I 10 film e serie originali Netflix polacchi che non ti devi perdere

Oltre Sexify e 365 giorni c'è molto di più: ecco una piccola guida ai titoli polacchi da non perdere sulla piattaforma dalla grande N.

Autore: Alessandro Zoppo ,

La Polonia che si vede su Netflix non è soltanto quella di #365 giorni, il thriller erotico scult con Michele Morrone e Anna-Maria Sieklucka tratto dalla saga di Blanka Lipińska. Ma nemmeno quella di #Sexify, il dramedy di Kalina Alabrudzińska e Piotr Domalewski che ha conquistato il pubblico italiano piazzandosi nella Top Ten dei titoli più visualizzati sulla piattaforma.

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Nel catalogo del servizio dalla grande N ci sono tanti altri film e serie originali che puntano a scostarsi da luoghi comuni e facili definizioni e rivelano le tendenze del cinema e della televisione polacchi contemporanei. Eccone dieci, ovviamente disponibili nella libreria italiana di Netflix.

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The Art of Loving

Non è un vero e proprio Original ma chi ha amato Sexify non deve perderlo. La regista Maria Sadowska adatta la biografia di Violetta Ozminkowski che racconta la storia di Michalina Wisłocka, la ginecologa e sessuologa pioniera degli studi sull'educazione amorosa ed erotica in pieno comunismo. Una donna coraggiosa che nel 1978 ha sfidato ogni tabù per pubblicare Sztuka kochania (ovvero L'arte dell'amore), la prima guida alla vita sessuale diventata subito un bestseller. Quando è uscito al cinema in Polonia, il biopic è stato un successo pazzesco.

Amore al quadrato

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Dall'amore carnale a quello romantico. La rom-com di Filip Zylber ha per protagonista Adrianna Chlebicka nei panni di Monika, una ragazza dalla doppia vita: di giorno maestra delle elementari, di notte modella con lo pseudonimo di Klaudia per aiutare il padre alcolizzato a pagare i suoi debiti. Quando incontra il bellissimo Enzo (Mateusz Banasiuk), giornalista di moda e sciupafemmine incallito, tra i due scatta un sentimento immediato. Stroncata dalla critica, questa favola perfetta per il target Netflix (ovvero quello under 25) si rivela una visione utile per capire come i cattolicissimi polacchi maneggiano il genere sentimentale.

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The Hater

Uno dei migliori film del 2020: premiato al Tribeca, il provocatorio thriller di Jan Komasa ("sequel spirituale" del suo debutto Suicide Room) affronta con intelligenza e senza peli sulla lingua tematiche spinose della Polonia post-comunista come la fine delle ideologie, una società sempre più polarizzata, le campagne d'odio sui social, l'estremismo identitario dei gruppi neo-fascisti, l'ipocrisia bigotta dei ricchi socialdemocratici globalisti. Al centro della vicenda c'è l'escalation dello studente Tomasz Giemza, interpretato dall'attore-rivelazione Maciej Musiałowski, mentre l'ispirazione arriva da un fatto realmente accaduto: l'omicidio di Paweł Adamowicz, il sindaco di Gdańsk pro-migranti e diritti LGBT. Komasa è lo stesso regista di un altro film controverso e disturbante: #Corpus Christi.

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I flagelli di Breslavia

Un altro thriller, stavolta meno raffinato ma più truce e sanguinolento, orientato sul sentiero di Seven e #Insomnia. Malgorzata Kozuchowska è la poliziotta inquieta Helena Rus, detective stropicciata dal piglio punk (sidecut, stivali e giubbotto di pelle), segnata da un tremendo lutto che l'ha resa ruvida e intrattabile. Helena è chiamata a risolvere un caso complesso: a Wrocław c'è in giro un serial killer che ammazza le sue vittime seguendo le orme del moralizzatore Federico il Grande, che nel 1741 ripulì la città dalla "degenerazione" durante la "settimana delle piaghe". Il colpo di scena finale è telefonato, ma la crudezza e l'antipatica protagonista coinvolgono fino all'ultimo.

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Non dormire nel bosco stanotte

Dal thriller all'horror il passo è breve. Bartosz M. Kowalski omaggia i classici Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi, Venerdì 13 e i suoi B-movie preferiti degli anni '80 per girare "il primo slasher polacco". Stavolta gli adolescenti sprovveduti e un po' idioti, che finiscono nel mirino di una coppia di mostruosi gemelli-killer, sono teenager mandati a forza dai genitori al campo Adrenalina per disintossicarsi da social e tecnologia. Lo splatter abbonda, l'originalità meno: ma per gli amanti del genere può bastare. Tanto che Kowalski sta già girando il sequel.

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All My Friends Are Dead

Assurdità e grottesco sono le parole d'ordine di questa dark comedy che segna l'esordio alla regia di Jan Belcl. La trama è semplice: è Capodanno e un gruppo di amici organizza un festa memorabile a base di droga, alcool e segreti. Peccato che la mattina dell'1, soltanto una ragazza sia sopravvissuta al risultato: un autentico massacro. Due poliziotti indagano sulla mattanza per capire ciò che è successo. Pure in questo caso l'originalità latita, ma il finale è divertente e l'attesa della risoluzione tiene incollato lo spettatore allo schermo fino all'ultimo.

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Estate di morte

Harlan Coben è uno degli scrittori più significativi del thriller americano, con la bellezza di oltre 75 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Nel 2018 chiude un accordo multimilionario con Netflix per trasformare 14 suoi romanzi in altrettanti film e serie. Dopo il britannico #The Stranger con Richard Armitage nel ruolo del protagonista Adam Price, tocca alla miniserie polacca Estate di morte (in originale W głębi lasu, nel mondo The Woods), crime drama ambientato tra due distinti piani temporali: l'agosto del 1994 e il settembre del 2019. Il luogo resta lo stesso, Varsavia, dove la sparizione di alcuni ragazzi durante un campeggio si intreccia con la missione del procuratore Paweł Kopiński (a interpretarlo è Grzegorz Damiecki): ritrovare la sorella. I ritmi sono dilatati ma nei sei episodi scorre un'angoscia che intriga e cattura.

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1983

Prima di Estate di morte, c'è stata questa serie Original in otto episodi, partorita da Joshua Long con Maciej Musiał. Il genere è sempre thriller, ma dal taglio politico declinato su un paradosso distopico: cosa sarebbe successo se la cortina di ferro non fosse mai caduta e la Polonia del 2003 fosse diventata un regime ancora più autoritario? La Guerra fredda non è finita, il controllo dei cittadini è capillare e tra flashback e continui rimandi al passato, scorre la storia di uno studente di giurisprudenza (Maciej Musiał) e di un detective caduto in disgrazia (Robert Więckiewicz) che scoprono l'esistenza di un complotto capace di condurre ad una rivoluzione. Le atmosfere livide e orwelliane, il realismo della messinscena e la regia di una delle più importanti autrici dell'Est come Angieszka Holland valgono la visione. "L'idea di libertà è forse sopravvalutata?", si domanda la regista in un'intervista al Guardian: i parallelismi con il partito Diritto e Giustizia (PiS) al potere sono piuttosto evidenti.

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Ultraviolet

Nel 2017 la produttrice Wendy West (un passato nel team di Dexter) e il collega Barry Josephson acquistano i diritti del libro non-fiction The Skeleton Crew di Deborah Halber e spostano l'azione dagli Stati Uniti alla Polonia. Halber nel suo volume ha ricostruito la vera storia degli "Sherlock Holmes wannabes" americani, ovvero aspiranti detective che usano le risorse del web per tracciare resti umani non identificati e dipanare misteriosi cold case. Nella serie diretta da Jan Komasa e Sławomir Fabicki (due stagioni per 22 episodi complessivi), la protagonista Ola (Marta Nieradkiewicz) lascia Londra e mette in piedi a Łódź l'Ultraviolet, una squadra di investigatori dilettanti che aiuta la polizia a risolvere i crimini più difficili. Un procedural classico e avvincente, arrivato su Netflix dopo il grande successo avuto in patria su AXN Crime.

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Pantano

La Polonia degli anni '80 come non l'avete mai vista: Pantano (in originale Rojst, nel mondo The Mire) è il #True Detective polacco, arrivato su Netflix nel 2018. In una città di provincia dalle parti di Cracovia, una prostituta e un attivista della sezione locale del partito vengono ritrovati cadaveri in un bosco. Nelle stesse ore, una coppia di adolescenti si suicida. Si occupano del caso due giornalisti, l'anziano ed esperto Witold (Andrzej Seweryn) e il giovane principiante Piotr (Dawid Ogrodnik), insospettivi dalle indagini a dir poco opache condotte dalla polizia. Ma la Polonia socialista del 1984 è, appunto, una palude e tutti rimarranno bloccati nel sistema che paralizza le loro vite. Perché "più mosse sbagliate fai, più in basso puoi cadere". La prima stagione è composta da cinque episodi, diretti da Jan Holoubek: la narrazione complessa e le ambientazioni suggestive hanno coinvolto così tanto il pubblico che è in arrivo The Mire '97, la seconda stagione immersa nella Polonia con Solidarność al governo.

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...e gli altri

Il successo di Sexify non basta più a Netflix. Il gigante dello streaming investe forte sul mercato polacco. Prossimamente arriveranno:

  • il mystery sci-fi Open Your Eyes (dal romanzo Second Chance di Katarzyna Berenika Miszczuk)
  • il fantasy Axis Mundi (sulla mitologia slava e le leggende dell'antica Cracovia)
  • il queer drama Królowa
  • il catastrofico Wielka woda (sull'alluvione "millenaria" che ha colpito Breslavia nel luglio del 1997)
  • il thriller Keep Calm (dal romanzo Hold Tight di Harlan Coben)
  • il poliziesco Erynie, adattamento del libro omonimo di Marek Krajewski che porta sugli schermi le indagini del commissario Edward Popielski.

Non mancheranno i film:

  • il thriller Prime Time di Jakub Piątek (già passato al Sundance)
  • il poliziesco d'epoca Hyacinth di Piotr Domalewski (sui delitti di un serial killer di gay negli anni '80)
  • il gangster movie Jak pokochałam gangstera di Maciej Kawulski, sequel di How I Became a Gangster, basato sull'incredibile storia vera del criminale Nikodem Skotarczak.
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