Il film Midsommar di Ari Aster è una delle opere più discusse del genere horror contemporaneo, non solo per la sua trama inquietante ma anche per i dettagli nascosti che arricchiscono l'esperienza visiva. Aster, noto per la sua maestria nel creare atmosfere disturbanti, ha disseminato il film di una serie di easter egg che molti spettatori potrebbero non notare alla prima visione. Questi dettagli non solo arricchiscono la storia, ma spesso offrono una premonizione degli eventi futuri. Di seguito, esploriamo alcuni degli Easter egg più significativi nascosti in Midsommar.
Attenzione: l'articolo contiene spoiler sul film che potete guardare o riguardare stasera 21 agosto dalle 21.20 su Rai 4
Trauma Cranico: Un tema ricorrente
Uno degli elementi ricorrenti nei film di Aster è il trauma cranico. In Midsommar, come in Hereditary, assistiamo a immagini disturbanti di teste devastate. Questo tema, come rivelato dal regista, deriva dalle sue paure d'infanzia. Il trauma cranico è un simbolo del punto di non ritorno nel film, un presagio delle atrocità che i protagonisti dovranno affrontare. La prima apparizione di questo tema in Midsommar segna un netto cambiamento nel tono del film, suggerendo che le vacanze idilliache del gruppo si trasformeranno presto in un incubo.
La fobia di Mark per le zecche
Il personaggio di Mark, interpretato da Will Poulter, manifesta una paura ossessiva per le zecche. Questa fobia non è casuale ma riflette una paura reale del regista. Mark diventa il simbolo dell'estraneità e della vulnerabilità dei protagonisti, estranei in un ambiente che non comprendono e dove non sono i benvenuti.
La morte di Simon: rito norreno
Uno dei momenti più scioccanti del film è la morte di Simon, ispirata al "Blood Eagle", un antico rito di esecuzione vichingo. Questa morte brutale non è solo un momento di puro orrore visivo, ma anche un richiamo alla storicità delle tradizioni sanguinose che permeano la cultura della comunità di Hårga. Il rituale sottolinea la continuità delle tradizioni nel tempo, aggiungendo uno strato di profondità alla narrazione.
La Maschera di Mark
Mark, che scompare misteriosamente nel corso del film, è un altro personaggio la cui morte viene preannunciata. Durante una scena, vediamo un gioco chiamato "skin the fool" (scuoia il buffone), che prefigura il destino di Mark. Il suo volto viene poi utilizzato come maschera, un dettaglio agghiacciante che evidenzia la crudeltà rituale della comunità.
La tappezzeria all'inizio del film
Il film si apre con una tappezzeria che rappresenta l'alternarsi delle stagioni, ma guardando attentamente, si possono notare i personaggi del film che vivono le loro tragiche vicende. Questo dettaglio suggerisce che i destini dei protagonisti siano già stati scritti, creando un senso di inevitabilità che permea tutto il film.
L'uso degli specchi: riflessi dell'anima
Gli specchi sono utilizzati nel film per rappresentare la riflessione interiore di Dani. La vediamo per la prima volta mentre apprende della morte dei suoi genitori attraverso un riflesso. Gli specchi in Midsommar non riflettono solo l'immagine dei personaggi, ma i loro stati d'animo, sottolineando il tema della riflessione e della trasformazione interiore.
La corona di fiori
In una delle prime scene del film, si può notare una corona di fiori vicino ai corpi dei genitori di Dani. Questo dettaglio, che può passare inosservato, diventa significativo più tardi nel film quando Dani indossa una corona simile. Alcuni fan hanno ipotizzato che questa corona possa indicare un legame tra la comunità di Hårga e la morte dei suoi genitori, suggerendo che tutto fosse pianificato.
Il bicchiere di Christian
Uno degli Easter egg più evidenti è il bicchiere di Christian durante il pasto finale. La bevanda nel suo bicchiere ha un colore diverso rispetto a quella degli altri, suggerendo che fosse stato scelto per un rituale specifico. Questo dettaglio, combinato con il ritrovamento di un pelo pubico nel suo cibo, preannuncia il destino che lo attende.
Immagini Psichedeliche
Le sequenze psichedeliche del film sono piene di immagini nascoste, come volti che appaiono tra le piante e i fiori. Questi dettagli suggeriscono che il film rappresenti il punto di vista alterato di Dani, influenzato dai farmaci e dalla sua psiche fragile. Le immagini contribuiscono a creare un'atmosfera onirica e disorientante, in cui la realtà si mescola con l'illusione.
La mancanza di sottotitoli
Nel film, i dialoghi in svedese non vengono sottotitolati, creando un senso di isolamento sia per i personaggi che per gli spettatori. Questo trucco aumenta il senso di alienazione e impotenza, sottolineando la condizione di estraneità dei protagonisti in un ambiente ostile e incomprensibile.
Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!