricato di una riscossione che si rivela un incarico costellato di morti e situazioni incredibili. Alla base di Hard Boiled c’è la totale assenza di spiegazioni, la storia viene esaltata dalla vivacità dei disegni di Darrow. La combinazione tra i due geni fu tale che nel 1991 Hard Boiled vinse il premio Eisner!

 Private Eye

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The private eye Copertina rigida

In Private Eye non esiste un’interconnessione digitale costante, una delle caratteristiche principali del cyberpunk, in una sorta di estremizzazione della privacy che persiste sino al giorno in cui questa sicurezza svanisce, rendendo pubblici tutti i dati privati. Privati di questo rifugio, i cittadini iniziano a rifugiarsi dietro identità fittizie nel mondo reale, i Nyms, indossando maschere che non ne consentano il riconoscimento. Brian K. Vaughn ribalta le visioni oppressive del controllo capillare delle vite digitali, una derivazione orwelliana tipica del cyberpunk, arrivando alla demolizione dei rapporti interpersonali autentici.

Ronin

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Ronin Copertina rigida

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Ronin Copertina rigida fumetto miller

Nuovamente Frank Miller, con una storia in cui l’elemento cyberpunk si tinge di un pizzico di sovrannaturale. Quando il demone Agat imprigiona lo spirito in un samurai senza padrone, un Ronin, all’interno di una spada, non può immaginare che questa prigione venga infranta. Eppure, Ronin si ritrova libero dalla sua prigionia nella New York del 21 secolo, con la sua coscienza fusa nel copro di Billy, un paralegico che si muove con arti artificiali e dotato di poteri telecinetici. Frank Miller ha creato un’opera cyberpunk complessa, ancora attuale per i temi e la narrativa, ma che sembra lontana dal gusto attuale in merito a gestione delle scene d’azione. Ronin rimane comunque una lettura obbligata per chi cerca fumetti cyberpunk!

 Ghost in the Shell

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The ghost in the shell. Volume unico. Nuova ediz.

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Il manga che rappresenta uno dei punti di massima espressività del cyberpunk. L’opera di Masamune Shirow raccoglie in pieno l’eredità di alcuni dei temi essenziali della letteratura cyberpunk, dal rapporto simbiotico tra uomo e tecnologia alla difficile comprensione dell’interazione uomo-macchina. Anche nella realizzazione dell’impianto visivo del mondo futuro, Shirow ha trovato un’ottima sintesi per esprimere al meglio le suggestioni del cyberpunk. Ghost in the shell è stato capace di influenzare pesantemente le successive produzioni cyberpunk, dal cinema al fumetto, diventando un punto fermo per gli amanti dei fumetti cyberpunk.

Judge Dredd: Mega-City 

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udge Dredd: Mega-City Zero

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Sfruttando l’incredibile ambientazione creata da John Wagner e Carlos Ezquerra, già sufficientemente piena di riferimenti ad alcuni dei simboli della letteratura cyberpunk, Douglas Wolk e Ulises Farinas esplorano ulteriormente questi aspetti trasportando il granitico Giudice da Mega-City 1 a Mega-City 2, sorta sulla vecchia sulle rovine della vecchia California, in Judge Dredd: Mega-City 2. In questa nuova versione di Dredd, la Legge diventa una specie di farsa, adattata ad una società in cui tutti sono dei personaggi famosi, la cui fama diventa il sinonimo di rispetto e importanza all’interno della società. All’interno di Judge Dredd: Mega-City 2 compaiono numerosi riferimenti alla tradizione della letteratura cyberpunk, unendo il fascino dell’ambientazione alla radice di critica sociale.

 Transmetropolitan

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Transmetropolitan Vol. 1 - DC Absolute

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Warren Ellis è riuscito ad inserire all’interno di Transmetropolitan il fulcro delle caratteristiche del cyberpunk. Ellis crea il suo Spider Jerusalem lasciandosi ispirare dalla figura di Hunter S. Thompson (l’inventore del gonzo journalism), che diventa il nostro punto di vista su questo futuro distopico, sfruttano un’idea vincente: nessun riferimento temporale. La storia di Transmetropolitan contempla nano macchine, esseri umani geneticamente modificati, trattati con un’impostazione grafica che ne esaltasse il forte contenuto. Uno dei migliori fumetti cyberpunk di sempre

Robocop: vivo o morto

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RoboCop. Vivo o morto (Vol. 1)

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Parlando dei migliori film cyberpunk, Robocop si ritaglia di diritto un posto in prima fila. Inevitabile, quindi che decliando nel mondo dei fumetti il cyberpunk, il metallico cyber-poliziotto di Detroit trovasse un suo spazio. Robocop: Vivo o Morto è un arco narrativo firmato da Joshua Williamson e disegnato da Carlos Magno, che prende il via dal finale della prima avventura cinematografica del fu Alex Murphy, mantenendo inalterati i punti salienti del canone di Robocop. Raccolto in due volumi da saldaPress, Robocop: Vivo o Morto è un ottimo fumetto cyberpunk. 

Akira

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Akira (Vol. 1) Copertina flessibile

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Spesso si celebra maggiormente l’anime di Katsuhiro Ōtomo, ma Akira è uno dei più amati manga cyberpunk della storia. Il merito è della storia perfettamente integrata nei dettami del genere, con una società metropolitana opprimente e sfavillante, resa magnificamente sia nella caratterizzazione dei personaggi che nelle ambientazioni. La storia di Otomo, nella sua versione cartacea, mostra una maggior profondità, che mutua i tratti del nascente panorama cyberpunk in modo organico, unendo la spettacolarità offerta da una sci-fi tecno-organica a una narrazione che si fa portatrice di una critica spietata e acidamente allegorica. 

Nathan Never

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In casa Bonelli, il cyberpunk dal 1991 è incarnato da Nathan Never, investigatore privato del futuro creato da Serra, Medda e Vigna. Personaggio dal passato drammatico, Nathan è ritratto come un detective dai tratti noir calato in una megalopoli stratificata e ipertecnologica, dove la commistione uomo macchina è all’ordine del giorno. 

La visione del mondo di Nathan Never non rimane schiava di una semplice riproposizione sterile dei dettami del cyberpunk, ma li integra e rielabora all’interno di una narrazione più ampia, capace di comprendere diverse suggestioni della sci-fi creando un mondo vivido e appassionate. 

Il Cyberpunk al cinema

Pirati informatici, città tentacolari e robot cyborg. Gli ingredienti del cyberpunk erano troppo ghiotti per non arrivare sul grande schermo, contribuendo in modo evidente alla consacrazione del genere. 

Data la sua natura, il cyberpunk è stato interpretato in modi differenti, non solo sul piano registico ma anche su quello concettuale. Chi ha cercato una radice quanto più pura nella narrativa cybperunk ha spesso creato opere concettuali di non facile penetrazione sul pubblico generalista (come Liquid Sky), appellandosi a una matrice visiva spinta ed estremamente referenziale. Si tratta di pellicole adatte ai cultori del cyberpunk più estremo, mentre per chi volesse avvicinarsi in modo soft al cyberpunk abbiamo pensato di consigliare un altro approccio. 

ROBOCOP

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Robocop Collection (4 Blu Ray)

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La Detroit futura in cui opera l’agente Alex Murphy è socialmente un perfetto ritratto dell’immaginario cyberpunk: devastata dalla criminalità e assoggettata dallo strapotere di un multinazionale, la OCP. Durante un’azione Alex Murphy (Peter Weller) viene brutalmente ferito da una gang criminale, che lo lascia in fin di vita. Facendo valere il proprio possesso della città e del corpo di polizia, la OCP utilizza Murphy come soggetto sperimentale per la realizzazione del primo poliziotto robot di Detroit: Robocop.

Scritto da Edward Neumeier e diretto da Paul Verhoeven , Robocop è uno dei migliori esempi di film cyberpunk. Il complicato rapporto tra uomo e macchina, incarnato dalla fatica con cui Murphy accetta la sua nuova vita, faticando a concepire la rinuncia alla sua famiglia e alla sua esistenza ‘umana’ sono una delle migliori interpretazioni della narrativa cyberpunk al cinema.

BLADE RUNNER

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Blade Runner: The Final Cut - Titans of Cult - Limited Edition Steelbook

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Un’opera in due parti, divise tra loro da più di tre decenni. L’immaginario fantascientifico moderno è stato pesantemente influenzato dal primo Blade Runner, soprattutto grazie alla perfetta contestualizzazione urbana dell’indagine di Deckard, cacciatore di Replicanti. La Los Angeles immaginata da Scott era la città cyberpunk per eccellenza, oscura e con sprazzi luminosi artificiali che sarebbero divenuti il simbolo stesso del cyberpunk, canonizzato una manciata di anni dopo da Gibson.

Il primo Blade Runner è diventato un film cult grazie alle interpretazioni magistrali di Harrison Ford e Rutger Hauer, accompagnati dalle struggenti musiche di Vangelis, ma è la particolare concezione dell’anima trattata nel film che lo ha reso una leggenda, questo dualismo tra organico e sintetico, tra cosa può considerarsi vivo e cosa è un semplice lavoro in pelle.

Tematica approfondita in modo diverso da Blade Runner 2049, in cui il tema del contrasto biologico/sintetico ha raggiunto nuovi aspetti. Da ammirare come si sia mostrato anche il mutare del contesto urbano, dipingendo una Los Angeles sempre opprimente e sintetica, ma con un’evoluzione socio-tecnologica convincente.

METROPOLIS

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Metropolis (Reconstructed & Restored)

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Possibile che un film del 1927, muto e in bianco e nero, sia una delle pellicole simbolo del cyberpunk? In effetti, la trama di Metropolis raccoglie molte delle suggestioni del cyberpunk, già dalla trama. In una città stratificata dominata da una mentalità corporativa, in cui la massa della popolazione sopravvive nei meandri di questa prigione di metallo e cemento. Un rampollo di una delle potenti famiglie della città scopre le reali condizioni dei lavoratori e decide di cambiare la loro vita avviando una lotta sociale, che passa dalla creazione di un robot donna, una ginoide, che diventerà il fulcro della caduta di questa società. Questa visione fantascientifica è nata in un periodo in cui era ancora forte la Sindrome di Frankenstein e la concezione moderna dei robot creata da Isaac Asimov era ancora lungi dal comparire.

Nonostante sia ovvia una certa ideologia politica, Metropolis inserisce tematiche quali oppressione sociale e l’utilizzo della tecnologia all’interno dell’evoluzione umana, tipiche del cyberpunk. Metropolis ha duramente colpito l’immaginario fantascientifico, al punto di venire anche omaggiato dai Queen nel loro video per Radio Gaga.

AKIRA

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Il nome di Akira è un pezzo di cuore per un’intera generazione di appassionati, che hanno scoperto prima il manga e poi l’anime di Katsuhiro Otomo. L’incredibile spettacolo visivo creato da Otomo per raccontare la sua Neo-Tokio è diventato un simbolo dell’animazione nipponica e dell’immaginario fantascientifico. Le regole del cybperunk sono pienamente rispettate, con una difficile situazione urbana in cui bande di bikers e piccola malavita si danno battaglia per le strade della metroipoli, mentre ambienti segreti della politica cercano di imbrigliare poteri sconosciuti con la tecnologia. La presenza di sperimentazioni unite ad una forte componente filosofica sono elementi che arricchiscono il già corposo contesto cyberpunk.

Strange Days

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La fine del secolo scorso era troppo golosa per non utilizzare come espediente narrativo, tra profezie religiose e Millennium Bug. Stimolati da questi presupposti, il trio James Cameron, Jay Cocks e Kathryn Bigelow creò Strange Days. Durante le feste di fine millennio a Los Angeles tutti voglio una dose di Squid, la droga digitale che consente di rivivere i ricordi altrui.

Il rapporto tra reale e digitale, tanto caro al cyberpunnk, viene legato ad una sensazione di ribellione verso una società in cui il divario sociale è marcato, rendendo Strange Days un’interessante variazione sul tema cyberpunk.Ralph Fiennes e Angela Basset sono strepitosi in questa pellicola, in cui il rapporto tra realtà e ambiente virtuale gioca un ruolo essenziale, inserito in una realtà distopica incredibilmente simile alla nostra. L’impostazione narrativa da storia noir, con protagonista un antieroe cinico che si scontra con poteri corrotti è un’aggiunta che non manca nella visione cyberpunk.

eXistznz

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Existenz

Existenz

Existenz [Edizione: Regno Unito]

David Cronenberg aveva già dato un piccolo morso alla dimensione del cyberpunk con il suo Videodrome, ma con eXistenZ si merita di diritto un posto tra i migliori film cyberpunk. Al centro della storia il lancio di un nuovo videogioco, eXistenZ, sviluppato dalla geniale Allegra Geller (Jennifer Jason Leigh), che viene testato da un gruppo di beta tester. Durante la prova, i giocatori sembrano esser vittime di un attentato estremista. Gli eventi si susseguono frenetici lasciando allo spettatore il dubbio su cosa sia reale o meno.

Inquietante, a tratti disturbante per alcune scelte stilistiche particolarmente spinte, eXistenZ miscela in modo morbosamente affascinante la tematica del virtuale con l’interazione organico-sintetico. I game pod della Geller e gli innesti biomeccanici con cui Willem DaFoe operava Jude Law erano una visione personalissima del classico rapporto cibernetico del cyberpunk.

JOHNNY MNEMONIC

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Johnny Mnemonic

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Il film di Johnny Mnemonic con Keanu Reeves in versione DVD.

Non è uno dei migliori film cyberpunk, ma il più noto dei film cyberpunk. Direttamente da un racconto di William Gibson contenuto in La notte che bruciamo Chrome, Keanu Reeves interpreta un corriere mnemonico, un individuo che rinuncia a parte dei propri ricordi per fare spazio nel proprio cervello in modo da trasportare informazioni digitalizzate, spesso segreti non trasmissibili in modo canonico. Robert Longo dirige un film ambientato in un futuro non troppo longano, rimanendo particolarmente fedele alle suggestioni di Gibson.

Il corriere mnemonico è la quintessenza del cyberpunk, così come lo sono il contesto urbano e la visione cupa e opprimente della societài. Se poi inseriamo figura iconiche come Johnny, o la bodyguard Jane (Gina Meyer) e il folle Predicatore di Strada (un fantastico Dolph Lundgren) diventa impossibile non vedere Johnny Mnemonic come il più simbolico dei film cyberpunk!

GHOST IN THE SHELL

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Ghost In The Shell - 4K (Bd 4K + Bd Hd)

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Tokyo, 2029. Le reti telematiche controllano comunicazioni, economia e produzione. In questo mondo, che ha portato alla quasi totale ibridazione tra essere umano e macchine, i cyborg hanno superato i limiti degli esseri umani in ogni settore, grazie ai loro impianti bionici e al mantenimento dell’essenza (il ghost) della razza umana.

Se state pensando al film omonimo con Scarlet Johannson siete fuori strada, qui si parla dell’anime ispirato al manga del 1989. Ghost in the shell è un simbolo dell’immaginario cyberpunk, che viene declinato all’interno dell’opera nella sua essenza più pura. L’interazione tra uomo e sintetico è alla base stessa dell’anime, che vede come protagonisti degli agenti speciali incaricati di trovare il misterioso Burattinaio, individuo che sembra in grado di prendere il controllo di qualsiasi androide attualmente attivo.

Nonostante Ghost in the Shell sia spesso visto come post-cyberpunk, a causa di una gestione della commistione sintetico-organico più estrema del solito, dove l’umanità è quasi completa asservita a corpi sintetici in cui viene conservato solo lo spirito originale, il ghost, Ghost in the shell rimane uno dei migliori film cyberpunk perché riesce a presentare in modo perfetto l’aspetto filosofico della dicotomia organico-sintetico. Il fatto che ci vengano offerte delle inquadrature di pura poesia (il volo radente dell’aereo sulla città bassa è emozione allo stato puro) e che la città sia una perfetta fotografia dell’immaginario cyberpunk consacrano Ghost in the shell nell’olimpo del cyberpunk

IL QUINTO ELEMENTO 

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Il Quinto Elemento

Il Quinto Elemento bluray

Il film di Luc Besson con protagonisti Bruce Willis, Gary Oldman e Milla Jovovich entra nell’elenco dei migliori film cyberpunk grazie alla sua visione eclettica del cyberpunk, più sgargiante e colorata della sua controparte americana. Originariamente nato per essere la trasposizione cinematografica del fumetto francese Valerian et Laureline, Il quinto elemento interpreta il cyberpunk in modo più luminoso e sfavillante, mantenendone i caratteri più puri, ma aggiungendo elementi più vicini alla fantascienza avventurosa.

L’eccletticità di Besson, stimolata a dovere da suggestioni che vanno da Heavy Metal a Moebius, crea un film frenetico, ipercinetico e ricco di sfumature. A renderlo interessante è proprio il contrasto con l’aria solitamente nichilista e cinica del cyberpunk d’oltreoceano, qui invece approcciato in maniera più leggere e ottimista. E poi, chi non ha mai detto Leeloo multipass almeno una volta nella vita?

THE MATRIX 

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Matrix 4 Film Collection (BS) (4 Blu Ray)

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L’uomo crea la macchina, la macchina si ribella all’uomo, la macchina assoggetta l’uomo. Il lato oscuro del cyberpunk, in cui l’interazione uomo-macchina viene ribaltata, mettendo l’uomo in una posizione di inferiorità rispetto alle intelligenze artificiali. La parabola della saga dei fratelli Wachowsky va vissuta in tutta la sua completezza, quindi nei quattro film e nel progetto Animatrix, che mise all’opera nomi celebri dell’animazione per creare l’antefatto che condusse alla situazione conosciuta nel primo film. Un’umanità utilizzata come alimentatore vivente da un regno di macchine governato da una sofisticata IA lotta contro il dominio del sintetico, guidata da un messia con il volto di Keanu Reeves, che guida i suoi simili alla rivolta liberandoli da una prigione virtuale.

Per anni, The Matrix è stato un punto di riferimento per tutti i film di fantascienza, ma rientra nell’elenco dei migliori film cyberpunk perché mostra le estreme conseguenze della visione pessimistica di Gibson e soci. La lotta tra organico e sintetico è stata praticamente persa, tutto il genere umano vive in una stupefacente simulazione in cui la prigionia della mente nasconde una realtà raccapricciante. Dalle immense e oscure arcologie Sprawl si passa alla claustrofobica eppure luminosa Zion, ultimo avamposto umano, in cui l’informatica regredisce ad una forma più arcaica come difesa, ma con ancora una forte componente di virtuale, in cui i nostri eroi combattono le macchine. Arti marziali, la liberazione dello slow motion come stile registico ed una spettacolare battaglia con i mech nel porto di Zion sono alcuni dei punti forti di questa saga.

Il cyberpunk, quando il futuro diventa il presente

Dalla canonizzazione del cyberpunk ad oggi, sono passati ormai più di trent’anni, un lasso di tempo tale che l’avanzamento tecnologico ha consentito di avvicinarsi, in un certo senso, all’ideale proposto dalle storie. Se nei primi anni ’80 l’idea di una rete globale era ancora un’idea in sviluppo, oggi è una presenza quotidiana, così come gli innesti cibernetici ipotizzati all’epoca hanno trovato una realizzazione nelle protesi mediche, sempre più specifiche ed evolute.

Movimenti culturali come il transumanesimo, che ventilano una sempre maggiore interazione tra uomo e macchina, possono esser visti come una sorta di manifestazione nella vita reale delle idee che spinsero Gibson, Sterlin ed altri a creare questa complessa ambientazione fantascientifica.

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Cyberpunk: Antologia assoluta

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Se da un lato possiamo riscontrare sul piano tecnologico una crescente affinità con alcuni tratti del cyberpunk, più complessa è la percezione di quanto della connotazione sociale dipinta dal genere sia oggi realmente esperibile. Le tinte di disparità sociale, il ritratto economico ventilato dalla ricca produzione cyberpunk sono lungi dal concretizzarsi, seppur alcuni tratti di questa società fantascientifica possano esser percepibili in alcuni momenti della nostra quotidianità. 

Considerata la forte radice sociale che ha condotto alla nascita del cyberpunk,  le successive iterazioni del genere non hanno mancato di integrare le nuove ispirazioni del mondo contemporaneo nella narrativa. Le suggestioni tecnologiche si sono fatte sempre più concrete e futuribili, andando anche a modificare saghe che hanno mostrato un’evoluzione strutturale, come accaduto ad esempio con Blade Runner 2049

Se da un punto di vista scientifico alcune delle suggestioni del cyberpunk hanno dunque trovato una certa realizzazione nella nostra quotidianità, sul piano sociale l’aspetto corporativo tipico del genere non ha ancora trovato una piena realizzazione, fortunatamente.

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