Sarebbe riduttivo affermare che Dark, la serie tedesca di Baran bo Odar e Jantjie Friese, ruoti attorno al tema dei viaggi nel tempo. Lo sarebbe altrettanto definirlo uno show fantascientifico e avvolto dal mistero, perché Dark è molto di più. La serie è innanzitutto basata sulla giustapposizione della filosofia di Schopenhauer e di di Nietzsche (anche se in una versione decisamente semplificata).
Da un lato, attraverso Eva, Dark abbraccia l'idea di “volontà di vivere” di Schopenhauer, radice noumenica dell'universo, impulso che ci spinge a vivere e agire incatenandoci al desiderio, al godimento e alla sofferenza; dall'altro, attraverso la figura di Adam, fa propria la visione di Nietzsche. Il filosofo sosteneva che l'umanità ha bisogno di distruggere l'idea di Dio per essere liberata dalle contrapposizioni della fede che impediscono l'emergere dell’Übermensch, l'oltre uomo che esiste al di là della morale, accetta la dimensione tragica e dionisiaca della vita e si fa maestro del proprio destino. In Dark, le azioni e le motivazioni di Adam rispecchiano queste idee. Adam è convinto che il tempo riduca l'umanità in schiavitù e sostiene che l'unica via per la liberazione sia distruggere il tempo stesso ponendo fine al loop temporale.
Non è chiaro se lo show abbia intenzionalmente poi risolto il dualismo attraverso una terza via, una sorta di sintesi hegeliana rappresentata da Claudia. Sopra ogni cosa, però, Dark attinge all'eterno ritorno dell'uguale che Nietzsche teorizza in Così parlò Zarathustra e secondo il quale tutti gli eventi dell'esistenza sono destinati a ripetersi infinite volte.
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Anche se Nietzsche non parlava di ritorno in una prospettiva spaziotemporale, Dark fa propria la teoria dell'eterno ritorno attraverso l'idea di ciclicità del tempo, rappresentata visivamente dall'uroboro (il serpente che si morde la coda), e il principio diautoconsistenza di Novikov. Quasi ogni frase, ogni parola in Dark ha un significato profondissimo, che racchiude in sé tutta la filosofia della serie tedesca. Non è un caso che le tre citazioni che aprono le stagioni di Dark siano da attribuirsi a Einstein, Nietzsche e Shopenhouer.
- È una frase di Einstein che dà avvio alla serie: "La distinzione tra passato, presente e futuro è solo un'illusione ostinatamente persistente".
- La citazione che apre la seconda stagione appartiene invece a Nietzsche: "E se guardi abbastanza a lungo nell'abisso, l'abisso guarderà dentro di te".
- Infine, la terza stagione inizia con una citazione a Shopenhauer "È certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere che ciò che vuole".
Ecco qui di seguito alcune delle citazioni più rilevanti della serie, che bene ne esprimono lo spirito.
- Le citazioni di Dark che si rifanno a Nietzsche
- Le citazioni che si ispirano a Schopenhauer
- Le citazioni e i rimandi a Einstein
Le citazioni di Dark che si rifanno a Nietzsche
Il principio è la fine e la fine è il principio.
Così Helge Doppler, fin dalla prima stagione, ci illustra il funzionamento del tempo in Dark. Abbiamo già detto che gli autori della serie Netflix adottano il principio di autoconsistenza di Novikov per risolvere il paradosso dei viaggi nel tempo. Gli eventi del passato non possono essere intaccati dai viaggi nel tempo, ogni cosa va esattamente come deve andare e la storia si ripete ciclicamente, ritorna di continuo in un infinito loop temporale.
Ma tutto ciò che ha vissuto una volta, vive per sempre. Nell'eternità del tempo.
L'idea di ciclicità del tempo torna nelle parole che Heinrich Tannhaus pronuncia nella stagione finale della serie.
Ma è in una frase di Charlotte Doppler che il riferimento all'eterno ritorno si fa esplicito: "Hai mai sentito parlare del ciclo di 33 anni? I nostri calendari non sono corretti, un anno non è lungo 365 giorni. Siamo un po' fuori sincronia, per intenderci. Ma ogni 33 anni tutto è come dovrebbe essere. Le stelle, i pianeti, l'intero universo torna nella stessa esatta posizione. Il ciclo lunare e solare. Mio nonno era ossessionato da queste cose, il Big Bang, il Big Crunch. L'eterno ritorno di Nietzsche. Quando ero piccola, pensavo che Winden avesse qualcosa che non andava. Ora penso la stessa cosa. Tutto si ripete. Tutto questo è già successo prima. Come un enorme déjà vu."
Tracce della filosofia nietzscheana si trovano soprattutto nelle citazioni di Adam, dalle quali emerge la necessità di distruggere ogni certezza e sicurezza per far sì che gli eventi smettano di ripetersi.
Solo quando ci saremo liberati delle nostre emozioni potremmo essere veramente liberi. Solo quando saremo disposti a sacrificare ciò che abbiamo di più caro.
H.G. Tannhaus, poi, si rifà in parte a Nietzsche quando muove una critica al dualismo: "Il nostro pensiero è dominato dal dualismo. L'entrata e l'uscita. Il bianco e il nero. Il bene e il male. Sembrano tutte coppie opposte. Ma è sbagliato."
Vale la pena sottolineare che le parole di Tannhaus vanno inserite nel contesto della concezione della circolarità del tempo in Dark. E infatti subito dopo ci troviamo ad ascoltare questa frase: "Ha mai sentito parlare della triquetra? Il nodo trinitario. Nulla è completo senza una terza dimensione. Non esistono solo il sopra e il sotto. Esiste anche il centro. Sono convinto che ad Einstein e Rosen sia sfuggito qualcosa. Un wormhole collega non solo due, ma tre differenti dimensioni. Il futuro, il presente e il passato."
Le citazioni che si ispirano a Schopenhauer
Abbiamo detto che la frase di apertura della terza stagione di Dark è una citazione di Shopenhauer a proposito della volontà. A quella frase fanno eco le parole dello Jonas adulto, che nel finale della prima stagione afferma:
Non siamo liberi in ciò che facciamo, perché non lo siamo in ciò che vogliamo. Non dominiamo le nostre pulsioni.
Ma ogni volere è basato su bisogno, un desiderio o una mancanza e quindi, inevitabilmente, genera dolore e sofferenza. Adam ne è perfettamente consapevole e allo stesso modo lo è Noah, che a lungo è stato un agente di Adam.
Adam ci spiega che la via di Eva non può essere quella giusta, perché genererà solo altro dolore: "Gli umani sono strane creature. Ogni loro azione è guidata dal desiderio e i loro caratteri sono forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino a sopprimere tale sofferenza, a reprimere il desiderio, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finché la tempesta li sconvolgerà dall'interno, non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario. La sofferenza sarà la loro nave, il desiderio la loro bussola. È tutto ciò di cui l'uomo è ancora capace."
Noah, allo stesso modo, afferma che la vita è avvolta in una spirale di sofferenza: "Dio non ha un piano. Non c'è alcun piano. Non c'è nient'altro che caos là fuori. Dolore... e caos! Le persone sono cattive. Spregevoli, malvagie. La vita non è altro che una spirale di dolore. E il mondo è destinato a essere distrutto."
Per Eva, però, nulla di tutto ciò ha realmente importanza. Se Adam desidera trovare quello che crede sia l'origine del loop per distruggerlo, Eva vuole invece che tutto resti inalterato, tanto che arriva ad affermare che:
Alla fine, ogni morte è solo un nuovo inizio.
I rimandi a Einstein e le citazioni sui viaggi nel tempo
La serie si apre con una citazione di Einstein: “La distinzione tra passato, presente e futuro è solo un'illusione ostinatamente persistente”. È questa frase il cardine attorno al quale ruota lo show, per lo meno nel modo in cui concepisce lo scorrere del tempo.
Poi ci viene detto che: "Noi confidiamo che il tempo sia lineare. Che proceda eternamente, uniformemente. Verso l'infinito. Ma la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un'illusione. Ieri, oggi e domani non sono consecutivi, sono collegati in un cerchio continuo. Tutto è collegato."
E anche lo straniero, il Jonas del futuro, ci spiega:
Ieri, oggi e domani non sono consecutivi, sono connessi in un cerchio senza fine. Tutto è connesso.
Se il tempo non è una linea retta ed è invece un uroboro, se intervenire sul passato non può modificare il futuro, perché tutto ciò che accade è già accaduto e accadrà ancora, è chiaro che in Dark sia forte l'idea di predestinazione. Nulla può cambiare. Certo, nell'ultimo episodio della serie, Jonas e Martha riescono a mettere fine al loop sacrificando loro stessi, ma fino a quel momento, tutto va esattamente come deve. Attraverso le parole dei personaggi, scopriamo qual è il loro punto di vista sulla possibilità di cambiare il passato per modificare il futuro e comprendiamo anche che alcuni di loro, per molto tempo, hanno sperato, inutilmente, di poter deviare il corso degli eventi, come accaduto per lo straniero.
"Se sapessimo come andranno a finire le cose e dove ci condurrà il nostro viaggio faremmo sempre le stesse scelte? O prenderemmo strade completamente diverse? Potremmo così sfuggire al nostro destino? Oppure ciò che è dentro di noi, nel profondo, ci condurrebbe alla stessa destinazione, come fosse una mano invisibile? Importa davvero quale strada prendiamo se, alla fine, ci ritroviamo sempre dinanzi a noi stessi?"
"Le cose cambiano solo quando siamo noi a cambiarle". (Mikkel Nielsen)
"Ci sono momenti in cui dobbiamo capire che le decisioni che prendiamo influenzano più del nostro destino". (Claudia Tiedemann)
"Se ora cambio il mio passato, cambierò ciò che sono adesso". (Lo straniero)
"Spero che entro domani le cose saranno diverse da come sono oggi". (Lo straniero)
Per l’uomo la morte è difficile da accettare… già! Si aggrappa a cose che non esistono più… Brama invano un modo per far andare indietro il tempo, per tramutare la morte nel suo contrario. Ma se davvero il tempo è relativo e niente se ne va sul serio e sono possibili le sovrapposizioni simultanee di diverse realtà allora non dovrebbe essere possibile andare a riprendere quel che si credeva morto da tempo per creare una nuova realtà nella quale ciò che è morto torni a vivere?
Il caso non esiste. Ogni percorso è predeterminato. Tutto accade quando deve accadere nel momento giusto nel luogo giusto. Come se il tappeto del mondo fosse un intreccio di fili infiniti, ognuno al suo posto. Ma pochi di noi sanno dove conduce il proprio viaggio. (Noah)
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