È l'11 gennaio 2008 quando Io sono leggenda arriva nei cinema italiani, ma l'idea di riportare sul grande schermo l'omonimo romanzo di Richard Matheson dopo i due precedenti adattamenti (L'ultimo uomo della Terra di Sidney Salkow e Ubaldo Ragona nel 1964 e 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra di Boris Sagal) circola negli uffici di Warner Bros. fin dal 1995.
In principio, la major vuole coinvolgere Ridley Scott e Arnold Schwarzenegger. Ma a causa del budget, il progetto viene accantonato. Però non abbandonato. E infatti, nel 2006 entra in produzione con Francis Lawrence (autore degli ultimi 3 capitoli di Hunger Games e di Red Sparrow) alla regia e Will Smith nel ruolo del protagonista.
Il film ottiene un grande successo al botteghino, con poco meno di 600 milioni di dollari incassati in 17 settimane di programmazione, e riceve buone critiche da addetti ai lavori e spettatori, ritagliandosi un posto di tutto rispetto tra le pellicole di genere. Ad accrescere la sua fama e l'hype tra gli appassionati contribuisce anche un finale alternativo. La sequenza inizia a circolare in rete pochi mesi dopo l'uscita del lungometraggio e ben presto diventa un vero e proprio caso, perché cambia radicalmente la prospettiva e il significato della storia.
Ma qual è la trama e quali sono le differenze tra conclusione ufficiale e non ufficiale?
La trama
New York, 2012. Il tenente colonnello dell'esercito americano e virologo Robert Neville (Will Smith) è apparentemente l'unico sopravvissuto a una epidemia causata dal virus del morbillo geneticamente modificato per combattere il cancro. La cura, messa a punto 3 anni prima dalla dottoressa Alice Krippin (Emma Thompson), ha ucciso il 90% della popolazione mondiale e trasformato il 9% in creature rabbiose ipersensibili alla luce del sole, che hanno rapidamente decimato il restante 1% composto da persone immuni al virus.
Neville vive asserragliato nella sua casa in Washington Square, che ha trasformato in una sorta di fortezza e sotto la quale ha costruito un laboratorio in cui porta avanti la sperimentazione per trovare un antidoto al virus di Krippin, e durante il giorno va in cerca di cibo e rifornimenti per la città insieme alla fedele Sam. L'intelligente femmina di cane lupo è l'unica compagnia e l'affetto più prezioso del dottore, da quando la moglie e la figlia sono morte in un incidente in elicottero durante l'evacuazione di New York.
L'ex militare cerca di mantenere una parvenza di normalità nella sua vita guardando DVD e vecchi notiziari registrati e conducendo surreali conversazioni con manichini che ha vestito e conciato per sembrare persone vere. L'uomo ha anche registrato un messaggio radio che invita eventuali sopravvissuti a raggiungerlo al molo della città e tutti i giorni si reca sul luogo dell'appuntamento nella speranza che arrivi qualcuno.
Nonostante i ripetuti fallimenti, Neville continua caparbiamente a cercare una cura per l'epidemia che ha trasformato la maggior parte dell'umanità in uno spaventoso ibrido tra zombie e vampiri e a un certo punto un preparato dà i risultati sperati. Uno dei topi che usa per gli esperimenti mostra una regressione della malattia e il dottore decide di testare l'antidoto su una cavia umana. L'uomo si introduce in un "alveare" di infetti e cattura una femmina, provocando l'inattesa reazione di un maschio, che sembra provare rabbia e dolore. Una volta nel laboratorio, Neville inietta l'antivirus nella creatura, però la cura non funziona e quasi la uccide.
Il giorno dopo, durante il consueto giro per la città, il dottore nota uno dei suoi manichini fuori posto. L'uomo si avvicina per controllare e cade in una trappola uguale a quella utilizzata da lui appena 24 ore prima nel covo delle creature. Neville rimane stordito e quando riprende i sensi si rende conto con orrore che è quasi notte. Il dottore riesce a liberarsi, ma lui e Sam vengono aggrediti da 3 cani mutanti. L'uomo riesce a ucciderli, ma la fedele lupa viene ferita e contagiata. Tornato a casa, assiste impotente alla sua trasformazione ed è costretto a sopprimerla.
Furioso e disperato, Neville va di notte al molo con l'intenzione di compiere una missione suicida e uccidere quante più creature possibile. Il suo proposito sembra drammaticamente riuscire ma, quando sta per essere sopraffatto, una donna e un bambino mettono in fuga gli infetti e lo riportano a casa.
Il dottore si risveglia sul divano della propria abitazione in Washington Square e trova i suoi salvatori in cucina intenti a fare colazione. La donna gli dice che il suo nome è Anna e che il ragazzino che è con lei si chiama Ethan e racconta a Neville che dopo lo scoppio dell'epidemia hanno trovato rifugio su una nave della Croce Rossa. Ma durante un rifornimento, alcuni membri dell'equipaggio sono rimasti contagiati e ben presto gli infetti hanno ucciso tutti. Lei ed Ethan sono riusciti a fuggire e l'hanno raggiunto dopo avere sentito il suo messaggio.
Anna dice al dottore che è stato Dio a inviarla da lui e che sempre Dio le ha detto di raggiungere una comunità di sopravvissuti nel Vermont. L'irrazionalità della donna fa andare su tutte le furie Neville, che le risponde che non c'è nessun Dio e nessuna comunità di sopravvissuti. Ma l'ira dell'uomo si spegna immediatamente quando si rende conto che le creature hanno scoperto dove abita e hanno accerchiato la casa.
Nonostante una serie di trappole luminose ed esplosive predisposte dal dottore proprio per respingere un attacco, gli infetti fanno irruzione nell'abitazione e quello che all'apparenza guida l'assalto è lo stesso maschio che era sembrato rabbioso e sofferente quando Neville aveva catturato la femmina per i suoi esperimenti.
Dopo avere salvato Anna ed Ethan da una creatura, il dottore si rifugia con loro nel laboratorio, con gli infetti alle calcagna.
Il finale ufficiale
Neville, Anna ed Ethan si asserragliano dietro al vetro blindato del laboratorio dove si trova la femmina infetta. Mentre il dottore chiude la porta, Anna nota che la creatura sta tornando umana. L'antidoto funziona, ma a quanto pare è troppo tardi.
Gli infetti irrompono nel laboratorio e quello che è evidentemente il maschio alfa del branco inizia a lanciarsi contro il vetro per sfondarlo. Neville prova a parlare con le creature, dicendo loro che può curarle, ma le sue parole non sortiscono effetto. Mentre assiste impotente alla furia del maschio alfa, il dottore ricorda quando la figlia mimava con le mani una farfalla e in un cortocircuito "divino" ne vede una tatuata sul collo di Anna.
L'uomo capisce che non tutto è perduto. Dice alla donna e a Ethan di nascondersi nella carbonaia e consegna ad Anna un campione dell'antidoto. Dio l'ha mandata da lui per quello, per portare ai sopravvissuti la cura e permettere all'umanità di ricominciare da capo.
Dopo avere chiuso la porta della carbonaia, Neville guarda una foto della moglie e della figlia che conserva in un cassetto e poi prende una granata e stacca la sicura. Quando il maschio alfa sfonda il vetro, il dottore si getta contro di lui e la bomba detona.
Sopravvissuti all'esplosione, Anna ed Ethan si mettono in viaggio verso il Vermont e scoprono che la comunità esiste davvero. La donna consegna l'antidoto e grazie alla sua testimonianza Neville diventa leggenda.
Il finale alternativo
Mentre cerca di sfondare la porta blindata dietro alla quale sono asserragliati Neville, Anna ed Ethan, il maschio alfa si accorge della presenza della femmina. A quel punto, fa qualcosa di inaspettato. Con le mani sporche di sangue, disegna una farfalla sul vetro. Sconvolto, il dottore sembra ricordare qualcosa. Abbassa la pistola e solleva la spalla della creatura sulla barella, su cui è tatuata una farfalla.
Neville capisce che l'infetto è lì perché ha un legame con la donna trasformata che usa come cavia. Appoggia l'arma a terra, sfila l'ago della flebo che sta iniettando l'antidoto nella vena della creatura e dice ad Anna di aprire la porta.
Il dottore esce dalla stanza blindata con la barella e si avvicina al maschio alfa, che gli grida contro e poi guarda teneramente la femmina. Con il suo aiuto, Neville apre un cassetto senza che le altre creature lo aggrediscano e prende una siringa, con la quale inietta il virus in quella che era la sua cavia e arresta la "guarigione".
La creatura si risveglia e i due si scambiano tenerezze. Poi il maschio alfa prende delicatamente in braccio la femmina. A quel punto, il dottore capisce che gli infetti sono senzienti e chiede scusa, mentre dietro di lui si staglia impietosa la parete con le foto delle vittime di tutti i suoi esperimenti andati male.
Il maschio alfa si allontana con la sua compagna e il branco, senza uccidere i 3 sopravvissuti.
Neville, Anna ed Ethan lasciano New York. Il gruppetto supera in macchina la famiglia di leoni incontrata dal dottore con Sam qualche giorno prima e imbocca uno dei ponti ancora in piedi che collegano Manhattan alla terraferma.
In sottofondo si sente un nuovo messaggio radio registrato da Anna, in cui la donna spiega che è con altre due persone immuni e che si stanno recando in Vermont e dice a eventuali altri sopravvissuti che non sono soli e che c'è una speranza.
Il significato dei due finali
Il finale cinematografico di Io sono leggenda non è certo privo di coraggio. Il sacrificio di Robert Neville è pieno di pathos ed è altresì funzionale al titolo. Con la sua scelta di immolarsi per permettere ad Anna e a Ethan di fuggire e di portare l'antidoto ai sopravvissuti, il dottore diventa una leggenda per l'umanità che ha salvato dall'estinzione. Ma se possibile, la versione alternativa è ancora più coraggiosa.
Nel mostrare la rabbia e la sofferenza del maschio alfa, la sceneggiatura del film lascia intuire una sorta di legame tra lui e la creatura catturata da Neville e insinua il (più che) ragionevole dubbio che gli infetti siano capaci di emozioni e pensieri. L'ipotesi viene avvalorata dalla trappola in cui cade il dottore e dalla caccia messa in atto nei suoi confronti dai componenti dell'alveare in cui ha catturato la sua cavia e trova la definitiva conferma quando il maschio alfa disegna una farfalla sul vetro del laboratorio perché la femmina ne ha una tatuata.
A quel punto, Neville si rende conto che i "diversi", i "mostri" non sono le creature, ma lui e gli altri immuni che hanno la presunzione di essere l'unica razza evoluta della Terra e meritevole di sopravvivere. Il dottore non può fare altro che chiedere scusa per la sua cecità e la sua arroganza, che lo hanno portato a cacciare e a usare senza pietà gli infetti per trovare una cura che non ha ragione di esistere. Nella sua eccezionalità di sopravvissuto, Neville è leggenda come un tempo lo erano gli zombie e i vampiri.
In tal senso, la decisione del maschio alfa di risparmiarlo insieme ad Anna e a Ethan può essere letta non solo come una dimostrazione di equità e giustizia da parte degli infetti, ma anche come la prova di una possibile convivenza tra le razze. Sempre che ne esista ancora una oltre a quella delle creature mutate dal virus di Krippin.
Gli ultimi secondi del film mostrano Neville, Anna ed Ethan in viaggio verso il Vermont, ma chi può dire che la comunità di sopravvissuti esista davvero? Forse, sono loro 3 gli ultimi esseri umani sulla Terra...
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