La Casa di Carta: tutte le volte che i protagonisti hanno infranto le regole del Professore

Niente nomi, niente domande, niente relazioni. Il Professore fissa poche e chiare regole nella banda de La Casa di Carta, ma nessuno le rispetta… neanche lui.

Autore: Alice Grisa ,

Ne La Casa di Carta le cose funzionano così: il Professore detta le regole, il gruppo (e lui stesso) non le rispettano.

I due piani criminali, quello della Zecca di Stato e della Banca Centrale, rispecchiano “il delitto perfetto” solo in teoria, perché presuppongono il rispetto totale delle regole.

Sergio ha pensato a tutto, anche agli imprevisti, agli interventi di emergenza, alle "possibilità più impossibili". Noi sappiamo che nel corso delle due rapine c’è sempre qualcosa che non funziona, ma forse è proprio questo il bello de La Casa di Carta.

Le persone arruolate dal Professore non sono geni del crimine, non sono macchine perfette da posizionare in una scacchiera. Sono esseri umani dotati di qualità pratiche (e mentali) ma anche di debolezze e difficoltà. Sono impulsivi, irrefrenabili, a tratti egoisti, a tratti vendicativi, a tratti infantili.

Per questo a trasgredire le regole imposte da Sergio sono stati in molti, dall’inizio della serie… incluso lui stesso.

Questo videomontaggio di Netflix coinvolge tutti i momenti in cui le regole d'oro del Professore sono andate in frantumi. Poi, che sia un bene o un male è tutto da capire.

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I nomi

Quando il Professore ha composto la squadra, è stato molto chiaro: le persone che ha riunito non si conoscevano e non avrebbero mai dovuto conoscersi. Non potevano permettersi di essere degli individui, ma potevano essere delle città.

La prima regola prescriveva a tutti di non utilizzare mai i nomi di battesimo: tutti i membri della banda avrebbero dovuto optare per i nomi di città, per tenere il più possibile la polizia lontana dalle loro identità. Tokyo, per esempio, “delinquente per amore” prima di essere contattata dal Professore, era stata tradita da sua madre e fatta arrestare. Questa precauzione di Sergio teoricamente impedirebbe ricatti o minacce ai parenti, e naturalmente agevolerebbe il piano iniziale: fuggire con il bottino senza poter essere identificati.

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Tokyo in una scena de La Casa di Carta
Tokyo si chiama Silene Oliveira

La regola però è stata violata diverse volte, come mostra il video. Dal Professore stesso, che si chiama – come sappiamo – Sergio Marquina a tutti gli altri: Helsinki ovvero Mirko Dragic, Nairobi ovvero Ágata Jiménez, Palermo ovvero Martín Barroti ma soprattutto Rio, Aníbal Cortés, che viene identificato subito, alla Zecca di Stato, a causa di un incidente.

Le domande personali

Ai componenti del gruppo teoricamente è vietato interagire mischiando le questioni personali. Il Professore vuole evitare domande sul passato di ognuno per preservare il più possibile la freddezza del piano. Invece accade esattamente il contrario, e questa svolta è una delle più belle de La Casa di Carta. Quelli che sarebbero dovuti essere solo “partner in crime” diventano amici, fratelli, una famiglia.  

Con Rio Tokyo si confida raccontando della sua famiglia, l’assenza del padre e il lavoro della madre in una fabbrica di valigie. Allo stesso modo, Bogotà svela a Nairobi di avere sette figli e quest’ultima racconta all’amica Tokyo di avere un bambino di sette anni, Axel, che verrà in seguito utilizzato come esca per trarla in una trappola. Sergio stesso si apre sul proprio passato sentimentale con Tokyo, che lo prende in giro per la sua poca familiarità con le questioni di cuore. 

Ho avuto delle relazioni. Non molte, e nemmeno durature, ma le ho avute. Relazioni sporadiche. Con questo non mi riferisco a prostitute, non fraintendermi!

 

Netflix
Il Professore in una scena de La Casa di Carta
Il Professore scopre l'amore durante il primo piano criminale

Le relazioni personali

Ogni relazione personale tra membri del gruppo è proibita. Ovviamente questo comprende anche le storie d’amore o di sesso. Sergio, un uomo estremamente lucido e razionale, ai limiti dell’anaffettività, ha fissato la regola perché crede solo nelle potenzialità della mente e considera pericolose le dinamiche del cuore o della passione. Sarà lui stesso, però, (oltre agli altri) a cambiare rotta per un twist imprevisto: lo scoccare della scintilla con il nemico, l’ispettore Murillo, di cui s’innamorerà

Anche all’interno della banda si creano amori proibiti, in primis quello tra Tokyo, la spregiudicata Silene, e Rio, il giovane hacker Aníbal. Questo legame creerà non pochi problemi al piano, ma porterà anche la storia su altri binari, raccontando l'evoluzione di entrambi e il rapporto che invertirà le parti. Scoccherà anche un’intesa tra uno dei rapinatori, Denver, e un ostaggio, Mónica Gaztambide, segretaria e amante di Arturo Román, direttore della Zecca di Stato. Questa deriva era assolutamente non concessa, ma i due cedono alla passione e Monica s’interroga addirittura sulla possibilità di essere affetta dalla Sindrome di Stoccolma (e utilizzerà questo spunto per trovare il suo nome in codice). 

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Tokyo e Rio in primo piano in una scena de La Casa di Carta
L'amore controverso tra Tokyo e Rio

Altra storia sboccia tra Helsinki e Palermo, tra momenti di sesso e di lite, tra affetto e dolore. Entrambi hanno dei fantasmi da dimenticare (quello di Palermo, scopriremo nella quarta stagione, è un amore non corrisposto) e il loro legame si configura in modo assolutamente complesso. 

Il video si chiude con una chiosa divertente.

Ma io non avevo capito…

Cosa ne pensate? Il piano del Professore e le sue regole avevano assolutamente senso, ma non sono proprio le trasgressioni e le imperfezioni dei componenti della banda a rendere questa serie il successo che conosciamo?

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