Il CEO di OpenAI parla del fenomeno dei meme in stile Studio Ghibli

Non si placano le discussioni sul fenomeno di ChatGPT!

Autore: Giuseppe Benincasa ,
Attualità
1' 45''
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Lo Studio Ghibli ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’animazione, con il suo stile unico e le sue narrazioni coinvolgenti.

Tuttavia, con la diffusione dell’intelligenza artificiale generativa, questo stile iconico è diventato il fulcro di un’ondata di immagini generate dall’IA, scatenando discussioni e meme sui social media.

Inaspettatamente, al centro di questo fenomeno si è trovato Sam Altman, CEO di OpenAI.

Negli ultimi giorni, il web è stato invaso da immagini che trasformano volti noti in personaggi "Ghibli-style", e Altman è stato uno dei protagonisti involontari di questa tendenza. La sua reazione, affidata a un post ironico sui social, ha evidenziato l’assurdità della situazione:

Dopo anni passati a lavorare sull’IA, prima ignorato, poi criticato per ogni scelta… mi sveglio e scopro che sono diventato un ‘twink in stile Ghibli’. Il web è davvero imprevedibile.

Per alimentare il lato surreale del trend, Altman ha persino aggiornato la sua immagine del profilo con una versione AI di sé stesso in stile Ghibli, contribuendo a rendere il fenomeno ancora più discusso.

Parallelamente, il mondo dell’animazione tradizionale riflette sull’impatto di queste nuove tecnologie. Iizuka Naomichi, coinvolto nella produzione del primo anime generato con IA, ha sottolineato:

L’animazione ha sempre previsto una forma di imitazione. Gli artisti apprendono riproducendo i design esistenti, e questo è alla base del settore.

Tuttavia, l’uso dell’intelligenza artificiale solleva preoccupazioni nel settore, soprattutto in termini di diritti e compensi. La NAFCA (Nippon Anime & Film Culture Association) ha sollevato interrogativi sul futuro degli artisti:

Se un’IA crea un personaggio con elementi presi da opere celebri, chi dovrebbe ricevere il giusto compenso per il lavoro originale?

Mentre la tecnologia continua a evolversi, il dibattito sull’equilibrio tra innovazione e tutela della creatività resta aperto, con implicazioni che potrebbero ridefinire il futuro dell’animazione e oltre.

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