Fantascienza e mostri sono due elementi che sembrano nati per fare squadra. Basterebbe citare Alien per ribadire come lo spazio sia una cornice perfetta per imbastire storie in cui l’umanità, solitamente, fa la parte della preda di creature spietate. Solitamente, ammettiamolo, andandosele a cercare, dimostrando anche che a volte, essere preda, è quasi una vocazione. In altri casi, invece, gli uomini del domani semplicemente hanno la sfortuna di incappare in mostri alieni all’improvviso, come accade in Zombicide: Invader, saga fumettistica nata dalla fortunata collaborazione tra CMON e un team artistico bonelliano di altro profilo.
In casa Bonelli la fantascienza è di casa da decenni. Dalle prime suggestioni presenti in Zagor sino alla più marcata presenza grazie a serie come Nathan Never o Orfani, che hanno segnato profondamente l’immaginario dei lettori bonelliani. Pur evolvendosi in altre forme, tramite le nuove direttrici esplorate dalla casa editrice, la fantascienza bonelliana si avvicina sempre più a un gusto moderno, che sembra sposare un approccio più pacato e improntato a una narrativa più cerebrale, che non alla meccanica avventurosa tipica di produzioni precedenti.
Zombicide: Invader, la fantascienza action dai giochi di CMON ai fumetti Bonelli
All’interno di questa visione, un titolo come Zombicide: Invader rappresenta un punto a favore del catalogo bonelliano. Pur non essendo editore in senso tradizionale della sua figura, la Sergio Bonelli diventa un tramite con cui la dimensione fumettistica del mondo CMON può imporsi all’attenzione del pubblico. E Zombicide: Invader si rivela, sotto questo aspetto, un prodotto capace di concretizzare un progetto presentato inizialmente nell’edizione 2019 di Lucca Comics and Games.
- Il progetto CMON: dai giochi ai fumetti
- Zombicide: Invader: come il gioco diventa fumetto
- Zombicide: Invader: fantascienza action allo stato puro
- La trama di Zombicide: Invader
- I volumi di Zombicide: Invader
Il progetto CMON: dai giochi ai fumetti
Fu proprio durante la kermesse lucchese che un team di capitanato da Luca Enoch e Stefano Vietti rivelava come i giochi da tavolo di CMON sarebbero stati impreziositi da una vita fumettistica, che avrebbero consentito di espandere il loro mondo di gioco, utilizzando i fumetti come strumento privilegiato, come ci aveva spiegato lo stesso Luca Enoch:
Il progetto con CMO si basa su tre delle loro produzioni. Chtulhu – Death May Die, ispirato alla narrativa di Lovecraft, Zombicide, di cui è stata da poco presentata la nuova edizioni, e Zombicide: Invaders, che si lascia ispirare da una fantascienza ‘ignorante’. I soggetti sono sempre ideati da me e Stefano Vietti, ed insieme abbiamo anche sceneggiato la storia per Zombicide, mentre per Cthulhu – Death May Die ho scritto da solo la sceneggiatura, poi disegnata da Riccardo Crosa. Stefano ha poi curato in solitaria la sceneggiatura di Zombicide: Invaders, realizzata graficamente da Giancarlo Olivares
Una vera e propria sicurezza, che ha consentito a questi progetti, una volta approdati su Kickstarter, di bruciare in un tempo assurdamente breve ogni goal prefissato. Dopo avere raggiunto l’obiettivo, quello che inizialmente era appannaggio dei sottoscrittori del crowdfounding è stato offerto a una più ampia platea, grazie a Bonelli che si è proposta come distributrice delle storie.
Zombicide: Invader - come il gioco diventa fumetto
Pur basandosi su una struttura di base già prefissata, ossia il board game di CMON, Vietti riesce a trovare una formula in cui l’azione tipica di Zombicide: Invaders trovi una narrazione che ne esalti la natura e la renda una componente funzionale di un racconto solido e avvincente, perfetto primo capitolo di un più complesso arco narrativo.
La dinamica dietro la creazione di queste storie è stata raccontata da Luca Enoch:
Ci siamo ritrovati all’ “eremo”, una piccola casa che Stefano ha sui monti sopra Bergamo, durante un paio di weekend. Ci siamo portati dietro i tre giochi – Zombicide, Invader e Cthulhu – e abbiamo disposto sul tavolo tutte le miniature e le schede dei personaggi. Abbiamo cominciato a scrivere degli abbozzi di soggetti, a ruota libera, e li abbiamo sistemati, adattandoli ai mondi in cui le storie dovevano essere ambientate. Abbiamo diviso ogni soggetto in quattro capitoli, in modo da ottenere il giusto ritmo narrativo. Quando siamo stati d’accordo su tutto, ci siamo divisi le sceneggiature: Invader a Stefano, Cthulhu a me e Zombicide un capitolo a testa.
Visti i risultati di Zombicide: Invader – Benvenuti all’inferno, questo approccio ha decisamente dato i suoi frutti.
Merito anche dell’ottimo lavoro di world building di Giancarlo Olivares, autore dei disegni di Zombicide: Invader. Olivares è uno dei migliori interpreti del fumetto fantascientifico nostrano (in primis, Nathan Never), grazie alla dedizione con cui realizza l’aspetto prettamente tecnologico dei mondi futuri, curando il mecha design o l’architettura del mondo in cui si muovono i suoi personaggi.
L’ambientazione di base era, in questo caso, già esistente, ma, come ci aveva raccontato Olivares, la sua creatività ha comunque trovato modo di esprimersi liberamente:
CMON ci ha dato una libertà creativa chiedendoci di rispettare lo spirito dei giochi. Dal punto di vista grafico non c’è stato problema. Il tipo di tecnologia e soluzioni visive che formano il concept del l’impianto grafico di Zombicide Invader è quello che piace a me: sporco, funzionale. Un mix delle influenze moderne e storiche (con una presenza ridotta di influenze da cyberpunk). Il gioco mi ha fornito un’ottima base in cui inserire la mia creatività artistica, partendo da materiale di base molto buono (anche se derivativo, il chè lo rende ancora più divertente). La maggior parte di mostri e personaggi viene direttamente dalle schede di gioco. Le ambientazioni rispettano lo spirito del gioco ma con delle variazioni tecniche per adattarsi alla trasposizione fumettistica.
Ragione per cui il mondo in cui lottano i protagonisti di Zombicide: Invaders -Benvenuti all’inferno ha un look industriale massiccio, improntato a una concezione non tanto spettacolare quanto funzionale. Che si tratti della monorataia o delle torri di terraformazione, la mano di Olivares tratteggia strutture imponenti ma che trasmettono un senso di concretezza. Stesso trattamento viene riservato ai protagonisti, massicci guerrieri o longilinee amministratici, le cui armature e livree sono specchio di ruoli e gerarchie che non faticano a emergere nella storia.
Olivares riesce a caratterizzare in modo ottimo le creature aliene, valorizzandone non solo l’ovvia mostruosità, ma cogliendo pose e dinamismi che valorizzano la loro bestialità, con guizzi muscolari forieri di mosse spettacolari che trovano una continuità dinamica capace di guidare l’occhio del lettore anche nelle fasi più concitate.
Tavole impressionanti su cui viene posta la colorazione di Paolo Francescutto e Andres Moss, interpreti impeccabili dell’emotività cromatica della storia. I loro colori creano un perfetto contrasto tra i tre protagonisti della storia: il mondo alieno, gli xeno e gli umani. I primi due elementi di questa trinità hanno una attinenza, basata su una colorazione più calda, declinata in diverse sfumature, quasi a connotare una sinergia natura tra mostri e pianeta.
Per gli umani e le loro invasive strutture architettonica i toni più sono freddi, metallici, come se si volesse rendere gli esseri umani l’elemento alieno nella storia. Francescutto ci aveva rivelato il suo particolare approccio a Zombicide: Invaders – Benvenuti all’inferno:
Per Invader l’attenzione ai personaggi è stata fondamentale, ci sono molte divise da tenere d’occhio, molti soldati che devono essere riconoscibili anche a distanza, soldati non a caso ma che appaiono anche nel gioco quindi identificabili, ognuno con la propria livrea. Per caratterizzare gli ambienti ho scelto luci fredde contrapposte al calore del viscidume splatter dei mostri
Zombicide: Invader - fantascienza action allo stato puro
Sin dal primo volume, Zombicide: Invader ha mostrato come le atmosfere tipiche del gioco di CMON non fossero la sola ispirazione a cui si erano appellati gli autori. Considerato il passato artistico del team di lavoro, che ha scritto e disegnato pagine importanti del fumetto fantascientifico bonelliano, le suggestioni su cui costruire un universo vivido e appassionante non potevano certo mancare.
Vietti coglie quelli che sono i tratti essenziali dell’ambientazione del board game di CMON, li rende il pilastro su cui poggiare il tessuto narrativo della sua storia e da questa base sviluppa una trama dinamica, che trasmetta la cinetica delle sessioni di gioco di Zombicide: Invader arricchendola con un racconto fantascientifico in cui i personaggi e le ambientazioni risultano particolarmente vividi e appassionanti.
Al punto che chi ha familiarità con il board game potrà godersi un approfondimento di un’ambientazione già conosciuta, mentre chi cerca un fumetto sci-fi di ottimo livello sarà ugualmente soddisfatto.
I presupposti narrativi di Zombicide: Invader – Benvenuti all’inferno, primo volume della saga, hanno un senso di familiarità con alcuni dei grandi classici della fantascienza, ma dobbiamo tenere conto che il punto di partenza di queste storie è sempre la lore dei giochi di CMON. Fortuna vuole che a dover sviluppare queste dinamiche narrative sia stato Stefano Vietti, autore che se attualmente viene apprezzato assieme al suo sodale Enoch per Dragonero, in passato ha dimostrato a più riprese di padroneggiare con mano sicura il racconto fantascientifico (Hammer, Nathan Never).
La trama di Zombicide: Invader
Un’astronave adibita a trasporto prigionieri viene dirottata durante un tentativo di evasione. Dopo aver cercato di sedare la ribellione a bordo, i militari sono costretti ad effettuare un atterraggio di fortuna su vicino pianeta. Il mondo in questione è un avamposto umano ancora in fase di terraformazione, attualmente utilizzato per estrarre un prezioso minerale e presidiato da una piccola guarnigione.
Appena atterrati sul pianeta e convinti di avere raggiunta la salvezza, i sopravvissuti della nave prigione scoprono di esser finiti in un incubo: il loro comitato di accoglienza è una schiera di mostruosi alieni. Sopravvissuti a malapena allo scontro, in breve i militari scoprono che su questo mondo è in corsa una lotta per la sopravvivenza tra umani e alieni, e loro sono destinati a diventare parte di questo sanguinoso conflitto.
Non sono solamente gli alieni a minacciare i sopravvissuti guidati da un manipoli di ex galeotti. Come da tradizione, interessi corporativi e piani concepiti per rendere i letali alieni uno strumento di potere complicano una situazione già tesa, svelando legami tra i personaggi che imprimono una vitalità incredibile alla storia.
Zombicide: Invader si rivela una storia appassionante e ricca di colpi di scena, alternati a momenti di vivace azione, che cattura il lettore. Vietti cura con particolare attenzione lo sviluppo emotivo dei personaggi, crea, come sua abitudine, un intreccio che si dipana con tempistiche perfette, lasciando che siano gli eventi a dettare il ritmo alla storia, con uno sviluppo naturale di situazioni e rapporti umani che animano la lettura con picchi emotivi ben architettati.
Con il primo volume, Zombicide: Invader – Benvenuti all’inferno si è posto come un’inequivocabile dichiarazione d’intenti: qualità e avventura. La disperata lotta degli umani contro gli xenos unisce le impostazioni rigide del board game di CMON all’inventiva e all’estro artistico degli autori coinvolti, dando vita a una storia dinamica e appassionante, impreziosita dal lettering di Marina Sanfelice. La cura maniacale di ogni aspetto di Zombicide: Invaders traspare anche dagli extra che arricchiscono i volumi, tramite cui conoscere l’origine dei personaggi.
Una perfetta scansione narrativa rafforzata da Mutazione Aliena, secondo volume che sancisce come sia presente una forte continuity, che mira a creare un universo appassionante libero dagli obblighi di osservanza dell'impostazione di CMON, aprendosi anche a lettori in cerca di una gratificante storia di fantascienza a fumetti.
I volumi di Zombicide: Invader
Considerato come viene imbastita la trama orizzontale di Zombicide: Invader, la lettura dei volumi pubblicati da Bonelli sposa la tradizionale concezione di continuity Gli eventi del primo capitolo, Benvenuti all’inferno, sono non solo un modo per stabilire un legame tra fumetto e gioco ispiratore, ma soprattutto per gettare le basi di un universo narrativo concreto e appassionante.
Grazie alla scrittura serrata di Vietti, sia in termini di spettacolarità che di creazione di un comparto di protagonisti avvincenti, Zombicide: Invader si presta a essere una lettura di sci-fi riferito non solo ai giocatori del gioco di CMON, ma anche a chi cerca un’avventura fantascientifica a fumetti estremamente avvincente.
Una validità che trova anche conferma nella bellezza dell’edizione di Bonelli, che presenta Zombicide: Invader in formato cartonato, di buona fattura con una grafica dedicata, realizzata da Matteo Brambilla.
Benvenuti all'Inferno
Zombicide invader. Benvenuti all'inferno (Vol. 1)
Sul pianeta PK-L7, dove si estrae lo Xenium, la più preziosa risorsa dell'universo, si è scatenata una battaglia tra i feroci alieni Xenos e i coloni. Il capitano Kane, il sergente Yuko e il tenente Bogrov, veterani delle forze speciali, si ritrovano loro malgrado coinvolti nello scontro. Il destino di PK-L7 non è un loro problema, ma dovranno vendere cara la pelle accanto agli altri coloni per sopravvivere... e cercare di nascondere la verità su se stessi, perché non sono esattamente chi dicono di essere.
Mutazione Aliena
Zombicide invader. Mutazione aliena (Vol. 2)
Al termine dell'attacco Xeno che ha devastato PK-L7, Harrison Kane e Yuko si sono salvati, ma non il loro compagno Oleg, che viene portato nel laboratorio della dottoressa Rigby in stato di contaminazione. I soccorsi, però, sono arrivati: Cassian Lloyd, rampollo della famiglia che controlla la multinazionale mineraria Hephesto, è sbarcato sul pianeta con la Black Squad al completo.
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