LEGO: Quando la nostalgia fa rima con marketing

Uno studio svela come la nostalgia influenzi la percezione del brand LEGO® tra i Millennials, esplorando gli impatti del marketing emotivo.

Autore: Francesco Frangioja ,
Lifestyle
3' 58''
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L'effetto nostalgia come strategia di rinascita: come LEGO ha conquistato i portafogli dei Millennials

Dalla quasi bancarotta a fenomeno di marketing generazionale, la storia di LEGO rappresenta uno dei più brillanti esempi di come un brand storico possa reinventarsi puntando sulla nostalgia. Agli inizi degli anni 2000, mentre l'azienda danese si trovava sull'orlo del fallimento, una mossa controintuitiva ha trasformato la sua crisi in opportunità: smettere di concentrarsi esclusivamente sui bambini per rivolgersi agli adulti nostalgici. Questa strategia ha permesso al colosso dei mattoncini colorati di sfruttare un potente motore emotivo che oggi muove miliardi nel mercato globale: il desiderio di riconnettersi con la propria infanzia.

La crescente influenza economica dei Millennials, unita alla loro particolare sensibilità verso prodotti capaci di evocare ricordi d'infanzia, ha creato il terreno perfetto per quello che gli esperti definiscono "marketing nostalgico". Un fenomeno che va ben oltre il semplice revival di prodotti vintage, trasformandosi in una sofisticata strategia di engagement emotivo che fa leva su ricordi condivisi e desideri insoddisfatti.

Dall'espansione selvaggia alla focalizzazione strategica

Nel 2003, LEGO sembrava aver commesso il peccato capitale del marketing: diluire l'identità del proprio marchio. L'azienda aveva diversificato eccessivamente, lanciandosi in settori come l'abbigliamento, i parchi divertimento, i videogiochi e persino la gioielleria.

Questa espansione incontrollata aveva allontanato il brand dalla sua essenza originaria, i mattoncini da costruzione, indebolendo drasticamente il suo posizionamento sul mercato.

Contemporaneamente, l'ascesa dei videogiochi, degli smartphone e dell'intrattenimento digitale stava erodendo l'interesse delle nuove generazioni verso i giocattoli fisici tradizionali. La combinazione di questi fattori aveva portato LEGO sull'orlo del collasso finanziario, con perdite che sembravano irreversibili.

La svolta è arrivata quando l'azienda ha compreso che esisteva un mercato enormemente sottovalutato: gli adulti che avevano giocato con LEGO da bambini e che ora, dotati di potere d'acquisto, erano disposti a spendere cifre considerevoli per riconnettersi con quell'esperienza ludica. Non si trattava semplicemente di vendere vecchi prodotti, ma di reingegnerizzare l'offerta per un pubblico emotivamente coinvolto ma con esigenze più sofisticate.

Convincere un Millennial a comprare un prodotto è facilissimo: basta puntare sull'effetto nostalgia toccando le sue corde emotive.

La generazione dei Millennials rappresenta oggi il segmento con la maggiore capacità di spesa, destinata potenzialmente ad aumentare con i trasferimenti patrimoniali intergenerazionali. Cresciuti in un'epoca pre-digitale, questi consumatori tra i 30 e i 40 anni mantengono un rapporto privilegiato con oggetti tangibili ed esperienze reali, ricercando autenticità e connessioni significative con il proprio passato.

A differenza delle generazioni successive, i Millennials hanno vissuto un'infanzia fortemente legata a giocattoli fisici e a esperienze di gioco condivise, elementi che ora costituiscono un potente richiamo emotivo. Per questo motivo, prodotti capaci di rievocare quei momenti spensierati esercitano un'attrazione irresistibile, spesso superando considerazioni razionali sul prezzo o sull'utilità pratica dell'acquisto.

I meccanismi psicologici della nostalgia commerciale

Come evidenziato dagli studi di Cui (2015), il marketing nostalgico opera attraverso precisi meccanismi psicologici che trasformano i ricordi in comportamenti d'acquisto. Il processo inizia con una reazione emotiva quando il prodotto risveglia memorie associate a sentimenti positivi del passato. Questa prima fase viene seguita da una reazione cognitiva che elabora tali emozioni, determinando un atteggiamento favorevole o sfavorevole verso il brand.

Una ricerca condotta da Lubinski nel 2020 su 203 consumatori polacchi ha confermato l'eccezionale efficacia di questo approccio nel caso specifico di LEGO. Lo studio ha dimostrato che i Millennials non solo sono particolarmente sensibili all'effetto nostalgia quando si tratta dei mattoncini colorati, ma mantengono un forte attaccamento personale al brand sin dall'infanzia.

Il genio strategico di LEGO è stato ricreare vecchi set di costruzione per attrarre consumatori che in passato non avevano potuto permetterseli, offrendo loro una seconda possibilità per realizzare desideri insoddisfatti. Parallelamente, l'azienda ha saputo innovare creando nuove linee ispirate alla cultura pop contemporanea – da Star Wars a Harry Potter, da Friends al set di The Big Bang Theory – mantenendo l'essenza costruttiva del prodotto originale ma aggiornandone il design e i riferimenti culturali.

(Credit photo: creazione di Nick Lever, @clicklever)

È proprio questa fusione equilibrata tra elementi nostalgici e riferimenti contemporanei a rappresentare la chiave del successo. Non si tratta semplicemente di riproporre prodotti del passato, ma di reinventarli inserendoli in un contesto culturale attuale, creando così un ponte tra diverse epoche della vita del consumatore.

Casi come Invicta, Nintendo e K-way dimostrano che l'effetto nostalgia può effettivamente riportare in auge brand che sembravano destinati all'oblio. I pubblicitari hanno imparato a monetizzare il passato, spesso applicando premium price a prodotti che evocano gli anni '80 e '90. E nonostante i costi elevati, i Millennials continuano a dimostrare una straordinaria disponibilità a pagare questo prezzo emotivo per riconnettersi, anche solo temporaneamente, con i momenti più spensierati della loro vita.

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