Star Trek: storia dell'Enterprise, la nave simbolo della saga

Non una semplice astronave, ma un simbolo della cultura pop: la U.S.S. Enterprise, compagna di viaggio ideale per arrivare dove nessuno è mai giunto prima

Autore: Manuel Enrico ,

Protagonista silenziosa di Star Trek, capace di evolversi per rispecchiare il passare del tempo ma rimanendo sempre fedele a un immaginario che ha la consacrata a simbolo della cultura pop. L’Enterprise è più di un'astronave, non è solamente lo scenario in cui si svolgono le avventure di Star Trek, ma è divenuto un elemento essenziale del franchise, capace di far accusare la sua assenza anche in serie come Deep Space Nine e Voyager

Dalla sua prima apparizione nel 1966, il profilo dell’Enterprise si è voluto, seguendo un’evoluzione tecnologica sia interna al mondo di Star Trek che nelle tecniche realizzate delle serie e film in cui l’ammiraglia della Flotta Stellare compariva. L’Enterprise è stata per anni uno dei punti chiave del mito di Star Trek, con la sua forma inconfondibile, capace di evolversi rimanendo però sempre fedele ad un concept iniziale.

La nascita dell’Enterprise

Quando Gene Roddenberry iniziò a lavorare alla sua serie di fantascienza, capì subito l’importanza di avere un’astronave che, pur venendo mostrata poco su schermo, fosse però in grado di colpire l’immaginario degli spettatori. Nonostante questa sua fermezza, non aveva però le idee molto chiare su come dovesse apparire questa astronave, tanto che agli incaricati di realizzare il modello diede poche e confuse indicazioni:

Siamo nello spazio profondo, su un’astronave che possiamo immaginare come un incrociatore. Non conosciamo quale sia la sua fonte di energia, ma non voglio vedere scie di fiamme. Niente fumo, niente prese d’aria, scarichi di razzi o roba del genere. Deve essere un’astronave da esplorazione nello spazio profondo, capace di operare in tutta la galassia

In seguito, Roddenberry specificò che l’astronave che aveva in mente, battezzata Yorktown, avrebbe operato principalmente nello spazio profondo, con un equipaggio di circa 130 membri e che sarebbe stata incredibilmente veloce. A occuparsi della realizzazione dell’Enterprise inizialmente avrebbe dovuto essere Pato Guzman, l’art director di Star Trek, aiutato dal suo assistente Matt Jeffries. Poco prima dell’avvio del progetto Star Trek, però, Guzman si ritirò e il compito ricadde su Jeffries, il quale aveva un piccolo problema: non era un appassionato di fantascienza.

Jeffries cercò quindi di carpire quanti più dettagli possibili da Roddenberry, arrivando a un’idea comune secondo cui la Yorktown non dovesse assomigliare a nessuno dei mezzi spaziali all’epoca esistenti o già mostrati in altre produzioni. Una sfida non da poco per Jeffries, che si vide respingere i primi bozzetti perché considerati troppo convenzionali.

Queste critiche lo spinsero a ragionare in termini di possibile evoluzione tecnologica dei mezzi spaziali dell’epoca, mettendo a buon uso la sua familiarità con l’aeronautica e applicando quella che definì una ‘logica aerospaziale’’. Seguendo questa impostazione, Jeffries immaginò che i motori fossero troppo potenti per poter essere posti vicino agli ambienti in cui si muoveva e viveva l’equipaggio, portandolo a distaccarli dalla struttura  principale dell’astronave.

Contrario all’utilizzo di dischi volanti, considerati troppo abusati nella fantascienza, Jeffries appiattì questa forma in un disco, in cui pose le postazioni di comando e che unì al corpo principale dell’astronave con tramite un ‘collo di cigno’. Esternamente, la Yorktown sarebbe stata liscia, ponendo tutte le strumentazioni all’interno dello scafo.

Prima di arrivare a questo design finale dell’astronave di Star Trek, Jeffries presentò diversi bozzetti che vennero scartati inizialmente, ma che vennero in seguito utilizzati per altre astronavi. Un prototipo di astronave con la plancia sferica divenne in seguito la classe Daedalus, mentre l’idea di circondare lo scafo dell’astronave con un anello contenente i motori venne utilizzato per caratterizzare i vascelli vulcaniani, come visto in Star Trek: Enterprise.

Una volta trovato il profilo dell’astronave, Roddenberry sorprese tutti scegliendo un altro nome per il vascello protagonista della serie. Appassionatosi alla storia delle navi che portavano il nome Enterprise, non ultima una portaerei della Marina Americana, Roddenberry decise di utilizzare questo nome per lo show.

Servivano però dei dettagli, come un numero di matricola. L’idea fu di utilizzare un qualcosa di simile a quanto già utilizzato in quel periodo, quindi ispirandosi a uno dei codici internazionali utilizzati per la registrazione di veicoli americani (NC), si aggiunse una C, prendendola dal codice con cui erano invece identificati gli aerei russi (Cs), seguendo l’intuizione di Jeffries secondo cui una simile impresa avrebbe richiesto un lavoro congiunto tra Stati Uniti e Russia. NCC divenne quindi il registro della Flotta Stella, acronimo di Naval Construct Contract.

Per il numero di registro dell’Enterprise, Roddenberry impose di non usare numeri che potessero essere confusi sul piccolo schermo (3,6,8 e 9), arrivando poi all’idea che l’astronave sarebbe stata il primo vascello prodotto della diciassettesima tipologia di astronavi della Flotta Stellare, dando vita alla sua designazione ufficiale: NCC-1701.

Per la sigla U.S.S. che precede i nomi delle astronavi della Flotta Stellare, The Making of Star Trek spiega che il significato è United Space Ship.

Realizzare l’Enterprise

Una volta deciso i dettagli dell’Enterprise e la sua forma, si doveva passare dal modellino creato da Jeffries a uno utilizzato per le riprese di Star Trek. Compito che ricadde su Richard C. Datin, incaricato dai Desilu Studios di realizzare un modello di pre-produzione. Datin costruì un prototipo di 80 centimetri, fatto di legno di pino, plexiglass e ottone, completandolo nel novembre del 1964.

Da questo modello si passò a uno lungo più di tre metri, utilizzato per girare il primo pilot, The Cage (per noi  Lo zoo di Talos). Quando questo venne respinto, Roddenberry girò un nuovo pilot, Where no Man Has Gone Before (Oltre la galassia), la cui approvazione consentì di inserire altri dettagli al modello, come l’illuminazione interna.

Il fatto che l’Enterprise fosse anche un’ambientazione ricorrente in Star Trek, consentì di utilizzare in diverse occasioni gli stessi set, a cui vennero aggiunti nuove funzioni (come le consolle di comando) e decorazioni. Per muoversi lungo i diversi ponti della nave, oltre ai turbo ascensori, vennero creati degli stretti passaggi (i cosiddetti tubi di Jeffries) in cui si muovevano soprattutto meccanici e personale addetto.

Quando sulla fine degli anni ’70 si iniziò a pensare a un film di Star Trek, anche l’Enterprise fu soggetta a un lavoro di restiling. Ai tempi in cui il film si chiamava Planet of the Titans, questo compito venne affidato a Ken Adam e Ralph McQuarrie, ma dopo la scelta di riportare Star Trek nell’ambito seriale con Star Trek: Phase II, venne richiamato in azione il creatore dell’astronave, Matt Jeffries.

Jeffries decise di partire dal modello originale dell’Enterprise, identificando quei dettagli che sarebbero stati sostituiti, in modo da seguire un ipotetico progresso tecnologico, come i motori. Jeffries iniziò a lavorarci, ma quando la produzione, mossa dal successo cinematografico di Star Wars, decise nuovamente di portare Star Trek al cinema, Jeffries abbandonò il progetto.

La nuova Enterprise venne quindi affidata a Andrew Pobert, che su richiesta di Roddenberry continuò a lavorare sul progetto di Jeffries. L’Enterprise presentata in Star Trek: The Motion Picture divenne per lungo tempo il modello più noto dell’astronave di Star Trek, ma non va dimenticato che, con la comparsa di nuove serie televisive, venne il momento di realizzare nuove Enterprise.

Soprattutto Star Trek: Discovery, ambientata dieci anni prima della serie classica e che vede tornare in scena la USS Enterprise di Pike. Comprensibilmente, non era possibile affiancare l’avveneristica Discovery a un vecchio modello di Enterprise, motivo per cui si è provveduto a mostrare una versione più moderna che rispettasse però lo spirito autentico dell’Enterprise originale.

L’importanza dell’Enterprise

Star Trek ha avuto un impatto non indifferente sulla cultura americana negli anni ’70, per via della sua narrazione aperta a temi ancora scomodi per la mentalità sociale del periodo. Dal bacio interraziale tra Uhura e Kirk al messaggio positivo di integrazione, ma quello che stupì i produttori di Star Trek fu che i fan iniziarono a scrivere lettere di apprezzamento non tanto per gli attori, quanto per l’Enterprise, che a breve venne considerata un ‘oggetto culturale vivente’.

Una fama, quella dell’Enterprise, che spinse a creare una campagna di raccolte film con lo scopo di convincere la NASA a ribattezzare il primo shuttle, inizialmente chiamato Constitution. 

Il primo shuttle costruito avrebbe dovuto esser pronto per il 1976, anno in cui gli States avrebbero festeggiato i duecento anni dalla stesura della loro Costituzione. Per questa ricorrenza, la N.A.S.A. aveva deciso di battezzare lo shuttle Constitution. Quando la notizia diventò di dominio pubblico, però, prese vita una singolare campagna di raccolte firme con uno scopo preciso: cambiare il nome dello shuttle in Enterprise.

A promuovere questa iniziativa furono i fan di Star Trek. La serie creata da Gene Roddenberry, infatti, in quel periodo stava vivendo una seconda giovinezza, grazie alle numerose repliche su diverse emittenti locali che riportarono in auge le avventure di Kirk e compagni. D’altronde, siamo nel 1977, anno in cui il mondo stava per appassionarsi nuovamente alla fantascienza con Guerre Stellari, e poteva la comunità di appassionati di sci-fi non interessarsi al lancio del primo shuttle?

Tanto venne fatto, che alla fine lo shuttle venne rinominato Enterprise, in onore dell’astronave protagonista della serie. Ironia della sorte, la U.S.S. Enterprise comandata da Kirk nella serie originale, secondo i registi della Flotta Stellare era un’astronave di classe Constitution. Esattamente come il primo nome scelto per lo shuttle.

Questo evento sancisce inequivocabilmente come Star Trek abbia avuto un impatto unico sulla cultura popolare mondiale. Alla cerimonia di varo dello shuttle Enterprise vennero invitati anche Gene Roddenberry, creatore di Star Trek, e l’equipaggio dell’Enterprise futura, che fu rappresentato da DeForest Kelley (Leonard ‘Bones’ McCoy), Leonard Nimoy (Spock), Nichelle Nichols (Nyota Uhura), George Takei (Hikaru Sulu), Walter Koenig (Pavel Cechov) e James Doohan (Montgomery ‘Scotty’ Scott).

Questa unione tra N.A.S.A. e Star Trek non si interruppe qui. Quando uscì il primo film di Star Trek al cinema nel 1979, nella sala ricreativa a bordo dell’Enterprise si può vedere un’immagine raffigurante proprio l’omonimo shuttle. Nella serie Enterprise del 2001, invece, lo shuttle Enterprise compare sia nella sigla della serie che in forma di ritratto commemorativa nella sala tattica del capitano Archer.

Curiosamente, in Enterprise la seconda nave a curvatura 5 delle Flotta Stellare viene battezzata Columbia, proprio come il secondo shuttle creato dalla N.A.S.A

Il modello dell’Enterprise utilizzato per girare la serie originale è stato donato nel 1974,  dalla Paramount allo Smithsonian Institute,  il celebre museo di Washington, dove l’Enterprise è stata esposta in diverse ali, sino al suo ultimo posizionamento nella Milestones of Flight Hall, a partire da 2016.

La storia dell'Enterprise

Enterprise (Nx-01)

Cronologicamente, la Enterprise NX-01 è il primo vascello spaziale umano a portate questo nome. Creata in seguito alla scoperta della tecnologia di curvatura da parte di Zephram Cochrane (Star Trek: Primo Contatto), l’Enterprise è il culmine del progetto Curvatura 5, avviato dagli umani con il supporto, abbastanza invasivo, dei nuovi alleati vulcaniani.

Antesignana della classe Constitution, cui appartiene la nave comandata da Kirk, l’Enterprise dell’omonima serie televisiva è un modello ancora semplice di vascello spaziale. La sua linea, comunque, rispecchia già la futura conformazione delle sue eredi, con le gondole di curvatura allungate all’indietro e una sezione comando a disco, anche se manca un corpo centrale.

A voler ribadire come la Nx-01 fosse un modello sperimentale, l’impostazione della nave venne realizzata pensando all’architettura dei sommergibili, in modo da riprodurre un ambiente compatto, a tratti claustrofobico, per trasmettere la difficoltà vissuta dai protagonisti, primi esploratori umani nel cosmo. Questa sua natura la rende una nave primitiva, che durante l’intera serie viene costantemente aggiornata, con la comparsa di nuove minacce.

Star Trek: Enteprise venne chiusa con la quarta stagione, ma si era già iniziato a lavorare a una quinta stagione, in cui l’Enterprise sarebbe stata modificata, aggiungendo una più ampia sezione ingegneria nella parte inferiore dello scafo, avvicinandola come linea alla futura classe Constitution. Questa ipotesi ha trovato forma nel seguito letterario della serie TV, il ciclo di Rise of the Federation.

Enterprise (NCC-1701)

Con la nascita della Federazione e la creazione della Flotta Stellare, nel 2245 venne commissionata la USS Enterprise NCC-1701. Astronave di classe Constitution, il suo primo capitano fu Robert April, che venne in seguito sostituto dal suo secondo ufficiale, Christopher Pike. Pike comandò il vascello per circa un decennio, e inizialmente avrebbe dovuto essere il protagonista di Star Trek, come dimostra il pilot The Cage. Il comando di Pike è stato per anni uno dei momenti più nebulosi, della saga, sino alla sua apparizione in Star Trek: Discovery, presenza che ha consentito di dare vita allo spin-off Strange New Worlds. 

In seguito a un incidente, Pike fu sostituito dal capitano James Tiberius Kirk, che rimase al comando dell’Enterprise dal 2264 al 2269, per una missione quinquennale di esplorazione dello spazio profondo. Kirk riprese il comando dell’ammiraglia della Flotta Stellare intorno al 2270, quando dovette affrontare una minaccia aliena diretta verso la Terra (Star Trek: The Motion Picture). L’astronave, a questo punto, era un vascello moderno e diverso da quello precedentemente comandato da Kirk.

Nel 2285 il capitano dell’Enterprise è Spock, e il vascello è divenuto una nave scuola (Star Trek II: L’Ira di Khan), che Kirk utilizza per indagare su una crisi a bordo della stazione spaziale di Regula I. Al termine di uno scontro, l’Enterprise, pesantemente danneggiata, viene decommissionata, ma in Star Trek III: Alla Ricerca di Spock, Kirk ruba l’astronave per salvare il proprio amico. Quando l‘astronave viene definitivamente distrutta, la Flotta Stellare commissiona la costruzione della USS Enteprise-A, affidandola al comando di James Kirk, retrocesso da ammiraglio al grado di capitano.

Enterprise-A (NCC 1701-A)

Con la distruzione dell’Enteprise in Star Trek III: Alla Ricerca di Spock, la speranza del regista era che per il capitolo successivo si potesse studiare una forma completamente nuova per l’astronave. Sfortunatamente, la produzione decise di apportare solo alcune minime modifiche a quanto già introdotto ai tempi di Star Trek: the Motion Picture.

L’Enterprise NCC-1701-A è una classe Constitution modificata, in cui sono apportate alcune minime modifiche in fatto di strumentazione e armamenti. Rimane la protagonista silenziosa di ben sei film, sino alla fine di Star Trek: Rotta verso l’ignoto.

Enterprise-B (NCC 1701-B)

Apparizione breve per questa Enterprise classe Excelsior, che ci accoglie nelle prime scene di Star Trek: Generazioni. Affidata al comando di John Harriman, durante il suo viaggio inaugurale si ritrova a dover offrire soccorso ai profughi El-Auriani, in fuga dal loro mondo invaso dai Borg. Durante questa missione di recupero, l’Enterprise-B diventa anche il teatro dell’apparente morte di James T. Kirk.

La sua sezione a disco, per quanto contenuta, non stona con l’impostazione generale dello scafo, più slanciato rispetto alla tradizionale classe Constitution. Certo, l’aggiunta delle alette alle gondole di curvatura sembra una forzatura, ma la scena iniziale di Star Trek: Generation le rende comunque giustizia.

Enterprise-C (NCC 1701-C)

Astronave di classe Ambassador, la Enterprise-C compare brevemente in un episodio di Star Trek: The Next Generation, L’Enterprise del passato. Comandata dal capitano Rachel Garret, questa Enterprise emerge da una frattura spazio-temporale davanti alla sua erede, l’Enterprise-D, che si trova di fronte a un paradosso temporale.

L’Enterprise-C, infatti, risulta come distrutta nella Battaglia di Narenda III, in cui il suo intervento salvò una colonia Klingon da un attacco romulano. Il capitano Garrett, assieme al suo equipaggio, sceglie di tornare nel proprio tempo e affrontare la morte pur di impedire una guerra. Non abbiamo modo di vedere in azione la USS Enterprise-C, ma la sua estetica la rende facilmente identificabile come un’aggraziata erede del nome Enterprise, e il ruolo avuto in questo momento epocale della continuity di Star Trek ha fatto sì di onorare una delle promesse fatte al capitano Garrett:

Assicuriamoci che la storia non dimentichi mai il nome Enteprise

Enterprise-D (NCC 1701-D)

Astronave di classe Galaxy, l’Enterprise-D è la protagonista di Star Trek: The Next Generation, serie televisiva che a cavallo di fine anni ’80 e anni ’90 riportò la saga di Gene Roddenberry nel mondo delle serie TV.

A realizzare questa nuova Enterprise fu Andrew Pobert, già creatore del refit della classe Constitution visto in Star Trek: The Motion Picture. Quando venne deciso di realizzare una nuova serie di Star Trek, Probert venne incaricato di creare la nuova astronave, e per ispirarsi appese nel proprio ufficio degli schizzi fatti ai tempi del primo film di Star Trek. Questi bozzetti vennero visti da Roddenberry, che approvò immediatamente la sua nuova visione dell’Enterprise, a una condizione: che riuscisse a trovare il modo di far separare la sezione a disco dalla sezione principale.

Vecchio pallino di Roddenberry su cui Pobert aveva già lavorato, senza successo durante i lavori preliminari di Star Trek: The Motion Picture. Alla fine, venne trovato un modo, tanto che assistiamo a questa separazione sin dal primo episodio della nuova serie, Incontro a Fairpoint.

Contrariamente alla precedente Enterprise mostrata, quella di Kirk, la classe Galaxy non è un vascello da guerra ma esplorativo, al punto che a bordo dell’astronave comandata da Picard trovano spazio famiglie, scuole e orti botanici, oltre a un locale ricreativo. La classe Galaxy rappresenta una Federazione diversa, meno intenta all’espansione militare in favore di conoscenza e diplomazia.

L’Enterprise-D, costruita nei cantieri navali marziani di Utopia Planitia, rimase in servizio per tutta Star Trek: The Next Generation, venendo distrutta in Star Trek: Generazioni, quando si schiantò su Veridiano III.

Enterprise-E (NCC 1701-E)

Con la distruzione della sua astronave alla fine di Star Trek: Generazioni, Jean-Luc Picard espresse un pensiero in merito alla sua nave:

Non so perché ma dubito che questa sarà l’ultima nave a portare il nome Enterprise”

Quando venne messo in cantiere Star Trek: Primo Contatto, nei depositi della Paramount era già presente un’Enterprise-E, ma era ancora una nave classe Galaxy. Questo modellino era stato creato da John Goodson della ILM, convinto che presto o tardi sarebbe servito per un nuovo film.

Venne però deciso che era necessario dare una nuova forma all’astronave simbolo di Star Trek, compito che ricadde su John Eaves, che sotto la supervisione di Herman Zimmerman realizzò i primi bozzetti della nuova astronave. Fu Rick Sternbach a realizzare i progetti e le ciano della nuova classe Sovereign.

Rispetto alla classe Galaxy, le navi di classe Sovereign hanno una forma più slanciata e compatta, specchio di un nuovo periodo per la Federazione, caratterizzato da una nuova spinta militare in seguito agli scontri con i Borg e alla Guerra del Dominio. Siamo davanti a una formidabile e temibile nave da guerra, capace di contrastare un cubo Borg o di speronare la migliore nave della flotta romulana.

Enterprise-F (NCC1701-F)

Nave di classe Odissey, venne realizzata dopo che la precedente versione fu decommissionata. Fa la sua apparizione in Picard, dove, sotto il comando di Elizabeth Shelby, cerca di opporsi al tentativo di invasione dei Borg, venendo distrutta poco dopo il suo varo ufficiale durante la cerimonia del Giorno della Frontiera. 

Enterprise (Kelvin-verso)

All’interno di Star Trek ci sono state diverse versioni alternative di Enterprise (come in Ieri, oggi, domani) o versioni del futuro remoto come la Enterprise-J mostrata in Star Trek: Enterprise, ma si tratta principalmente di variazioni minime a quanto già visto nella loro conformazione ‘regolare’.

Discorso non applicabile all’Enterprise protagonista del reboot cinematografico di JJ Abrams, iniziato nel 2009. Un aspetto decisamente diverso dal classico, molto più morbido e armonioso, con proporzioni totalmente diverse rispetto alla visione tradizionale dell’Enterprise. Contrariamente alle altre navi a portare questo glorioso nome, l’astronave dei reboot ha un ruolo differente nella narrazione, al punto che il suo aspetto non è studiato per interagire attivamente con l’equipaggio, come accade nelle altre pellicole e serie, ma sembra essere un semplice contorno.

Come le sue sorelle, anche questa astronave è destinata a incontrare una fine violenta, come abbiamo visto in Star Trek: Beyond.

 

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