Game of Thrones e gli altri: i finali di serie più discussi della TV

Autore: Chiara Poli ,

I finali più discussi nella storia delle serie TV sono tanti. Ecco perché ho pensato di scegliere quelli che mi permettono di affrontare anche i principali tipi di finale di serie che gli sceneggiatori possono attribuire alle loro creature.

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Ricordiamoli insieme, prendendo spunto - naturalmente - dalla discussione che sta infiammando gli animi dei fan di Game of Thrones dopo l'ultimo episodio.

I Soprano, Game of Thrones: i finali aperti

Ancora me lo ricordo: era il dicembre del 2007, a circa 6 mesi di distanza dagli USA era andato in onda in Italia il finale di serie de I Soprano e la gente era in panico.

Quello stacco sul nero della durata di circa 15 secondi, che chiudeva improvvisamente una storia lunga 6 stagioni così, nel buio seguito dai titoli di coda, aveva interdetto molti.

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In parecchi pensarono che fosse successo qualcosa, non potrò mai dimenticare la conoscente che mi chiese "Ma si è bruciata la pellicola, come al cinema"?

Si parlò a lungo di questo finale.

Un finale aperto, come quello di Buffy (il sorriso della Cacciatrice in primo piano, segno della speranza di una nuova vita), o quello di X-Files (non a caso, seguito da altre due stagioni a distanza di molti anni).

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I finali aperti, in effetti, sono gli unici che funzionano davvero per le grandi storie. 

E anche quello di Game of Thrones è un finale aperto:

Show hidden content Arya parte all'avventura, verso terre sconosciute, Sansa viene incoronata Regina del Nord, Jon si avvia insieme ai Bruti oltre la Barriera, Bran inizia a regnare circondato dai suoi consiglieri più fedeli e dal Primo Cavaliere: Tyrion.

Siamo particolarmente portati a dissentire dai finali di serie perché siamo così innamorati di alcune serie da non poter sopportare di vederle finire. Perciò, a prescindere dalla conclusione, troveremo sempre qualcosa di cui lamentarci.

20th Century Fox
Il finale di serie di Buffy
Buffy: il finale di serie

Ecco perché un finale aperto è l'unico che funziona quasi sempre, alla fine, per i fan: rappresenta la volontà di non cancellare definitivamente la speranza di un sequel (cinematografico, come per Firefly, Sex and the City e X-Files, o a fumetti, come per Buffy ed Angel), o magari di un film TV, uno spinoff o un prequel. 

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In qualche modo, inoltre, il finale aperto ci permette di continuare a pensare ai nostri amati personaggi immersi in nuove avventure, che possiamo immaginare come preferiamo.

Ciononostante, i finali aperti fanno anche molto discutere: il modo in cui si decide di non concludere una storia ha tante declinazioni ma la più importante è la scelta riservata ai vari personaggi, soprattutto in in una serie corale come Il trono di spade.

Show hidden content Molti sono rimasti insoddisfatti del destino di Jon Snow, e ancor più di quello riservato a Daenerys. Se le cose fossero andate diversamente, il finale avrebbe potuto restare comunque aperto ma essere profondamente differente da quello che abbiamo visto.

Vale per tutti i finali aperti (pensate al destino di Spike in Buffy, per fare un esempio).

Il caso Lost: il finale circolare

ABC Studios
Lost: uno dei finali di serie più discussi di sempre
Lost: il finale fa ancora discutere, a distanza di anni

Quello del finale di serie di Lost è stato un vero e proprio caso, per tanti motivi.

Perché per anni la serie aveva fatto discutere i fan di tutto il mondo, con teorie e ispirazioni, coinvolgendo milioni di spettatori.

Perché ciascuno aveva delle aspettative differenti, inevitabilmente deluse, proprio grazie al fortissimo legame con i personaggi (vero punto di forza della serie).

Perché si trattava di un finale circolare, davvero difficile da inserire in una serie in cui l'elemento soprannaturale è stato predominante.

Perché molti non hanno compreso le scelte degli autori, o proprio il modo in cui sono state presentate (c'era molta confusione sul "quando", relativo al destino finale dei protagonisti: sono tutti morti? Sono vivi? Erano già morti? Dove sono? Quando?).

Soprattutto, però, la ragione principale della delusione è stata dettata dalla mancanza di risposte. Ne sono arrivate alcune, ma molte altre non sono mai state date. Per scelta.

Nel mio ultimo Lost in Progress avevo scritto tutto ciò che avevo compreso, concentrandomi però più sulle emozioni - fortissime e indimenticabili - che mi avevano accompagnata nella visione del finale di serie. Successivamente, leggendo i moltissimi commenti, ho sentito la necessità di provare a condividere la mia interpretazione del finale. Almeno per quanto riguardava la parte lasciata “aperta”, a nostra discrezione, e l’interpretazione oggettiva dei fatti per la parte che è stata invece risolta dagli sceneggiatori nel finale di serie.

La cosa che mi ha colpita maggiormente è stata la divisione del pubblico di allora: mi ha insegnato che i "maniaci seriali", coloro che seguono e amano dozzine di serie, tendono a essere meno drastici. Hanno già visto - amandoli o restandone delusi - tanti finali di serie e sanno che succederà ancora, quindi sono più propensi a riflettere sulle scelte degli sceneggiatori in profondità, analizzandole. I consumatori occasionali, appassionati solo a determinati tipi di storie o di prodotti, invece tendono a volere tutte le risposte. E in un caso come questo non potevano che restare delusi.

Dexter: quando il lieto fine non può esserci

Un altro finale molto controverso è stato quello della serie in cui Michael C. Hall ha interpretato per 8 stagioni il serial killer Dexter Morgan.

La doppia vita di Dexter non poteva che concludersi con un finale aperto, a meno che gli autori non scegliessero di eliminare il personaggio.

Optando per lasciarlo in vita, allontanarlo dalla sua città e dai riflettori era l'unica opzione possibile. 

Il lieto fine, per una serie come questa, non era previsto. Ecco quindi che un finale aperto diventava l'occasione per aspirare al massimo della positività: non far morire il protagonista.

Ciononostante - sebbene la decisione di non regalargli un finale positivo accanto a Hannah e Harrison fosse corretta - tutta la parte precedente è stata affrettata.

Il destino di Debra rappresenta la parte più controversa di questo finale di serie. La sua morte era coerente con l'impianto narrativo, e necessaria per consentire il drastico cambiamento imposto al protagonista.

A non funzionare è tutto il resto: il "furto" del cadavere durante l'uragano, il caos all'ospedale (le condizioni meteo come deus ex machina per permettere la sottrazione del cadavere sono davvero un espediente di basso livello), la fuga verso il mare aperto...

Tutto inutile, affrettato, perfino dannoso. Tutti eventi che tolgono dignità sia al personaggio di Dexter che a quello di Debra.

Inoltre, analizzandolo nel dettaglio, risulta incoerente. Un difetto che molti finali che non possono permettersi un happy ending hanno in comune.

Molti, tranne uno. Il miglior finale negativo nella storia del cinema: quello di Blow Out di Brian De Palma... Ma la TV è un'altra storia.

How I Met Your Mother: il finale in contrasto

Ho sempre guardato con piacere gli episodi di How I Met Your Mother, ma non li ho mai rivisti.

A differenza di molte altre sitcom, che vedo e rivedo all'infinito (come The Big Bang Theory e Scrubs), la serie di Carter Bays e Craig Thomas non è mai all'altezza dell'efficacia comica di The Big Bang Theory o della profondità dei momenti "seri" di Scrubs.

Puro intrattenimento, rimane in superficie. Ci si affeziona ai personaggi ma l'infinito tira e molla fra Ted e Robin, visto che parliamo di 9 stagioni, viene presto a noia.

Ecco quindi che il finale che viene scelto è un finale in aperto contrasto con il tono principale della sitcom, portato avanti per molti anni.

Si sceglie un finale drammatico, anzi tragico, cosa che i fan mai si sarebbero aspettati: il finale in contrasto è uno strumento molto delicato, che stravolte il senso della serie e le vite dei personaggi, quindi dev'essere davvero perfetto per funzionare. E si può applicare solo in determinati casi.

How I Met Your Mother non rappresentava uno di questi casi.

Inoltre, dopo oltre 200 episodi incentrati sulla domanda "Chi è la madre dei figli di Ted?", la risposta che arriva non soddisfa. Si tratta di una donna della quale sentiamo sporadicamente parlare, o vediamo di sfuggita, lungo le varie stagioni, ma non di un personaggio che conosciamo. 

Di conseguenza la "rivelazione" finale perde di efficacia. Senza contare il banale e scontatissimo ripiego su Robin, perché anche i ragazzi sono stupiti del fatto che la loro madre fosse comparsa solo alla fine della storia.

Insomma: gli errori sono tanti, davvero troppi. E per How I Met Your Mother, per una volta, pubblico e critica sono rimasti allineati: quasi tutti non hanno apprezzato il finale di serie.

Scrubs: il finale violato

Il finale dell’ottava stagione di #Scrubs è il perfetto finale di serie. Perfetto. Uno dei migliori mai visti: il futuro dei personaggi, appena accennato, viene proiettato come un film sul volto di J.D., che lascia l’ospedale del Sacro Cuore per raggiungere la sua nuova vita. Una vita che per i telespettatori è sempre più divertente immaginare, piuttosto che vedere sporadicamente in una stagione successiva.

Purtroppo, per lanciare un sequel-spinoff che non si sarebbe mai fatto, la serie ha di fatto avuto un seguito con la stagione 9, intitolata Scrubs: Interns i veterani lasciavano spazio a nuovi personaggi (versioni esasperate degli specializzandi che erano loro agli inizi).

Quindi ci è toccato vederlo, quel futuro che avremmo potuto e dovuto solo immaginare. La delusione è stata inevitabile, proprio per l'efficacia del finale della stagione 8.

Io, fan sfegatata della serie, avrò visto ogni episodio di Scrubs almeno quattro volte. Almeno. La stagione 9 l'ho vista una sola volta, e mi è bastata.

Per quanto mi riguarda, quindi, la stagione 9 non esiste. Il finale di serie è quello che chiude l'ultimo episodio della stagione 8. E come me, la pensano moltissimi altri fan della prima ora di J.D. & Co.

Questo è un caso atipico, perché non è il finale di serie a essere messo in discussione, non quello "vero" almeno.

Vale anche per tutte quelle serie che hanno avuto un sequel deludente, magari tempo dopo quello che tutti consideravamo il finale.

Finali pietosi e finali imprevisti

Da Seinfeld a Pappa & Ciccia - comedy amatissime negli USA - da Sons of Anarchy a Heroes e Angel: molti altri finali di serie controversi meriterebbero attenzione, anche per comprendere meglio i meccanismi della sceneggiatura televisiva ma soprattutto della produzione.

Poiché i casi sono moltissimi, però, ho deciso di scegliere due casi per trattare altre due tipologie di finali di serie, che ho chiamato "pietosi" e "imprevisti".

Con il primo termine non mi riferisco a conclusioni terribilmente scadenti, bensì a gesti di compassione che staccano la spina. Troppo tardi, però.

Citerò Sheldon Cooper:

Con Heroes hanno calato la qualità stagione dopo stagione, perché sperassimo che finisse.

Sono questi i finali pietosi: dopo partenze grandiose, succede qualcosa - per esempio un cambio al vertice del team di scrittura - e la serie perde drasticamente di qualità. Ci sono molti casi simili a quello di Heroes.

Mi riferisco, nello specifico a grandi serie, che con la prima o le prime stagioni incantavano il pubblico per poi declinare fino al pietoso finale (velo).

Grandi titoli come Prison Break, il già citato Heroes, Ugly Betty, Smallville: tanti i casi di serie partite alla grande e poi scemate, tanto da spingere perfino i più tenaci, come me, a mollare.

Si riportano in vita i morti, si cambiano le regole, si stravolgono le scelte narrative precedenti: si stende un velo pietoso, insomma.

Poi ci sono i finali imprevisti. E no, non sono quelli che ci sorprendono con un colpo di scena: sono quelli davvero imprevisti, che arrivano quando la serie viene cancellata e non c'è tempo di concludere la storia.

Il caso esemplare è Angel: a pochissimi episodi dal finale di stagione Joss Whedon ricevette la notizia che la serie non sarebbe stata rinnovata.

E ci ha regalato uno dei migliori finali imprevisti di sempre: non avendo alternative, per mancanza di tempo, ha deciso di non risolvere il conflitto e di lasciarci lì, immersi nella battaglia, dopo che già molti dei nostri amati personaggi erano stati uccisi.

Il messaggio era evidente: voi mi avete staccato la spina, ma io resto qui. A combattere. Sono ancora qui, lo sarò per sempre.

Ciononostante, il finale di Angel aveva fatto discutere parecchio. In gran parte per la morte di alcuni personaggi.

Una volta chiarita la dinamica produttiva, però, il fandom aveva iniziato a ricompattarsi apprezzando la combattività di Whedon. Lo stesso autore che aveva lanciato una campagna - don't stop the signal - per riportare in vita Firefly dopo la (inspiegabile) cancellazione... E ottenendo la produzione cinematografica di Serenity, grandissimo successo di pubblico e critica.

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