La storia infinita: le 7 differenze principali tra il film e il romanzo originale

La storia infinita è un film classico degli anni Ottanta basato sul romanzo di Michael Ende, ma cosa cambia tra i due media?

Autore: Giulia Greco ,

La storia infinita è ormai un cult. Dal 1984, anno di distribuzione del film, a oggi la pellicola ha continuato a incantare intere generazioni. Ma prima del film (e della sua immortale colonna sonora) c'era il romanzo di Michael Ende.

Il racconto di formazione dello scrittore tedesco narra del percorso del suo giovane protagonista, il giovane Bastiano Baldassarre Bucci, un ragazzino introverso, vittima di bulli che lo prendono quotidianamente in giro, un bambino che, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, non diventa l'eroe della storia, ma, assaporato il potere, si trasforma in un antieroe spocchioso ed egocentrico.

La storia che Ende ci racconta passa dunque attraverso il decadimento morale del protagonista, che solo nel finale, comprendendo di aver commesso una serie di passi falsi, riesce a crescere e migliorarsi.

Il film diretto da Wolfgang Petersen racconta però una storia diversa, almeno in parte.

Il percorso di Bastiano inizia allo stesso modo, quando il ragazzino entra nella libreria del signor Coriandoli e mette le mani sul “libro di tutti i libri”, La storia infinita. A questo punto, però, molte cose iniziano a prendere una piega decisamente diversa, così tanto da provocare l'ira di Ende stesso.

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Il rapporto tra Bastiano e suo padre

“Il papà non dice niente. Non dice mai niente. A lui non importa di nulla”, dice Bastiano all'inizio del romanzo di Michael Ende, lasciando intendere al lettore che, dopo la morte della madre, lui e suo padre si sono allontanati. Solo nel finale dei romanzo le cose cambiano e Bastiano nota che suo padre ha imparato ad ascoltare e a comprenderlo come mai aveva fatto prima.

Nel film, scopriamo invece un genitore molto più comprensivo e apprensivo, che si cura del figlio con amore.

L'aspetto fisico dei personaggi

Tra libri e i loro adattamenti cinematografici ci sono sempre differenti che riguardano l'aspetto fisico dei personaggi e La storia infinita non fa eccezione.

Il protagonista, per esempio, da pallido ragazzino grassoccio e occhialuto si trasforma nel film in un bimbo mingherlino che di occhiali non ha bisogno.

E che dire dell'eroe di Fantàsia, Atreyu? Se nel libro è un ragazzino dalla pelle verde, nel film ha un aspetto per nulla alieno.

L'Infanta Imperatrice non ha, nella pellicola del 1984, i caratteristici occhi dorati, né i capelli bianchi come la neve, che nel libro servono a sottolineare il contrasto tra l'aspetto di bambina e il peso dei suoi anni.

Anche Fùcur appare molto diverso nel film rispetto alla descrizione che ne fa Ende. Il drago volante non assomiglia per niente a un cagnolone dallo sguardo dolce. Nel romanzo, infatti, ha piuttosto le sembianze di un leone dalle zanne affilate con una folta criniera e le orecchie a punta.

Artax è un cavallo parlante

Il film di Wolfgang Petersen si è preso anche qualche altra libertà. Non solo l'aspetto dei personaggi è differente, ci sono anche altre caratteristiche che, nell'adattamento cinematografico, sono state eliminate. Il primo esempio che viene in mente in tal senso riguarda Artax, il fidato cavallo di Atreyu. Se nel romanzo si tratta di un animale parlante, le cose cambiano sullo schermo.

Non si tratta di un cambiamento da poco perché, nel tristissimo momento della sua morte (che resta un trauma mai superato dai fan dell'opera), Artax non affonda silenziosamente nelle Paludi della Tristezza, ma parla ad Atreyu e, in un ultimo gesto d'affetto disinteressato, gli chiede:

Non voglio che tu stia a vedere quando per me arriva la fine. Me lo vuoi fare questo favore?

L'incontro tra Fùcur e Atreyu

Nel libro, il primo incontro tra Atreyu e Fùcur avviene quando il ragazzino salva il Drago della Fortuna da Ygramul Le Molte. Nel film, invece, assistiamo a un vero e proprio ribaltamento della prospettiva perché è Fùcur a salvare Atreyu dalla grinfie di Mork, il lupo mannaro.

Il nulla e lo scontro tra Atréju e Mork

La differenza più sostanziale tra i due racconti sta nella descrizione e percezione del Nulla.

Nella pellicola, il Nulla, un ammasso di nubi nere che avanza, è, nelle parole di Mork, “il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo”, causata da chi “ha rinunciato a sperare e dimentica i propri sogni”.

Il dialogo tra Mork e Atreyu termina con uno scontro fisico tra i due, dal quale l'eroe eletto dall'Infanta Imperatrice ha la meglio uccidendo il mostro.

Nel libro le cose stanno in tutt'altro modo. Quando Atreyu chiede a Mork come sia il Nulla, tutto ciò che il lupo mannaro gli risponde è che “è come se si fosse ciechi”.

Questa scena prosegue con Mork che spiega al giovane ragazzo la differenza che consiste tra Fantàsia e il mondo degli uomini, ma l'incontro non culmina mai in una lotta all'ultimo sangue. Fondamentale per l'eroe Atreyu è infatti che mantenga intatta la sua innocenza. L'Infanta Imperatrice lo sceglie tra gli altri perché non ha mai ucciso nessuno né dovrà mai farlo. Il lupo mannaro muore, ma non per mano di Atreyu: sono la stanchezza e la fame ad avere il sopravvento su di lui. Ma il mostro non ne esce veramente sconfitto: ha assolto la sua missione, è riuscito a servire il Nulla, ha trovato Atreyu e lo ha trattenuto in una città che sta scomparendo.

Il film racconta solo la prima parte della storia di Bastiano

Nel libro come nel film, Bastiano segue con passione le vicende di Atreyu finché non scopre di essere egli stesso parte della narrazione. Il bambino deve accettare a questo punto di avere un ruolo attivo ne La storia infinita e che è lui che dovrà salvare l'Infanta Imperatrice e l'intero regno di Fantàsia scegliendo per lei un nuovo nome.

Il film si conclude proprio quando Bastiano mette in moto la propria fantasia e dà un nome all'Imperatrice, chiamandola Fiordiluna.

Tuttavia, non è qui che si conclude la vicenda del romanzo. Bastiano, risucchiato tra le pagine del libro che stringe tra le mani, usa la propria immaginazione per ricostruire il regno. Ogni volta che con la sua volontà fa sì che Fantàsia e lui con essa mutino forma, Bastiano perde parte dei suoi ricordi. Così, smarrito, si tramuta in un antieroe mitomane e altezzoso prima di poter rinascere e maturare, così da affrontare e analizzare i problemi del proprio mondo con strumenti che prima non erano in suo possesso.

Il finale

Il film si conclude con un happy ending: Bastiano è riuscito a salvare Fantàsia, Atreyu esplora il regno in groppa a un redivivo Artax e il protagonista può uscire dalle pagine del libro e tornare nel mondo reale. Lo vediamo tornare a casa insieme a Fùcur ed è proprio qui che il finale del film cozza in modo importante con quanto il libro mette in chiaro molto presto.

Quando Mork intrattiene la sua lunga conversazione con Atreyu prima di morire, spiega al ragazzo che tutte le creature di Fantàsia nel mondo degli uomini cessano di esistere, diventando menzogne.

Che cosa sei laggiù, mi domandi? Ma che cosa sei qui? Che cosa siete dopotutto, voi abitanti di Fantàsia? Chimere, visioni fantastiche, immagini di fantasia, invenzioni del regno della poesia, personaggi di una storia senza fine! O forse che tu ti ritieni realtà, figliolo? Be' sì, certo, qui nel tuo mondo lo sei. Ma una volta che sei passato attraverso il Nulla, non lo sei più. Allora diventi irriconoscibile. Allora sei in un mondo diverso. Laggiù non avete più alcuna somiglianza con voi stessi. Voi portate nel mondo degli uomini accecamento e illusione.

L'idea che Bastiano si serva del Drago della Fortuna per far ritorno al suo mondo è impensabile nell'universo della storia narrata da Ende, soprattutto perché lo fa allo scopo di vendicarsi dei bulli che gli avevano fatto del male, senza crescere realmente come fa la sua controparte cartacea.

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Il film La storia infinita 2 ci riporta nel mondo di Fantàsia e copre la seconda metà del libro.

Esiste anche un terzo capitolo della storia, datato 1994, che non ha però alcun legame coi protagonisti del romanzo di Ende.

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