Napoli Comicon 2024, intervista a Katsuya Iwamuro: "La paura è il sentimento più comune"

Autore: Livia Soreca ,

C'è un manga horror che dal 23 aprile 2024 sta già spopolando in tutte le fumetterie e, soprattutto, al Napoli Comicon 2024: stiamo parlando di Shibatarian, uno shonen horror targato Star Comics che narra il primo incontro di Hajime Sato e Hajime Shibata, due ragazzi che oltre al nome condividono anche una grande passione per il cinema. La loro amicizia, però, si trasformerà nell'inizio di un terribile incubo. In occasione dell'uscita del primo volume in Italia, abbiamo intervistato il maestro Katsuya Iwamuro insieme al suo editor Takuya Ito, ospiti di Star Comics presso il Napoli Comicon 2024.

L'intervista completa al maestro Katsuya Iwamura

Benvenuto cu CPOP.IT, sensei. Siamo molto contenti di averla sulle nostre pagine. Rispetto alle sue precedenti opere one shot, qual è stata la maggiore difficoltà nel realizzare un’opera in serie?

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Le one shot che ho creato erano comedy, mentre il mio editor mi ha consigliato di provare il genere horror, perché secondo lui e anche secondo me l'hottor e la commedia hanno punti molto simili. Ho deciso di provarci. Che sia sorprendere o spaventare, sia nella comedy sia nell'horror i personaggi hanno reazioni esagerate, le espressioni sono molto simili in realtà. Ci sono punti di vista molto simili.

Può raccontare invece quali sono state le fasi del suo processo creativo prima di lavorare a Shibatarian?

Quando si tratta di opere one shot, il finale è già stabilito, quindi devi subito sapere la storia, mentre in una serie il finale è lontano, devi sviluppare la storia ma senza inserire la fine e questo per me è più difficile. Poi c'è la scadenza, è un fattore che devo considerare. In una serie devo  e non trovo mai tempo libero.

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La scelta di parlare di film in Shibatarian deriva da una sua passione per il cinema horror? Se sì, quali sono i titoli o i registi che lo hanno influenzato di più?

Quando siamo bambini, non abbiamo esperienze, relazioni amorose, non riusciamo a risolvere i problemi, ma ognuno di noi può ricordare di aver guardato almeno una volta un film horror e di aver avuto paura. Allo stesso modo, si può avvertire in Shibatarian, anche se non fan di manga. La paura è il sentimento più comune. Un film horror che mi ha influenzato è Gremlins... C'è quel cuccioletto carino che se viene bagnato si moltiplica, come Shibata. Ma amo anche La bambola assassina e Ghostbusters.

Devo dire che in fatto di gusti cinematografici siamo d'accordo. Ha anche dei modelli di riferimento nel panorama manga horror, autori o opere in particolari? Se sì, quali?

Aya Makiro. I primi capitoli lo fanno sembrare uno slice of life, non succede niente di pauroso, mentre nelle ultime 4 pagine succede di tutto, qualcosa di orribile. Ho preso spunto da questo e ho preso questo andamento per il primo volume di Shibatarian. Prima comincia abbastanza tranquillo, poi la storia si svolta.

A cosa si è ispirato per creare il personaggio di Shibata?

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Il personaggio di Shibata, ho preso spunto proprio dai fiori di ciliegio. Inizialmente era solo un albero, poi sono diventate delle colonie e adesso sono dappertutto in Giappone. Quando ero liceale, nel panorama j-pop tutti i cantanti riprendevano il tema di "sakura". Era il simbolo di popolarità che piace al pubblico giapponese.

L'editor Takuya Ito ha aggiunto:

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Una cosa che sembra banale, come un ciliegio che si moltiplica, alla fine può fare paura. Shibata non ha una personalità, non ha particolarità, ma quando gli Shibata aumentano fanno paura.

C’è uno dei suoi personaggi a cui è affezionato di più?

All'inizio del secondo volume c'è un cagnolino di nome Gizmo che ha la faccia di Shibata. Anche se è nato come villain invincibile e anche se fa paura alla fine diventa una compagnia, e io ormai mi ci sono affezionato.

Nella creazione di un'opera, non solo Shibatarian, c'è mai stato un momento in cui lei e il suo editor avevate visioni creative molto diverse?

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Le parole dell'editor

Al principio di una storia siamo sempre d'accordo, qualche volta abbiamo punti di vista diversi su dettagli e piccolezze, scene o il finale di un episodio, ma abbiamo un punto in comune: vogliamo dare risultati soddisfacenti per i lettori e per noi. Siamo quasi sempre d'accordo, ma dalle nostre differenze nelle idee nascono dei progetti fatti bene perché agiamo entrambi per lo stesso fine; rendere felici i lettori.

La sua esperienza di designer si è rivelata utile per i suoi manga e se sì in che modo?

Come designer io devo mettere le cose in ordine, cosa che non è sempre facile da capire. Anche nel creare manga ho notato che cerco di mettere in ordine, c'è una tendenza ad evitare le cose inutili.

Ha aggiunto il suo editor:

La cosa buffa è che facendo il designer disegna tantissime varietà di cose, ma Shibata ha la stessa faccia, quindi nel suo caso il suo talento è quasi sprecato.

Per una possibile opera futura opterebbe sempre per il genere horror o vorrebbe provare qualcos’altro?

Non opterei nuovamente per l'horror, puoi darmi tu un suggerimento? Io per il momento vorrei orientarmi per il fantasy. [...] Allora opterei per una via di mezzo tra fantasy e sci-fi, grazie!

Se invece avesse la possibilità di scegliere un artista contemporaneo con cui collaborare, chi sarebbe?

A parte Armani? La scelta è molto difficile, ma in realtà io faccio tante parodie di film e quindi è come se stessi già collaborando con loro.

Per concludere, prima di salutarci, quale potrebbe essere un consiglio prezioso per chi vuole intraprendere oggi la carriera di mangaka?

L'importante è comunicare, far capire al lettore, consegnare un messaggio. Se c'è un aspirante che ha tante idee, sono tante cose interessanti, l'importante è farsi percepire dai lettori, altrimenti è uno spreco. L'importante non è solo realizzare quello che vuoi ma pensare per chi legge.

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